studio i-com

Reti Tlc, Italia al palo: i permessi lenti bloccano i servizi digitali



Indirizzo copiato

Nonostante le norme di semplificazione, le procedure autorizzative per le reti Tlc restano lente e frammentate. I-Com segnala ritardi che pesano sulla competitività

Pubblicato il 27 ott 2025

Silvia Compagnucci

vicepresidente di I-Com

Alessandro D'Amato

Direttore Area Digitale I-Com



content delivery networks regole

La diffusione capillare di una connettività di ultima generazione rappresenta una condizione indispensabile per massimizzare gli sforzi che Europa e Italia stanno compiendo sul fronte della digitalizzazione.

In questa prospettiva, l’ultimo studio condotto dall’Istituto per la Competitività (I-Com) nell’ambito di Futur#Lab – progetto svolto in collaborazione con Join Group e con la partnership di Ericsson, Fibercop, INWIT, Open Fiber, Unidata e WindTre – registra persistenti criticità nelle relazioni tra operatori di telecomunicazioni e pubblica amministrazione, soprattutto a livello locale.

Nell’ambito delle procedure autorizzative per la realizzazione delle reti fisse e mobili permangono, infatti, ritardi significativi rispetto alle tempistiche previste dalle normative, nel rilascio delle autorizzazioni e strumenti di semplificazione come la conferenza dei servizi vengono troppo spesso non utilizzati o aggirati mediante la creazione di sub-procedimenti. Si tratta di una situazione che finisce per rallentare la diffusione dei servizi digitali avanzati tra cittadini e imprese e minare la competitività del sistema Paese.

L’analisi I-Com sullo stato applicativo delle semplificazioni

Per comprendere lo stato applicativo delle semplificazioni normative susseguitesi negli ultimi anni in Italia, I-Com ha riproposto un’analisi avviata lo scorso anno con il supporto delle aziende del comparto telecomunicazioni, con l’obiettivo di comprendere se, a seguito dei vari interventi, si sono ravvisati miglioramenti nella gestione dei processi burocratici e nelle tempistiche degli iter autorizzativi che le aziende devono affrontare per ottenere i permessi necessari a realizzare infrastrutture di connettività.

Reti fisse: miglioramenti per Anas, criticità per autostrade

Rispetto alle reti fisse, è emerso innanzitutto un deciso miglioramento su base annua per l’ottenimento delle autorizzazioni da parte di ANAS (da 202 gg. medi nel 2024 a 130 nel 2025), mentre emerge un quadro piuttosto preoccupante rispetto agli altri enti autostradali, dove le tempistiche medie diminuiscono di un mero 6%, attestandosi a 250 gg. Ciò evidenzia la disomogeneità delle prassi sia dal punto di vista tecnico che amministrativo tra le varie strutture territoriali dei diversi enti. Una nota positiva è rappresentata dagli enti ferroviari che, sebbene presentino ancora una tempistica dell’iter autorizzativo abbastanza lunga (95 gg.), hanno fatto registrare notevoli miglioramenti nel corso degli ultimi anni. Infatti, nel 2024 il tempo medio era pari a 155 giorni.

Tempistiche per cavidotti e scavi in miglioramento

Per comprendere poi le tempistiche di ottenimento delle autorizzazioni in cui si imbattono gli operatori di rete fissa, sono stati analizzati due parametri:

  • i giorni medi necessari per l’autorizzazione al riutilizzo dei cavidotti dell’illuminazione pubblica;
  • i giorni medi necessari ad ottenere l’autorizzazione agli scavi.

Rispetto al primo, la tempistica media che emerge a livello nazionale si attesta sui 105 giorni, in sensibile miglioramento rispetto ai 121 rilevati lo scorso anno, mentre sul secondo si può apprezzare un miglioramento ancor più significativo. In questo secondo caso, il dato medio nazionale è di 92 giorni (-21,4% sul 2024).

Conferenze dei servizi sottoutilizzate per le reti fisse

Uno strumento centrale per la semplificazione e la razionalizzazione dei procedimenti autorizzativi è rappresentato dalle conferenze dei servizi (cds), finalizzate al rilascio dei cosiddetti “atti di assenso”, ossia autorizzazioni, nulla osta, pareri e altri provvedimenti necessari alla realizzazione di nuovi interventi. Sulla base dei dati relativi alla rete fissa e al Piano Italia 1 Giga, gli operatori hanno segnalato rilevanti criticità nelle regioni non ancora completate. In tutti i casi analizzati è stato riscontrato un atteggiamento poco efficiente da parte delle amministrazioni locali, per cui la media nazionale di convocazione delle cds si attesta intorno al 15% del totale delle richieste presentate.

Reti mobili: lievi progressi nelle autorizzazioni

Passando alle reti mobili, sono stati presi in esame i giorni medi utili ad ottenere l’autorizzazione alla realizzazione di tali infrastrutture, evidenziandosi un lieve miglioramento negli ultimi anni. Difatti, si è passati dai 162 gg medi rilevati per il 2022 ai 144 dello scorso anno.

Conferenze dei servizi per il mobile: situazione disomogenea

Particolarmente problematico e con forti disomogeneità tra i vari enti locali delle regioni del Paese, risulta il dato sulle convocazioni delle conferenze dei servizi (cds) anche per le infrastrutture di rete mobile. Sebbene il quadro generale faccia trasparire una situazione complessivamente in miglioramento, poiché si è passati da un 41% di cds convocate nel 2022 al 59% dello scorso anno (+18%), permangono situazioni problematiche, con ben 5 regioni in cui non risultano convocazioni di cds a fronte di almeno una richiesta ricevuta.

Infrastrutture digitali per cogliere le opportunità dell’IA

La capacità di cogliere a pieno i benefici e le opportunità abilitati da tecnologie rivoluzionarie come l’IA passa attraverso la costituzione di un ecosistema digitale che si fonda, inevitabilmente, sulla disponibilità di reti fisse e mobili performanti, soluzioni cloud moderne e data center diffusi.

Semplificazioni normative: un quadro chiaro ma inapplicato

Per centrare gli sfidanti obiettivi europei al 2030 sono state numerose, soprattutto nell’ultimo quinquennio, le iniziative di semplificazione normativa messe in atto a livello nazionale grazie alle quali oggi risulta un quadro normativo abbastanza chiaro e delineato che ha valorizzato strumenti come la conferenza dei servizi di cui sono state fissate formazione e tempistiche di azione certe, ha sancito principi importanti come l’inefficacia del provvedimento di diniego tardivamente adottato ed ha graduato gli oneri e gli adempimenti imposti ai richiedenti in base alla tipologia di intervento.

Applicazione locale inadeguata e disomogeneità territoriali

Ciononostante, la fase applicativa della normativa nazionale nei singoli contesti locali continua, al netto di alcuni generali miglioramenti, a risultare inadeguata. Le tempistiche di risposta, sia da parte degli enti di rilevanza nazionale sia delle amministrazioni locali, pur mostrando miglioramenti rispetto alla precedente rilevazione compiuta da I-Com, risultano ancora eccessivamente lunghe e non conformi ai termini stabiliti dalla normativa.

Permangono numerosi problemi di disomogeneità applicativa tra i vari territori che in alcuni casi si traducono in aperta disapplicazione della normativa primaria in favore di una normativa locale che determina una proliferazione del contenzioso con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di tempi e di costi.

Persistenti violazioni nella gestione delle procedure

Lo strumento della conferenza dei servizi, fondamentale per snellire il procedimento autorizzativo, trova scarso utilizzo da parte delle amministrazioni locali sia nell’ambito delle procedure autorizzative per le reti fisse che per quelle mobili e non mancano casi in cui le amministrazioni partecipanti alle conferenze, in aperta violazione della normativa, adottino pareri preliminari che di fatto impongono gli operatori la gestione di sub-procedimenti senza che l’ente locale disponga delle conoscenze e della risolutività necessari ad impedirlo.

Nonostante la chiarezza del dettato normativo, continuano a registrarsi casi di difficoltà nell’ottenimento delle autorizzazioni necessarie al riutilizzo dei cavidotti di illuminazione pubblica di proprietà comunale, così come casi di richiesta di oneri e/o fidejussioni non dovuti.

Le difficoltà degli enti locali e i correttivi necessari

È fuor di dubbio che gli enti locali si trovino a gestire l’applicazione di una normativa complessa, stratificata negli anni e dall’elevato tecnicismo e che soprattutto nelle realtà più piccole che soffrono maggiormente di carenza di risorse e competenze tale circostanza assuma livelli di particolare criticità, ma è evidente che un qualche correttivo vada immaginato e velocemente.

Certamente è necessario agire in maniera mirata sulle specificità delle amministrazioni per cui se da un lato è necessario mettere in campo misure atte ad incentivare – ed obbligare ove necessario – le amministrazioni che, pur avendo le competenze e le risorse necessarie, non agiscono in maniera tempestiva o si oppongono all’installazione di infrastrutture alimentando ingiustificatamente un contenzioso che rallenta il raggiungimento degli obiettivi europei e nazionali, dall’altro è indispensabile offrire, agli enti effettivamente carenti di competenze e risorse da destinare alle procedure autorizzative, strumenti di monitoraggio e supporto applicativo che dinamicamente seguano il flusso delle evoluzioni normative nella logica di agevolare la conoscenza del quadro e gli adempimenti richiesti alle amministrazioni. Nella logica poi di assicurare uniformità applicativa sul territorio, sarebbe quanto mai opportuno individuare a livello centrale, di concerto con gli enti locali, misure ed azioni concrete per evitare la paralisi delle procedure di rilascio delle autorizzazioni ed assicurare il rispetto delle timeline indicate.

Comunicazione e uniformità per accelerare la digitalizzazione

Considerato poi l’impatto che percezioni irrazionali della cittadinanza si traducano in interventi altrettanto irrazionali degli enti locali, sarebbe quanto mai opportuno predisporre, a livello nazionale, campagne di comunicazione istituzionale che sgombrino il campo dai falsi miti e mostrino le opportunità di crescita e sviluppo territoriale abilitate dal digitale.

Si tratta ormai di un’esigenza irrinunciabile se si vuole portare a compimento il processo di digitalizzazione in atto ed assicurare all’Italia la capacità di competere nel contesto europeo ed internazionale.

guest

0 Commenti
Più recenti
Più votati
Inline Feedback
Vedi tutti i commenti

Articoli correlati