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Italiani, digitali inconsapevoli: come affrontare il problema



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Le prove Invalsi segnalano buoni risultati tra gli studenti, ma il divario con adulti e anziani resta forte. In questo quadro, il Premio Nazionale per le Competenze Digitali valorizza le migliori esperienze sul territorio, per promuovere inclusione e cittadinanza digitale

Pubblicato il 4 set 2025

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Eurispes: la frattura generazionale digitale e la salute psicologica

Il recente rapporto Agcom su alfabetizzazione mediatica e digitale evidenzia una popolazione italiana sempre più utente di Internet (secondo la rilevazione, dai 6 anni in su circa il 90% lo utilizza quotidianamente), ma anche in gran parte impreparata al suo uso consapevole e critico, soprattutto nel contesto di una sempre maggiore diffusione dell’IA.

Sempre secondo la rilevazione su cui si basa il rapporto, più della metà della popolazione italiana dai 14 anni in su (58,9%) è a conoscenza del ruolo degli algoritmi di raccomandazione utilizzati dalle principali piattaforme online, ma con un grande divario tra gli anziani (il 35,9%) e i giovani adulti (il 73,3%).

Conoscenza non significa però piena comprensione e consapevolezza: soprattutto sulla base delle azioni effettuate per la cura dei contenuti (ad esempio modificare le modalità di presentazione dei contenuti o dei contenuti pubblicitari o della pagina principale, le modalità di gestione delle informazioni e dei dati personali, visualizzare o ricercare informazioni aggiuntive sugli stessi contenuti sulle piattaforme online), il rapporto afferma che solo il 7% ha un livello ottimale di alfabetizzazione algoritmica, mentre il 64,6% ha un livello nullo o scarso (l’83% tra gli anziani) e poco più di un quarto ha un livello discreto o buono.

Insomma, il divario tra le competenze digitali possedute e quelle necessarie è elevato ed è fondamentale indagare nel dettaglio la situazione presente tra gli studenti.

La prima sperimentazione effettuata da Invalsi nella rilevazione delle competenze digitali va proprio in questa direzione e fornisce un quadro significativo anche dei fattori che incidono positivamente e negativamente sul livello di competenze digitali degli studenti.

La rilevazione Invalsi sulle competenze digitali degli studenti

Come sottolinea il rapporto Invalsi 2025, per la prima volta, nell’a.s. 2024/25, gli studenti e le studentesse delle classi campione di II secondaria di secondo grado hanno svolto anche una prova Invalsi sulle competenze digitali, basata sul framework DigComp 2.2.

In merito alla prova sulle competenze digitali, il rapporto indica come sia complessivamente alta la quota di studenti e studentesse che raggiungono almeno il livello intermedio: 89,1% in Alfabetizzazione su informazioni e dati, 90,7% in Comunicazione e collaborazione, 84% in Creazione di contenuti digitali e 85% in Sicurezza (l’area Risolvere i problemi è stata trattata come trasversale).

I risultati sono da valutare complessivamente in modo incoraggiante: la maggior parte degli studenti e delle studentesse del secondo anno della scuola secondaria di secondo grado si colloca tra il livello intermedio e quello avanzato in tutte e quattro le aree indagate. Il dato è importante perché mostra, sottolinea il rapporto, “la capacità crescente della scuola di promuovere competenze chiave per la cittadinanza digitale”. L’analisi dei dati consente anche di focalizzare meglio l’effetto di diversi fattori, dalle variabili individuali (per esempio: il sesso, l’indirizzo di studio, la regolarità negli studi, il background migratorio e il contesto socio-economico e culturale della famiglia di provenienza) alle caratteristiche dell’ambiente sociale in cui si vive (come l’area geografica di residenza e il contesto socio-economico e culturale della scuola).

Interessante l’analisi sul peso associato a ciascuno di questi fattori, effettuata stimandone l’effetto a parità di tutte le altre condizioni, che evidenzia come le maggiori differenze siano legate alla scuola (in termini di caratteristiche sociali o di indirizzo di studi):

  • genere – mediamente le ragazze conseguono un punteggio inferiore rispetto ai ragazzi, in particolare nell’area Sicurezza. Fa eccezione l’area Comunicazione e collaborazione dove le studentesse hanno un vantaggio sugli studenti di circa 3 punti;
  • percorso di studio – non ci sono differenze significative tra studenti e studentesse in percorso regolare e coloro che hanno accumulato almeno un anno di ritardo.
  • indirizzo di studio – in questo ambito si registra il maggiore impatto, con una differenza molto rilevante tra chi frequenta un percorso liceale e gli studenti e le studentesse degli istituti professionali: in particolare lo svantaggio più pronunciato è nelle aree Sicurezza (-6,8 punti) e Comunicazione e collaborazione (-6,2 punti).
  • background sociale – il vantaggio medio per chi proviene da famiglie favorite da un punto di vista socio-economico e culturale si osserva solo per le aree Comunicazione e collaborazione e Sicurezza (per entrambe, comunque, inferiore a un punto). D’altra parte, invece, il background sociale delle scuole incide (in negativo) in modo significativo, per il 2,7%
  • background migratorio – rispetto ai compagni e alle compagne non di origine immigrata, le prime generazioni conseguono complessivamente un esito superiore nell’area Creazione di contenuti digitali (3,9 punti) mentre per le seconde generazioni il vantaggio è nelle aree Alfabetizzazione su informazioni e dati (2,4 punti) e Sicurezza (2,9 punti);
  • territorio – a parità di tutte le altre condizioni precedentemente considerate, resta comunque una differenza significativa negli esiti tra i diversi territori, complessivamente a netto vantaggio del Settentrione (per tutte le aree) e, solo per le aree Creazione di contenuti digitali e Sicurezza, anche per il Sud e Isole.

Sono correlati anche gli esiti della prova sulle competenze digitali con quelli delle altre prove, in particolare Italiano. Per tutte e quattro le aree indagate, per ogni punto conseguito nella prova di Italiano, aumenta di 0,3 punti quello in ogni area della prova di Competenze Digitali; per Matematica l’aumento è pari ai 0,2 punti.

Risultati pienamente coerenti con la necessità di un approccio organico al tema dell’apprendimento e dello sviluppo delle competenze, alla base della “Union of Skills” europea.

La cooperazione tra Paesi nella strategia della Coalizione europea

La condivisione e l’approfondimento sulla strategia della Union of Skills è stata, non a caso, al centro della recente riunione annuale delle Coalizioni nazionali per le competenze digitali. Coalizioni che, nelle parole di Rehanna Schwinner-Ladak, vicedirettrice e responsabile dell’unità per le tecnologie interattive, digitale per la cultura e l’istruzione presso la DG Connect della Commissione europea, rivestono “un ruolo cruciale”, con risultati fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi del Decennio Digitale per il 2030, come riconosciuto nel rapporto 2025 sullo Stato del Decennio Digitale, che vede anche l’Europa a un bivio cruciale. Con un ruolo importante svolto dalla Piattaforma per le Competenze e le Opportunità Digitali, luogo di condivisione e promozione delle iniziative delle Coalizioni, i cui siti sono integrati con la piattaforma europea (in Italia, il sito Repubblica Digitale)

Come discusso anche durante la riunione, la carenza di competenze in Europa è un tema molto significativo, con quasi due terzi delle Pmi che continuano a segnalare difficoltà nel reperire le professionalità necessarie e poco meno della metà della popolazione dell’UE che non possiede nemmeno le competenze digitali di base. Per porre rimedio a questo problema, tre obiettivi sono alla base della strategia della “Union of Skills”:

  • tutti dovrebbero sentirsi autorizzati a sviluppare competenze con solide basi;
  • le aziende dovrebbero essere in grado di reperire i talenti giusti;
  • le competenze dovrebbero essere trasparenti, affidabili e riconosciute: un nuovo mercato unico delle competenze, come suggerito da Mario Draghi nella sua relazione sulla competitività dell’UE.

Diverse le iniziative promosse dalla UE in ambito competenze, come ad esempio: l’aggiornamento del quadro DigComp: (aggiornamento dei livelli di competenza, inserimento dei risultati di apprendimento, ulteriore integrazione delle competenze in materia di intelligenza artificiale e aggiornamento della formulazione delle competenze e delle aree di competenze.); una garanzia pilota per i lavoratori, l’istituzione di accademie UE mirate per competenze specialistiche, la creazione di partenariati transnazionali tra università e industria in settori che registrano gravi carenze e lacune di competenze, l’espansione dell’uso di micro-credenziali, il rafforzamento del Patto per le competenze, il sostegno all’attuazione di conti e portafogli individuali di apprendimento.

Il Premio Nazionale per le Competenze Digitali

Nel contesto nazionale italiano, un’azione che va proprio nella direzione della creazione delle condizioni per la valorizzazione delle esperienze, anche in una logica di scambio e di riuso, è il Premio Nazionale per le Competenze Digitali, promosso da Repubblica Digitale, l’iniziativa coordinata dal Dipartimento per la trasformazione digitale. Tra le finalità del premio è, infatti, l’individuazione di “buone pratiche” nell’ottica della trasferibilità ad altri contesti e la valorizzazione di risorse educative aperte per favorirne il riuso, nella prospettiva che questi progetti aderiscano al Manifesto di Repubblica Digitale e anche i diversi prodotti siano disponibili dal sito (come già altre decine di risorse educative).

Il Premio, alla seconda edizione, ha l’obiettivo, così, di dare visibilità alle migliori iniziative di sviluppo delle competenze digitali, realizzate da pubbliche amministrazioni, terzo settore e imprese che si distinguono per innovatività, originalità, replicabilità e forte impatto sul territorio, su alcune categorie di riferimento su cui si focalizza il premio:

  • Inclusione digitale: iniziative rivolte a tutti i cittadini, con particolare attenzione alle categorie maggiormente a rischio di divario digitale (anziani, migranti, disoccupati, persone con disabilità, persone fragili, ecc.);
  • Digitale contro il divario di genere: iniziative dirette a donne e ragazze, mirate a colmare il gender gap e a favorire l’occupazione femminile nei settori del digitale e delle nuove tecnologie;
  • Digitale nell’educazione per le scuole: iniziative realizzate nelle scuole e indirizzate a studenti e/o insegnanti;
  • Competenze specialistiche ICT: iniziative rivolte a studenti universitari e lavoratori (quindi anche progetti di upskilling e reskilling).

Si vuole che le iniziative siano già dispiegate o in corso, non solo quindi progettate, in modo che possano essere anche valutabili risultati e impatto, naturalmente erogate gratuitamente ai beneficiari e senza scopi commerciali.

Le candidature possono essere presentate, secondo il modulo di compilazione e seguendo il regolamento, fino alle ore 12 del 5 settembre 2025.

Dopo si avvierà il lavoro della giuria, e la selezione con la nomina dei vincitori (uno per categoria) sarà in due fasi, con una valutazione aperta a tutti in analogia al percorso della prima edizione

  • la prima fase è, infatti, di valutazione della giuria. Le candidature ammissibili saranno valutate dalla giuria, che individua 12 iniziative finaliste (3 per ogni categoria) in base ai criteri descritti all’interno del regolamento: innovatività; articolazione tematica; replicabilità dell’iniziativa e riuso; dimensione e impatto dell’iniziativa; valutazione dell’iniziativa; capacità di stabilire connessioni con altri attori;
  • da qui inizia la seconda fase, che prevede una votazione pubblica. I 12 finalisti dovranno trasmettere un video di presentazione. Successivamente verrà aperta una votazione online perché tutti possano esprimere un voto di gradimento alle iniziative. Le iniziative che raccoglieranno più voti otterranno un bonus che si sommerà al voto della Giuria per determinare i vincitori finali.

La premiazione si terrà a Roma il 22 ottobre 2025, durante l’Assemblea Nazionale di Repubblica Digitale, anche questa un’occasione importante di confronto e sinergia per le organizzazioni che partecipano alla Coalizione Nazionale, e non solo, in generale per coloro che si occupano di competenze digitali secondo il quadro di interventi definito dalla strategia nazionale per le competenze digitali.

L’Assemblea sarà anche l’occasione di condividere e discutere i risultati del monitoraggio 2024 del piano operativo, e in generale per approfondire i temi principali nella forma di co-progettazione e co-realizzazione che caratterizza la Coalizione.

Spunti e riflessioni conclusive

Il Rapporto AgCom, nelle sue conclusioni, suggerisce interessanti linee di azione per intervenire sul tema dell’alfabetizzazione digitale, così come nella Relazione 2024, soprattutto indicando due aspetti: la necessità di azioni specifiche per i diversi target di popolazione (e in particolare verso i minori) e di operare in modo organico, così da massimizzare i risultati e valorizzare le esperienze, rispetto a direttrici comuni. Quest’ultimo suggerimento già trova risposta nell’ambito dell’iniziativa Repubblica Digitale, e quindi in particolare della strategia nazionale per le competenze digitali e del suo piano operativo, oltre che del ciclo annuale di monitoraggio. Il Premio nazionale, e soprattutto l’Assemblea e i lavori di gruppo della Coalizione sono dei momenti importanti di co-progettazione e co-realizzazione, a cui è utile che tutti gli attori interessati e coinvolti nelle azioni di alfabetizzazione mediatica e digitale guardino come occasioni anche di focalizzazione sulla necessità di operare in modo sinergico, valorizzando le potenzialità dell’ecosistema educativo di cui sono importanti protagonisti.

Questa prospettiva nazionale si colloca, come già evidenziato recentemente, nella rinnovata focalizzazione europea sul tema delle competenze e della necessità di un approccio organico, concretizzata dalla “Union of Skills”, che penso sia fondamentale per il futuro dei nostri Paesi, soprattutto nel contesto di una evoluzione tecnologica, e dell’Intelligenza artificiale in particolare, che è necessario riorientare verso obiettivi di benessere sociale con una piena (e necessariamente informata e consapevole) partecipazione della società civile.

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