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Sextorsion ai minorenni, sempre più casi: così le sette ricattano i bambini online



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Aumentano i casi di sextorsion, il ricatto di natura sessuale, verso minorenni. E tra gli ambienti digitali più a rischio emerge quello delle community “culto”: satanismo tossico, nichilismo, ma anche psicosette, in cui si eleva la violenza a rituale e si compiono reati sulla pelle dei ragazzi. Ecco come agiscono questi gruppi, ma anche come tutelarsi e il fondamentale ruolo delle associazioni a supporto delle vittime.

Pubblicato il 14 ott 2025

Nicoletta Pisanu

Giornalista professionista, redazione AgendaDigitale.eu



sextorsion minorenni ; ricatto; ricatto sessuale

“La devi far sentire così amata da non volerti perdere, ed è a quel punto che inizierai a chiederle di compiere delle azioni. Ricorda, queste ragazze sono solo asset, quando hanno fatto quello che volevi gettale via, perché ora sono inutili. Non innamorarti“. Lezioni a novelli adescatori, per commettere sextorsion ai danni di minorenni e far soldi con la pedopornografia online.

Tecniche raccolte in una guida e diffuse, tramite un canale pubblico su una piattaforma digitale, ai seguaci di 764, una delle più grandi cult community online, in cui si compiono abusi su minori. Dal manuale, citato in un atto giurato reso pubblico online dallo U.S. Department of Justice da cui AgendaDigitale ha tratto e rielaborato i virgolettati, emergono le strategie manipolatorie per attirare i giovani, carpire la loro fiducia e poi ricattarli. Come i leader del gruppo scrivevano nella chat 764 Inferno, a loro riservata, le estorsioni sessuali erano ritenute utili perché “portano a danni fisici e danno una lezione alle ragazzine“.

La sextorsion ai minorenni è un fenomeno crescente e un trend di cybersecurity, secondo le analisi degli enti internazionali, che tocca anche l’Europa e l’Italia: a febbraio 2025 a Bolzano è stato arrestato un quindicenne che, secondo gli inquirenti, aveva contatti proprio con 764. Lo stesso è accaduto in Francia ad agosto ed è emerso a fine settembre, riportato da Le Monde.

Del resto, i dati UE relativi al secondo trimestre 2025, pubblicati a fine settembre mostrano che la sextorsion è il terzo fattore di segnalazione alle hotline. In Italia, i dati della Polizia postale per il primo trimestre 2025 indicano un aumento del 59% dei casi rispetto allo stesso periodo 2024.

Lo scopo di chi compie sextortion “è monetizzare servendosi dell’immaturità e della paura, per esercitare controllo e dominio attraverso il vincolo rituale, veicolato come attestazione di antisocialità”, spiega Arije Antinori, professore di Criminologia all’Università La Sapienza di Roma. Ed è quindi importante capire come funzionano queste comunità, le fasi dell’adescamento e il confronto con quanto avviene in altre rischiose realtà: le psicosette online, in cui i ragazzi sono oggetto di violenze. Ma, anche, approfondire cosa dice la legge e il ruolo delle associazioni per dare sostegno legale e terapeutico a vittime e familiari.

U.S. Department of Justice, immagine tratta da documento giudiziario reso pubblico per cortesia dell’ente, che mostra la copertina di una guida-tutorial dei presunti leader di 764 per realizzare sextorsion e altre azioni violente ai danni di minorenni.

Sextorsion, che cos’è

La sextorsion è il ricatto di natura sessuale. Il termine unisce sex, sesso in inglese, ed extorsion, cioè estorsione. L’estorsione in Italia è punita secondo l’articolo 629 del codice penale e consiste nell’azione di costringere qualcuno, mediante violenza o minaccia, a compiere azioni per ottenere un profitto, a danno di altri.

L’estorsione tradizionale è un reato comunemente commesso nel contesto della criminalità organizzata, per esempio in Italia è tipica dei gruppi di stampo mafioso oppure di criminali che si specializzano in particolari settori o su target di vittime ben definiti.

Esempi di sextorsion

In Italia, ad esempio, sono finiti in cronaca giudiziaria diversi episodi di ricatti a luci rosse ai danni di preti e monaci, come il caso di rilievo nazionale che ha coinvolto un sacerdote del santuario della Madonna delle Bozzole, di cui nel 2025 si è tornato a parlare nel corso di speculazioni online sul caso dell’omicidio di Garlasco.

L’innovazione tecnologica, impattando su ogni aspetto della società, ha chiaramente avuto influenza anche sul crimine e così si è capito che webcam e chat sono strumenti che possono essere utilizzati per monetizzare a danno dei malcapitati. Sono molto comuni per esempio i casi di estorsione sessuale ai danni di persone comuni, cadute nella rete di singoli criminali o gruppi internazionali che, spacciandosi online per personaggi famosi, come note top model o attori hollywoodiani, hanno spinto le vittime a compiere atti intimi online per poi chiedere soldi minacciandone la diffusione.

Sextorsion ai minorenni: i dati in UE e in Italia

Secondo i dati della strategia Better internet for kids, relativi ai contatti del network di helpline UE per ragazzi che hanno incontrato pericoli online, nel secondo trimestre del 2025, quindi da aprile a giugno, i casi di sextorsion ai danni di minori hanno rappresentato l’8,22% del totale delle chiamate. Il terzo motivo di richiesta di aiuto, dopo cyberbullismo e data privacy.

Nello stesso periodo del 2023, il dato rilevato dalle helpline era 7,2%, mentre da aprile a giugno 2024 il dato era 7,54%.

Sextorsion minorenni, il fenomeno in Italia

In Italia, i dati annuali della Polizia postale e per la sicurezza cibernetica pubblicati nel 2025 relativi ai reati su minori, indicano che nel 2024 le segnalazioni di sextorsion sono all’incirca stabili, con 130 casi nel 2024 rispetto ai 137 del 2023 e i 132 del 2022. Sono leggermente aumentati i casi relativi alla fascia d’età delle vittime dai 14 ai 17 anni. Nel primo trimestre 2025, invece, si è già registrato un aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Infatti, spiega la Polizia nel proprio report indica che i casi totali di sextorsion a minorenni da gennaio a marzo 2025 sono aumentati del +59% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, i dati relativi alle vittime di età tra i 10 e 13 anni sono in aumento del +200%.

Sextorsion, cyberbullismo, e-crime: dove avvengono

Secondo i dati delle helpline raccolti da Better internet for kids, il canale digitale dove principalmente si sono registrati problemi sono i social network, seguiti dai servizi di messaggistica e dai giochi.

Sextorsion ai minorenni: le cult community

Nella variegata galassia di moventi e attori all’origine del fenomeno di sextorsion, preoccupa particolarmente gli analisti il caso delle community online dove si portano avanti narrazioni basate su ideologie estremiste: accelerazioniste, sataniste, di estrema destra, misogine. Spesso tutto insieme, e non stupisce: nelle comunità online spesso c’è una sovrapposizione di ideologie, come nel caso dei gruppi Incel online che spesso alla misoginia affiancano l’estremismo politico di destra e quello religioso cristiano.

Si tratta, tecnicamente, del fenomeno delle overlapping communities, le comunità che si sovrappongono, perché la liquidità e i contorni indefiniti favoriti dall’ambiente digitale permettono entrata e uscita di membri magari provenienti da altri ambienti, che portano il loro vissuto e le loro ideologie, creando una mescolanza.

Tra queste realtà ci sono le community “culto”, che si comportano proprio come culti: la manipolazione dei membri viene attuata per esercitare su di loro potere. E guadagnarci.

Cos’è 764

764 è un network di questo genere. Rientra nella sfera ideologica NVE – Nihilistic violent extremism e, tra gli obiettivi, avrebbe il sovvertimento dell’ordine mondiale, un tipico movente accelerazionista. Ufficialmente, il network sarebbe stato fondato nel 2021 dallo statunitense B.C., un quindicenne statunitense che aveva preso ispirazione per il nome 764 dal codice postale della sua città, e si tratterebbe di una sorta di spin off della community di estrema destra CVLT, fondata nel 2019 da un cittadino indiano e dedita ad attività di pedopornografia. Entrambe le realtà sono riconducibili alla più ampia “The Com”, semplicemente “la community”, una rete internazionale attiva dal 2010 che si occupa di cybercrime, criptovalute e incitamento all’odio. E non sono certo gli unici esempi.

In questi contesti, la spinta a passare all’azione nella vita reale è forte. E a volte queste tendenze finiscono in cronaca. Per esempio, la ragazza incriminata con l’accusa di aver rubato il computer di Nancy Pelosi durante l’assalto di Capitol Hill nel 2021 secondo le fonti investigative sul caso era solita prendere parte a una chat di estrema destra e sono state individuate immagini di lei armata o col braccio destro teso in saluto (verificate da Nbc News con il gruppo investigativo Bellingcat). Un caso utile per capire come l’odio covato online, che sia per il sistema, per una frangia politica, per una categoria di persone, sia capace di montare a tal punto da esplodere in gesti antisociali, individuali e collettivi, che hanno ripercussioni concrete. Ed è anche quanto accade con le sextorsion.

Nel caso di 764 alla matrice politica di estrema destra si abbina anche il satanismo, ma va anche precisato che non si può parlare genericamente di “satanismo”, in quanto la subcultura ha diverse manifestazioni, non tutte con espressioni criminali. Questa, evidentemente, sì. Nei canali online riconducibili a questa community, “la normalizzazione della violenza in genere e della violenza sessuale in particolare, soprattutto per vincolare le giovani vittime al silenzio, dell’autolesionismo e degli atti cruenti, contribuiscono alla desensitivizzazione”, spiega Antinori. E infatti le richieste fatte alle vittime, come emerge dagli atti giudiziari, sono estreme, umilianti per la mente e pericolose per il corpo.

Network 764, gli arresti

Il 30 aprile 2025 a Salonicco in Grecia, le forze dell’ordine hanno arrestato L.V., ventun’anni, conosciuto online col nick di “War” accusato di essere uno dei leader del network e negli USA è stato arrestato il ventenne L.N., per le accise tra i primissimi membri del gruppo e, sempre secondo le accuse degli inquirenti, tra gli autori del vademecum per insegnare a fare sextorsion. Gli strumenti usati sono il social engineering e i processi di grooming, sfruttando situazioni di fragilità e solitudine, ma anche tecnologie come il deepfake e altri usi malevoli di AI.

I minorenni, secondo i documenti giudiziari del caso, venivano spinti a creare contenuti pornografici o autolesionisti, che poi venivano raccolti in lorebooks, come registri, e custoditi in “vaults”, casseforti di contenuti illeciti create per fare archivio e per tenere anche i contenuti di membri della community arrestati o indagati.

Sextorsion ai minorenni, perché i criminali fanno così

I motivi che spingono queste comunità a perpetuare sextorsion ai danni di ragazzini minorenni sono di natura sociale, psicologica ed economica. Sociale in quanto il fenomeno è connesso “all’infosfera accelerazionista, in cui l’estetizzazione estremistico-violenta e l’ideologia satanista-esoterica convergono all’interno del frame motivazionale del minore in cui l’abuso viene man mano codificato come atto trasgressivo prodomico all’antisocialità“, precisa Antinori. Psicologica, perché viene mostrata una tendenza al sadismo, al narcisismo tossico e allo sfruttamento delle parafilie oltre che al nichilismo estremo: quando tutto perde senso. E certamente ci sono motivazioni di natura economica, perché quello della pedopornografia online è un business criminale redditizio, complesso, decentralizzato, spesso nelle mani di gruppi organizzati internazionali.

764, insieme a un altro network noto come O9A, anch’esso satanista esoterico e neo nazista, è ad oggi “tra le più note reti sextorsive, promuovono la creazione di lorebooks AI – trasformando così la comunicazione in metalinguaggio, e la vita, la routine quotidiana del minore, in un gioco di ruolo ed egli una pedina nelle mani di un sadico master – per favorire il definitivo ingabbiamento del minore con la promozione dell’ideale di distruzione della società civile, ritenuta ormai in rovina“, aggiunge il professore.

Come avviene l’adescamento online delle vittime di sextorsion: le fasi

La narrazione della realtà portata avanti da queste comunità è estremamente tossica, distopica e caratterizzata dall’esigenza forzare i processi di trasformazione sociale per ottenere un cambiamento tangibile. La violenza è il mezzo ritenuto più efficace da questi gruppi e nel caso delle cult community il sovvertimento dell’ordine sociale si può ottenere attraverso l’abuso e la corruzione delle persone più vulnerabili, tra cui i bambini.

Le fasi dell’adescamento, termine usato in modo generico, sono ben strutturate come spiega un’informativa di Europol su sextorsion e culti online. Dall’atto giurato dello U.S. Department of Justice in cui si cita il manuale redatto dai leader di 764 per il grooming delle vittime, emergono gli aspetti pratici del processo.

Targeting delle vittime

In primis, si cercano le vittime. I membri delle comunità vanno a caccia di utenti fragili, con difficoltà sociali o psicologiche o vulnerabili a causa della giovanissima età, cercandoli tra i frequentatori delle piattaforme online più battute. Le comunità dove si gioca online ad esempio, ma anche servizi di streaming e ovviamente i comuni social network.

Per i leader di 764, vittime ideali erano minorenni fragili o con problemi di salute mentale, chiamate in gergo nelle chat del gruppo “e-girls”.

Dirottamento su altra piattaforma

Dopo aver individuato la vittima ed essere entrati in contatto, i criminali la invitano a continuare i discorsi in una diversa piattaforma, apparentemente per avere maggiore privacy e per dare un senso di intimità, ma in realtà si punta a favorirne l’isolamento e a limitare il rischio di essere tracciati.

“Portala (su un’altra piattaforma, ndr) o su community di autolesionismo. Parla alla ragazza come un normale amico“, spiegavano i leader nel manuale.

Grooming

Scatta poi la fase di grooming, che punta a creare attaccamento. Spesso questo processo è caratterizzato dal cosiddetto love bombing, cioè un’eccesso di attenzioni, gentilezza, complimenti, per far sentire amata la vittima e, in questo modo, fare in modo che si apra di più, che si fidi, che trovi nella comunità online un porto sicuro. Approfittando di ciò, i criminali sfruttano il momento per carpire dati personali della vittima e delle persone a lei care, per ritorcergliele contro.

Emerge anche una componente di isolamento, in quanto la vittima viene sempre più assorbita dalla comunità, che inizia a instillarle dubbi sulla bontà della propria cerchia familiare o di conoscenze nella vita vera e a suggerire di distaccarsene.

“Seducila, dille quanto la ami quando (si fa del male, ndr)“, indicavano i leader in 764 Inferno.

Predazione e sextorsion

Si riesce a ottenere materiale “compromettente”, come chat di natura esplicita, immagini o, talvolta, si creano rielaborazioni porno col deepfake. E i criminali mostrano il loro vero volto. Scatta il ricatto: all’ordine di compiere azioni contro la volontà della vittima si affianca la minaccia di rendere pubblico il materiale pornografico raccolto. E parte la monetizzazione del materiale raccolto, il pagamento avviene tramite criptovalute o gift card. Si ricomincia poi da capo, con la rivittimizzazione.

A seconda del gruppo di cui si è caduti vittime, lo sviluppo è diverso: “Appare necessario precisare qui la differenza tra condotte estorsive di natura opportunistica, one-shot, e quelle come sinora rappresentate, inserite in un quadro subculturale criminale definito – aggiunge Antinori -, o in casi più circoscritti, echo-chamber ideologizzate su base estremistico-violenta in cui propaganda, pseudo ritualità e reclutamento secondario assumono una rilevanza strategica potenzialmente rilevante nell’ambito di strategie FIMI condotte da attori esterni”, quindi al tentativo di polarizzazione e creazione di divisioni interne.

Non solo 764: abusi su minori e psicosette online

Lo sfruttamento sessuale dei minori, non solo a scopo estorsivo economico ma anche manipolatorio, come ricatto emotivo, è presente anche in numerosi culti riconducibili alle cosiddette psicosette, che trovano online una nuova dimensione. Non più (solo) come vuole lo stereotipo una cascina isolata nella campagna o nel deserto dove il leader del culto riunisce gli adepti e li sfrutta, ma veri e propri gruppi orientati al business, pronti a prosciugare le persone in condizioni di difficoltà, paventandosi come soluzione solida a presunti problemi legati a impoverimento sociale sul fronte dei valori, mancanza di senso, bisogni personali.

Non bisogna però confondere la realtà di gruppi come 764 con quello delle psicosette, perché queste ultime “non sono strutturate attorno ad una dottrina ma in primis a un modello di coesione di gruppo fondato su devozione, obbedienza e dipendenza”, spiega Antinori.

Condizioni che si ottengono attraverso processi di manipolazione psicologica, controllo, coercizione, addirittura riformattazione mentale e, ovviamente, il culto del leader. Possono quindi non essere sataniche, in quanto toccano numerosi ambiti, come per esempio temi naturalistici, terapeutici, politici e questa varietà “implica rischi e profili vittimologici differenziati a seconda di ciò che osserviamo, in un quadro in cui i canali digitali amplificano tre aspetti fondamentali: reclutamento, ingabbiamento e monetizzazione – prosegue il professore -. In particolare, le psicosette configurano un rischio socio-psicologico e relazionale trasversale ai contenuti”.

Adescamento di minori nelle psicosette online in Italia: le testimonianze

Il controllo della persona porta a isolamento, problemi finanziari, rottura di rapporti familiari e personali. La vulnerabilità sfruttata dai leader in questo caso è rappresentata da cambiamenti nella propria vita, come un lutto o una perdita, solitudine e senso di vuoto. E certamente bambini e adolescenti sono prede ideali per questi gruppi.

AgendaDigitale ha raccolto le testimonianze di alcuni ex minorenni italiani vittime di psicosette online, che hanno subito un processo di adescamento che ha portato ad abusi sessuali, fisici e psicologici da parte di adulti: casi trattati da due tra le più importanti associazioni italiane che si occupano di questi temi, Favis Onlus e Cesap Onlus.

La santona e la bambina di undici anni

Era l’inverno del Covid, la fine del 2019, quanto il telefono dell’associazione Favis di Rimini squillò. Un ragazzo preoccupato raccontò al presidente Maurizio Alessandrini che aveva trovato la sua sorellina di undici anni sveglia all’una di notte, come ipnotizzata davanti allo schermo del computer. Una musica suadente accompagnata da luci psichedeliche favoriva una sorta di trance. E lei aveva lo sguardo fisso su una donna che le spiegava come la sua anima fosse dotata di poteri paranormali. La signora, nel suo ruolo di santona di una psicosetta spirituale online, si professava messaggera degli angeli, ma aveva esigenze terrene e forse per questo faceva in realtà la parrucchiera. Smise di perseguitare la ragazzina dietro alle minacce di denuncia da parte dei genitori.

Il fidanzato astrale per una tredicenne

Si incontravano online. Ma la vittima aveva tredici anni e, per tranquillizzarla, la santona le spiegava con dolcezza che in realtà stava compiendo un viaggio astrale e non erano davvero lì, davanti a uno schermo. E quindi, la rassicurava, ci si poteva lasciar andare all’intimità senza timori, anche se sembrava di essere in compagnia di altri. La community aveva assegnato alla ragazzina un fidanzato e con lui doveva compiere atti spinti. In diretta, senza gli strumenti cognitivi per comprendere cosa le stesse accadendo davvero e, quindi, senza scelta. La sorella maggiore si è accorta di cosa accadeva alla ragazza, per i cambiamenti nel suo comportamento, e ha scritto a Favis Onlus chiedendo aiuto.

Culto alchemico sulle piattaforme di gaming e autolesionismo

Nel 2015 due adolescenti italiani amanti dei giochi online sono entrati in contatto con un adulto che, dopo aver fatto la loro conoscenza, li ha invitati in un diverso canale per svolgere “un gioco di ruolo”. Per loro è iniziata la fase di grooming che li ha portati a frequentare nella vita reale gli incontri di una setta alchemica e a partecipare ad essi: dovevano compiere autolesionismo per svolgere degli esperimenti sugli elementi naturali. Purtroppo, in seguito a questi episodi di abuso fisico e psicologico, uno dei due ragazzi si è tolto la vita. Il sopravvissuto ha avuto invece serie conseguenze di salute mentale: per poter affrontare l’uscita dal gruppo e le conseguenze psicologiche, è stato aiutato dagli specialisti di Cesap.

CSAM e psicosette

Come spiega Maurizio Alessandrini di Favis, “il ricatto sessuale a volte in questi contesti ha una forma particolare. Si pensi per esempio ai guru che promettono pace e benessere in cambio di rapporti intimi con lui, convincendo le persone attraverso tecniche di condizionamento psicofisico, arrivando a far offrire il proprio corpo alle vittime, come se avvenisse spontaneamente e per loro scelta, dopo un’attività di manipolazione”.

Racconta Lorita Tinelli, criminologa e presidente dell’associazione Cesap che “i ragazzi accedono con una facilità enorme a ogni tipo di piattaforma online, ma dietro agli avatar spesso ci sono persone malintenzionate, capaci di scegliere le persone più vulnerabili e facilmente adescabili”.

Per proteggersi, spiega Tinelli, “non basta una buona educazione digitale, la rete va ben regolamentata“. D’accordo anche Alessandrini: “Spero avremo presto una vera legge completa contro la manipolazione mentale e psicologica ed emotiva”.

Sextorsion ai minori: cosa dice la legge

Spiega l’avvocato Marco Cartisano che la sextorsion per la legge italiana ricade sotto il reato di estorsione, ma spesso i casi sono complessi e nel caso delle sette e community “si prospettano, quasi sempre, profili di truffa in danno degli adepti costretti a versare ingenti somme richieste senza un effettivo corrispettivo. Si sono, in passato, rilevate condotte di violenze sessuale, anche su minori, esercizio abusivo della professione medica, omicidio, percosse, istigazione al suicidio ed altri reati minori. Il problema fondamentale riguarda, tuttavia, il fatto che le vittime non denuncino ovvero non collaborano con gli investigatori, come anche gli adepti che ne fanno parte”.

Da sottolineare anche, spiega l’avvocato Fulvio Sarzana, che anche “il grooming è reato”. L’adescamento di minori è previsto infatti all’articolo 609 undicies del codice penale.

Chat control e prevenzione abusi su minori

Ci si domanda se Chat control, al centro di un acceso dibattito in questi mesi fino all’opposizione della Germania, possa essere uno strumento utile per prevenire il fenomeno. Per l’avvocato Sarzana “le modalità di prevenzione non sono mai state tali da entrare nelle conversazioni personali, ma sempre al fatto già accaduto e blocco di qualcosa disponibile in rete. La differenza tra Chat Control e le altre disposizioni, mentre in un’ottica di prevenzione c’è la possibilità di intervenire, altra cosa è intercettare la crittografia personale, significa entrare direttamente nella vita di tutti noi. Anche concettualmente le nostre disposizioni prevedono un divieto, nel DSA, cioè il divieto di sorveglianza preventiva, persino attraverso l’intercettazione dei pacchetti di traffico”.

Attivare Chat control “vorrebbe dire rinunciare ai principi base della nostra democrazia, entrerebbe in contrasto con le norme già esistenti dell’UE. Anche negli Usa a inizio anni Duemila c’è stato un dibattito simile, arrivato fino alla Corte Suprema, per adottare meccanismi di tutela dei minori apponendo filtri ai computer delle scuole per impedire ai ragazzini di andare a vedere certi contenuti – aggiunge Sarzana -. La Corte ha dichiarato incostituzionale la norma, spiegando che in un’ottica di bilanciamento dei diritti i filtri non hanno un ruolo positivo rispetto alla circolazione delle informazioni. Insomma, non si può entrare nella vita dei cittadini in questo modo”.

Sextorsion e responsabilità delle piattaforme

Le piattaforme in caso di episodi sono tenute a collaborare con le autorità. Ma, sottolinea Gabriele Faggioli, ceo di P4I e presidente onorario di Clusit che “in linea generale penso che le piattaforme debbano essere più responsabilizzate e devono avere anche il ruolo di prevenzione, controllo e rimozione (più segnalazione alle Autorità competenti) di contenuti o ecosistemi criminosi. Troppo comodo prendersi il valore delle proprie piattaforme senza le responsabilità“.

Garante dell’infanzia e sextorsion

Spiega Cartisano che “i Garanti dell’infanzia, sia nazionale che regionali, oltre a informare costantemente i ragazzi circa i pericoli della rete, come prevenirli o denunciarli, hanno avviato protocolli d’intesa con la Polizia per coordinare le attività di contrasto al fenomeno”.

Sextorsion ai minorenni, i segnali d’allarme

In caso di sospetto che un minorenne sia vittima di adescamento o sextortion, è fondamentale rivolgersi alle forze dell’ordine. Per Faggioli, al fine di cogliere i segnali di disagio è importante “essere attenti ai comportamenti dei figli e seppur senza diventare poliziotti, ritengo debbano farsi carico del tema con qualche regola comportamentale, tanta spiegazione dei rischi magari leggendo insieme articoli o approfondimenti e comunque ogni tanto con anche magari qualche verifica”.

Rischi del web, come parlare ai figli

L’IWF, Internet watch foundation, propone per i genitori la checklist “talk”: parlare ai bambini dei rischi degli abusi online, stabilire regole, conoscere i luoghi digitali frequentati dai propri figli, come le piattaforme, e conoscere i setting da applicare per tutelare i propri ragazzi.

Come sottolinea Europol nell’informativa prima citata, i segnali che devono destare preoccupazione riguardo alla sextorsion sono:

  • segretezza sulle attività online
  • ritiro sociale e isolamento
  • Cambiamenti d’umore, ansia e depressione
  • Cambiamento nel linguaggio o uso di simboli particolari
  • Tentativi di nascondere segni fisici di autolesionismo (come indossare maniche lunghe fuori stagione)

Importante quindi affrontare il discorso, informarsi e raccontare tutti i rischi. Come adulti, il ruolo è quello di spiegare che è necessario sempre dubitare di quello che si vede online e che anche una bella parola dalla persona sbagliata può portare a un vortice distruttivo. Bisogna portare i ragazzi a coltivare il proprio senso critico, a farsi domande, a fornire loro gli strumenti tecnici e cognitivi per capire il mondo di internet.

Note

Questo long form è stato realizzato dalla redazione di AgendaDigitale.eu utilizzando solo fonti documentali aperte, liberamente accessibili su internet, e fonti personali dell’autrice. Le parti offese coinvolte in questa inchiesta e i protagonisti delle testimonianze raccontate sono tutelati dall’anonimato garantito dal segreto professionale giornalistico.

Bibliografia e fonti documentali nei link nel testo.

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