L’esperienza dei progetti strategici portati avanti in Emilia-Romagna negli ultimi anni, come i bandi a cascata della Fondazione Ecosister, rappresenta un esempio concreto di strumenti mirati al rafforzamento della collaborazione tra università, centri di ricerca, istituzioni e imprese.
I bandi a cascata hanno permesso di sostenere direttamente le aziende del territorio, fornendo un contributo finanziario, ma anche un percorso di accompagnamento per ridurre i colli di bottiglia tipici dei processi di innovazione.
L’obiettivo era duplice: da un lato supportare le imprese nella fase di Proof of Concept (PoC), dall’altro rafforzare il ruolo degli attori territoriali nel coordinamento e nella diffusione delle competenze.
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Il quadro strategico: tra ricerca e impresa
I bandi a cascata sono stati attivati all’interno del Programma di Innovazione e Trasferimento Tecnologico di Ecosister, il progetto del PNRR che guida la transizione ecologica del sistema economico e sociale in Emilia-Romagna.
Il progetto ha coinvolto tutte le Università regionali e il CNR (spoke) in progetti di ricerca in cinque aree tematiche: materiali per la sostenibilità (CNR), Produzione, stoccaggio e risparmio di energia pulita (Università di Modena e Reggio Emilia), green manufacturing (Università di Bologna), soluzioni abitative e mobilità smart (Università di Parma), economia circolare e blue economy (Università di Ferrara).
Questa attività verticale di ricerca si è sviluppata coerentemente agli obiettivi del Programma di Innovazione e Trasferimento Tecnologico (TTIP), coordinato dagli spoke con il supporto di Art-Er. Il TTIP ha operato attraverso cinque azioni: formazione, incubazione e accelerazione, trasferimento tecnologico, public engagement.
Nell’ambito di questo programma i Bandi a Cascata hanno rappresentato, senza dubbio, lo strumento più efficace per mettere in relazione ricerca e impresa, con un impatto diretto sul tessuto produttivo.
Il ruolo di Art-Er e la concertazione territoriale
Art-Er ha svolto un ruolo cruciale come coordinatore del servizio di accompagnamento alle aziende beneficiarie. L’aspetto più rilevante è stato la capacità di fare rete: da un lato gli spoke del partenariato, dall’altro i cosiddetti 16 “soggetti affiliati”, ossia quegli attori territoriali che già operavano stabilmente nell’ecosistema dell’innovazione dell’Emilia-Romagna. Tra questi, Almacube, Birex, Leap, Mister, Musp hanno avuto modo di accompagnare 5 dei 21 progetti finanziati, presentati da altrettante aziende: Auting, DNA Phone, FoodHub, JMG Cranes, Intesa. Le imprese beneficiarie sono state le protagoniste e capofila della progettazione e della realizzazione dei Proof of Concept.
Questa concertazione ha generato un effetto win-win: gli affiliati hanno potuto rafforzare il proprio ruolo di supporto alle imprese, mentre ART-ER ha ampliato la propria presenza sul territorio, rendendo più capillare l’ingaggio con le aziende. Il risultato è stato un rafforzamento complessivo dell’ecosistema regionale, con nuove collaborazioni, accordi e opportunità di sviluppo futuro.
Dal supporto finanziario al coaching personalizzato alla misurazione d’impatto.
Uno degli elementi distintivi dell’esperienza è stato il metodo adottato: non una consulenza tradizionale, ma un percorso di coaching. ART-ER con il supporto tecnico di Zest Innovation e dei Soggetti Affiliati, ha affiancato le imprese in maniera strutturata, quasi come “copiloti”, aiutandole a mettere a fuoco i punti deboli e le opportunità dei loro progetti di innovazione.
Il supporto si è articolato in diverse attività, a seconda dei fabbisogni aziendali rilevati:
● verifica della proprietà intellettuale e delle policy di sfruttamento;
● analisi dei business model e delle esternalità positive/negative;
● valutazioni di scenario politico, economico e commerciale;
● analisi dell’impatto, con particolare attenzione alla sostenibilità e transizione ecologica in compliance con Standard/rating ESG, SDGs Agenda 2030 e con lo European Green Deal.
Questo approccio ha permesso alle imprese non solo di validare i propri PoC, ma anche di acquisire strumenti utili per proseguire oltre l’esperienza specifica del bando.
In particolare, i risultati del percorso PoC si possono sintetizzare in un aumento medio di un punto del TRL, una riduzione stimata del 25% della probabilità di insuccesso, un aumento di media del 15% dell’integrazione delle tematiche ESG nei progetti con focus sull’economia circolare, una crescente consapevolezza dell’importanza della proprietà intellettuale (40% prime azioni IP) e una più forte attenzione (>80%) rispetto alle attività di disseminazione dei risultati.
I benefici per le imprese e per l’ecosistema
Le imprese hanno potuto conoscere da vicino l’ampia gamma di servizi che ART-ER offre sul territorio – dalla tutela della proprietà intellettuale ai programmi di business innovation – ampliando così la loro visione sulle opportunità disponibili.
Inoltre, grazie agli eventi organizzati e al coinvolgimento degli affiliati, le aziende hanno avuto l’occasione di entrare in contatto con altri attori dell’innovazione, generando nuove relazioni e collaborazioni. In questo senso, i bandi a cascata hanno rappresentato un acceleratore di
connessioni, contribuendo ad allargare e rendere più omogeneo l’ecosistema emiliano-romagnolo.
Una base solida per il futuro
L’esperienza dei bandi a cascata non si esaurisce con la chiusura dei PoC. Essa ha infatti aperto la strada a nuove possibilità, consolidando buone pratiche, format riusabili, creando così un terreno fertile per ulteriori iniziative di Open Innovation.
Come sottolinea Maria Gabriella Gualandi, Innovation for Enterprises Unit Manager di Art-Er, “la strada non finisce qui, l’impatto ottenuto dimostra che la combinazione di sostegno economico, coaching e rete territoriale può davvero fare la differenza nel percorso di innovazione delle imprese. Per l’Emilia-Romagna, significa disporre di una base solida su cui costruire la prossima fase di sviluppo, più connessa, sostenibile e orientata al futuro”.
Articolo realizzato in partnership con Zest Innovation











