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M&A nell’AI: l’Europa diventa il terreno di caccia delle big tech



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L’Europa è diventata il nuovo terreno di caccia per le operazioni di M&A nell’intelligenza artificiale. Grandi gruppi, scaleup miliardarie e nuove realtà comprano tecnologie validate, team di alto livello e quote di mercato, mentre cresce il dibattito su sovranità digitale e campioni continentali

Pubblicato il 4 dic 2025

Giancarlo Vergine

Tech Entrepreneur | Crowdfunding Expert



M&A AI Europa

Negli ultimi anni, un po’ come per tutti i trend, il mercato europeo, e globale, dell’intelligenza artificiale è stato raccontato attraverso il numero dei round e la dimensione dei capitali raccolti. Nel 2025 il parametro che misura davvero la maturità del settore è cambiato: non più solo investimenti, ma operazioni di fusione e acquisizione (M&A).

Dopo due stagioni di finanziamenti senza precedenti, i primi veri segnali di consolidamento arrivano quindi dal mercato M&A. Infatti, i grandi gruppi tecnologici, insieme alle scaleup più solide, stanno acquistando startup native nell’AI per rafforzare il proprio posizionamento competitivo, accelerare il go-to-market e portarsi a bordo i migliori talenti.

M&A AI Europa: il nuovo ciclo di consolidamento

Un’ondata di acquisizioni che segna un nuovo ciclo sta attraversando l’ecosistema dell’intelligenza artificiale europea. Dopo gli anni della sperimentazione, le aziende più capitalizzate scelgono ora di integrare soluzioni pronte e team già formati invece di ripartire da zero, riducendo tempi e rischi di esecuzione.

I numeri record delle acquisizioni AI europee

Secondo i dati recenti pubblicati da Sifted, nei primi dieci mesi del 2025 si sono già concluse circa cento acquisizioni di startup europee specializzate in intelligenza artificiale. È un record assoluto che supera le ottantacinque operazioni dell’intero 2024.

I mesi di luglio e agosto hanno registrato i volumi più alti di sempre, rispettivamente con diciotto e quindici operazioni. Il mercato sta dunque entrando in una fase di consolidamento vero e proprio, in cui la priorità non è più soltanto sperimentare, ma scalare soluzioni già validate.

Il profilo delle startup target e il ruolo delle early exit

A essere acquisite chiaramente non sono idee in fase embrionale, ma imprese con tecnologie validate in contesti enterprise e ricavi ricorrenti, tipicamente nell’ordine dei sei-dieci milioni di euro. Si tratta di startup che hanno già dimostrato la solidità del proprio prodotto e che oggi diventano i target preferiti per chi vuole ridurre i tempi di sviluppo e immettere sul mercato applicazioni di AI affidabili e scalabili.

Un fenomeno che tra l’altro incrementa anche il numero di early exit, immettendo capitale fresco negli ecosistemi e finanziando un circolo virtuoso fatto di second time founders ed early employees con nuovi capitali in tasca, pronti a ripartire con nuove iniziative imprenditoriali e di investimento.

Le grandi acquisizioni che ridisegnano il potere nell’AI europea

Le operazioni simbolo e la nuova geografia del potere nell’AI europea si leggono bene attraverso alcuni deal del 2025, che mostrano come l’Europa sia diventata un mercato strategico per i player globali.

I deal simbolo dell’M&A AI in Europa

Alcune acquisizioni avvenute nel 2025 raccontano bene questa trasformazione. Workday ha rilevato la svedese Sana Labs, specializzata in soluzioni di knowledge management basate su intelligenza artificiale, in un accordo valutato circa 1,1 miliardi di dollari. È una delle più grandi exit mai realizzate in Europa e segnala la forte domanda di soluzioni enterprise pronte per l’integrazione nei sistemi aziendali.

Poco dopo, il gruppo israeliano-americano NICE ha acquistato la tedesca Cognigy, una delle scaleup leader nell’AI conversazionale, per circa 955 milioni di dollari. Anche Salesforce ha investito nel continente, scegliendo di incorporare la britannica Convergence, attiva nell’AI per le vendite. Nel campo della sicurezza informatica, la israeliana Check Point Software ha acquisito la svizzera Lakera, che sviluppa strumenti di protezione per applicazioni di agentic AI, in un’operazione da circa 300 milioni di dollari.

L’Europa come bacino di innovazione “acquistabile”

Queste acquisizioni evidenziano come i colossi globali stiano guardando con crescente interesse alle tecnologie europee. L’obiettivo è integrare competenze e prodotti già maturi per rafforzare la propria offerta globale e, al tempo stesso, bloccare potenziali competitor.

In questo senso, l’Europa si è trasformata in un bacino di innovazione accessibile e competitivo, dove convivono ricerca avanzata, talenti di alto livello e valutazioni ancora relativamente più contenute rispetto ad altri mercati.

Perché l’M&A AI in Europa accelera proprio ora

Perché si compra ora? Le ragioni dietro questa corsa all’acquisto sono molteplici e intrecciano strategia industriale, tempistiche di sviluppo e disponibilità di capitale.

Velocità di esecuzione e go-to-market

La prima riguarda la velocità di esecuzione. I grandi gruppi, già dotati di reti commerciali globali, possono incorporare un prodotto pronto e portarlo subito sul mercato, risparmiando anni di ricerca e sviluppo e ottimizzando il go-to-market.

Acquisire una startup AI consente di accorciare il time-to-market, integrando tecnologie già testate e team che conoscono a fondo il prodotto, invece di costruire tutto da zero con un rischio elevato di ritardi e di mancata adozione.

Valutazioni più sostenibili dopo la bolla del 2021

La seconda leva è legata alle valutazioni. Dopo la bolla del 2021, i prezzi delle startup si sono ridimensionati e oggi molte tecnologie possono essere acquisite a multipli più sostenibili.

Comprare adesso è più conveniente che sviluppare internamente, o che pagare multipli molto più elevati in futuro, quando il settore sarà ulteriormente consolidato e le opzioni disponibili saranno minori.

Guerra per il talento e logica di acqui-hire

Infine, c’è la questione del talento. Nell’intelligenza artificiale la competizione per i migliori ingegneri e ricercatori è altissima. Per molte aziende, acquisire una startup è il modo più rapido per assicurarsi un intero team di specialisti.

L’operazione di Anthropic, che ha assorbito il team londinese di Humanloop, è un esempio chiaro di questa tendenza. L’acquisizione diventa così anche un’azione di reclutamento strategico, noto anche come acqui-hiring, che consente di internalizzare competenze rare in tempi molto brevi.

Scaleup e startup nell’M&A AI in Europa

Le scaleup europee entrano nel gioco e, per la prima volta, non sono solo oggetto di acquisizione, ma anche acquirenti attive nel mercato M&A. È un passaggio chiave per la maturità dell’ecosistema.

Le nuove scaleup acquirenti: Mistral AI, Poolside e Jack & Jill

La vera novità del 2025 è che non solo i colossi americani fanno acquisizioni. Alcune scaleup europee, forti di raccolte miliardarie, stanno diventando acquirenti a loro volta. Mistral AI, dopo il round da 1,7 miliardi di euro, ha creato un team interno dedicato alle operazioni M&A.

Anche la britannica Poolside si sta muovendo nella stessa direzione, assumendo manager esperti di fusioni e acquisizioni. Persino startup più giovani, come la londinese Jack & Jill, nata nel 2025 e finanziata con 20 milioni di dollari, hanno annunciato di voler integrare piccoli team tecnologici attraverso operazioni di acqui-hire.

Deal mid-size, liquidità e nuove carriere nell’ecosistema

È un segnale di maturazione dell’ecosistema: per la prima volta, scaleup europee comprano altre startup europee. Secondo Ada Ventures, questa dinamica diventerà sempre più comune e riguarderà operazioni comprese tra i dieci e i cinquanta milioni di dollari.

Si tratta di transazioni che, pur non facendo notizia, restituiscono liquidità al sistema e creano nuove opportunità di carriera per fondatori e ingegneri. In un ecosistema tradizionalmente povero di exit intermedie, questa attività di consolidamento diffuso contribuisce a generare un circolo virtuoso.

Sovranità tecnologica europea tra rischi e opportunità

Tra sovranità e opportunità si gioca una partita delicata per il futuro dell’AI europea. L’altra faccia della medaglia è infatti il rischio di dipendenza strategica.

Se a comprare restano quasi esclusivamente player extraeuropei, l’Europa rischia di perdere troppo presto i propri campioni tecnologici. La questione della sovranità digitale diventa sempre più centrale, soprattutto in un campo come l’intelligenza artificiale, dove il controllo sulle piattaforme e sui modelli è cruciale.

Molti osservatori sottolineano che le startup europee faticano ancora a reperire capitali di crescita di dimensione adeguata. Il risultato è che spesso finiscono per accettare offerte estere, non potendo sostenere da sole la fase di espansione globale.

Per questo la Commissione Europea sta accelerando la creazione di strumenti di sostegno come lo Scale-up Europe Fund, un veicolo pubblico-privato da 10 miliardi di euro pensato per colmare il vuoto dei capitali late-stage e mantenere nel continente almeno una parte del valore generato dall’AI e dai talenti che la sviluppano.

L’M&A AI in Europa come leva di maturità industriale

Un nuovo equilibrio tra innovazione, capitale e industria è la chiave per interpretare l’ondata di M&A del 2025. L’ondata di M&A nel 2025 segna il passaggio a una nuova fase dell’ecosistema AI europeo.

Dopo la corsa all’innovazione pura, l’attenzione si sposta sull’esecuzione industriale. I fondatori devono preparare le proprie aziende non solo per crescere, ma anche per essere integrabili in contesti enterprise, con processi, governance e compliance adeguati.

Per i venture capitalist, questa fase offre una prospettiva concreta di ritorno e permette di rimettere in circolo capitali su nuovi progetti. Per le scaleup più forti, invece, l’acquisizione di startup complementari rappresenta una strategia di difesa e di rafforzamento competitivo.

Nel complesso, l’Europa si trova davanti a una sfida cruciale: trattenere parte del valore generato dalle proprie innovazioni e costruire veri campioni continentali dell’AI. Le acquisizioni non devono essere interpretate come una resa, ma come una tappa naturale di crescita industriale.

Se gestito con visione e capitale paziente, questo consolidamento può trasformarsi in un vantaggio competitivo per tutto l’ecosistema europeo dell’intelligenza artificiale.

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