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L’IA nella scuola del futuro: le nuove competenze richieste agli insegnanti



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Uno studio EY-Sanoma analizza l’evoluzione delle competenze docenti entro il 2035. L’intelligenza artificiale ridefinirà il 60% delle abilità professionali degli insegnanti, rafforzando le competenze relazionali e digitali senza sostituire la centralità pedagogica del docente nell’educazione

Pubblicato il 10 dic 2025

Carmelina Maurizio

Università degli Studi di Torino



IA a scuola (1) uso dell'IA da parte dei docenti formazione online docenti

Le competenze dei docenti stanno attraversando una fase di profonda trasformazione, guidata dall’integrazione dell’intelligenza artificiale nei processi educativi.

Entro il 2035, sei competenze su dieci richieste ai docenti italiani saranno completamente ridefinite dall’intelligenza artificiale, l’IA non sostituirà la figura del docente, ma la trasformerà, rendendola ancora più centrale nel processo educativo.

Lo studio sulla professione docente del futuro

È quanto emerge dai principali risultati nel nuovo studio “La professione docente nella scuola di domani“, da poco realizzato da EY in collaborazione con Sanoma Italia, presentato in questi giorni. Secondo la ricerca, solo il 36% delle competenze rimarrà stabile, l’insegnante del futuro infatti dovrà integrare competenze digitali, data literacy e capacità adattive, mantenendo però la centralità pedagogica nel percorso degli studenti.

Anzi, i risultati dello studio evidenziano che la centralità del docente all’interno della comunità educativa sarà rafforzata, infatti se usati in modo efficace, l’IA e le nuove tecnologie applicate alla didattica consentiranno ai docenti di dedicare più tempo alla cura dell’aspetto umano e relazionale dell’insegnamento.

Le competenze di carattere socio-comportamentale, quali capacità di ascolto, empatia, prosocialità, diventeranno ancor più importanti in un ambiente scolastico sempre più digitalizzato e multimediale. Al tempo stesso, lo studio ci dice che, nei prossimi dieci anni, circa un terzo delle competenze professionali dei docenti non cambierà, un dato che conferma il valore fondamentale di alcune competenze chiave per questa professione, dalla gestione della classe alla conoscenza della materia d’insegnamento.

L’integrazione di tecnologie digitali e competenze relazionali

Lo studio evidenzia alcune direttrici fondamentali che guideranno l’evoluzione delle competenze dei docenti nei prossimi 10 anni, in risposta a un contesto scolastico che si va radicalmente trasformando. In primo luogo, l’integrazione di agenti intelligenti e strumenti digitali avanzati permetterà di automatizzare attività standardizzate. Contemporaneamente, le competenze relazionali, adattive ed emotive diventeranno determinanti nell’esperienza didattica delle nuove generazioni, abituate alle interazioni digitali ma proprio per questo bisognose di connessioni umane autentiche.

Infine, la didattica si orienterà verso modelli personalizzati e data-driven, con l’uso di piattaforme interattive e strumenti di monitoraggio in tempo reale che richiederanno nuove abilità in ambito data literacy e progettazione digitale.

Questo cambiamento, una vera e propria nuova stagione per il mondo dell’istruzione, si inserisce in un quadro in cui la discrepanza tra competenze scolastiche degli studenti e richieste del mercato del lavoro ha raggiunto in Italia il 47%, superando la media OCSE del 40,9%, e rendendo fondamentale un ripensamento a 360 gradi della formazione docente.

Scuola dell’infanzia e primaria: stabilità e trasformazione

La ricerca condotta evidenzia come l’evoluzione delle competenze dei docenti seguirà traiettorie differenti, a seconda del grado scolastico e dell’area disciplinare.

Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, il docente manterrà un profilo più verticale, centrato su un nucleo di competenze legate al supporto emotivo e sociale dei bambini e delle bambine, infatti, secondo il modello adottato dai ricercatori, il 39% di queste competenze risulterà stabile.

Nella scuola primaria, il modello stima che oltre il 40% delle competenze sarà ridefinito e questo a supporto di quelle legate alla personalizzazione didattica e allo sviluppo personale. Tra le nuove abilità richieste figurano l’uso di strumenti digitali interattivi, l’implementazione di attività didattiche cross‑modali e di protocolli di inclusione digitale.

Secondaria di primo grado: evoluzione per area disciplinare

Nella scuola secondaria di I grado, si prevede un’evoluzione che si articolerà per area disciplinare. Pertanto, nell’ambito scientifico, il 44% delle competenze subirà una trasformazione orientata alla tecnologizzazione e alla personalizzazione della didattica, mentre il 36% sarà rafforzato nella dimensione relazionale e formativa; il 27% delle competenze sarà introdotto come nuovo requisito professionale, in integrazione con la funzione amministrativa, evidenziando un ampliamento del ruolo docente.

Nell’area umanistica, la trasformazione sarà più accentuata: il 41% delle competenze relative al nucleo di comunicazione e insegnamenti evolverà verso la facilitazione espressiva e la personalizzazione, attraverso l’introduzione di strumenti per l’analisi semantica dei testi, assistenti virtuali alla scrittura e ambienti di confronto peer-to-peer.

Secondaria di secondo grado e sostegno: personalizzazione e inclusione

Nella scuola secondaria di II grado, l’area scientifica registrerà secondo il modello predittivo dell’indagine un’evoluzione del 42% delle competenze nell’ambito della personalizzazione, adattamento didattico, sostegno e supporto individualizzato. Nell’area umanistica, il 55% delle competenze evolverà e il 12% sarà esposto al rischio di sostituzione da parte dell’IA, soprattutto per attività come la generazione di contenuti e l’analisi semantica dei testi.

Infine, il 38% delle competenze afferenti al nucleo “sostegno e supporto individualizzato” sarà rafforzato o ridefinito in chiave emotiva, con particolare attenzione alla mindfulness e alla resilienza relazionale. Questo conferma la visione per cui il ruolo dei docenti di sostegno evolverà verso una funzione di interfaccia tra studenti, tecnologie e famiglie. Così, entro il 2035, il 40% delle competenze nell’area dell’inclusione sarà ridefinito, con un focus su adattamento della didattica, supporto emotivo e utilizzo di strumenti digitali per l’inclusione.

Verso una scuola più tecnologica e più umana

Lo studio di EY e Sanoma si pone come un’occasione per comprendere quali competenze gli insegnanti potranno mantenere e quali dovranno sviluppare, fornendo risposte concrete alle sfide imposte dall’innovazione tecnologica e dalle nuove attitudini cognitive degli studenti.

La scuola del futuro allora, secondo la ricerca, sarà quindi più tecnologica, ma anche più umana, sarà un ambiente educativo in cui l’intelligenza artificiale non sostituirà l’insegnante, ma lo accompagnerà, restituendogli il tempo e lo spazio per tornare a essere ciò che è sempre stato, un costruttore di relazioni e conoscenza.

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