Mentre l’Europa fissa nuovi obiettivi climatici e accelera sul fronte della decarbonizzazione, le imprese italiane si trovano a ripensare i propri processi produttivi per renderli più sostenibili.
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Il quadro normativo e la spinta alla trasformazione industriale
Il Green Deal e il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) non lasciano spazio all’ambiguità: nei prossimi anni, chi vorrà restare competitivo dovrà affrontare una vera transizione. Il quadro normativo è chiaro: riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Per l’Italia, ciò si traduce in un taglio del 43,7% rispetto ai livelli del 2005.
Non si tratta più di semplice adeguamento normativo, ma di una trasformazione radicale che non è solo ambientale, ma è industriale, culturale, tecnologica e che tocca ogni aspetto del fare impresa: dai processi produttivi alla cultura aziendale, dalla ricerca sui materiali all’implementazione di tecnologie abilitanti.
innovazione e sostenibilità: il nuovo vantaggio competitivo
In questo scenario, l’innovazione emerge come il vero differenziale competitivo, con particolare focus sul recupero intelligente del calore disperso e sull’ottimizzazione dei consumi industriali.
L’analisi settore per settore rivela un panorama eterogeneo, dove in alcune filiere la sostenibilità è già diventata parte integrante delle strategie aziendali; in altri, rappresenta ancora un obiettivo da costruire. Ma quali sono i settori che stanno guidando davvero questo cambiamento?
Efficienza e recupero termico nel comparto dei prodotti da forno
L’industria del Food & Beverage rappresenta una delle eccellenze del sistema produttivo italiano e, contemporaneamente, una delle sfide più complesse in termini di sostenibilità energetica. Con un fatturato annuo di 179 miliardi di euro, oltre 60mila imprese e 464 mila addetti, questo settore contribuisce con oltre 50 miliardi di euro all’anno al valore dell’export nazionale[1].
Tuttavia, dietro queste cifre imponenti si cela una realtà energivora: processi fondamentali come refrigerazione, pastorizzazione e cottura richiedono un elevato apporto energetico. Solo la gestione del freddo di processo può rappresentare fino al 70% del consumo energetico complessivo di uno stabilimento, rendendo urgente l’adozione di soluzioni innovative.
Le tecnologie più adottate includono gruppi frigo ad alta efficienza, caldaie ibride di nuova generazione alimentate da gas naturale e biocombustibili. Il calore di processo rimane la principale sfida: fortemente legato alle fonti fossili e di difficile approccio in termini di efficienza. Il recupero di calore si pone come soluzione pratica e concreta per abbattere i consumi e valorizzare uno scarto trasformandolo in risorsa utile. Inoltre, l’integrazione di sensori intelligenti e piattaforme basate sull’intelligenza artificiale permettono il monitoraggio in tempo reale e la manutenzione predittiva. Stanno infine nascendo i primi strumenti per la gestione intelligente dei carichi energetici, che sfruttano le fluttuazioni dei mercati energetici e ottimizzano il funzionamento dei processi.
All’interno del Food & Beverage, il settore dei prodotti da forno – con oltre 46mila aziende che generano un fatturato di circa 13 miliardi di euro nel 2023[2] – rappresenta un motore economico strategico che attraversa l’intera filiera agroalimentare, dai panifici artigianali alle grandi industrie dolciarie.
I forni industriali costituiscono uno dei principali centri di consumo energetico del settore, ma anche una delle maggiori opportunità di recupero. Una parte significativa dell’energia viene ancora dispersa sotto forma di calore residuo, un’energia “invisibile” che può essere recuperata e reintegrata nel ciclo produttivo, migliorando l’efficienza complessiva fino al 25% attraverso sistemi avanzati di recupero termico.
Il mercato dei forni industriali ha una dimensione stimata di 12,85 miliardi di USD e dovrebbe raggiungere i 16,24 miliardi di USD entro il 2030, con un CAGR del 4,8%[3]. Nonostante la crescente consapevolezza ambientale, il 46,4% delle aziende alimentari italiane indica la mancanza di fondi come principale ostacolo alla transizione green. Tuttavia, il 42,9% delle imprese prevede di aumentare gli investimenti green nei prossimi anni[4].
La sfida energetica dell’automotive italiano
L’industria automotive italiana, invece, con oltre 2.100 aziende attive, 170.000 addetti e un fatturato di 58 miliardi di euro nel 2023, attraversa una fase di profonda trasformazione[5]. I dati[6] del primo quadrimestre 2025 mostrano un quadro contrastante: le immatricolazioni sono diminuite dello 0,6%, ma le auto elettriche sono aumentate del 79,4%, conquistando una quota di mercato del 5,1%.
La debolezza strutturale emerge chiaramente: solo il 12% delle auto immatricolate in Italia nei primi quattro mesi del 2025 è stato prodotto sul territorio nazionale. Stellantis, pur mantenendo la leadership di mercato (30,6%), ha registrato un calo dell’8% delle immatricolazioni e ricavi netti in calo del 14% a 35,8 miliardi di euro.
Sul fronte energetico, il settore automotive rientra nelle industrie manifatturiere che hanno contribuito per il 13% alle emissioni totali di gas serra in Italia nel 2023, secondo il Rapporto ISPRA[7].
Le tecnologie più efficaci per la riduzione dei consumi includono sistemi per il recupero del calore dai fumi esausti di centrale termica, installazione di inverter per il controllo di macchine centrifughe, tecniche di evaporazione sottovuoto per i reflui industriali e ottimizzazione delle linee di distribuzione del vapore. L’aria compressa, che rappresenta il 10-15% del consumo elettrico di uno stabilimento, offre significative opportunità di efficientamento.
L’industria cartaria e l’esempio di efficienza energetica
Similare è il contesto dell’industria cartaria italiana, protagonista a livello europeo, con una produzione di 7,5 milioni di tonnellate nel 2023, posizionandosi al secondo posto dietro la Germania[8]. Con oltre 150 stabilimenti e un fatturato superiore agli 8 miliardi di euro annui, il comparto rappresenta un pilastro strategico del sistema manifatturiero nazionale[9].
Nonostante questi risultati virtuosi, il cartario rimane tra i settori più energivori del Paese, con consumi termici ed elettrici particolarmente elevati nelle fasi di produzione. Le innovazioni più significative riguardano i sistemi di depurazione a ciclo chiuso e l’incremento nell’utilizzo di energia rinnovabile. Un caso esemplare è rappresentato dal progetto realizzato da Renovis in una cartiera italiana: un sistema integrato di recupero termico dai fumi esausti del Generatore di Vapore a Recupero che ha permesso di eliminare completamente l’uso di gas naturale per il riscaldamento invernale, con un risparmio annuo di 1.960.800 Sm³ di gas e una riduzione delle emissioni di CO₂ pari a 3.674 tonnellate. Complessivamente, l’intervento consente di evitare oltre 5.500 tonnellate di CO₂ all’anno.
Il legno e le filiere sostenibili: una crescita circolare
Infine, il settore del legno sta assumendo un ruolo sempre più centrale nella transizione ecologica. Le imprese italiane stanno investendo massicciamente in filiere corte, gestione forestale sostenibile e tracciabilità digitale dei prodotti. FederlegnoArredo[10] segnala che circa il 75% delle aziende acquista legname certificato (FSC o PEFC).
Questo quadro settoriale diversificato ma convergente verso la sostenibilità traccia un bilancio incoraggiante della transizione italiana. I comparti analizzati dimostrano che la transizione ecologica è già in corso, anche se procede con velocità e livelli di maturità differenti.
Il futuro competitivo apparterrà a quei settori capaci di integrare efficacemente digitalizzazione, decarbonizzazione e circolarità, non solo per rispondere agli obblighi normativi ma per anticipare le richieste di un mercato sempre più consapevole.
Note
[1] rapporto Federalimentare – Censis.
[2] Format Research per l’Associazione italiana bakery ingredients (Aibi)
[3] https://www.mordorintelligence.it/industry-reports/industrial-furnace-market?
[4] https://www.foodandtec.com/n/sostenibilita-e-industria-food-le-aziende-vogliono-diventare-green?
[5] Osservatorio sulla componentistica automotive italiana e sui servizi per la mobilità 2024, condotta dalla Camera di commercio di Torino e da ANFIA.
[6] https://www.anfia.it/it/comunicazione/notizie-e-comunicati/comunicati-stampa/mercato-vetture-italia/il-mercato-auto-italiano-chiude-il-primo-quadrimestre-dellanno-in-lieve-calo-0-6
[7] https://www.isprambiente.gov.it/files2025/pubblicazioni/rapporti/rapporto-414-2025.pdf
[8] https://www.assocarta.it/it/sala-stampa/comunicati-stampa/1363-congiuntura-settore-cartario-italiano-il-primo-trimestre-2024-indica-un-generale-lieve-miglioramento-rispetto-ai-due-trimestri-precedenti-cresce-il-tasso-di-utilizzo-della-carta-da-riciclare-al-67-5-rispetto-al-2022-restano-alti-i-costi-delle-cellulose-e-dell-energia.html
[9] https://www.assocarta.it/it/dati-di-settore/lindustria-cartaria-in-cifre.html
[10] https://www.federlegnoarredo.it/ContentsFiles/Bilancio%20di%20Sostenibilit%202023%280%29.pdf











