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Psicologia e tecnologia: nuovi strumenti per la salute mentale



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Approfondiamo l’utilità della tecnologia per la pratica della psicologia, considerando la telemedicina e i servizi online come le app ma anche l’impatto dell’intelligenza artificiale

Pubblicato il 14 ago 2025

Luisa Maria Oliva

Psicologa clinica e psicosessuologa



IA e mente umana (1) economia dell'attenzione; psicologia e tecnologia ignoranza artificiale

Fare terapia dal vivo è sempre l’opzione più comune e desiderata oppure l’online può essere un valido alleato per chi non ha tempo di spostarsi attraversando la città per raggiungere lo studio dello psicologo? Il tema molto dibattuto affronta proprio l’efficacia degli interventi terapeutici a distanza: non si può negare che il contatto umano risulti essere la modalità preferita dalla maggior parte dei pazienti, eppure dalla pandemia da COVID-19 sembra essere sempre più diffusa l’attenzione nei confronti delle tecnologie digitali applicate agli interventi psicologici e all’assistenza sanitaria mentale con l’aiuto delle tecnologie per la telemedicina.

Psicologia e tecnologia, cosa dicono gli studi

Secondo un recente studio (Tourus et al. 2021) negli ultimi anni le capacità, la convenienza e l’accessibilità costante al nostro smartphone hanno raggiunto un livello tale da consentire alla psicologia digitale di trasformarsi da un concetto teorico a un’opzione realistica per integrare l’assistenza sanitaria mentale tradizionale a livello globale. Lo sviluppo di tecnologie correlate, tra cui algoritmi di intelligenza artificiale e apprendimento automatico, chatbot e realtà virtuale, insieme alla ricerca empirica sull’utilità di ciascuna di esse nei contesti di salute mentale, ha aperto diverse prospettive promettenti con una veloce diffusione dovuta dall’isolamento durante la pandemia, che ha evidenziato come gli approcci digitali possano offrire un certo livello di assistenza adattabile in circostanze in cui l’accesso ai servizi di persona è precluso.

Per quanto riguarda l’utilizzo delle DHT (digital health technologies) per la gestione clinica dei problemi di salute mentale a lungo termine, stanno emergendo diverse linee di ricerca che ne supportano l’utilizzo per l’autogestione dei sintomi, in aggiunta alle cure tradizionali: oltre alle terapie erogate digitalmente, si sono registrati progressi anche verso l’utilizzo di dati raccolti tramite smartphone per prevedere gli esiti clinici o il rischio di recidiva; il notevole interesse e gli investimenti nell’applicazione dei DHT nell’ambito della salute mentale infantile e adolescenziale dovrebbero puntare a sfruttare l’apparente propensione dei giovani verso le nuove tecnologie.

Sembra ormai inevitabile che le tecnologie digitali stanno cambiando il volto della ricerca e le modalità di trattamento della salute mentale. La misura in cui questi cambiamenti saranno realmente benefici per le persone con disturbi mentali dipenderà dall’accesso equo, da una ricerca solida e da un’implementazione etica e basata sull’evidenza di queste nuove tecnologie nell’ambito dell’assistenza sanitaria mentale globale.

App di psicologia

Chi affronta il percorso universitario sperimenta oggettivamente livelli elevati di stress. E se ci fosse un modo economico e divertente per esorcizzare l’attesa dell’esame? Data la praticità e la convenienza economica, la meditazione mindfulness offerta tramite un’app mobile sembra essere una modalità curiosa e del tutto nuova per affrontare lo stress; un recente studio randomizzato (Huberty J. et al. 2019) mira a testare l’efficacia iniziale e gli effetti duraturi di un’app mobile di meditazione mindfulness di 8 settimane chiamata “Calm”, rispetto a un gruppo di controllo in lista d’attesa, su stress, mindfulness e autocompassione (una qualità fondamentale per il benessere mentale, la pratica di accettazione, comprensione e amore verso noi stessi) in studenti universitari a tempo pieno con elevati livelli di stress. Ai partecipanti è stato chiesto di meditare utilizzando “Calm” almeno 10 minuti al giorno. Il campione è composto da 88 partecipanti con un’età media di circa 21 anni di studenti in pieno flusso di studio. Sono state riscontrate differenze significative in tutti gli esiti (stress, mindfulness e autocompassione) tra il gruppo sperimentale e quello di controllo. La maggior parte degli studenti nel gruppo sperimentale ha riferito che “Calm” è stato utile per ridurre lo stress e ha dichiarato che lo utilizzerebbe in futuro dichiarandosi soddisfatta dell’utilizzo di “Calm” ed è propensa a consigliarlo ad altri studenti universitari. Il gruppo sperimentale ha partecipato alla meditazione per una media di 38 minuti a settimana durante lo studio e di 20 minuti a settimana durante il follow-up.

Sebbene non siano possibili confronti diretti, sembra che il grado di miglioramento in risposta a un’app di mindfulness per smartphone possa essere simile a quello dei programmi che richiedono la tradizionale presenza fisica, con maggiori opportunità di adesione pratica e utilizzo continuativo. Sono sicuramente necessarie ulteriori ricerche in questo ambito per stabilirne l’efficacia e per esplorare il grado di sostenibilità degli effetti a breve e lungo termine.

Ma quali sono le caratteristiche che un’app per la pratica meditativa dovrebbe possedere per risultare accattivante per gli utenti? Sembra da uno studio condotto negli Stati Uniti (Lam SU et al., 2023) che come funzionalità desiderate sarebbero graditi all’interno delle app di meditazione dei suggerimenti e dei promemoria per la pratica, l’incoraggiamento a “mini” pratiche quotidiane e contenuti sulla salute mentale. I partecipanti si sono dimostrati meno interessati alle funzionalità social (ad esempio, la possibilità di comunicare con altri utenti o insegnanti).

Si può migliorare la salute mentale con l’AI?

Le sfide e le direzioni future dell’applicazione dell’AI per la salute mentale sono multiple e assolutamente dinamiche: David B. Olawade et al., 2024 individuano tra le attuali tendenze il potenziale trasformativo dell’IA con delle interessanti applicazioni.

Immaginate ad esempio l’importanza nell’individuare una diagnosi precocemente rispetto ai disturbi mentali, dei piani di trattamento personalizzati o a dei terapeuti virtuali guidati dall’AI; questi progressi sono accompagnati da sfide etiche riguardanti la privacy, la riduzione dei pregiudizi garantendo l’elemento umano nella terapia.

Gli strumenti guidati dall’intelligenza artificiale hanno fatto progressi significativi nell’analizzare il linguaggio, il testo e le espressioni facciali per identificare i segni precoci dei disturbi mentali. Le tecniche di elaborazione del linguaggio naturale (NLP) consentono di estrarre preziose informazioni dalle parole scritte o parlate; con l’ausilio di modelli predittivi, l’AI migliora l’intervento precoce, personalizza i piani di trattamento e migliora il benessere mentale complessivo.

Pensare ad una sempre più possibile analisi dei sentimenti di un individuo esaminando post sui social media, intere chat o diari scritti o all’analisi vocale nel rilevare alterazioni nei modelli di linguaggio, comprendendo variazioni nel tono, nel timbro e nel ritmo, che potrebbero potenzialmente servire come indicatori di ansia, depressione o altre condizioni di salute mentale. Anche il linguaggio non verbale come le espressioni facciali combinato con la visione computazionale, può fornire informazioni sulla condizione emotiva di un individuo.

Vantaggi e nodi da sciogliere

L’AI è sempre più utilizzata per sviluppare modelli predittivi multifattoriali per la salute mentale che prendono in considerazione un’ampia gamma di fattori, tra cui genetica, fattori ambientali, scelte di vita e determinanti sociali della salute. Combinando queste variabili si possono prevedere le possibilità di rischio di un individuo di sviluppare una condizione di sofferenza psicologica. Ad esempio, le informazioni genetiche possono fornire indicazioni sulle predisposizioni, mentre fattori ambientali come eventi traumatici o una condizione di isolamento sociale possono essere integrati nel quadro clinico per migliorare ulteriormente l’accuratezza.

Priorità la regolamentazione

Le direzioni future sottolineano la necessità di chiari quadri normativi, di una validazione trasparente dei modelli di AI e di continui sforzi di ricerca e sviluppo. L’integrazione dell’intelligenza artificiale nella salute mentale e nel trattamento della stessa, rappresenta un fronte promettente nella sanità.

Sebbene l’AI abbia il potenziale di rivoluzionare la salute mentale, è essenziale una riflessione in merito che sia responsabile ed etica: affrontando queste sfide attuali e modellando le direzioni future in modo riflessivo, si aprono le strade per poter utilizzare efficacemente questo potenziale rispetto ad una migliore accessibilità, efficacia ed etica della salute mentale, aiutando sia gli individui che le comunità.

La tendenza crescente punta verso lo sviluppo di modelli di intelligenza artificiale che siano interpretabili con lo scopo di promuovere la trasparenza e consentire a clinici e ai pazienti di comprendere meglio il ragionamento alla base delle intuizioni e delle decisioni generate dall’AI.

Bibliografia

Huberty J, Green J, Glissmann C, Larkey L, Puzia M, Lee C. Efficacy of the Mindfulness Meditation Mobile App “Calm” to Reduce Stress Among College Students: Randomized Controlled Trial. JMIR Mhealth Uhealth. 2019 Jun 25;7(6):e14273. doi: 10.2196/14273. PMID: 31237569; PMCID: PMC6614998.

Torous J, Bucci S, Bell IH, Kessing LV, Faurholt-Jepsen M, Whelan P, Carvalho AF, Keshavan M, Linardon J, Firth J. The growing field of digital psychiatry: current evidence and the future of apps, social media, chatbots, and virtual reality. World Psychiatry. 2021 Oct;20(3):318-335. doi: 10.1002/wps.20883. PMID: 34505369; PMCID: PMC8429349.

David B. Olawade, Ojima Z. Wada, Aderonke Odetayo, Aanuoluwapo Clement David-Olawade, Fiyinfoluwa Asaolu, Judith Eberhardt, Enhancing mental health with Artificial Intelligence: Current trends and future prospects, Journal of Medicine, Surgery, and Public Health, Volume 3, 2024, 100099, ISSN 2949-916X, https://doi.org/10.1016/j.glmedi.2024.100099.

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