Oggi il contante è ancora una sicurezza di fronte a pericoli di nuovo tipo. Come ricordato recentemente anche dalla BCE, mantenere una piccola disponibilità di denaro fisico contribuisce a rafforzare la resilienza finanziaria individuale.
Del resto, è abbastanza intuitivo che i sistemi elettronici di pagamento potrebbero segnare qualche discontinuità, per errori o vulnerabilità.
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Tra efficienza digitale e sicurezza del contante: la sfida dei pagamenti
In definitiva, il richiamo della Banca centrale europea, che attribuisce al contante una funzione “essenziale” nei momenti di crisi, non è un richiamo al passato, ma va interpretato come un suggerimento per superare limiti strutturali dei sistemi esclusivamente digitali: quando si ferma un solo ingranaggio – terminali POS, gateway, infrastrutture di rete – l’intero circuito può subire un degrado operativo, con effetti immediati per imprese e consumatori.
È in questi momenti che il contante assicura l’accesso ai beni essenziali, attenua il rischio di un arresto nella quotidianità e limita la trasmissione del danno economico. Di fronte a questo monito, le funzioni e i servizi legali interni di un intermediario sono chiamati a verificare che le procedure e i meccanismi di fallback che non siano un mero addendum tecnico, ma parte integrante della governance del rischio operativo digitale.
Governance del rischio negli strumenti elettronici e quadro normativo
Viene, quindi, rafforzata la prospettiva inaugurata da DORA, con requisiti su gestione ICT, test di resilienza inclusi i TLPT per gli operatori più esposti, presidi sulle terze parti critiche, incident reporting e clausole contrattuali specifiche. Questa prospettiva va intesa come assunto dell’intero disegno organizzativo. Nel perimetro dei pagamenti, il diritto degli utenti alla disponibilità del servizio e alla sicurezza dell’autenticazione non sembra assoluto, in quanto il relativo esercizio deve tener conto delle ricadute dirette sulla gestione delle indisponibilità, dei rimborsi e della trasparenza informativa.
A ciò si affiancano regole e prassi SEPA, la disciplina europea e nazionale sul corso legale del denaro e i limiti amministrativi all’uso del contante; elementi che dovrebbero oggi esser aggiornati per prevedere eccezioni ragionevoli in caso di indisponibilità dei mezzi elettronici, nel rispetto delle tutele del consumatore.
Questo quadro normativo, se letto unitariamente, orienta tre livelli di intervento. Sul piano tecnico, il fallback deve prevedere modalità POS offline o stand-in con regole conservative, connettività ridondante, alimentazione di backup e instradamenti alternativi dell’acquiring, oltre a procedure di riconciliazione rapide per il dopo-evento.
Sul piano organizzativo, vanno riviste le regole interne di reazione alle crisi e le relative soglie di attivazione, definendo responsabilità e canali di comunicazione. Sul piano contrattuale, i rapporti con fornitori ICT, telco, cloud e acquiring vanno sottoposti ad un vaglio di conformità, avendo riguardo alla disponibilità minima del servizio, ai tempi e ai contenuti delle notifiche d’incidente, nonché a diritti di audit e limitazioni lungo la filiera per aumentarne la resilienza. Non è dato riscontrare, infatti, un’apertura per aziendali cash-friendly in emergenza
Verso l’euro digitale e un equilibrio dinamico
La riflessione della BCE risuona, quindi, come una duplice call to action. Da un lato, invita a considerare un’infrastruttura pubblica di supporto alla resilienza dei pagamenti, idonea a colmare i fallimenti di coordinamento che emergono nei tempi recenti. Dall’altro, sollecita un passo in avanti nel progetto dell’euro digitale e, in particolare, della sua componente offline. L’Euro digitale, infatti, potrebbe agire alla stregua di un ulteriore strato di continuità, se viene realizzato in condizioni di piena sicurezza e autonomia tecnologica (senza cioè dipendere dalla rete globale o da fornitori esterni alla BCE) e senza pregiudicare la funzione di raccolta bancaria (potendo affluire nel patrimonio di una banca in modo funzionale al meccanismo di moltiplicazione dei depositi).
Coabitazione tra moneta fisica e moneta digitale
In tale prospettiva, la coesistenza tra moneta fisica ed euro digitale non è un compromesso, ma un equilibrio dinamico in cui l’efficienza del digitale e la robustezza della carta si rafforzano vicendevolmente. Per i legali interni, la rotta è chiara. Non si deve solo mappare con precisione le dipendenze critiche e i single points of failure, assumendo che “sicurezza” e “continuità” siano grandezze distinte. Si deve, anche, approntare la scelta di rinegoziare i contratti chiave per incorporare requisiti di resilienza misurabili e azionabili, con diritti di audit effettivi e meccanismi di uscita calibrati. Ciò, in un contesto aziendale in cui si possa prevedere una policy di emergenza, con governance, controlli e reporting, affinché l’azione correttiva sia tempestiva, documentata e reversibile.
Integrazione pragmatica per la libertà di scelta
In definitiva, il monito della BCE sembra promuovere una forma di innovazione che conservi la qualità e la resilienza conseguita con le politiche monetarie novecentesche e i relativi strumenti di attuazione, incluso il denaro contante.
In tal senso, si comprende l’utilità di una strategia che integri le migliori pratiche digitali con un uso mirato del contante in emergenza, di riferibilità ai sistemi centralizzati di pagamento nelle condizioni di normalità e di apertura all’euro digitale laddove se ne tragga un effettivo beneficio, in modo tale da assicurare un sistema dei pagamenti integrato e capace di preservare, anche nelle fasi critiche, la libertà di scelta e la stabilità complessiva dell’economia.












