L’intelligenza artificiale nelle scuole è al centro di un recente documento del Ministero dell’Istruzione e del Merito che intende accompagnare gli istituti nel percorso di innovazione tecnologica e didattica. Un progetto ambizioso, ma non privo di complessità operative e normative.
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Linee guida e obiettivi dell’introduzione dell’IA
Il documento, lungo 34 pagine, offre una ampia panoramica delle norme e dei documenti nazionali, di fonte europea e di Organismi Internazionali adattandoli al contesto scolastico italiano.
Numerose sono le indicazioni (obblighi) per favorire nelle scuole, in modo sicuro e responsabile, l’introduzione dell’intelligenza artificiale (nel seguito IA) con un approccio antropocentrico, focalizzato sul rispetto della dignità umana, dei diritti e delle libertà fondamentali.
Nel documento, a nostro avviso, sono presenti anche alcune criticità che indicheremo nell’auspicio vengano superate.
Il percorso di innovazione previsto per le scuole
In figura 1 proponiamo lo schema di processo di innovazione tratto dalle indicazioni per introdurre IA nelle istituzioni scolastiche, per come l’abbiamo interpretata, a partire da quanto esposto nelle Linee guida.

Alla fase di analisi del contesto e delle risorse che si conclude con l’individuazione delle risorse umane da coinvolgere nel progetto segue la predisposizione da parte del dirigente scolastico dell’Atto di indirizzo con cui indica al Collegio dei docenti il percorso di innovazione che intende perseguire.
La fase successiva di individuazione degli stakeholders e di attivazione di accordi con startup, Università ed Istituti di Ricerca ci pare problematica. I soggetti indicati non sono distribuiti capillarmente sul territorio nazionale, al contrario delle circa 8.000 scuole che formano il sistema dell’istruzione nazionale, e ciò crea un evidente divario di opportunità tra le diverse Istituzioni scolastiche.
Dopo la fase di progettazione, che viene auspicato sia partecipata con i soggetti menzionati, si entra nella fase di contrattazione con i fornitori di IA. La differenza nel potere contrattuale qui rischia di incidere negativamente sul perfezionamento di contratti che riescano a soddisfare le indicazioni presenti nelle Linee guida. Sembra difficile, ad esempio, che il fornitore di IA sia disponibile, come richiesto dalle Linee guida ad: […] adottare misure come la limitazione dei dati identificativi, l’anonimizzazione e l’uso di identificatori aggregati, per ridurre al minimo i rischi connessi al trattamento dei dati personali.
Si passa quindi alle fasi di implementazione e del relativo monitoraggio. Anche qui non mancano i doveri attribuiti alle scuole. In particolare segnaliamo la necessità che: […] la scuola conservi la documentazione relativa ai sistemi di IA utilizzati – includendo informazioni sul funzionamento e sulle procedure di monitoraggio e controllo adottate – utili a comprendere meglio gli strumenti adottati oltre alle difficoltà che possono sorgere in seguito alla annunciata: […] possibilità di audit e verifiche da parte delle autorità competenti.
Aggiornamenti e condivisione delle esperienze sulla piattaforma unica
Appare molto interessante la volontà del Ministero di accompagnare passo, passo queste “innovazioni in progress”.

A tal fine viene anticipato che per accompagnare le scuole verranno costantemente aggiornate, sulla piattaforma Unica (unica.istruzione.gov.it) le Linee guida. Quella attuale è la versione 1.0.
Con l’intento di favorire la contaminazione e soprattutto il “riuso” di pratiche innovative di successo, alle Istituzioni scolastiche che integrino IA nelle loro attività viene chiesto di condividere la documentazione prodotta in ogni fase procedurale mediante la sua pubblicazione sulla piattaforma Unica (vedere Figura 2).
L’impatto educativo dell’intelligenza artificiale
In ambito educativo, l’impiego dell’IA solleva innanzitutto la questione del suo impatto sui processi di costruzione cognitiva, sullo sviluppo delle capacità intellettuali e relazionali degli studenti, nonché sulla loro formazione alla cittadinanza.
Le Linee guida risultano focalizzate su queste tematiche offrendo vari spunti per contrastare i rischi relativi.
Criticità e proposte di intervento per il ministero
Come già detto le scuole in Italia sono circa 8.000 e questo sembra ostativo di una distribuzione capillare presso le scuole stesse di risorse umane dotate delle competenze necessarie per assolvere a tutte le richieste presenti nelle Linee guida. Con una semplice ricerca da noi svolta risulta che nel documento Linee guida per l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nelle Istituzioni scolastiche le parole: “deve” e “devono” sono presenti più di cinquanta volte e più di 15 volte le parole: “dovrà” e “dovranno”.
L’operare con tale modalità non è, purtroppo, esclusiva del Ministero dell’Istruzione e del Merito, ma è caratteristico dell’approccio fin qui seguito dall’Europa nei confronti dell’IA.
In molti altri Paesi e in particolare in Cina e negli USA si procede spingendo (forzando) l’innovazione e la diffusione di IA nella società, scuole incluse. In Europa si tende invece soprattutto a normare. Dal 2017 abbiamo l’obiettivo di sviluppare un CERN for AI, ma, a quanto ci risulta, ancora nulla di concreto è stato fatto. Nell’Unione Europea abbiamo preferito dedicarci a riflessioni etiche e ad emanare regolamentazioni.
Il 16 settembre a Bruxelles Draghi ha affermato che “l’inazione minaccia la nostra sovranità“. Sul fronte digitale, Draghi ha chiesto una radicale semplificazione della normativa sulla privacy (GDPR), che oggi “aumenta i costi […] del 20% rispetto ai concorrenti Usa e crea incertezza sull’uso dei dati per l’intelligenza artificiale”.
La frase “Non chiedete cosa il vostro Paese può fare per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro Paese” è una celebre citazione del discorso di insediamento del Presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy del 20 gennaio 1961.
Nel nostro caso vorremmo rileggere la frase rigirandola in: “Non chiediamo (esclusivamente) alle istituzioni scolastiche cosa possono fare per diffondere l’innovazione nel nostro Paese, chiediamoci anche cosa può fare il Ministero dell’Istruzione e del Merito per favorire il diffondersi dell’innovazione nelle scuole italiane. E, se possibile, in tutte le scuole.
Pensiamo che aiuterebbe molto se il Ministero fosse maggiormente proattivo e contribuisse a risolvere alcune delle criticità che andiamo a segnalare. Crediamo che le criticità siano soprattutto in tre ambiti: tecnologico, contrattualistico e formativo-comunicativo.
Sarebbe sicuramente di grande aiuto per le scuole se il Ministero:
- elaborasse uno o più documenti schematici che indichino quali caratteristiche tecniche imprescindibili deve possedere l’IA che i fornitori propongono alle scuole perché l’offerta possa essere valutata positivamente e accettata;
- predisponesse uno o più facsimili di contratto da stipulare con i fornitori di IA evitando così di mettere in grande difficoltà la maggior parte delle scuole che generalmente non hanno la possibilità di ottenere consulenze legali utili per non incorrere in errori successivamente sanzionabili.
Dalle Linee guida: […] dovranno attivarsi misure di ripristino (per riportare le persone colpite a una situazione analoga a quella precedente all’impatto) e, se necessario, di compensazione dei danni subiti; - fornisse bozze di intese sulla salvaguardia della privacy degli studenti da fare sottoscrivere ai fornitori di IA;
- inviasse esempi di possibili accordi di collaborazione con gli stakeholders.
I protocolli d’intesa forniti dal Ministero, dotati della relativa autorevolezza, avrebbero sicuramente una maggiore possibilità di favorire la conclusione di accordi operativi con gli stakeholders; - indicasse infine di quali finanziamenti ad hoc le scuole, in relazione all’introduzione di IA, potranno avvalersi per attuare la formazione, per attivare le collaborazioni tecniche e quelle relative alla comunicazione che sono previste dalle Linee guida.











