Il peggio forse è passato. I primi sguardi sui numeri del 2024 nel mondo dei Business Angel sembrano restituire uno scenario in ripresa dopo quanto accaduto nel 2023. Un anno difficile per molti settori economici dell’Italia, ma che è comunque stato in grado di regalare numeri interessanti che testimoniano un consolidamento ormai indiscutibile sulla scena del supporto a tutto il comparto dell’innovazione italiana.
Investimenti in startup italiane raddoppiati in tre anni
IBAN ogni anno cerca di fotografare quanto è accaduto nel mondo dei Business Angel in Italia per osservare quanto è successo e provare a immaginare quello che potrà essere in futuro. L’indagine dell’Associazione è rigorosa e accurata, composta da un importante campione di rispondenti che permette una raccolta dati approfondita e in grado di andare in profondità su molte questioni significative dell’angel investing in Italia. La Survey è condotta con la supervisione scientifica da Vincenzo Capizzi dell’Università del Piemonte Orientale e della SDA Bocconi.
Venendo ai dati relativi al 2023 le osservazioni possono essere di due generi. Per quello che riguarda il singolo anno i numeri sono in controtendenza rispetto a quanto registrato nelle ultime osservazioni, ma se lo sguardo si allarga su un orizzonte temporale più ampio ecco che si coglie meglio quanto accaduto negli ultimi anni. Infatti, se ne 2020, per esempio, erano stati 376 i milioni di euro investiti dai business angel italiani considerando le operazioni in autonomia e accanto a fondi di Venture Capital, nel 2023 questa cifra è di 678 milioni di euro, per un +80,3% in tre anni, a rappresentare un consolidamento sempre più netto dei Business Angel in Italia.
Coinvolgimento che viene confermato anche dal numero di operazioni in cui gli Angel sono stati protagonisti e dalle cifre che mediamente i singoli investitori hanno immesso nelle operazioni: quasi 1 investimento su 3 portato avanti in autonomia dai business angel è di cifre superiori ai 500mila euro, mentre l’importo è superiore ai 200mila euro in quasi la metà delle operazioni condotte dai soli BA. Come singoli si ha un certo tipo di forza, naturalmente aggregandosi in gruppi di investitori si può fare certamente di più. Ecco perché anche nel 2023 il 71% delle operazioni sono in syndication, ovvero sono state condotte da una media di 11 business angel riuniti insieme intorno ad un unico target.
Questa scelta presenta ragioni di business e strategiche perché si è in grado di aumentare l’apporto finanziario complessivo, ridurre i costi individuali di transazione e ridurre il rischio unitario in caso di insuccesso dell’operazione.
Donne e criteri ESG: i nuovi protagonisti dell’angel investing italiano nel 2023
Nell’immaginario collettivo gli imprenditori e gli investitori troppo spesso sono immaginati unicamente come uomini, quando invece è stato dimostrato a più riprese che le donne non solo sono delle ottime imprenditrici e investitrici, ma sanno anche ottenere risultati migliori rispetto ai colleghi. Come IBAN ci rende particolarmente orgogliosi il dato di donne BA che abbiamo raccolto per quanto riguarda il 2023. Per il secondo anno di fila infatti la percentuale scollina oltre quota 20% fino a toccare il 22%, un numero molto elevato se solo si pensa che tre anni fa, nel 2020, il valore era di appena l’11%. Citazione doverosa anche per tutte le attività che IBAN con i suoi associati ha portato avanti negli ultimi anni per avvicinare sempre più donne al mondo dell’angel investing, in un necessario coinvolgimento ad ampio respiro che porta nuove conoscenze, competenze e opportunità di confronto e aggiornamento professionale per tutti.
Il 60% degli investitori applica criteri di valutazione ESG e/o di impact investing nel valutare le opportunità di investimento
Attenzione poi alla questione ESG, pressoché imprescindibile ora che siamo arrivati al 2024 e non rappresenta più una novità sconosciuta ai più, ma un fattore determinante per molti piani e strategie aziendali.
I Business Angel hanno capito molto bene l’importanza di questi fattori e i numeri della Survey per il 2023 non fanno altro che confermare questo genere di sensibilità ormai acquisita, anche se ancora ci sono evidenti margini di crescita. Infatti oltre la metà del campione intervistato, il 60% nello specifico, applica criteri di valutazione ESG e/o di impact investing nel valutare le opportunità di investimento.
In più, a livello di importanza che questi temi hanno nella decisione finale di investimento oltre la metà dei BA italiani dichiara che questi temi hanno un’importanza “cruciale”. Insomma, il messaggio sembra essere molto chiaro e limpido, tanto per gli investitori quanto per i nuovi imprenditori: dei fattori ESG non si può più assolutamente fare a meno in nessun caso.
Business Angel italiani: età, competenze e strategie d’investimento
I business angel non sono giovanissimi, ma le loro competenze sono assolutamente di alto livello e permettono di fornire alle startup selezionate per i loro interventi notevoli elementi in grado di far navigare la nuova impresa fuori dalle acque incerte degli esordi nel mondo dell’innovazione e dell’imprenditoria italiana. L’età media varia tra 45 e 65 anni (71%), con un livello di istruzione alto o molto alto (la quasi totalità del campione ha ottenuto il titolo di Laurea Magistrale e il 29% un titolo superiore). C’è un’affiliazione a IBAN, a uno dei BAN territoriali, o a un Club d’investitori nel Nord Italia (54% del campione), a sottolineare come per molti investitori associazioni come IBAN rappresentino un punto di riferimento fondamentale per l’esercizio della loro attività di sostegno e supporto alle startup italiane.
I Business Angel, per quanto emerso nel 2023, non diversificano più di tanto le loro attività, se è vero che il portfolio è di circa 6 investimenti. Infine, il 96% di chi ha risposto al questionario della Survey dichiara infatti di non volere diminuire la propria quota di patrimonio dedicata all’investimento in startup. Un forte segnale di stabilità che segnala una presenza costante e con intenzioni di medio e lungo periodo.