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GDPR, no ai risarcimenti “facili”: i paletti della Corte Ue



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La Corte di Giustizia europea restringe i criteri per ottenere indennizzi. Servono prove concrete di pregiudizio, stop a richieste automatiche e risarcimenti per lievi disagi

Pubblicato il 26 nov 2024

Federico Aluigi

De Berti Jacchia Franchini Forlani, Associate

Jacopo Piemonte

Senior Associate, De Berti Jacchia Franchini Forlani



gdpr sentenze cgue (1)

L’introduzione del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) ha rappresentato una pietra miliare per la protezione dei dati personali nell’Unione Europea e nel mondo. Oltre a fornire regole rigorose per il trattamento dei dati, il GDPR riconosce infatti ai cittadini europei il diritto di ottenere un risarcimento in caso di violazione delle norme, come sancito dall’articolo 82 del Regolamento[1]. In questo contesto, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) continua a giocare un ruolo cruciale nel definire i contorni di tale previsione normativa.

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