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Meta non blocca la disinformazione russa: sfida alle norme Ue



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Meta non è riuscita a bloccare una campagna di disinformazione russa a pagamento, nonostante i divieti Usa e Ue. Segno che, seppur si ricorra a sanzioni e leggi specifiche, si debba ancora lavorare molto sulla sicurezza delle piattaforme web e dei suoi utenti

Pubblicato il 31 gen 2025

Marco Santarelli

Chairman of the Research Committee IC2 Lab – Intelligence and Complexity Adjunct Professor Security by Design Expert in Network Analysis and Intelligence Chair Critical Infrastructures Conference



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Facebook logo on screen and Mark Zuckerberg is a Chief Executive Officer of Metaverse in background. 20.12.2024. 0stanbul, Türkiye

Secondo un recente report, Meta non è riuscita a bloccare una campagna di disinformazione proveniente da Mosca. Questo, nonostante i divieti emessi dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea nei confronti dell’organizzazione russa responsabile e gli obblighi del Digital Services Act dell’Unione Europea che richiede alle piattaforme social di prendere misure specifiche per contrastare il problema della disinformazione e le attività dannose o minacciose online.

La notizia si inserisce tra l’altro in un contesto di cambiamenti relativi alle regole per i contenuti consentiti sulle piattaforme di social media che fanno capo alla società di Mark Zuckerberg, inclusa l’eliminazione dei fact checker che segnalavano o rimuovevano i post dannosi.

Cambiamenti che sicuramente porteranno a un maggiore controllo da parte degli enti regolatori europei su come la piattaforma gestisce disinformazione e contenuti inappropriati.

Il rapporto Influence by Design

Il rapporto, intitolato Influence by Design redatto da Paul Bouchaud di AI Forensics, Amaury Lesplingart di Check First e Aleksandra Atanasova di Reset Tech, rende noto che gli annunci rivolti agli utenti europei che sono stati pubblicati su Facebook dalla Social Design Agency hanno portato 123.000 click e guadagni alla piattaforma social per 338.000 dollari in un periodo di 15 mesi, da agosto 2023 a ottobre 2024.

Il metodo della Social Design Agency

Nel report Influence by Design viene messa in risalto la raffinatezza con cui gli annunci sono stati creati e diffusi.

I contenuti riguardavano il conflitto russo-ucraino, ma anche l’attacco di Hamas a Israele o l’attacco terroristico in un sobborgo di Mosca che ha mietuto 145 vittime. Questi annunci apparivano di solito entro le 48 ore, così da colpire e modellare nell’immediato la percezione pubblica della notizia. Secondo il report, dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023, sono stati diffusi, anche, contenuti sulla vendita di armi ad Hamas da parte dell’Ucraina, che hanno raggiunto in un paio di giorni oltre 237.000 account, “sottolineando la capacità dell’operazione di trasformare in armi gli eventi attuali a sostegno di narrazioni geopolitiche”.

I contenuti sviluppati erano particolarmente accattivanti, così da attrarre maggiore pubblico e aumentarne l’impatto. Inoltre, il report riferisce che l’organizzazione russa stava anche monitorando qualsiasi copertura stampa e report di piattaforme e ricercatori, documentando il modo in cui i paesi interessati hanno segnalato l’operazione per valutarne l’efficacia, presumibilmente per dimostrare gli effetti delle loro azioni al loro sponsor.

I precedenti della Social Design Agency

Contro la Social Design Agency erano state emesse sanzioni punitive dall’Unione Europea già nel 2023 e da aprile 2024 dagli Stati Uniti per aver diffuso una campagna di propaganda e disinformazione a utenti ignari sui social network.

Chi è e cosa fa la Social Design Agency

L’organizzazione russa Social Design Agency si occupa di pubbliche relazioni e, secondo funzionari americani ed europei, gestisce una sofisticata campagna di disinformazione chiamata Doppelgänger.

Dal 2022, infatti, meme di cartoni animati e siti web cloni di testate autorevoli, come quello di Le Monde e di The Washington Post, sono stati sfruttati dalla società russa per diffondere contenuti fake, anche sul conflitto in Ucraina. Meta nel 2022 era riuscita a individuare una campagna collegata a questa società e aveva ripetutamente bloccato le sue operazioni, dichiarando, in seguito a un’altra analisi delle minacce, che Doppelgänger non aveva più tentato “di indirizzare le persone sulle nostre app ai suoi domini che imitano i siti Web di agenzie di stampa o enti governativi”.

Da lì, la Social Design Agency si è spostata su altre piattaforme social, come Reddit, Pinterest, Tumblr e Medium. Nel report ci si è concentrati sulle operazioni di influenza su utenti Facebook di Francia, Germania, Polonia e Italia, ma Doppelgänger ha agito anche negli Stati Uniti, Israele e altri paesi.

La ricerca è stata condotta attraverso l’analisi di migliaia di documenti interni della Social Design Agency ottenuti tramite due organizzazioni di stampa europee, ossia Delfi Estonia e Süddeutsche Zeitung. Negli screenshot esaminati sono evidenti le interazioni del gruppo con Ad Manager di Meta, la piattaforma business usata dalle aziende per la pubblicazione degli annunci su Facebook, con nomi utente non autentici.

La svolta pro-Trump di Mark Zuckerberg (mascherata da difesa della libertà di parola)

I cambiamenti in atto all’interno delle piattaforme social di Meta, annunciati qualche giorno fa da Zuckerberg, comprendono anche la rimozione delle restrizioni automatiche su contenuti su razza e genere, a differenza di quanto il Digital Services Act dell’Unione Europea richiede espressamente alle piattaforme social per arginare il fenomeno della disinformazione e azioni dannose e di minaccia online.

Le sue parole: “Torneremo alle nostre radici e ci concentreremo sulla riduzione degli errori, sulla semplificazione delle nostre politiche e sul ripristino della libera espressione sulle nostre piattaforme. In particolare, ecco cosa faremo. In primo luogo, elimineremo i fact-checker e li sostituiremo con ‘Community Notes’, simili a quelle di X, a partire dagli Stati Uniti”.

I fact-chcker, secondo Zuckerberg, sono diventati troppo di parte dal punto di vista politico, con la conseguenza che si generano troppi errori e troppa censura. Durante l’annuncio, il capo di Meta si è anche appellato al nuovo presidente americano Donald Trump affinché lo sostenga, opponendosi ai governi stranieri, nel difendersi dai loro tentativi di limitare la libertà di parola.

Secondo il direttore esecutivo di EU Disinfo Lab, Alexandre Alaphilippe, il report Influence by Design ha evidenziato la necessità di Meta di aumentare gli sforzi contro la disinformazione e “Se l’Europa deve essere un’entità sovrana con le proprie leggi, tali leggi devono essere applicate dalle piattaforme e da altri attori […] La mancata applicazione di tali leggi solleva serie preoccupazioni sulla sovranità e sulla possibilità che l’Europa possa garantire che le sue leggi siano rispettate sul proprio territorio”.

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