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Piattaforme ecommerce a confronto: come scegliere il backend giusto



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L’ecommerce italiano cresce ma cambia pelle: conta sempre meno la “vetrina” del sito e sempre di più il backend che orchestra AI, marketplace, social e canali conversazionali. Una guida ragionata alle principali piattaforme ecommerce e a come scegliere quella giusta

Pubblicato il 10 dic 2025

Marianna Chillau

Business Development Manager @b2x Presidente @4eCom



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L’ecommerce italiano ha raggiunto gli 85,4 miliardi di euro nel 2024[1], ma un cambiamento radicale sta ridefinendo il ruolo delle piattaforme tecnologiche. Secondo la ricerca “I Partner delle Aziende Ecommerce 2025” di Casaleggio Associati, analisi di oltre 1.670 strumenti adottati dai primi 11.000 esercenti italiani, il panorama tecnologico si sta consolidando attorno a pochi ecosistemi leader, con progressivo abbandono delle soluzioni on-premise e ruolo crescente di API, omnichanalità e componenti AI.

Ciò che emerge con chiarezza dal grafico dell’ecosistema piattaforme è come Shopify domini il segmento SaaS per PMI, WooCommerce resti il riferimento open source, mentre Adobe Commerce, Salesforce e BigCommerce presidino il segmento enterprise. Ma il vero cambio è dato dal fatto che i consumatori acquistano sempre più attraverso assistenti vocali, chatbot AI, marketplace e social commerce, spesso senza mai visitare il sito del brand[2]. ChatGPT Shopping registra tassi di conversione 9 volte superiori rispetto a Google, mentre il 20% delle ricerche avviene già senza schermo.

Piattaforme ecommerce e nuovo ruolo del backend

In questo scenario, la piattaforma ecommerce non è più una “vetrina digitale”, ma diventa un orchestratore di sistemi[3]: ciò che conta non è quanto sia bello il frontend, ma quanto facilmente possa integrarsi con AI, marketplace, ERP, CRM e nuovi touchpoint conversazionali.

L’evoluzione del mercato ecommerce italiano mostra come questi trend non siano teorici, ma già in atto nel tessuto imprenditoriale del Paese, dove backend, integrazioni e dati contano sempre più della sola esperienza visiva del sito.

Ecommerce italiano tra marketplace, mobile e AI

Il 2024 ha rappresentato un anno di consolidamento, con una crescita del 6% che va contestualizzata: il 2,33% è attribuibile all’inflazione, riducendo la crescita reale a circa il 3,7%. Il 62% del fatturato proviene da marketplace, dove Amazon domina incontrastato, mentre TikTok Shop ha aperto un canale completamente nuovo dove oltre 22,8 milioni di utenti italiani possono acquistare direttamente nell’app da brand e creator.

L’intelligenza artificiale rappresenta la vera rivoluzione:[4] tra il 64% e il 78% delle aziende italiane ha implementato almeno una soluzione AI, principalmente per personalizzazione (42-73%), content creation automatizzata (33%) e customer care (23%). Le aziende che hanno adottato AI registrano incrementi medi del 32% nel tasso di conversione e del 21% nel valore medio dell’ordine.

Il mobile ha conquistato il 42,1% delle vendite in Italia, con punte oltre il 75% nel settore moda. L’83% delle aziende italiane ha ormai adottato strategie omnichanali integrate. Le priorità strategiche per il 2026 vedono al primo posto l’incremento di profitto e fatturato (64-68%), seguita dall’implementazione di AI avanzata (66%) e dal miglioramento dell’esperienza omnicanale (62%).

Confronto tra piattaforme ecommerce e casi d’uso

Le piattaforme a confronto non possono più essere valutate solo su grafica e facilità d’uso: contano ecosistema, capacità di integrazione, supporto all’AI e modello di costo lungo il ciclo di vita del progetto.

Shopify per PMI e startup orientate alla scalabilità

Shopify: l’ecosistema più accessibile per PMI e startup che cercano una soluzione SaaS completa. Shopify si conferma la scelta ideale per PMI e startup che necessitano di una soluzione completa, veloce da implementare e scalabile[5]. Con oltre 8.000 app nel marketplace e API robuste, Shopify eccelle nella capacità di integrarsi con praticamente qualsiasi servizio terzo. Le integrazioni native includono social commerce (TikTok Shop, Instagram Shopping, Facebook Shops), marketplace (Amazon, eBay), voice commerce e tool di marketing automation.

Shopify ha introdotto funzionalità AI native come Shopify Magic[6] per la generazione automatica di descrizioni prodotto e Sidekick, un assistente conversazionale che aiuta i merchant a gestire lo store. La versione Shopify Plus supporta architetture headless complete, permettendo di separare il frontend dalla logica di business e servire contenuti attraverso qualsiasi touchpoint. I costi partono da 29 euro al mese per piani base, arrivando a oltre 2.000 euro mensili per Shopify Plus con funzionalità enterprise.

Il limite principale riguarda la personalizzazione profonda, che richiede conoscenza del linguaggio proprietario Liquid, e i costi crescenti con l’aggiunta di app premium. Le commissioni sulle transazioni (escluso utilizzando Shopify Payments) rappresentano un costo ricorrente da considerare. Tuttavia, per aziende che privilegiano velocità, semplicità e un ecosistema integrato, Shopify rimane una scelta eccellente.

WooCommerce: flessibilità per chi ha WordPress, con un approccio più tecnico ma estremamente personalizzabile, soprattutto per chi parte da una base editoriale o di content marketing consolidata.

WooCommerce per chi ha già un ecosistema WordPress

WooCommerce domina il panorama con circa il 30% dei negozi online, grazie all’integrazione perfetta con WordPress e alla natura gratuita del plugin. La flessibilità è massima: migliaia di plugin permettono di aggiungere qualsiasi funzionalità, dalle integrazioni marketplace all’AI, dal voice commerce ai pagamenti alternativi. Le API RESTful consentono architetture headless e integrazioni personalizzate con sistemi esterni.

I costi si limitano all’hosting (20-100 euro mensili per soluzioni managed) e agli eventuali plugin premium necessari. Questa economicità rende WooCommerce attraente per piccole e medie imprese, soprattutto se partono da un sito WordPress esistente. L’ottimizzazione SEO è eccellente grazie all’ecosistema WordPress[7], e la community vastissima offre supporto e soluzioni per ogni esigenza.

Gli svantaggi riguardano la necessità di competenze tecniche per gestione, sicurezza e aggiornamenti, ma anche i limiti nella gestione e compatibilità di tante app insieme. Le performance dipendono fortemente dalla qualità dell’hosting, e la scalabilità è limitata per cataloghi molto grandi o configurazioni enterprise complesse. WooCommerce richiede un approccio hands-on, inadatto per chi cerca una soluzione completamente gestita.

Magento Open Source e Adobe Commerce: potenza enterprise per aziende con IT forte e requisiti complessi, dove il controllo sul codice e sulle integrazioni è un fattore decisivo.

Magento Open Source e Adobe Commerce per scenari enterprise complessi

Magento Open Source rappresenta la soluzione più potente per aziende con team tecnici qualificati che necessitano di massima personalizzazione. L’architettura è progettata per gestire cataloghi estremamente complessi, alti volumi di traffico e configurazioni multi-store sofisticate. Le API complete supportano architetture headless native e integrazioni profonde con qualsiasi sistema esterno.

Adobe Commerce (ex Magento Enterprise Cloud Edition) aggiunge all’open source un livello enterprise con AI Adobe Sensei per Live Search e Product Recommendations[8], hosting cloud completamente gestito, supporto 24/7 dedicato e integrazione nativa con Adobe Experience Cloud. Le funzionalità B2B sono complete, con account aziendali, cataloghi personalizzati, preventivi e workflow di approvazione.

I costi di Magento Open Source sono apparentemente bassi (solo hosting e sviluppo), ma l’implementazione richiede team di sviluppatori esperti con costi significativi. Adobe Commerce ha costi molto elevati con licenze basate su percentuale del fatturato, giustificabili solo per grandi enterprise con fatturati oltre i 10-20 milioni di euro. La complessità gestionale è elevata in entrambi i casi, richiedendo competenze specialistiche continue.

BigCommerce: API-first per l’omnicanalità, pensato per chi vuole un SaaS con forte vocazione headless e apertura verso integrazioni composable.

BigCommerce per un approccio API-first e omnicanale

BigCommerce si posiziona come alternativa enterprise-ready a Shopify, con focus particolare su API robuste e architettura headless nativa. Le funzionalità SEO avanzate sono integrate out-of-the-box, mentre il supporto multi-store, multi-lingua e multi-valuta rende l’internazionalizzazione semplice. Importante vantaggio: BigCommerce non applica commissioni sulle vendite, a differenza di Shopify.

Le capacità di integrazione sono eccellenti, con API RESTful complete, webhook avanzati e supporto per architetture composable[9]. Il supporto B2B include cataloghi personalizzati per cliente, gestione quote e pricing dinamico. L’ecosistema di app è meno esteso rispetto a Shopify, ma le funzionalità core sono più ricche nativamente.

I prezzi partono da circa 39 dollari mensili ma crescono rapidamente con funzionalità avanzate, arrivando a oltre 400 dollari per piani enterprise. Un limite importante: BigCommerce impone soglie di fatturato annuale per ciascun piano, richiedendo upgrade obbligatori quando si superano. L’interfaccia è meno intuitiva rispetto a Shopify, richiedendo una curva di apprendimento maggiore.

Salesforce Commerce Cloud: l’ecosistema integrato che punta sulla vista unificata del cliente e sull’integrazione nativa con gli altri moduli Salesforce.

Salesforce Commerce Cloud e l’ecosistema CRM integrato

Salesforce Commerce Cloud è la scelta premium per grandi organizzazioni B2C e B2B che operano nell’ecosistema Salesforce. L’integrazione nativa con Salesforce CRM, Marketing Cloud, Service Cloud e altri prodotti crea una vista unificata del cliente attraverso tutti i touchpoint. Einstein AI offre personalizzazione avanzata, raccomandazioni intelligenti e automazione predittiva.

La scalabilità è eccezionale, con infrastruttura completamente gestita che garantisce uptime fino al 99,99% anche durante picchi di traffico massivi come il Black Friday. Le funzionalità omnicanali uniscono perfettamente digital e physical retail, con gestione inventory unificata, endless aisle e clienteling avanzato. L’architettura headless è completa, permettendo di servire contenuti attraverso qualsiasi canale emergente.

I costi sono molto elevati: licenze basate su percentuale del GMV più fee di implementazione significative (spesso a sei cifre). La complessità richiede team di sviluppatori specializzati in tecnologie Salesforce, con curva di apprendimento ripida. Gli strumenti per content marketing sono limitati, privilegiando funzionalità transazionali. Il forte lock-in nell’ecosistema Salesforce rende le integrazioni con sistemi esterni complesse, così come eventuali migrazioni di piattaforma.

Piattaforme minori: soluzioni specializzate che rispondono a esigenze più verticali o a budget estremamente contenuti.

Piattaforme minori e soluzioni italiane specializzate

Wix eCommerce è ideale per microimprese e artigiani che necessitano di un negozio online basico,[10] con costruttore drag-and-drop e costi da 17-29 dollari mensili, ma scalabilità ridotta per business in crescita. PrestaShop è un’alternativa open source popolare in Europa con interfaccia user-friendly e supporto multilingua, ma con scalabilità limitata.

Le piattaforme italiane (b.com, Arianna, Storeden) offrono supporto locale, conoscenza del mercato italiano, integrazioni native con gestionali italiani (Zucchetti, Danea, Teamsystem) e costi competitivi. b.com unisce piattaforma, BI avanzata (bi.te con 350+ KPI) e un’integrazione nativa con i principali marketplace[11]. Arianna eccelle in verticalizzazioni settoriali[12] (farmacia, moda, elettronica) con SEO avanzato e funzionalità B2B complete. Storeden è l’unica in Europa per vendita nativa su Instagram,[13] con costi di 29-39 euro/mese più commissioni.

Come scegliere le piattaforme ecommerce in base al business

Come scegliere la piattaforma giusta: una vera e propria mappa strategica. La scelta della piattaforma ecommerce non è una decisione universale, ma deve essere calibrata su tre dimensioni fondamentali: dimensioni aziendali, complessità operativa e capacità di integrazione.

La scelta della piattaforma ecommerce non è una decisione universale, ma deve essere calibrata su tre dimensioni fondamentali: dimensioni aziendali, complessità operativa e capacità di integrazione.

Startup e microimprese: piattaforme ecommerce per partire in fretta

Startup e microimprese partono dal principio di velocità di lancio e investimento minimo. Shopify, Wix e Storeden sono le scelte ideali, permettono di configurare un negozio funzionante in giorni, senza richiedere competenze tecniche, con costi controllati a partire da 29 euro al mese. Questi merchant non hanno risorse per personalizzazioni complesse, quindi il valore risiede nella semplicità, nel supporto rapido e nell’ecosistema di integrazioni pronte all’uso. Shopify in particolare offre il migliore equilibrio tra accessibilità e scalabilità, con possibilità di crescita fino a Shopify Plus.

PMI con WordPress e strategie di content marketing

PMI con infrastruttura WordPress esistente trovano in WooCommerce la scelta più naturale. Se l’azienda ha già un sito WordPress, un blog editoriale o una strategia di content marketing, integrarvi WooCommerce significa mantenere coerenza tecnologica, sfruttare la stessa community di sviluppatori ed evitare duplicazioni di sforzo. Il vantaggio è massimo quando la PMI ha competenze tecniche interne o accesso a sviluppatori WordPress affidabili, in modo da gestire hosting, aggiornamenti e integrazioni.

PMI multisettoriali tra verticalizzazioni italiane e BigCommerce

PMI italiane multisettoriali dovrebbero valutare attentamente le proprie necessità verticali. Arianna rappresenta un’opzione interessante per chi opera in settori specifici con necessità di SEO avanzato, funzionalità B2B e integrazioni con gestionali italiani (farmacia con FarmaDati, moda con Atelier, elettronica con Icecat). Tuttavia, se la PMI ha visioni internazionali e ambisce a crescere oltre i confini italiani, BigCommerce offre maggiore scalabilità con supporto multi-valuta/multi-lingua nativo, zero commissioni su vendite e API più ricche per integrazioni globali.

Medie imprese, Magento Open Source e soluzioni italiane avanzate

Medie-grandi imprese con IT interno qualificato dovrebbero considerare Magento Open Source se desiderano massima personalizzazione e controllo su cataloghi estremamente complessi, operazioni multi-store centralizzate, funzionalità B2B avanzate (listini illimitati, prezzi per quantità, workflow di approvazione multilivello). Alternativamente, b.com rappresenta l’opzione italiana per chi necessita di un ecosistema completo che unisce piattaforma ecommerce, business intelligence in tempo reale (bi.te con 350+ KPI) e servizi di social commerce, integrando al contempo ERP enterprise come SAP, Oracle o Microsoft Dynamics grazie al suo orchestratore flessibile e completamente personalizzabile.

Grandi enterprise tra Adobe Commerce e Salesforce Commerce Cloud

Grandi organizzazioni enterprise con fatturati superiori a 10-20 milioni di euro dovrebbero considerare Adobe Commerce (la versione enterprise di Magento con AI Adobe Sensei nativa, hosting cloud gestito e supporto 24/7) oppure Salesforce Commerce Cloud se operano già nell’ecosistema Salesforce e necessitano di integrazione nativa con CRM, Marketing Cloud e Service Cloud. Questi investimenti a sei cifre sono giustificati solo quando la complessità operativa e il volume di dati richiedono una piattaforma con scalabilità eccezionale, uptime garantito 99,99% e AI integrata per automazione avanzata.

Cataloghi complessi e performance della piattaforma

La complessità del catalogo rappresenta un fattore discriminante. Negozi con pochi prodotti semplici possono prosperare su qualsiasi piattaforma, anche Wix o Shopify base. Ma quando il catalogo supera i 10.000 SKU con varianti complesse, attributi personalizzati per cliente, bundle dinamici e prezzi contestuali, la capacità architetturale della piattaforma diventa critica. In questi scenari, Magento Open Source, Adobe Commerce e BigCommerce offrono performance e flessibilità che piattaforme più leggere non riescono a garantire.

Funzionalità B2B avanzate e workflow dedicati

La necessità di funzionalità B2B avanzate (preventivi, cataloghi personalizzati per account, approvazione multilivello ordini, gestione agenti, area riservata con storici ordini) orienta chiaramente verso Adobe Commerce, Salesforce Commerce Cloud, BigCommerce o Arianna. Queste piattaforme hanno costruito nativamente i workflow B2B che altre richiederebbero personalizzazioni costose. Shopify e WooCommerce possono supportare B2B base attraverso plugin o estensioni, ma per operazioni enterprise il risultato è meno robusto.

Integrazioni, API e architetture headless

La capacità di integrazione è il criterio decisivo per chi guarda oltre il presente. Nel 2025, una piattaforma isolata è destinata all’obsolescenza: deve connettersi a marketplace (Amazon, eBay), social commerce (TikTok Shop, Instagram), canali conversazionali (WhatsApp Business, Messenger, ChatGPT), CRM, ERP, WMS, analytics e tool di automazione.

Shopify e BigCommerce eccellono in questo ambito: vantano marketplace app estesi (Shopify oltre 8.000 app, BigCommerce altrettanto ricco) dove sviluppatori terzi hanno creato integrazioni pronte all’uso. Questo significa che una PMI può aggiungere funzionalità evolute con pochi click, senza attendere sviluppatori custom.

Le soluzioni enterprise (Adobe Commerce, Salesforce, Magento) offrono integrazioni native con ecosistemi aziendali completi: Adobe Commerce si integra con Adobe Experience Cloud, Salesforce con tutto l’ecosistema Salesforce CRM/Marketing/Service, Magento con ERP open source e proprietari. Il valore non è nell’ampiezza dell’app marketplace, ma nella profondità delle connessioni dirette con sistemi mission-critical.

L’architettura headless e composable è ormai prerequisito,[14] perché permette di separare il backend (che contiene la logica di business, i dati, le decisioni AI) dal frontend (che può essere web, app mobile, voice, social, futuro AR/VR). Tutte le piattaforme moderne supportano headless, ma il livello di maturità varia: Shopify Plus ha introdotto headless robusto recentemente, BigCommerce lo ha nativo dalla fondazione, Magento/Adobe/Salesforce lo sfruttano da anni. Questa capacità è essenziale per presidiare i canali emergenti, dal commercio conversazionale con ChatGPT e Alexa al social commerce con TikTok, senza essere vincolati a template grafici precedenti.

Zero UI e backend cognitivo nel futuro del digital retail

Conclusioni: il backend diventa il frontend cognitivo, in un contesto in cui l’interfaccia tende a scomparire e il commercio diventa sempre più ambientale e conversazionale.

Il commercio evolve verso modelli agentici e conversazionali, dietro questa trasformazione c’è un cambio ancora più profondo: la Zero UI & Ambient Experience[15], dove gli acquisti avvengono in modo naturale e invisibile, con assistenti vocali che riordinano autonomamente, raccomandazioni che arrivano nel momento del bisogno e il commercio che si dissolve nell’ambiente circostante.

Dal negozio online al backend cognitivo

In questo nuovo scenario, la piattaforma ecommerce non è più semplicemente un “negozio online”: evolve in un backend cognitivo, che non si limita più a sostenere il frontend, ma ne assume direttamente il ruolo, orchestrando l’esperienza di acquisto su ogni canale e touchpoint. Il backend costruisce la narrativa dell’interazione attraverso dialoghi intelligenti adattati al contesto, al comportamento passato, o al device utilizzato. Traduce comandi naturali (“Alexa, mi servono scarpe da running”) in ricerche semantiche complesse che estraggono dai dati il miglior match basato su preferenze storiche, review, stock, logistica e budget.

Il frontend non è più il cuore dell’esperienza, ma solo un canale attraverso cui il backend cognitivo espone i propri servizi. Il valore non risiede in quanto sia bella l’interfaccia web, ma in quanto il backend sia capace di comprendere il bisogno, gestire dati da fonti diverse e decidere autonomamente il miglior prodotto, prezzo e canale di consegna.

Essere rilevanti nei nuovi touchpoint conversazionali

Nel 2025, la scelta della piattaforma non è più tattica, ma scelta infrastrutturale di lungo termine, decidere quale backend sarà capace domani di servire interazioni che oggi nemmeno possiamo immaginare, attraverso interfacce ancora inesistenti.

Questo è il vero valore che guiderà il futuro del digital retail: non essere soltanto visibili, ma essere rilevanti esattamente quando e dove conta; non puntare sull’estetica, ma sulla capacità di rispondere, con intelligenza, nei luoghi in cui nasce la domanda. Non un semplice negozio online, ma un backend capace di orchestrare conversazione, personalizzazione e decisione in tempo reale[16]. Chi oggi investe in API solide, architetture headless, composable e AI nativa sarà davvero pronto per il commercio conversazionale agentico, dove il backend non supporta più il frontend, ma lo sostituisce, diventando il nuovo volto del brand su ogni canale.

Note

[1] https://www.casaleggio.it/news/report-i-partner-delle-aziende-ecommerce-2025/

[2] https://www.europeanbusinessreview.com/decoding-the-zero-ui-trend-the-futureof-screenless-ecommerce/

[3] https://www.insidemarketing.it/casaleggio-associati-ecommerce-italia-2025/

[4] https://www.ecommercehub.it/report-ecommerce-italia-2025/

[5] https://elementor.com/blog/it/shopify-vs-woocommerce-quale-e-la-miglior-piattaforma-ecommerce-nel-year/

[6] https://www.shopify.com/it/blog/migliore-piattaforma-ecommerce

[7] https://www.mocartstudio.com/migliori-piattaforme-ecommerce/

[8] https://www.advancedlogic.eu/news/2316-confronto-tra-magento-open-source-e-adobe-commerce.html

[9] https://www.edesk.com/it/blog/shopify-plus-vs-bigcommerce-enterprise-comparison/

[10] https://www.conversios.io/it/blog/migliori-piattaforme-di-e-commerce-2025/

[11] https://www.b2x.it/it/soluzioni/technology-strategy

[12] https://ariannaecommerce.it/

[13] https://www.teamsystem.com/commerce/storeden/

[14] https://composable.com/headless-commerce-vs-composable-commerce

[15] https://www.europeanbusinessreview.com/decoding-the-zero-ui-trend-the-futureof-screenless-ecommerce/

[16] https://www.richclicks.it/digital-magazine/chatgpt-shopping-la-nuova-era-ai-per-le-commerce

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