Come auspicato poche settimane su questa testata, Google ha finalmente iniziato a collaborare con AGCOM per contrastare la pirateria online, con il Piracy shield.
Napoli – Cagliari e Inter – Como del 23 maggio 2025, ossia le due partite con cui si è deciso il campionato appena concluso, sono state infatti per AGCOM il banco di prova per applicare i blocchi dei siti pirata, tramite Google.
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L’alleanza Agcom Google contro la pirateria: il tema DNS
In cosa è consistita questa collaborazione: la legge antipirateria Maccanti Mollicone n. 93 del 2023, stabilisce che i blocchi in 30 minuti dei siti che trasmettono illegalmente gli eventi in diretta, tra cui quelli sportivi, devono essere eseguiti da qualunque prestatore di servizi di accesso alla rete, compresi i fornitori di DNS pubblici.
Google è uno dei principali fornitori di questa tecnologia di accesso alla rete che, in breve, consente all’utente di consultare un determinato sito usando DNS alternativi rispetto a quelli della telco fornitrice dell’abbonamento internet.
Con la sperimentazione, pertanto, si è avviato un percorso grazie al quale gli ordini di blocco dei siti illegali segnalati da Piracy Shield non saranno più eseguiti solo tramite i DNS dei tradizionali provider di connettività, ma anche da Google, tramite i propri DNS pubblici.
L’Open DNS di Google è un sistema molto utilizzato: l’effetto, quindi, è di aumentare sensibilmente la percentuale di inibizione degli accessi ai siti pirata.
Si tratta di un punto importante nel contrasto alla pirateria digitale, perché per la prima volta, nonostante gli scetticismi di molti detrattori del lavoro dell’AGCOM, è stato dimostrato che si può fare sistema con tutti i player della filiera.
Tutti ci auguriamo che i risultati della sperimentazione vadano a regime il prima possibile, anche in vista dell’aggiornamento al regolamento AGCOM n. 680/13/CONS, volto a rendere totalmente conforme la disciplina regolamentare con quanto disposto dalla legge antipirateria.
Perché è solo l’inizio: che succederà sulla lotta alla pirateria digitale
Il nuovo regolamento, in particolare, consentirà di emanare gli ordini dei blocchi in real time anche nei confronti dei siti che trasmettono contenuti in diretta diversi dagli eventi sportivi, come prime visioni o spettacoli in diretta.
- È quindi necessario che il dialogo con i vari intermediari si faccia sempre più costante e costruttivo, per garantire la più ampia tutela prevista dalla legge nei confronti di tutti i tipi di contenuti.
- Parallelamente, è necessario che i titolari dei diritti continuino a segnalare ogni condotta violativa alle autorità di competenza.
La perseveranza dei titolari nel contrasto al fenomeno anche nelle aule di tribunale, infatti, è un grande supporto per l’attività di AGCOM, come dimostrato dalle recenti ordinanze del Tribunale di Milano su Cloudflare e sulla stessa Google, che hanno imposto ai fornitori di eseguire i blocchi nei tempi e nei modi previsti alla legge dalla legge.
Il quadro internazionale
A livello internazionale, stanno venendo fuori orientamenti giurisprudenziali del tutto conformi a quello del giudice meneghino, come dimostrano in particolare le esperienze spagnole e belghe.
Il Juzgado de lo Mercantil n. 6 del Tribunale di Barcellona del 18 dicembre 2024 e l’ordinanza del Tribunale delle Imprese di Bruxelles del 28 marzo 2025 (RR/25/00020), hanno sostanzialmente autorizzato le ingiunzioni dinamiche che consentono di estendere il blocco agli eventuali domini alternativi già sottoposti allo scrutinio della Corte.
In Francia, queste ingiunzioni possono essere fatte da ARCOM, l’omologa francese dell’AGCOM, sulla base dell’articolo L. 333-10 del Codice dello Sport.
Il ruolo dell’Europa
D’altronde, l’importanza di una tutela immediata e dinamica è stata da tempo sottolineata dalla Commissione europea nell’ambito della Raccomandazione del 2023 contro la pirateria live-streaming e su cui è in corso una consultazione pubblica finalizzata ad un aggiornamento dei contenuti.
Ovviamente ci sono anche le disposizioni del Regolamento sui Servizi Digitali (DSA) che devono funzionare come supporto alla lotta alla pirateria, visto che sono previste sanzioni pecuniarie elevatissime per quegli intermediari che, nonostante gli ordini di inibizione all’accesso ai siti pirata ai sensi dell’art. 9 del Regolamento, si rifiutano di ottemperare.
In questo senso, sarà fondamentale l’attività dei Digital Service Coordinator dei Paesi in cui i grandi intermediari hanno eletto il proprio rappresentante legale, con cui AGCOM, ma anche la Commissione europea, dovrà costantemente dialogare per permettere che l’impianto del Regolamento porti a una effettiva ed efficace regolamentazione di intermediari e piattaforme.
C’è poi il tema delle sanzioni agli utenti: l’ottimo lavoro della GdF in occasione dell’indagine della procura di Lecce che ha portato a sanzionare 2282 persone sparse in tutta Italia non deve essere una misura spot, ma un’attività rutinaria.
Per concludere, la lotta alla pirateria ha bisogno di un impegno costante, portato avanti con sinergia da tutti gli stakeholder e dalle autorità competenti, non solo a livello nazionale ma soprattutto europeo, per smantellare finalmente un mercato illegale, troppo spesso difeso da posizioni di principio sulla tutela della libertà della rete.
Alla luce dei risultati raggiunti negli ultimi mesi, mi sento di dire che AGCOM sta dando un grande contributo a questa rivoluzione culturale.