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Editori italiani (Fieg) contro l’AI di Google: ecco le basi del reclamo Agcom



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Il reclamo presentato da Fieg (editori giornali) ad Agcom apre un nuovo fronte contro il servizio di ricerca con AI generativa di Google (AI overviews – Ai Mode). In gioco non è solo il traffico perso, ma il controllo sull’accesso all’informazione e la sostenibilità del giornalismo. La decisione, sulla base del digital services act, può…

Pubblicato il 17 ott 2025

Maurizio Carmignani

Founder & CEO – Management Consultant, Trainer & Startup Advisor



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La Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg) ha presentato un reclamo all’Agcom chiedendo l’apertura di un procedimento contro Google per il servizio AI Overviews, accusato di sottrarre pubblico e ricavi alle testate.

Secondo gli editori, il sistema basato su intelligenza artificiale integra direttamente le risposte nei risultati di ricerca, riducendo la visibilità delle fonti originali e mettendo a rischio pluralismo e trasparenza.

Il caso è rilevante: potrebbe diventare un test decisivo per l’applicazione del Digital Services Act e per la futura governance dell’informazione nell’era dell’AI generativa.

Il reclamo editori Fieg ad Agcom contro l’AI Google e l’azione coordinata europea

Gli editori accusano il colosso tecnologico di essere diventato, testualmente, un “traffic killer” che sottrae lettori e ricavi alle testate giornalistiche. La Fieg ha depositato il reclamo presso l’Agcom, nel suo ruolo di Coordinatore nazionale dei Servizi Digitali, chiedendo che la Commissione europea apra un procedimento formale ai sensi del Digital Services Act (DSA).


L’iniziativa si inserisce in una strategia coordinata a livello europeo, in cui anche l’ENPA (European Newspaper Publishers’ Association) ha presentato analoghi reclami presso i Coordinatori dei Servizi Digitali di altri Stati membri.
L’obiettivo è sollecitare Bruxelles a verificare se AI Overviews e la nuova funzione AI Mode violino disposizioni fondamentali del regolamento europeo sui servizi digitali.

Le accuse degli editori: “Google è un traffic killer”

Nel documento tecnico allegato al reclamo, la Fieg spiega che AI Overviews integra risposte generate dall’intelligenza artificiale Gemini direttamente nei risultati di ricerca, spesso nella parte superiore della pagina. Gli utenti ottengono così una sintesi senza dover visitare i siti delle testate, con un effetto di disintermediazione diretta.

Secondo gli editori, ciò configura una concorrenza impropria con i contenuti prodotti dalle aziende editoriali e determina una riduzione strutturale della visibilità online, con conseguente perdita di traffico e di ricavi pubblicitari.
La Fieg parla di “un rischio sistemico per la sostenibilità economica dell’intero ecosistema dell’informazione”.

L’impatto di AI overviews sul traffico web: i dati

Le analisi indipendenti confermano in larga parte le preoccupazioni degli editori. Secondo il Pew Research Center quando compare un AI Overview nei risultati, la quota di clic verso siti esterni scende dal 15% all’8%.

Similarweb rileva che le ricerche zero-click,  quelle che si concludono senza accedere a siti esterni, sono aumentate dal 56% al 69% tra maggio 2024 e maggio 2025.

Uno studio di Semrush stima che nel marzo 2025 il 13,14% di tutte le query attivasse AI Overviews, rispetto al 6,49% di gennaio, e che il CTR medio dei link organici diminuisca fino al 20%.

Un’analisi di Ahrefs e PPC.land indica una perdita media del 34,5% di clic per il primo link organico quando la pagina include un AI Overview. Questi dati confermano una tendenza consolidata: l’AI generativa sta spostando il valore dell’attenzione dalle fonti originali alle piattaforme che intermediano, ridefinendo il concetto stesso di visibilità digitale.

AI Overviews e AI Mode: come funzionano

AI Overviews è la funzionalità che fornisce risposte sintetiche basate su Gemini, il modello linguistico di Google, direttamente sopra i risultati di ricerca. Introdotta inizialmente come Search Generative Experience nel 2024, è stata lanciata ufficialmente in Italia nel marzo 2025.

La più recente evoluzione, AI Mode, consente una ricerca conversazionale avanzata, basata sulla tecnica del query fan-out: la richiesta dell’utente viene scomposta in sotto-domande simultanee che esplorano il web da più angolazioni. I collegamenti alle fonti vengono spostati in una colonna laterale, mentre la parte centrale della pagina mostra una risposta generata che spesso rende superfluo cliccare sui link originali.

AI di Google: le possibili violazioni del Digital Services Act

Secondo la Fieg, queste funzionalità violerebbero diversi articoli del DSA. Il regolamento impone alle Very Large Online Platforms (VLOPs) e ai Very Large Online Search Engines (VLOSEs), categorie che includono Google, obblighi specifici di trasparenza algoritmica, non discriminazione dei fornitori di contenuti e tutela della pluralità dei media.

L’Agcom, in quanto Coordinatore nazionale, può chiedere il coinvolgimento diretto della Commissione europea e del European Centre for Algorithmic Transparency (ECAT) per condurre una valutazione tecnica indipendente sul funzionamento dei sistemi di ranking e generazione dei risultati. In caso di accertata violazione, il DSA prevede sanzioni fino al 6% del fatturato mondiale della piattaforma.
Un precedente significativo risale al negoziato su Google News Showcase, ma questa volta il contenzioso tocca la struttura cognitiva del motore di ricerca, non solo i diritti economici sulle notizie.

La posizione di Google

Google aveva precedentemente dichiarato, in risposta a critiche simili negli Stati Uniti e in India, che AI Overviews “aumenta l’utilizzo complessivo del motore di ricerca”  e che l’azienda “invia ogni giorno miliardi di clic verso siti web in tutto il mondo”.
Secondo il gruppo di Mountain View, i dati citati dagli editori sarebbero “parziali o distorti”, e il calo di traffico potrebbe derivare anche da variazioni stagionali o da cambiamenti negli interessi degli utenti. Google sostiene inoltre che le nuove funzionalità basate sull’AI ampliano le possibilità di scoperta e approfondimento e “creano nuove opportunità di connessione per i produttori di contenuti”.

AI, le conseguenze per l’ecosistema informativo

Il reclamo Fieg evidenzia una tensione sempre più evidente: la dipendenza cognitiva dalle piattaforme e la marginalizzazione del giornalismo verificato.
L’affidamento a risposte sintetiche automatizzate può ridurre la trasparenza, rendendo meno chiara la provenienza delle informazioni e più difficile distinguere tra contenuti editoriali e testi generati.

Come scrivono gli autori del paper “AI, Digital Platforms, and the New Systemic Risk” , “man mano che l’intelligenza artificiale viene incorporata nelle infrastrutture digitali, sociali e istituzionali, e le piattaforme evolvono in strutture ibride tra servizi e sistemi di AI, il rischio sistemico emerge come una sfida critica ma ancora sottovalutata”.

“Le normative come il Digital Services Act invocano il concetto di rischio sistemico, ma si fondano su definizioni troppo ristrette o ambigue per affrontare le nuove forme di interdipendenza introdotte dai sistemi di intelligenza artificiale”.

Il caso Fieg-Google potrebbe dunque diventare un precedente europeo per testare la capacità del DSA di affrontare questa nuova forma di rischio sistemico.

Chi controlla la visibilità nell’era dell’AI generativa

Avevamo anticipato il nodo che oggi esplode con il reclamo Fieg: l’integrazione dell’intelligenza artificiale nella ricerca online non modifica soltanto il modo in cui accediamo alle informazioni, ma sposta il baricentro del potere informativo. Con AI Overviews, Google non si limita a indicizzare i contenuti: li rielabora, li sintetizza e li redistribuisce, creando un nuovo livello di mediazione cognitiva.

In questo scenario, il valore dell’informazione non risiede più nella fonte, ma nella piattaforma che la interpreta. È il passaggio da un web aperto a un web sintetico, dove l’algoritmo decide cosa è visibile e cosa resta nascosto.
Il vero interrogativo non è se l’AI debba essere usata, ma chi decide cosa vediamo e cosa scompare nel nuovo spazio informativo generato dai modelli linguistici.

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