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Nelle pieghe dell’algoritmo di TikTok: dipendenza e geopolitica, cosa sapere



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Uno studio del Washington Post analizza gli effetti del doom scrolling di TikTok sugli utenti, mentre il social è al centro di azioni strategiche sul piano geopolitico: ecco la situazione

Pubblicato il 27 ott 2025

Antonino Mallamaci

avvocato, Co.re.com. Calabria



Brain computer interface (Bci): cos'è e perché conterà sempre di più; dipendenza TikTok; MUAI uso malevolo AI IA e intelligenza

L’algoritmo di TikTok è noto, ma non si sa molto delle sue caratteristiche. Recentemente, un ordine esecutivo del presidente degli Stati Uniti adottato a seguito di un accordo con la Cina ha sancito che l’app potrà continuare a operare a condizione che le sue attività negli Stati Uniti transitino sotto il controllo americano. Il vicepresidente J.D. Vance ha dichiarato nell’occasione che “l’entità americana e gli investitori americani avranno effettivamente il controllo dell’algoritmo. Non vogliamo che questo venga utilizzato come strumento di propaganda da nessun governo straniero”. Ma lo stesso Trump ha aggiunto che tale sbocco non è certo.

Intanto, uno studio del Washington Post ha dimostrato quanto TikTok sia efficace nel convincere anche i suoi utenti più assidui a scrollare e guardare di più la piattaforma. Tra gli oltre 800 monitorizzati, alcuni utilizzavano TikTok pochissimo ad inizio aprile 2024, mentre altri vi trascorrevano già diverse ore al giorno. E questo solleva interrogativi.

Perché controllare TikTok è strategico

Il controllo di TikTok è molto importante per il governo USA proprio per la capacità della piattaforma di creare “addiction” (dipendenza), Ciò dipende dall’efficacia  del suo algoritmo, sia per come è progettato. TikTok attrae le persone perché offre un flusso infinito di contenuti iper-personalizzati. Qualche miliardo di utenti, in tutto il mondo, viene catturato con un sistema di raccomandazione di cui, come abbiamo visto, si sa poco, il che rende difficile capire come lo scorrimento continuo influenzi le persone.

Giornalisti e ricercatori hanno anche utilizzato bot per simulare il modo in cui il sistema di raccomandazione è legato al tempo di visualizzazione e hanno condotto sondaggi tra gli utenti. Tuttavia, i risultati raggiunti dalle ricerche non sono mai stati soddisfacenti.

Controllo di TikTok, le rivelazioni del Washington Post

Ora il Washington Post si è fatto promotore di una nuova indagine realizzata in collaborazione con i suoi lettori. Ha raccolto le cronologie di visualizzazione di TikTok di 1.100 di loro e creato un database di circa 15 milioni di video pubblicati, in un periodo di sei mesi, nel 2024. Uno dei cittadini americani coinvolti, per capire di cosa stiamo scrivendo, ha dichiarato di non aver mai fumato né fatto uso di droghe, quindi di non sapere cosa si provi con la dipendenza chimica; ha aggiunto di  sentirsi come se fosse dipendente da TikTok, tanto da aumentare il suo tempo di visualizzazione giornaliero di oltre il 50%.

Nei cinque mesi successivi, gli studiosi hanno confrontato i percorsi di queste due fasce di utenti, distinti in occasionali e assidui, utilizzando tre parametri:

  1. il tempo trascorso al giorno da ogni persona sull’app;
  2. il numero di volte al giorno in cui ognuno apriva l’app;
  3. la media della velocità con cui ogni persona attendeva prima di passare al video successivo.

Il caso giudiziario negli Usa

In una causa intentatale negli USA, l’azienda ha affermato che sono sufficienti 260 video, della durata di 35 minuti complessivi, per fidelizzare l’utente. Secondo il WP, all’inizio della rilevazione gli utenti occasionali passavano 32 minuti su TikTok. Dopo una settimana il tempo era cresciuto del 40%, a 45 minuti. Per gli assidui è stata invece accertata una diminuzione del 10 %, da 4 ore e mezza a 4 ore e 6 minuti. Inoltre, i primi aprivano l’app più di frequente. Gli occasionali e gli assidui facevano passare meno tempo tra un video e l’altro, rispettivamente 13,3 (meno 1,8) e 11 secondi (meno 0,4 secondi).

Secondo un altro componente del campione, il tempo trascorso su TikTok (ovviamente, aggiungiamo) “sta sostituendo il tempo che potremmo trascorrere con amici, familiari e vicini, dedicandoci ad altre attività più utili e benefiche. I video sono su misura per le persone, sono divertenti ed emozionanti. Scrolliamo e, prima che ce ne rendiamo conto, è passata un’ora e mezza”.

I contenuti visualizzati dai due tipi di utenti, dopo una settimana, erano differenti: più generalisti, ad esempio incentrati sulla musica, per gli occasionali; video più tipici di TikTok, quali storie bizzarre o drammatiche con protagoniste delle persone, per gli assidui. Successivamente, il tempo di visualizzazione è ancora aumentato per i meno assidui a 54 minuti, i quali aprivano l’app più volte e scorrevano i video un po’ più velocemente. Al contrario, gli utenti più attivi aprivano l’app meno volte, ma scorrevano anche più velocemente.

Il rapporto tra utenti e app

Tutti i tiktoker, infatti, si illudono di controllare l’app passando da un video all’altro. Nella realtà, è sempre essa a coinvolgere gli utenti i quali, scrollando compulsivamente, aiutano l’algoritmo, addestrandolo. Secondo un portavoce di TikTok, i navigatori possono modificare il loro feed immettendo filtri per parole o hashtag, oppure reimpostandolo interamente  come se fossero nuovi utenti. Andando avanti con l’esperimento, dopo cinque mesi il divario tra occasionali e assidui si era ridotto: i primi trascorrevano più di 70 minuti al giorno su TikTok, più del doppio rispetto all’inizio.

I secondi sempre più di quattro ore al giorno. Secondo un altro lettore che ha partecipato allo studio, “guardare video di breve durata tende a ridurre l’autocontrollo, il che porta a comportamenti più impulsivi”. Ciò può avere effetti negativi sulla vita offline. Guardare video su TikTok è fortemente correlato al “phubbing”(da phone, telefono più snubbing, snobbare), che si manifesta quando si sceglie di prestare attenzione ai video e non alle persone con cui ci si trova.

La testimonianza di uno studente al WaPo

Uno studente universitario ha raccontato al Post che trascorreva regolarmente diverse ore al giorno sull’app, ma poi ha fissato un limite di tempo giornaliero: “Usavo spesso l’app per avere un sottofondo musicale, ed era come se non avessi pensieri miei. Era più difficile formarmi le mie opinioni, esprimere i miei pensieri durante il giorno. Di conseguenza, sono diventato un po’ distratto e distante”. A settembre, i contenuti guardati dai due gruppi erano più simili, con un’impennata di contenuti politici per l’approssimarsi delle elezioni presidenziali. Il gruppo originario di utenti meno attivi, che un tempo vedeva quantità sproporzionate di contenuti musicali, ora era molto più propenso a vedere una gamma più ampia di video.

Le reazioni degli utenti

Al termine del periodo di osservazione, dopo cinque mesi, l’andamento dei dati per entrambi i gruppi ha indicato l’insorgere di comportamento compulsivo: la sensazione ripetuta di dover fare qualcosa, anche se il soggetto interessato riteneva che ciò si sarebbe rivelato dannoso a lungo termine. Aprire l’app più spesso potrebbe indicare un desiderio compulsivo, mentre scorrere più velocemente potrebbe essere un’indicazione di comportamenti automatici o abituali. In risposta alle domande del Post su tali conclusioni, TikTok ha fatto sapere di offrire alle persone gli strumenti per plasmare la propria esperienza, con la possibilità di personalizzare il feed “ForYou”: decidere il tempo trascorso davanti allo schermo, salvare ricette, outfit, programmi di viaggio, playlist e tanto altro.

TikTok non ha affrontato nessuna delle conclusioni specifiche del Post o di quanto gli utenti e gli esperti hanno detto ai giornalisti. Le ricerche hanno dimostrato che gli utenti di TikTok dichiarano di essere più inclini a perdere la cognizione del tempo e a trascorrere più tempo del previsto sull’app rispetto ai frequentatori di Instagram. “Si tratta di un flusso continuo di video personalizzati in base alle esigenze di ogni singolo individuo, e l’efficacia dell’algoritmo fa sì che gli utenti di TikTok provino più divertimento mentre guardano quei video, riducendo anche la distorsione temporale” afferma un esperto.

Le verifiche sull’algoritmo di TikTok

Come abbiamo già evidenziato, le attività di TikTok negli USA saranno controllate da investitori americani (Oracle in prima fila), ma l’algoritmo rimarrà di proprietà di ByteDance. Secondo il governo, nella nuova versione della piattaforma l’algoritmo verrà duplicato e riqualificato su dati statunitensi. Per tornare alla questione – dipendenza, ad avviso di Marc Potenza, professore di psichiatria alla Yale School of Medicine, il nostro cervello sembra rispondere ai video di TikTok personalizzati in modo simile a come reagisce al denaro, al cibo e ad altre sostanze piacevoli. “Guardandoli, afferma lo studioso, si attiva in misura maggiore, rispetto a quelli non personalizzati, il sistema di ricompensa cerebrale.

Allo stesso tempo, si modifica l’attività della rete neurale predefinita (Default Mode Network) del cervello, il che potrebbe suggerire una maggiore attenzione e immersione nei video di TikTok e una diminuzione dell’autocontrollo. La rete neurale predefinita è stata anche collegata alle sensazioni di desiderio nei disturbi da uso di sostanze, sebbene questi sistemi cerebrali necessitino di ulteriori studi”. Ma sembra esserci un limite alla durata della visualizzazione.  Il tempo trascorso dagli utenti assidui sull’app suggerisce che potrebbero avere una soglia di tre o quattro ore di utilizzo al giorno; superata quella, molti utenti potrebbero scorrere semplicemente  per noia.

Vi è da dire, inoltre, che la maggior parte degli utenti monitorati ha trascorso sempre più tempo su TikTok nel periodo considerato. Tuttavia, dopo l’esperimento, diversi utenti hanno dichiarato di aver provato a inserire i limiti di tempo di utilizzo dell’app o dei loro telefoni per ridurne l’uso, ma di aver comunque continuato a scorrere una volta raggiunti tali limiti. Altri hanno scoperto che eliminare l’app dal telefono ha contribuito a ridurne l’utilizzo, soprattutto quando hanno iniziato a percepire un impatto negativo sulla loro salute mentale. I video simili a pubblicità chiamati “Take a break” (prenditi una pausa) sono stati tra quelli più “saltati” dai componenti del campione. TikTok indica alcune misure per gestire l’utilizzo dell’app: attivare i limiti del tempo di utilizzo, i video di promemoria delle pause e la limitazione, o la disattivazione, delle notifiche.

TikTok, la situazione in Italia

In Italia, dopo il divieto introdotto all’utilizzo dello smartphone nelle scuole (per il quale va in verità verificata l’effettiva applicazione), è stata presentata in Parlamento una nuova proposta di legge firmata dalla senatrice Erika Stefani e da altri suoi colleghi della Lega.  Il testo prevede il divieto assoluto di utilizzo delle piattaforme social per i minori di 14 anni, senza alcuna possibilità di deroga. Per la fascia d’età 14 -16 anni, l’accesso a Facebook, TikTok, X e Instagram sarà consentito esclusivamente previa acquisizione del consenso esplicito dei tutori legali.

La proposta prevede l’obbligo delle piattaforme di implementare “efficaci sistemi” per la “age verification” e per accertare il consenso dei genitori e/o dei tutori legali. Il divieto di utilizzo è esteso ai sistemi di messaggistica istantanea WhatsApp, Telegram, Messenger, Signal. Previste anche delle sanzioni, in caso di violazioni o inadempienze, che potrebbero arrivare a un provvedimento dell’Agcom che disponga “il blocco del sito internet o della piattaforma sociale telematica” fino all’adeguamento alla norma.

Nel recente passato un disegno di legge bipartisan prevedeva l’accesso ai social media al raggiungimento del quindicesimo anno, con la possibilità per genitori/tutori legali di dare il consenso anche prima. Insomma, il tema è caldo e quest’ultimo studio del WP darà nuova linfa al vasto movimento che chiede di porre mano alla questione dei pericoli derivanti dall’uso sconsiderato dei social media e del web in generale.

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