L’evoluzione dei droni dotati di intelligenza artificiale sta ridefinendo completamente il panorama dei conflitti contemporanei, trasformando il modo in cui si combattono le guerre e rendendo accessibili a piccoli gruppi tecnologie un tempo appannaggio esclusivo delle grandi potenze militari.
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L’esplosione del mercato dei droni militari
Come rivelato dal Global Peace Index 2025 (GPI2025)[1], l’innovazione tecnologica, in particolare nella guerra dei droni e nell’intelligenza artificiale, sta rendendo i conflitti più accessibili e più asimmetrici, ma anche più difficili da risolvere. In soli due anni, il numero di aziende che producono droni è esploso da sei nel 2022 a oltre 200 entro il 2024.
Solo in Ucraina, si prevede che nel 2025 verranno prodotti oltre 2,5 milioni di droni. Il campo di battaglia si sta trasformando in un banco di prova per questa nuova modalità di guerra, con gli attacchi con droni da parte delle forze ucraine aumentati di oltre 127 volte dai primi giorni del conflitto con la Russia.
Come risulta noto, uno degli aspetti più destabilizzanti della tecnologia dei droni militari è riferibile al suo basso costo e all’elevato impatto distruttivo che è in grado di produrre. Tecnologie che costano qualche centinaio di dollari possono sono ora disattivare o distruggere risorse militari del valore di milioni.
Questo livellamento del campo di battaglia riequilibra radicalmente l’equilibrio di potere tra attori statali e non statali, fornendo a insorti e milizie strumenti che consentono loro di resistere a forze convenzionali ben più potenti.
La guerra asimmetrica e la destabilizzazione globale
Questa dinamica si manifesta non solo in Ucraina, ma in tutto il mondo, come anche dimostrato nell’operazione “Rising Lion” condotta nei giorni scorsi da Israele contro l’Iran e che hanno contribuito a distruggere in maniera determinante il sistema di difesa aereo iraniano. In soli due anni, il numero di aziende che producono droni è esploso da sei nel 2022 a oltre 200 nel 2024. L’innovazione tecnologica, in particolare nella guerra dei droni e nell’intelligenza artificiale, sta rendendo i conflitti più accessibili e più asimmetrici, ma anche più difficili da risolvere.
Com’era facilmente prevedibile, la prossima generazione di droni sarà potenziata dall’intelligenza artificiale, e sarà in grado di farli navigare autonomamente, coordinando sciami e ottimizzando ulteriormente la loro precisione. Questi sistemi rappresentano non solo delle semplici innovazioni tecnologiche, ma disegnano un profondo cambiamento nel modo in cui si combattono le guerre.
Gli sciami di droni possono ora essere schierati con una supervisione umana limitata, consentendo operazioni sostenute, a basso costo e ad alto impatto per periodi prolungati.
Guerre infinite: quando i droni ai prolungano i conflitti
Va altresì evidenziato che lo sviluppo delle tecnologie dei droni e la loro contenuta accessibilità sul piano economico, può consentire a piccoli gruppi di rivoltosi di trascinare in conflitti lunghi e logoranti paesi militarmente strutturati. Questo scenario può consentire di comprendere l’incremento di conflitti in cui non si intravede una chiara conclusione, ovvero le cosiddette “guerre infinite” che ostacolano una possibile risoluzione e prosciugano risorse per anni, se non decenni. Il GPI 2025 evidenzia che il mondo sta vivendo il numero più alto di conflitti tra stati dalla Seconda guerra mondiale (59 in totale) e che nel 2024 erano ben 78 i paesi coinvolti in conflitti bellici.
Ovviamente, tale elevato livello di bellicismo trova un naturale alimento nella facilità con cui le moderne tecnologie di gestione dei conflitti possono essere implementate ed esportate. Il GPI 2025 rileva inoltre che i conflitti non sono solo più frequenti, ma anche più difficili da risolvere.
La percentuale di conflitti che si concludono con una vittoria decisiva è scesa dal 49% degli anni ’70 ad appena il 9% degli anni 2010. Analogamente, quelli risolti attraverso accordi di pace sono scesi dal 23% ad appena il 4%. La diffusione di droni sempre più “intelligenti” consentirà a gruppi ribelli, milizie e attori non statali in Stati fragili, come quelli collocati nel Sahel e nel Medio Oriente e finanche in alcune parti dell’Asia meridionale, di attivare conflitti più complessi, meno centralizzati e sempre più difficili da risolvere per i tradizionali interventi di peacekeeping o militari.
Impatto economico: il costo della guerra tecnologica
Il GPI 2025 riporta che l’impatto economico globale della violenza ha raggiunto i 19.970 miliardi di dollari nel 2024, pari all’11,6% del PIL globale. La sola spesa militare ha raggiunto il livello record di 2.700 miliardi di dollari. Con l’aumento dei bilanci militari in risposta alle crescenti minacce, gli investimenti nel “peace building” sono diminuiti drasticamente, con il mantenimento della pace e la prevenzione dei conflitti che rappresentano solo lo 0,52% della spesa militare totale.
Il rapporto costo-efficacia di tecnologie asimmetriche come droni e IED crea uno squilibrio: tattiche a basso costo possono provocare risposte militari costose, gravando sui bilanci nazionali e distogliendo fondi dai servizi pubblici essenziali. Come osservato nel GPI, questo compromesso tra difesa e coesione sociale può esacerbare la polarizzazione politica e l’instabilità a lungo termine, in particolare nelle democrazie occidentali.
Sistemi d’arma letali autonomi: la nuova frontiera
Con l’integrazione dell’intelligenza artificiale, molti di questi droni sono ora in grado di navigare in ambienti ostili, identificare minacce, prendere decisioni in autonomia e adattarsi rapidamente a situazioni impreviste. La sfida attuale è quella dello sviluppo dei cosiddetti sistemi d’arma letali autonomi (Lethal Autonomous Weapons Systems – LAWS), ovvero droni capaci non solo di muoversi e sorvegliare, ma anche di selezionare ed eliminare bersagli senza intervento umano diretto. Tra i vantaggi dichiarati ci sarebbero:
- velocità decisionale superiore all’uomo, soprattutto in scenari complessi;
- riduzione del rischio umano, evitando l’esposizione dei soldati;
- operatività 24/7, con resistenza alla fatica e all’errore umano.
Laboratori di guerra: sperimentazione sul campo
Sia nel conflitto Russia-Ucraina, così come in quello israelo-palestinese e attualmente israelo-iraniano, i droni armati e semi-autonomi sono già una realtà operativa. Si parla da tempo anche di “laboratori a cielo aperto” dove si sperimentano nuove tattiche di guerra tecnologica, spesso con pochissima trasparenza.
Vale come esempio l’attività condotta dall’azienda produttrice di droni Henri Seydoux[2], che mensilmente compie quello che è diventato un pellegrinaggio in territorio ucraino per verificare la consistenza delle contromisure elettroniche realizzati per confondere, bloccare e abbattere i droni prodotti dall’azienda. Se le Nazioni Unite e numerose organizzazioni per i diritti umani chiedono regolamentazioni internazionali per limitare l’uso dei droni autonomi, in assenza di norme chiare, si rischia di aprire una corsa agli armamenti algoritmici, dove chi sarà il primo a premere “start” otterrà un vantaggio asimmetrico.
Il futuro della guerra automatizzata
Sono già diversi gli eserciti di molteplici potenze mondiali che stanno investendo fondi corposi nella realizzazione di sciami di droni: flotte coordinate che comunicano tra loro, condividono informazioni in tempo reale e agiscono come un’unica intelligenza distribuita, potenzialmente ingestibile per le difese tradizionali.
Nei conflitti bellici futuri, i droni muniti di intelligenza artificiale ridefiniranno il concetto stesso di strategia, controllo e letalità. Da semplici strumenti di sorveglianza, questi sistemi si sono trasformati in agenti autonomi capaci di decidere, colpire e adattarsi sul campo. Essi già rappresentano il volto più avanzato e controverso della guerra contemporanea. Possono salvare vite, ma anche metterle in pericolo su scala mai vista. Il dibattito non riguarda solo la tecnologia, ma i valori che decidiamo di programmare nei sistemi che creeranno — o distruggeranno — il nostro futuro.
Note
[1] chrome-extension://efaidnbmnnnibpcajpcglclefindmkaj/https://www.visionofhumanity.org/wp-content/uploads/2025/06/Global-Peace-Index-2025-web.pdf
[2] https://apnews.com/article/ukraine-drones-technology-artificial-intelligence-5ff2ac41e931538258ede7b39571ef3f