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Sovranità digitale in Europa: la visione di Enrico Letta



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L’intervento di Enrico Letta al Nokia Italy Innovation Day 2025 ha sottolineato la necessità di completare il mercato unico entro il 2028, rafforzare la competitività europea e investire in sovranità digitale come pilastro di sicurezza e sviluppo

Pubblicato il 23 set 2025



europa; nepal

L’intervento di Enrico Letta al Nokia Italy Innovation Day 2025 ha portato sul palco un tema cruciale per il futuro dell’Unione Europea: il completamento del mercato unico entro il 2028 e il rafforzamento della sovranità digitale come leva di sicurezza e competitività.

L’ex presidente del Consiglio, oggi impegnato a livello europeo nella definizione delle strategie per l’integrazione economica, ha parlato a poche ore dal discorso sullo Stato dell’Unione della presidente Ursula von der Leyen, che ha ripreso e rilanciato il suo rapporto sull’integrazione del mercato unico.

La scadenza del 2028 e il completamento del mercato unico

«Le politiche senza scadenze sono solo parole» ha affermato Letta, sottolineando come i più grandi successi europei, dal mercato unico all’euro, siano stati possibili solo fissando obiettivi vincolanti. Da qui l’importanza della decisione della Commissione europea di indicare il 2028 come termine entro cui completare i diversi settori ancora frammentati. Per Letta si tratta di un passaggio decisivo, perché la mancanza di scadenze ha finora alimentato immobilismo e risposte dettate unicamente dalle crisi.

La data del 2028, ha ricordato, ricalca la scelta compiuta da Jacques Delors negli anni Ottanta, quando venne fissata la scadenza del 31 dicembre 1992 per il completamento del mercato unico. Allo stesso modo, l’introduzione dell’euro è avvenuta con tappe precise culminate il 31 dicembre 2001. La lezione, per Letta, è che senza tempi chiari le buone intenzioni restano esercizi accademici.

Tre settori chiave: telecomunicazioni, energia e finanza

Nella trascrizione del suo keynote, Letta ha indicato i tre settori in cui il mercato unico è ancora incompleto: telecomunicazioni, energia e servizi finanziari. L’asimmetria è evidente soprattutto nelle telecomunicazioni. «Un operatore cinese ha in media 467 milioni di clienti, uno americano 107 milioni, mentre un operatore europeo ne ha appena cinque milioni» ha dichiarato. Un divario che rende strutturalmente impossibile competere senza un salto di scala.

Lo stesso vale per l’energia, con i costi che restano frammentati da un mercato nazionale all’altro, e per la finanza, dove l’assenza di un vero passaporto europeo penalizza imprese e innovatori. Letta ha portato un esempio chiaro: «Un imprenditore americano mette un prodotto sul mercato finanziario e accede subito al 60% del mercato mondiale. In Europa, invece, un prodotto continua a essere percepito come finlandese, italiano o francese, e l’ostacolo principale arriva dai paesi vicini».

L’urgenza di costruire campioni europei

Secondo Letta, il superamento della frammentazione passa dalla creazione di campioni europei capaci di competere con Stati Uniti e Cina. Non si tratta solo di aumentare la scala delle imprese, ma di costruire piattaforme comuni in settori strategici come tecnologia, energia e servizi finanziari. La presidente von der Leyen, nel suo discorso, ha ripreso cinque proposte centrali del rapporto Letta, tre settoriali e due orizzontali, per rafforzare questo percorso.

La quinta libertà: innovazione, conoscenza e competenze

L’Europa, ha ricordato Letta, si è fondata su quattro libertà: circolazione di merci, servizi, capitali e persone. Ma il mondo dell’innovazione e dell’intangibile resta fuori da questo schema. Da qui la proposta di una «quinta libertà», che includa innovazione, conoscenza e competenze. L’obiettivo è evitare che l’Europa resti indietro nella competizione globale della ricerca, anche alla luce dei dati: quindici anni fa solo un’università cinese figurava tra le prime quindici al mondo, oggi dieci su quindici sono cinesi.

La quinta libertà, nelle parole di Letta, è anche una risposta all’urgenza di attrarre talenti e investimenti, collegando università e imprese in un ecosistema di innovazione europeo.

Sovranità digitale e sicurezza europea

Il discorso ha toccato un tema cruciale: la sovranità digitale. Letta ha citato un episodio emblematico, un tweet di Elon Musk poi rimosso in cui il fondatore di SpaceX scriveva agli ucraini: «Se vi disconnetto, crollate in un minuto». Per Letta quell’episodio è la dimostrazione plastica della vulnerabilità europea, ancora dipendente da attori esterni per infrastrutture tecnologiche essenziali.

«Se qualcuno dall’esterno può dire una cosa simile, lì è il nostro problema principale» ha osservato, collegando il tema della sicurezza non solo alla difesa militare ma soprattutto all’indipendenza energetica, tecnologica e finanziaria. Per l’ex premier, le principali minacce che l’Europa dovrà affrontare nei prossimi anni saranno di natura cyber, non convenzionale.

Autonomia strategica e minacce ibride

La cybersecurity diventa quindi parte integrante della sicurezza continentale. Letta ha insistito sul fatto che l’autonomia strategica non debba essere letta come un discorso «contro qualcuno», bensì come esigenza di rafforzare la resilienza europea. Le vulnerabilità, infatti, non riguardano soltanto la tecnologia, ma anche la dipendenza energetica e la mancanza di integrazione nei servizi finanziari.

Geopolitica, Cina e India: un equilibrio fragile

Un passaggio importante del keynote riguarda la geopolitica. L’Europa, secondo Letta, deve lavorare per evitare un allineamento stabile tra Pechino e Nuova Delhi, altrimenti rischierebbe di trovarsi schiacciata in uno scenario globale ostile. «Se l’India si avvicina alla Cina, c’è un problema enorme per tutti noi» ha avvertito.

Allo stesso tempo, però, Letta ha indicato l’opportunità di attrarre studenti e ricercatori indiani che non trovano più spazio negli Stati Uniti, rafforzando così i legami accademici e scientifici con l’Europa. Una strategia che collegherebbe il tema della competitività a quello della ricerca universitaria, già oggi minacciata dalla rapida ascesa cinese.

L’ultima occasione per l’Europa

«Credo che questa sia l’ultima opportunità» ha affermato Letta, avvertendo che senza un’accelerazione immediata la capacità europea di competere su scala globale potrebbe essere «completamente morta» tra dieci anni.

Per questo ha sollecitato gli stakeholder industriali e accademici a un lavoro comune di advocacy, capace di convincere governi e istituzioni europee. La sua riflessione si è chiusa con un monito: «A chi critica l’Europa chiedo: ditemi l’alternativa. L’alternativa è essere soli. Questa non è un’alternativa».

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