La costante crescita della domanda di larghezza di banda sta accelerando non solo la realizzazione di nuovi cavi sottomarini per i dati, ma anche l’introduzione di innovative tecnologie destinate ad aumentare la capacità di trasmissione, migliorare l’efficienza energetica e garantire una maggiore resilienza delle arterie in fibra ottica in tutto il mondo.
Grazie a una vera e propria competizione che si è innescata tra operatori, nell’ultimo anno i cavi stanno diventando sempre più veloci, efficienti e sostenibili, segnando nuovi record che lasciano intravedere una prossima era di connettività senza precedenti. Queste infrastrutture critiche si stanno trasformando in sistemi intelligenti e auto-monitoranti, capaci di sostenere l’incremento esponenziale del traffico generato dal cloud, dall’automazione industriale, dall’IoT e soprattutto dall’intelligenza artificiale.
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Record di velocità: 1,3 terabit su singola lunghezza d’onda
Alcune date hanno segnato questa recente corsa all’innovazione. Il 25 giugno del 2025 Telxius, fornitore globale di connettività appartenente al gruppo spagnolo Telefónica, e Ciena, leader statunitense nelle tecnologie ottiche di rete, hanno comunicato di aver raggiunto una trasmissione dati live a 1,3 Tb/s (terabit al secondo) su una singola lunghezza d’onda lungo il cavo sottomarino Marea, collegamento transatlantico di oltre 6.600 chilometri che unisce gli Stati Uniti con la Spagna.
Tecnologia WaveLogic e aumento delle performance
Il risultato è stato possibile grazie all’implementazione della tecnologia WaveLogic 6 Extreme (WL6e) sviluppata da Ciena e specificamente progettata per supportare la crescita esponenziale del traffico online. Il test ha raggiunto un’efficienza spettrale di 7,0 bit per secondo per Hertz, la più alta mai registrata nell’Atlantico. Una performance dal duplice valore: da un lato si è riusciti a massimizzare la capacità senza dover ricorrere a nuovi cavi e dall’altro si è dimostrato che questo guadagno può avvenire anche su tratte oceaniche di estrema lunghezza. Telxius ha già annunciato di voler implementare nei prossimi mesi la tecnologia WL6 e anche su altri sistemi della sua rete di nove cavi dispiegati a livello globale. Il suo esempio potrebbe fare da apripista ed essere seguito anche da altri operatori.
I primati di Ciena e Aqua Comms nell’Atlantico
Pochi mesi prima Ciena aveva già raggiunto un traguardo significativo nella storia della trasmissione dati ad altissima capacità, stavolta insieme ad Aqua Comms, fornitore irlandese di servizi di connettività sottomarina. Nel dicembre del 2024 le due aziende hanno completato con successo la prima trasmissione a 1,3 Tb/s su lunghezza d’onda singola su una distanza di 5.500 km attraverso l’Atlantico, anch’essa abilitata dalla tecnologia WL6e. Nella stessa occasione le due aziende hanno ottenuto un secondo primato mondiale, realizzando una trasmissione di 800 Gb/s dagli Stati Uniti all’Irlanda e ritorno lungo il cavo AEC-1, coprendo una distanza totale di oltre 11.000 km. La tecnologia WL6e si è rivelata efficace non solo nel massimizzare la trasmissione dati sottomarina, ma anche nel ridurre il consumo energetico di oltre il 50% rispetto alla generazione precedente di transponder.
Efficienza energetica e obiettivi carbon-neutral
Oltre all’aumento della velocità di trasmissione, l’ottimizzazione dell’efficienza energetica è l’altro grande obiettivo che le recenti innovazioni tecnologiche stanno portando nell’industria dei cavi sottomarini, dove la tendenza è quella di cercare soluzioni per ridurre l’impronta carbonica e allinearsi agli obiettivi climatici globali. Combinando l’aumento di efficienza energetica con l’uso di fonti rinnovabili, molti operatori stanno puntando in prospettiva a un funzionamento carbon-neutral delle infrastrutture di rete. Diverse aziende hanno annunciato target ambiziosi: Aqua Comms, ad esempio, ha comunicato di voler alimentare la propria rete sottomarina al 100% con energia rinnovabile entro il 2030.
Equinix, gigante dei data center e landing station, già nel 2022 ha coperto il 96% del proprio fabbisogno energetico con fonti rinnovabili, offrendo siti di approdo green ai cavi e ponendo le basi per raggiungere l’obiettivo del 100% entro il 2030.
Sostenibilità: dal consorzio Sustainable Subsea Networks ai cavi più longevi
Il caso di Equinix è di particolare interesse perché attualmente i ripetitori sottomarini sono alimentati da corrente continua fornita dalle stazioni terminali a terra, che a loro volta prelevano energia dalla rete elettrica.
Decarbonizzare la rete elettrica terrestre, collegando per esempio i punti di approdo dei cavi a fonti rinnovabili, avrà come conseguenza quella di rendere più verde l’intero funzionamento dei cavi. Per stimolare questa tendenza, nel 2021 è stato costituito il consorzio Sustainable Subsea Networks sotto l’egida della SubOptic Foundation, che ha condotto la prima analisi globale del ciclo di vita e delle emissioni dei cavi sottomarini.
Il report finale, uscito nel gennaio del 2024, ha evidenziato varie aree di intervento: uso di materiali più ecologici e processi produttivi a minor impatto, recupero e riciclo dei cavi dismessi, adozione di metriche standard per misurare l’efficienza. Un altro aspetto legato alla sostenibilità è la progettazione di cavi più longevi e robusti che riducano la necessità di sostituzioni frequenti. I cavi moderni sono pensati per durare circa 20-25 anni. Estendere il loro arco di esercizio tramite materiali migliori e monitoraggio predittivo significherà produrre e installare meno cavi, abbattendo i costi energetici di costruzione e posa. Per raggiungere questo obiettivo gli operatori stanno puntando molto sull’integrazione di avanzati sistemi di sensoristica con l’intelligenza artificiale.
Sensori e AI per la manutenzione predittiva
Verificare costantemente temperatura, pressione, vibrazioni, tensioni meccaniche e altri parametri lungo il percorso di un cavo e analizzarli con algoritmi di machine learning consentirà di garantire una manutenzione predittiva e implementare sistemi di protezione proattiva delle reti sottomarine. Un caso all’avanguardia è il progetto PSI (Protection and Predictive Maintenance of Submarine Cable Infrastructures) applicato nel tratto mediterraneo del nuovo cavo Medusa, un corridoio in fibra ottica ad altissime prestazioni che collegherà Oceano Atlantico, Mar Mediterraneo e Mar Rosso. Il PSI integra un sensore HDAS (High-Fidelity Distributed Acoustic Sensor) capace di rilevare piccole deformazioni lungo decine di chilometri, misurando contrazioni e tensioni in tempo reale con un sistema di AI dedicato all’analisi continua dei segnali, in grado di classificare e localizzare eventi naturali o umani (passaggio ravvicinato di navi o posa di ancore), generando allarmi immediati.
Il futuro: cavi come ecosistema di monitoraggio marino
L’intelligenza artificiale gioca un ruolo decisivo in questi nuovi sistemi di controllo: solo algoritmi avanzati possono filtrare l’enorme mole di dati grezzi provenienti dai sensori lungo migliaia di chilometri di fibra. La Smart Cables Joint Task Force, che riunisce tre agenzie delle Nazioni Unite (ITU, WMO e UNESCO‑IOC), ha tracciato una roadmap che prevede che i nuovi cavi dotati di queste tecnologie diventino operativi su tutte le principali rotte oceaniche.
Questi sviluppi segneranno una trasformazione profonda nel ruolo dei cavi sottomarini: da infrastrutture per la trasmissione di dati diventeranno anche elementi centrali di un nuovo ecosistema di monitoraggio a beneficio dell’ambiente e della sicurezza dei mari.













