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Cina, la corsa al dominio spaziale per il controllo del 6G



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La Cina costruisce una rete integrata spazio-aria-terra per il dominio del 6G. Il Near-Space diventa ponte strategico tra satelliti e reti terrestri, con dirigibili Yuanmeng e intelligenza artificiale. Obiettivo: autonomia totale e standard globali propri

Pubblicato il 14 ott 2025

Gabriele Iuvinale

Senior China Fellows at Extrema Ratio

Nicola Iuvinale

Senior China Fellows at Extrema Ratio



dominio spaziale cinese

Il dominio spaziale cinese non è più un’aspirazione futura ma una realtà in costruzione accelerata. Mentre l’attenzione globale si concentra sulle tensioni geopolitiche tradizionali, Pechino sta orchestrando una trasformazione silenziosa ma decisiva: la creazione di un’infrastruttura integrata che fonde spazio, aria, terra e mare in un’unica rete di comunicazione destinata a ridefinire gli equilibri del potere tecnologico mondiale.

Al centro di questa strategia si colloca un obiettivo ambizioso quanto concreto: la conquista della supremazia nel 6G attraverso la Sovranità Informativa totale.

La nuova guerra fredda tecnologica e la visione strategica di Pechino

L’attuale scenario globale è dominato dalla competizione strategica tra le grandi potenze, in particolare tra Stati Uniti e Cina. Questa rivalità, spesso definita una “Nuova Guerra Fredda”, ha trovato un campo di battaglia cruciale e in rapida espansione nel settore della tecnologia e, in modo sempre più decisivo, nello spazio e nell’aria.

In questo contesto di scontro geopolitico, la Cina sta attuando un piano strategico a lungo termine che va oltre la semplice competizione tecnologica, puntando direttamente alla conquista della supremazia nelle comunicazioni globali, con un obiettivo chiaro: il dominio del 6G. Questo sforzo colossale si fonda sulla ferrea dottrina della Sovranità Informativa (信息主权), un principio che esige che tutte le infrastrutture critiche del Paese siano totalmente autonome, intrinsecamente sicure e pienamente affidabili, eliminando qualsiasi dipendenza strategica esterna.

Il cuore del sistema: la rete SAGSIN e il near-space

Il cuore pulsante di questa strategia è la Rete Integrata Spazio-Aria-Terra-Mare (SAGSIN), un’architettura che non tollera punti deboli e che stabilirà i futuri standard globali del 6G. Al suo interno, emerge un elemento cruciale, che è la chiave di volta di tutto il sistema: il Near-Space Communication Network (NS-ComNet). Si tratta di un innovativo strato operativo, situato tra i 20 e i 100 chilometri di quota, una zona finora poco sfruttata. L’NS-ComNet è destinato a funzionare come un “ponte resiliente” tra l’orbita bassa dei satelliti e le reti terrestri, garantendo connessioni in zone d’ombra.

Pechino sta costruendo questa rete avvalendosi di dirigibili a lunga autonomia e di Intelligenza Artificiale d’avanguardia, applicando tecnologie come il sistema CNSC e le antenne RmMIMO. L’investimento in questa “autostrada spaziale” è profondamente geopolitico e geoeconomico, mirando a stabilire i propri standard globali e a eliminare la dipendenza dai sistemi occidentali.

Geopolitica e sovranità: la dottrina dell’autonomia totale

La strategia spaziale e aerea della Repubblica Popolare Cinese è la meticolosa esecuzione di un piano programmatico che punta alla Sovranità Informativa. Questo principio stabilisce che le comunicazioni e i servizi di informazione cruciali per la sicurezza e l’economia nazionale devono essere completamente autonomi, sicuri e affidabili. Per Pechino, il controllo dello spazio informativo è l’equivalente moderno della sovranità territoriale. L’obiettivo primario è duplice: garantire che, anche sotto attacco o in caso di catastrofi, le comunicazioni e i servizi essenziali del Paese restino operativi, e allo stesso tempo proiettare la propria influenza tecnologica su scala globale, trasformando il know-how in potere economico e politico.

Questa ambizione è formalizzata nel Piano di Sviluppo a Medio-Lungo Termine per le Infrastrutture Spaziali Civili Nazionali (2015-2025) e converge nella creazione della Rete Integrata Spazio-Aria-Terra-Mare (SAGSIN), un’architettura che non tollera punti deboli e che stabilirà i futuri standard globali del 6G.

I tre pilastri della superiorità cinese

La Cina sta raggiungendo o superando gli obiettivi programmatici su tre fronti interconnessi:

  • Navigazione e posizionamento (Beidou). Il sistema di navigazione satellitare Beidou (BDS) ha completato la sua costellazione globale, ponendo fine alla dipendenza esclusiva dal GPS americano. Beidou offre già una precisione di posizionamento globale superiore a 10 metri e una precisione temporale di 20 nanosecondi. L’attenzione ora si sposta sull’ulteriore investimento nel Sistema di Potenziamento Geodetico Beidou a terra per elevare la precisione al livello centimetrico, una capacità fondamentale per i veicoli autonomi e per le esigenze militari.
  • Telerilevamento e osservazione. L’obiettivo è costruire una capacità di osservazione globale ad alta, media e bassa risoluzione. Le costellazioni includono satelliti ottici e sistemi avanzati a Radar ad Apertura Sintetica (SAR), cruciali per le osservazioni all-weather. Strategicamente, Pechino ha previsto di aprire gradualmente i dati satellitari a risoluzione inferiore a 0,5 metri per promuovere l’uso commerciale e l’industria interna, mantenendo un controllo strategico assoluto sui dati di intelligence a risoluzione più sensibile.
  • Comunicazione e trasmissione (6G e Sat-Internet). L’obiettivo è creare una rete globale robusta, con un focus sul 6G e sull’Internet Satellitare. Le priorità di ricerca includono le tecnologie di frontiera come la comunicazione laser e i sistemi avanzati anti-interferenza per la sicurezza e la resilienza delle informazioni.

Il punto centrale: la rivoluzione del vicino spazio (ns-comnet)

Il vero fulcro della strategia cinese è il Near-Space Communication Network (NS-ComNet). Questo strato operativo, situato tra i 20 e i 100 chilometri di quota, funge da ponte di resilienza insostituibile tra i satelliti e le reti terrestri.

Il Vicino Spazio offre vantaggi unici che nessun altro strato può replicare. Offre larga copertura, lunga autonomia operativa e grande flessibilità di dispiegamento. Una singola piattaforma può stabilire un’area di servizio continua con un diametro di centinaia di chilometri, cosa impossibile per le torri terrestri. Inoltre, l’NS-ComNet è vitale per gestire scenari di ultra-densità temporanea di connettività, dove le reti terrestri, anche nelle aree urbane, non riescono a far fronte a richieste eccezionali.

Gli strumenti aerei di Pechino per la persistenza

La Cina utilizza piattaforme aeree specializzate e a lunga autonomia per sostenere questo strato:

  • Il dirigibile Yuanmeng. Questo dirigibile stratosferico opera a circa 20 chilometri per lunghi periodi. Ha una notevole capacità di carico utile, potendo trasportare fino a 300 kg, rendendolo perfetto per la Ricognizione Persistente (ISR) e per il data relay su vaste aree strategiche.
  • La sorveglianza stabile. Piattaforme come la Piattaforma HAPS (BH-HAPS) forniscono servizi 5G/6G essenziali per le aree marine e scarsamente popolate, mantenendo la posizione fissa in modo stabile.

Tecnologia, AI e segreti industriali

La Cina sta sviluppando una rete intelligente in cui l’Intelligenza Artificiale (AI) è il vero cervello operativo. La ricerca, che vede la collaborazione tra istituti come il BIT e aziende come Datang Mobile, si concentra su tecnologie con un immediato valore dual-use.

L’integrazione totale: il sistema cns-c

  • CNSC (Communication-Navigation-Sensing-Computing): Questo sistema nervoso centrale fonde le quattro funzioni vitali in un unico nodo gestito da AI a bordo. Comunicazione, Navigazione, Rilevamento e Calcolo sono totalmente integrate, trasformando ogni piattaforma aerea in un sistema C4ISR (Comando, Controllo, Comunicazione, Computer, Intelligence, Sorveglianza e Ricognizione) autonomo, che permette una risposta tattica immediata e un’elaborazione dei dati sul posto.
  • RmMIMO (Reconfigurable Massive MIMO). L’RmMIMO è un sistema di antenna intelligente che può riconfigurare dinamicamente la sua funzionalità attraverso il software. Questa capacità è cruciale per la Guerra Elettronica (EW), permettendo il beamforming ad alta precisione per il tracciamento mirato e la soppressione selettiva delle interferenze nemiche.
  • Comunicazione Semantica. Questa tecnologia sfrutta l’AI per estrarre e trasmettere solo il significato o l’intento del messaggio, anziché l’intera sequenza di bit. Questo garantisce una robustezza e un’efficienza spettrale ultra-elevata, vitale per le comunicazioni tattiche in ambienti ostili o con banda limitata.

La guerra dei dati: il focus geoeconomico del 2025

A terra, l’economia cinese è mobilitata per sostenere questa corsa tecnologica, con l’espansione della potenza di calcolo (算力) come priorità per il 2025.

La sfida della latenza (CPO). L’AI ha bisogno di velocità estreme. Per questo, la Cina investe massivamente nel CPO (Co-packaged Optics), una tecnologia che integra i componenti ottici direttamente nell’involucro del chip per ridurre la latenza a livello di microsecondi. Questa capacità è essenziale per il funzionamento in tempo reale del CNSC e della guida autonoma.

L’impegno per l’autonomia industriale si riflette nell’accelerazione di aziende chiave come Zhongji Xuchuang e Guangxun Technology, che sono in prima linea per eliminare la dipendenza estera in questo hardware critico. Un’altra direzione chiave per il 2025 è l’espansione dei cavi in rame AEC (Active Electrical Cables) per le interconnessioni ad alta velocità nei data center, una mossa tattica per gestire la massiccia crescita dei carichi di lavoro AI.

Il sostegno finanziario a questo sforzo è evidente nel tasso di crescita dei servizi emergenti degli operatori cinesi: Big Data è cresciuto del 52,5% e l’IoT del 13,2%, segnalando dove si stanno convogliando gli investimenti statali.

Le implicazioni globali e i rischi

Il piano cinese non è solo un affare di satelliti e razzi, ma un progetto che mira a unificare lo spazio, l’aria e la terra sotto un’unica, intelligente infrastruttura di comunicazione, riscrivendo le regole del potere globale.

La spinta all’autonomia è finanziata e supervisionata a livello statale: l’Amministrazione Nazionale per la Scienza, la Tecnologia e l’Industria della Difesa (SASTIND) e il Ministero delle Finanze sono responsabili di garantire il finanziamento e l’ottimizzazione degli investimenti per i satelliti di ricerca, evidenziando il legame diretto tra l’agenda civile e quella militare.

L’assemblaggio della rete satellitare a Orbita Bassa è accelerato anche dalla scarsità di risorse orbitali e dal principio di “first come, first served” (primo arrivato, primo servito) stabilito dall’ITU. Questo aggiunge un ulteriore elemento di urgenza strategica alla competizione con i giganti spaziali americani. L’obiettivo esplicito è espandere l’influenza cinese e guadagnare “più voce in capitolo nel settore spaziale internazionale”. Per questo, la Cina investe massivamente nella ricerca di soluzioni di comunicazione laser e quantistica e di tecnologie anti-interferenza, cruciali per proteggere la rete Sat-Internet.

Tuttavia, l’industria riconosce che il settore delle comunicazioni è in uno stato di tensione a causa del confronto tecnologico Cina-USA, che è riconosciuto come un fattore di rischio primario. Il rischio maggiore per Pechino rimane la dipendenza da alcuni componenti hardware critici nella catena di fornitura. Se la Cina dovesse raggiungere l’autosufficienza nei chip CPO e nelle antenne RmMIMO, consoliderebbe un vantaggio decisivo nell’architettura delle telecomunicazioni di prossima generazione.

Il piano cinese per il Dominio Integrato Aereo-Spaziale è maturo, finanziato e tecnologicamente avanzato: rappresenta una sfida strategica che richiede un’attenzione costante da parte della comunità internazionale.

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