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Traffico migranti e diritti: critiche alla riforma che rafforza Europol



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Consiglio e Parlamento europeo concordano su un rafforzamento di Europol per combattere traffico di migranti e tratta. Focus sulla condivisione dei dati, un centro permanente di supporto e integrazioni con Frontex ed Eurojust. Voto in plenaria previsto il 26 novembre

Pubblicato il 13 nov 2025

Marco Santarelli

Chairman of the Research Committee IC2 Lab – Intelligence and Complexity Adjunct Professor Security by Design Expert in Network Analysis and Intelligence Chair Critical Infrastructures Conference



Inclusione finanziaria dei migranti

Consiglio e Parlamento europeo vogliono potenziare il ruolo di Europol per la lotta al traffico di migranti e la tratta di esseri umani.

L’Ue punta così a intensificare la lotta contro il traffico di migranti e la tratta di esseri umani, ma la riforma solleva anche interrogativi sul rispetto dei diritti fondamentali.
Al centro del dibattito europeo ci sono la condivisione dei dati, l’uso di tecnologie biometriche e il ruolo dell’agenzia nel segnalare contenuti online legati all’immigrazione irregolare.

Come funzionerà lo scambio di informazioni tra Stati e agenzia

Alla base dell’accordo la condivisione delle informazioni tra gli Stati membri e l’agenzia europea per una maggiore cooperazione nell’Unione. La proposta di riforma del mandato di Europol è andata al voto il 5 novembre, il voto in plenaria ci sarà il prossimo 26 novembre.

All’attenzione di Consiglio e Parlamento europeo un ruolo più centrato per Europol nel contrasto al traffico di migranti e alla tratta di esseri umani. L’accordo che si sta definendo in questi giorni tra gli Stati membri ed Europol, l’agenzia europea nata nel 1999 che si occupa di attività di contrasto alla criminalità, riguarda un rafforzamento della condivisione delle informazioni tra Unione ed Europol per garantire un maggiore controllo del traffico di migranti e della tratta di esseri umani.

Oltre alla condivisione delle informazioni, che porteranno, quindi, a comunicare ad Europol notizie di task force operative o sull’impiego di Europol sul proprio territorio, gli Stati membri saranno tenuti a diffondere informazioni sul traffico di migranti e sulla tratta di esseri umani che otterranno dai funzionari di collegamento inviati nei paesi terzi dagli stessi Stati membri.

Nasce il Centro europeo permanente contro il traffico

Per una lotta più efficace contro il traffico di migranti e la tratta di esseri umani è stato istituito il Centro europeo contro il traffico di migranti. Il centro, il Migrant smuggling center, sarà una struttura permanente che supporterà gli Stati membri dal punto di vista strategico, operativo e tecnico e li assisterà nell’identificazione delle vittime o degli individui vulnerabili. Al Centro saranno destinati ufficiali di collegamento di Frontex, Agenzia dell’Unione europea per le frontiere, ed Eurojust, Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale, oltre a cinquanta unità di personale e una risorsa finanziaria di cinquanta milioni di euro per coprire risorse umane e nuove attività.

I dati sul fenomeno: 15mila trafficanti e miliardi di profitti

Secondo quanto riportato la relazione di analisi dei rischi 2023-2024 della Frontex, nell’anno 2022 ci sono stati circa 15.000 trafficanti di migranti. Le stime parlano di oltre il 90% di immigranti irregolari che entrano in Unione europea avvalendosi dei servizi di trafficanti e i profitti, come riportato dalle Nazioni Unite, vanno dai 4,7 ai 6 miliardi di euro all’anno. Come giustamente sottolinea il comunicato stampa del Consiglio dell’Unione europea dello scorso 25 settembre, “La tratta di esseri umani è un reato grave, spesso commesso nel quadro della criminalità organizzata. È esplicitamente vietato dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE“.

Il voto sulla riforma e le critiche sulla sorveglianza digitale

Il 5 novembre la proposta di riforma è andata al voto. Presentata dalla Libe, Commissione Libertà civili, giustizia e affari interni del Parlamento europeo, fa parte del pacchetto legislativo presentato già nel 2023 dalla Commissione per la prevenzione e la lotta al traffico di umani, che mira ad un nuovo regolamento che amplia i compiti di Europol per una maggiore cooperazione europea nel contrasto alla criminalità che tratta esseri umani. Secondo Caterina Rodelli, EU Policy Analist di Access Now, organizzazione mondiale no-profit impegnata nella difesa dei diritti digitali delle comunità più deboli, “Questa proposta di legge riflette il vero piano della Commissione europea: costruire uno stato di polizia basato sulla sorveglianza digitale […] Se i membri della Commissione Libe avessero davvero a cuore i diritti fondamentali della società civile e delle persone migranti, dovrebbero opporsi all’espansione sconsiderata di Europol e porre un freno alla strumentalizzazione delle politiche migratorie a favore delle big tech“.

Dati biometrici e timori per i diritti civili

Secondo quanto riportato, poi, dalla campagna #ProtectNotSurveil, composta da diciotto organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti civili, il sistema di scambio dati SIENA, Secure Information Exchange Network Application, permetterà ad Europol di trattare informazioni biometriche, da impronte digitali a volti, anche in cooperazione con paesi terzi, ampliando la capacità di sorveglianza biometrica e analisi massiva di dati di Europol, come spiega Chloé Berthélémy, senior policy advisor di EDRI, European Digital Rights.

Contenuti online e rischi per le organizzazioni solidali

Altro punto controverso sollevato riguarda la possibilità di perseguire l’istigazione all’immigrazione irregolare, che può riguardare qualsiasi contenuto online. Da un lato, in questo modo questo punto del pacchetto legislativo andrebbe a completare il DSA, Digital Services Act, regolamento europeo che impone la rimozione di contenuti illegali segnalati dalle autorità da parte di tutte le grandi piattaforme online, rimandando per la definizione di cosa sia illegale alle legislazioni europee e nazionali, in questo caso, grazie alla nuova direttiva vengono inclusi i contenuti sull’immigrazione irregolare tra quelli da rimuovere, con Europol in pole position nella segnalazione e nell’analisi dei contenuti. Dall’altro lato, il rafforzamento dei compiti di Europol potrebbe ritorcersi contro le organizzazioni che si occupano di solidarietà e informazione per i migranti, le loro campagne di sensibilizzazione e la diffusione di numeri utili per richiedere soccorso.

Le accuse delle ONG: solidarietà criminalizzata nel Mediterraneo

Le parole dell’organizzazione Mediterranea Saving Humans: “La sorveglianza che oggi si esercita nel Mediterraneo non serve a salvare vite, ma a controllare e intimidire chi sceglie la solidarietà. Droni e aerei europei osservano i naufragi senza intervenire, mentre le navi della società civile vengono fermate, multate e criminalizzate. È un rovesciamento morale: chi difende la vita viene trattato come un criminale, chi lascia morire in mare resta impunito. Noi continueremo a disobbedire a questa disumanità organizzata”.

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