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Meta Ray Ban Display: la sorveglianza veste cool



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Mark Zuckerberg vuole provare ancora a essere innovatore. Peccato che ora la sua visione di futuro passa per una tecnologia ancora più invasiva e “grande fratello” dei social. Vedi i Meta Ray Ban Display appena presentati

Pubblicato il 22 set 2025

Walter Vannini

Data Protection Officer autore del podcast DataKnightmare – L'algoritmico è politico (https://www.spreaker.com/show/dataknightmare)



meta ray ban display

Mark Zuckerberg, ex imperatore dell’universo ora ridotto a fare il Generalissimo dato i suoi ritardi sull’AI, e impegnato a sfidare Elon Musk per il posto di quello che ha sempre l’idea più scema. O persino pericolosa.

Per qualche motivo, El Zucko è ancora convinto di dover immaginare il futuro per tutti quanti noi, e soprattutto di avere qualcosa da dire in merito. Peccato che ora la sua visione di futuro passa per una tecnologia ancora più invasiva e “grande fratello” dei social.

Meta Ray-Ban Display GLASSES: Full On Stage Live Demonstration & Fails

Meta Ray Ban Display: l’innovazione più inutile, anzi dannosa

La scemenza du jour si chiama Meta Ray-Ban Display. Si tratta di un paio di occhiali da sole che costano solo 799 dollari, e mettetevi subito in coda, che saranno disponibili dal 30 settembre negli Stati Uniti.

Dopo il disastro della sua idea di social network, l’unica che abbia mai avuto, e la fantastica sòla del metaverso, che era un’idea ricicciata già vent’anni fa, avremmo sperato che si riducesse a più miti consigli, ma fra i fringe benefit di essere miliardario ci sono evidentemente quello di credersi un genio, e quello di essere osannato dalla stampa qualsiasi scemenza ti esca di bocca.

Questi occhiali ipertecnologici hanno un microscopico display che si sovrappone a parte del campo visivo dell’osservatore, e che può essere controllato con dei gesti della mano tramite un bracciale a tecnologia elettromiografica.

Dal punto di vista tecnologico è impressionante, ma si tratta di tecnologie già esistenti, solo non disponibili sul mercato consumer.

E questo, secondo me, è il punto.

I problemi dei Meta Ray Ban

Partiamo come sempre dai fatti. Sono smart glass. A differenza dei Google Glass e di tutti gli smart glass fino ad oggi, sembra che non facciano completamente schifo.

Con questo intendo che non fanno completamente schifo per chi li usa. Per chi invece viene fotografato, ripreso, registrato, identificato e doxxato a propria insaputa, invece, restano una pila di letame uscita dalla testa di un adolescente mai cresciuto, ma in compenso un po’ opaco.

Ho resistito alla video presentazione di Victoria Song, una giornalista di The Verge esperta di smart glass, che ne è entusiasta.

Meta Ray-Ban Display hands-on: best smart glasses I’ve ever tried

Io personalmente, alla fine dei sette minuti e mezzo volevo lanciare il pc dalla finestra e colpirlo a mezz’aria con un lanciafiamme.

Stando a quanto ci riferisce l’entusiasta Victoria, con i Meta Ray-Ban Display si potrà:

  • – navigare in rete,
  • – seguire chat, incluso mandare messaggi,
  • – fare chiamate e videochiamate,
  • – avere i sottotitoli di ciò che dice la persona che stiamo guardando (e non chiunque altro che parla attorno),
  • – catturare il testo che scriviamo con il dito su una superficie qualsiasi e usarlo per rispondere alle chat,
  • – e ovviamente avere a nostra disposizione la meravigliosa AI di Meta per darci indicazioni in tempo reale se, come ci suggerisce Victoria, ci siamo persi in città o stiamo cucinando e non vogliamo tenere il libro di ricette aperto vicino a noi.

Riporto quello che ci dice la Song perché la demo di El Zucko al Meta Connect sullo stesso argomento è stata un fallimento completo dove non è riuscito per quattro volte di seguito a fare una video call con un tipo che era c=già collegato in video, cosa che il nostro ha commentato con un “eh, succede”, come se fosse la stampante di rete inceppata e non l’ennesimo tentativo disastroso da parte di un monopolio di avere una qualsiasi rilevanza, culturale o tecnologica.

Il semplice fatto che El Zucko possa fare una simile figura da peracottaro e nessun “vero giornalista” si senta in dovere di sbertucciarlo ci dice tutto quello che dobbiamo sapere sul giornalismo tecnologico di questi tempi. Anche se lo sospettavamo già.

Ora, non so voi ma la lista di casi d’uso mi sembra il classico elenco di problemi vitali di un hipster maschio trentenne che vive con i genitori, e nemmeno uno particolarmente brillante.

Una parte interessante  della demo verte sul fatto che il display funziona in qualsiasi condizione di illuminazione perché le lenti sono fotocromatiche, e soprattutto che dall’esterno il display non è visibile.

E anche il bracciale, che sostituisce la fastidiosa interfaccia vocale, cattura i movimenti della mano in qualsiasi posizione, lungo il corpo, in grembo, sotto il tavolo mentre sei seduto, perfino dietro la schiena.

La sorveglianza sdoganata

Il che significa, come ci dice la Song senza il più piccolo segno di autocoscienza, che i Meta Ray-Ban si possono usare senza che nessuno se ne accorga! Fantastico, anche tu piccola spia!

Poi, in un raro momento di presenza a se stessa, a un minuto e sette secondi del video la Song si lascia scappare ridendo un “vedremo cosa farà questa tecnologia alla società”. Così, come fosse una battutella. Ah, che spiritosa.

Non aiuta che la Song concluda il pezzo su TheVerge che accompagna il video con un “per la prima volta vedo dei casi d’uso che voglio avere nella mia vita”.

Non aiuta perché nell’anno del Signore 2025 una recensione tecnica da parte di una rivista, e non da un house organ, non dovrebbe essere separata da una valutazione critica.

Che mondo immagina El Zucko, ammesso e non concesso che concepisca l’esistenza di persone che non sono lui stesso e i suoi compagni di merende?

Lo chiedo perché ci sono sempre più evidenze che questi riccastri mai cresciuti considerano il resto di noi come degli Untermenschen, proprio nel senso nazista del termine: meno che esseri umani, perché non solo spesso non condividiamo la loro visione di salvezza trascendente attraverso la tecnologia, ma anche perché non la meritiamo, quella salvezza.

Leggete “More Everything Forever”, leggete “The Empire of AI”, leggete “Careless People” e poi ditemi che mi sbaglio, se ci riuscite.

Dicevamo, che mondo immagina El Zucko? Uno dove giri per la strada e chiunque con i suoi occhiali ti può doxxare.

Un mondo dove puoi prestare ancora meno attenzione alle persone che ti circondano e stare da solo in mezzo agli altri a far finta che rispondere a opinioni non richieste di perfetti sconosciuti e donare la tua attenzione gratis agli inserzionisti sia partecipare alla società.

Un mondo dove aprire un libro di cucina per cucinare è considerato un problema da risolvere.

Un mondo dove non devi nemmeno saper più leggere una cartina di Google Maps sul cellulare perché i tuoi occhiali ti indicano la strada.

La deriva infantilizzatrice della tecnologia non è ovviamente destinata a fermarsi: lo sviluppo intellettuale del pubblico deve essere abbassato al livello adolescenziale dei signori della tecnologia perché questi possano continuare a spacciare le loro idee stantie per “futuro”.

Quello che mi preoccupa, però, è la stessa cosa alla quale perfino la Song fa un fugace riferimento.

La società che hanno in mente Zuck e gli altri adolescenti tardi del tech è un panopticon per tutti noi, e un florido mercato dei dati personali per loro.

Se questo genere di occhiali dovessero veramente prendere piede, non dubitate nemmeno per un istante che saranno proibiti in qualsiasi contesto in cui sono presenti riccastri, politici, e potenti vari.

Per via della sicurezza e della privacy, ovviamente. Le loro.

Privacy e sicurezza per loro, e per noi una prigione di cristallo per noi, dove chiunque può invadere impunemente quella che era la nostra sfera personale.

Se pensate che il problema del tracciamento in rete sia una cosa preoccupante, o almeno problematica, aspettate quando qualsiasi sconosciuto con gli occhiali di Meta potrà sapere chi siete, cosa fate, dove abitate, senza che ve ne accorgiate.

Perché occhio, non è un caso che la Song dia tanta importanza a un dettaglio completamente inutile come il fatto che il display non si veda dall’esterno. È una proposizione di vendita. Sono occhiali che ti trasformano in una spia! Puoi sorvegliare gli altri senza fartene accorgere!

È quello che è successo con gli Amazon Ring, ricordate?

Tutti a metterli sulla porta per spiare i vicini, no cioè volevo dire per vedere chi è che bussa a sto convento co sta pioggia e co sto vento, perché il banale spioncino è troppa fatica. E poi si scopre che i video vengono usati da Amazon e affiliati per analizzare i tuoi movimenti, l’entità del tuo shopping, e ovviamente da forze dell’ordine assortite come rete di videosorveglianza in outsourcing.

A differenza dell’Amazon Ring, gli occhiali di Meta non stanno fermi ma seguono una persona tutta la giornata. Il che significa, catturano una intera giornata di eventi, incontri, conversazioni, non solo del portatore di occhiali ma di chiunque sia a portata del suo sguardo.

La raccolta di dati Meta

E non pensate nemmeno per un momento che Meta non raccolga tutti i dati. È letteralmente il suo scopo da quando esiste. E quei dati verranno rivenduti, come sempre, esclusivamente a chiunque voglia pagarli.

Sono solo io a considerare tutto questo non solo come una violazione della mia privacy, ma come una aggressione bella e buona? Violazione della privacy è che tu mi inviti a cena e c’è un Alexa o un Echo. O lo fai sparire o me ne vado.

Ma questi occhiali, disegnati apposta per essere quasi indistinguibili da qualsiasi altro occhiale, sapendo che è un mio diritto non essere fotografato o ripreso senza il mio consenso? Questi presuppongono un intento malevolo. Io mi sento aggredito. E a una aggressione si reagisce.

Io francamente spero che tutti quanti decidiamo semplicemente che si tratta dell’ennesima stupidata di uno troppo ricco per il suo stesso bene, un adolescente mai cresciuto che sta cercando di dimostrare di avere vinto la lotteria della vita perché era bravo.

Lo abbiamo già fatto con i Google Glass, ai tempi in cui Google era al massimo del suo splendore, perché gli smart glass sono un’idea interessante solo se non ci pensi.

Possiamo farlo di nuovo. In fin dei conti, ne va solo della nostra vita.

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