Su questo finire del 2025, l’intelligenza artificiale non è più solo una promessa tecnologica ma una colossale battaglia industriale e finanziaria.
Il quadro si sta chiarendo in questi giorni con le trimestrali delle big tech appena presentate.
Indice degli argomenti
Trimestrali Google, Microsoft, Meta, Amazon e l’AI
Le quattro Big Tech, Google, Microsoft, Meta e Amazon, investiranno complessivamente oltre 400 miliardi di dollari in data center, chip e infrastrutture di calcolo per sostenere la crescita dell’AI. Eppure, tutte ammettono che non basta. “Pensavo che saremmo riusciti a colmare il divario. Non è così. La domanda sta aumentando ovunque” ha dichiarato Amy Hood, CFO di Microsoft.
Gli investimenti delle big tech in AI
Le spese record confermano la scala della competizione:
- Google: 64 miliardi di dollari spesi nei primi nove mesi dell’anno, con previsioni fino a 93 miliardi nel 2025
- Microsoft: 35 miliardi in un solo trimestre, 5 in più del previsto.
- Amazon: 125 miliardi in investimenti di capitale nel 2025, con ulteriori aumenti pianificati.
- Meta: 72 miliardi nel 2025, quasi il doppio rispetto al 2024, con ulteriori incrementi annunciati
Le ultime trimestrali (Q3 2025) delle principali big tech
| Azienda | Ricavi totali | Crescita anno su anno | Utile netto / EPS | Note principali |
|---|---|---|---|---|
| Apple (AAPL) | 94 miliardi USD | +10% | EPS 1,57 USD | Record nel segmento Servizi (27,4 mld USD). Lieve calo vendite iPhone. |
| Microsoft (MSFT) | 77,7 miliardi USD | +18% | EPS 4,13 USD | Forte crescita cloud e AI. Capex record (35 mld USD) per data center. |
| Alphabet (GOOGL) | 102,3 miliardi USD | +16% | EPS 2,87 USD | Superati per la prima volta i 100 mld USD di ricavi. Cloud +34%. |
| Amazon (AMZN) | 180,2 miliardi USD | +12% | EPS 1,95 USD | AWS +20%. Margini in miglioramento. Forte spinta dell’automazione. |
| Meta Platforms (META) | 51,2 miliardi USD | +26% | EPS 7,25 USD (rettificato) | Oneri straordinari fiscali. Ricavi pubblicitari e Reels in forte crescita. |
| Nvidia (NVDA) | 30,1 miliardi USD | +83% | EPS 5,25 USD | Domanda record per GPU AI. Margine lordo oltre 75%. |
| Tesla (TSLA) | 25,8 miliardi USD | +2% | EPS 0,66 USD | Calo margini per sconti. Attesa per nuovo Model Y e AI “Full Self Driving”. |
Quattro modelli di business big tech sull’AI
Ma dietro la corsa agli investimenti, si stanno affermando quattro modelli di business molto diversi.
Microsoft: la potenza delle alleanze, OpenAI al centro
Con l’accordo esclusivo con OpenAI, Microsoft ha trasformato un colosso del software in architetto dell’ecosistema AI globale. In cambio di infrastruttura cloud e risorse computazionali, l’azienda di Redmond ha ottenuto:
- una quota del 27% di OpenAI;
- il 20% dei ricavi della startup;
- l’accesso a tutta la tecnologia sviluppata fino al 2032, inclusa l’eventuale “superintelligenza”
OpenAI, dal canto suo, si è impegnata ad acquistare 250 miliardi di dollari di potenza di calcolo da Microsoft. Questo modello di “partnership orizzontale” ha dettato lo standard del settore: divisione dei ruoli, collaborazione strategica e leadership infrastrutturale.
Google: l’integrazione verticale che torna di moda
Per anni considerata una ritardataria, Google sta ora raccogliendo i frutti di un modello completamente integrato, progetta i propri chip (le TPU), sviluppa internamente i modelli con Google DeepMind e li integra direttamente nei propri prodotti, dal motore di ricerca a YouTube. Questo approccio riduce i costi e migliora l’efficienza.
Secondo quanto emerso nelle ultime dichiarazioni dell’azienda, il costo per query AI di Google è solo due volte superiore a quello della ricerca tradizionale, contro stime iniziali di cinque volte. Il margine lordo del business Search è sceso dal 90% all’86%. Le prestazioni si vedono anche nei conti, le AI Overviews, introdotte nei risultati di ricerca nel 2024, hanno aumentato l’engagement e Alphabet ha guadagnato 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione negli ultimi quattro mesi. Persino rivali come Microsoft e OpenAI stanno ora guardando al suo modello di integrazione verticale come riferimento.
Meta: l’azzardo della superintelligenza
Meta corre in solitaria. A differenza delle altre Big Tech, non affitta i propri modelli AI, ma li utilizza solo per migliorare i propri prodotti: pubblicità più efficaci, raccomandazioni più precise, piattaforme più coinvolgenti. Il terzo trimestre 2025 ha segnato ricavi per oltre 50 miliardi di dollari e un utile operativo di 20,5 miliardi, ma i costi crescono ancora più in fretta.
Con 72 miliardi di dollari di capex, pari al 37% dei ricavi, Meta ha la quota di spesa più alta dell’intero settore. Mark Zuckerberg difende la strategia come una corsa verso la “superintelligenza”: “Preferisco costruire di più, non di meno, per essere pronti se la superintelligenza dovesse arrivare prima del previsto.” Gli investitori iniziano a chiedere però risultati tangibili e infatti hanno penalizzato il titolo dopo le dichiarazioni. Secondo alcuni analisti in conference call sui risultati, Meta dovrà generare nuove fonti di ricavo per giustificare la crescita della spesa.
https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/alla-ricerca-dellagi-come-misurare-lai-del-futuro/
Amazon: la monetizzazione immediata
Nel frattempo, Amazon punta su un modello pragmatico: costruire, affittare, incassare. Ogni nuovo data center è immediatamente monetizzato grazie alla domanda crescente di potenza di calcolo per l’AI. Il CEO Andy Jassy lo ha riassunto così: “Man mano che aggiungiamo capacità, la stiamo immediatamente monetizzando.” Amazon ha raddoppiato la capacità cloud dal 2022 e prevede di raddoppiarla di nuovo entro il 2027. Il suo vantaggio è la scala, ma la vera forza è la prevedibilità. Profitti certi, crescita costante, rischio contenuto.
Quattro strategie per un’unica posta in gioco
| Azienda | Modello AI | Vantaggio competitivo | Rischio principale |
| Microsoft | Partnership orizzontale con OpenAI | Ecosistema flessibile e leadership nel cloud | Dipendenza da partner esterni e ritardi nei chip interni |
| Integrazione verticale completa | Efficienza e controllo su hardware e software | Minore agilità e burocrazia interna | |
| Meta | AI interna per prodotti e pubblicità | Dati proprietari e pieno controllo | Ritorni economici incerti, rischio di bolla |
| Amazon | Monetizzazione infrastrutturale | Ricavi immediati dal cloud | Poca differenziazione tecnologica |
E Apple? Apple ha dichiarato un aumento degli investimenti in AI ma è ancora molto più prudente rispetto alle altre.
L’AI come nuovo paradigma industriale
La corsa all’intelligenza artificiale non è solo una gara di modelli o di chip, ma uno scontro tra visioni economiche.
Microsoft rappresenta l’alleanza strategica, Google l’autarchia efficiente, Meta la scommessa visionaria, Amazon la rendita infrastrutturale. Le loro strategie divergenti delineano un futuro in cui non esisterà un solo modo di fare AI: alcuni modelli privilegeranno la potenza e la scala, altri l’efficienza e il controllo, altri ancora la capacità di adattarsi.
Ciò che le accomuna è la convinzione che l’AI non sia più un settore tecnologico, ma la nuova infrastruttura economica globale. Mentre i capitali si riversano nei data center e nei chip, resta una domanda sospesa. Tutta questa potenza di calcolo porterà davvero valore o stiamo gonfiando la più costosa illusione della storia digitale, una bolla finanziaria dell’AI?
Considerando le profonde ramificazioni che le aziende tech con l’AI stanno costruendo, tra di loro (Microsoft, Nvidia, Oracle, Amd legate allo stesso filo) e con il resto dell’economia (banche, costruttori di datacenter…), speriamo di no.












