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Se l’energia si fa digitale: cosa rivela il caso Lene su utilities, dati e competenze



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Un customer journey completamente digitale: il mercato delle utilities richiede oggi semplificazione nella gestione contrattuale e competenze tecniche di rilievo. Il caso di Lene di Enel permette di approfondire la situazione 

Pubblicato il 17 dic 2025


enel Point of View

lene

Nel mercato dell’energia la corsa non è più solo a chi offre la tariffa più conveniente, ma a chi riesce a trasformare un contratto di luce e gas in un’esperienza digitale positiva per utenti abituati a fare tutto dallo smartphone. Nel frattempo, dietro quelle interfacce, cresce la domanda di competenze tecniche e scientifiche che il sistema formativo fatica a soddisfare, soprattutto sul fronte femminile.

In mezzo a queste due linee di tensione – digitalizzazione delle utilities e carenza di profili STEM – si colloca Lene, la digital company di Enel dedicata alla vendita online di luce e gas. Non tanto come “caso scuola” da brochure, quanto come esempio concreto di come l’energia stia cambiando forma e di quanto questo cambiamento dipenda da chi quelle piattaforme le progetta e le gestisce.

Utilities, cosa dicono i dati

I numeri indicano un settore in piena trasformazione. Il mercato globale delle Smart Utilities ha raggiunto nel 2024 i 46 miliardi di dollari, con una crescita del 13,9% rispetto all’anno precedente. A trainare sono soprattutto gli smart metering – contatori intelligenti per la rilevazione dei consumi – e le piattaforme di gestione dei dati.

In Italia le utility investono in digitalizzazione più della media di altri comparti: circa il 2,9% del fatturato è destinato a tecnologie come Internet of Things, Intelligenza Artificiale e Data Analytics. Una percentuale che segnala come il digitale sia ormai considerato una leva strategica, non un accessorio.

Sul lato della domanda, però, il quadro è meno lineare. Il 74% delle sottoscrizioni avviene ormai online; il 79% dei consumatori sotto i 45 anni preferisce i canali digitali per interagire con i fornitori; il mobile genera il 57,3% del traffico, superando il desktop. Eppure, proprio il traffico complessivo dei siti è in calo di oltre il 12% nell’ultimo anno.

La cornice regolatoria: pochi click, molte informazioni

In questo scenario si innesta il ruolo di Arera, l’Autorità di regolazione. Negli ultimi anni il tasso di cambio fornitore (switch) è cresciuto, soprattutto nel gas, segnalando una maggiore propensione dei clienti a confrontare le offerte e cambiare operatori, spesso dopo ricerche online.

L’Autorità spinge perché i processi di subentro, voltura e switch siano sempre più digitali, ma insiste su alcuni paletti:

  • trasparenza delle condizioni economiche e contrattuali; 
  • chiarezza delle informazioni presenti nei flussi online; 
  • tutela nelle fasi di firma e identificazione, anche con strumenti elettronici. 

La sintesi è chiara: la sottoscrizione può avvenire in pochi click, ma non a scapito della comprensibilità. Un equilibrio non banale, soprattutto in un settore regolato e tecnicamente complesso.

Lene, il caso pratico: contratto in due minuti

Lene è nata come digital company interna a Enel e ha l’obiettivo di comprimere al massimo i tempi e la complessità percepita in fase di sottoscrizione.

Il percorso di attivazione è costruito come un funnel rapido:

  • dopo la scelta dell’offerta, un form unico raccoglie i dati necessari, riducendo il numero di passaggi visibili all’utente; 
  • in alternativa, il cliente può caricare una bolletta: il sistema ne legge le informazioni principali e precompila automaticamente i campi; 
  • al termine, il contratto è subito disponibile per il download e viene inviato in tempo reale via e-mail. 

La sezione di offerta personalizzata è pensata per ridurre ancora di più la distanza tra intenzione e firma: in pochi click, l’utente ottiene un modulo già impostato sulle principali voci, cui vanno aggiunti solo pochi elementi prima dell’attivazione.

Dal punto di vista del linguaggio e del design, l’esperienza è stata curata nei dettagli: niente acronimi, pochi tecnicismi, interfaccia essenziale, attenzione alla fruibilità da mobile. L’obiettivo dichiarato è eliminare, per quanto possibile, le “spigolosità” tipiche delle procedure di attivazione energetica.

Su questo impianto poggia Goffredo, assistente virtuale basato su intelligenza artificiale che dialoga con il cliente via chat e telefono, dalla scelta dell’offerta alla gestione post-vendita. In un contesto in cui la qualità del customer care resta un tema sensibile, la scommessa è che un sistema conversazionale possa ridurre le frizioni e alleggerire i call center. Resta aperto l’interrogativo su quanto gli utenti accetteranno di parlare con un software quando la questione è una bolletta contestata o una pratica in ritardo.

Il mismatch sulle competenze STEM

Lato front-end, quindi, l’energia cerca di avvicinarsi ai modelli del commercio elettronico. Lato back-end, però, emergono problemi che riguardano l’intero sistema Paese.

La trasformazione digitale e la transizione energetica richiedono figure in grado di lavorare con dati, algoritmi, infrastrutture IT e sistemi complessi: ingegneri, data scientist, sviluppatori, esperti di sicurezza e analisti di processo. Le discipline STEM – Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Matematica – sono il bacino naturale di queste competenze.

Ma il mercato del lavoro soffre di un marcato mismatch tra domanda delle aziende e offerta formativa. 

Per un settore come quello delle utilities, che sta ricostruendo i propri modelli su basi data-driven, questa carenza di profili STEM rischia di diventare un vincolo strutturale allo sviluppo.

Come funziona Lene

In questo quadro, il modo in cui è stato costruito il team di Lene offre un elemento di osservazione interessante. Il progetto è nato come iniziativa “greenfield”, con un gruppo multidisciplinare che mette insieme esperienze maturate in settori diversi – dalle telecomunicazioni al travel online, dal design al digital marketing – ma con una forte base tecnologica.

Il cuore dell’impostazione è di tipo MarTech (Marketing Technology):

utilizzo spinto di CRM per gestire il ciclo di vita del cliente;

automazione delle campagne e dei messaggi;

analytics per misurare comportamento e performance dei funnel;

attività strutturate su SEO e canali social.

Al di là delle etichette, è un’impostazione che richiede un intreccio costante tra competenze di marketing e competenze tecniche. Qui entrano in gioco i numeri interni:

  • il 38% del team è composto da donne
  • l’85% di loro proviene da percorsi STEM

Considerando che nei corsi universitari STEM, in Italia, circa il 58% degli iscritti è uomo, si tratta di numeri molto interessanti. Il dato non è solo statistico: rimanda a un tema culturale che parte spesso dalle famiglie, dove stereotipi radicati continuano a orientare le ragazze verso percorsi percepiti come più “affini” o “sicuri”, lontani dalla matematica o dall’ingegneria.

Le percentuali di Lene, in un contesto ancora sbilanciato a favore degli uomini nelle carriere tecnico-scientifiche, segnalano un tentativo di costruire un progetto digitale mettendo al centro profili scientifici e tecnologici, senza considerarli una nicchia.

Agire a monte: scuole, borse di studio, role model

La presenza di donne STEM in ambiti di lavoro innovativi come quello di Lene non è casuale. Da alcuni anni, Enel ha avviato iniziative pensate per intervenire “a monte”, sul fronte dell’orientamento scolastico e universitario.

Il programma Back to School, attivo dal 2021, porta nelle scuole superiori colleghe con laurea STEM a raccontare i propri percorsi come role model. Gli incontri sono affiancati da momenti di career counseling, giornate di shadowing in azienda e challenge che prevedono borse di studio per l’iscrizione a corsi universitari tecnico-scientifici.

In quattro anni sono stati coinvolti oltre 9.300 studenti e studentesse, circa la metà ragazze. I partecipanti sono decuplicati: da circa 500 nella prima edizione a quasi 5.000 nell’ultima. Dal 2021 sono state assegnate 9 borse di studio a studentesse meritevoli; entro il 2025 ne sono previste altre 10, da 1.000 euro ciascuna.

Parallelamente, l’azienda è tra i sostenitori di Women in STEM 2025, iniziativa promossa da Assolombarda, STEAMiamoci, Fondazione Bracco e Space Work. Il progetto ha assegnato 13 borse di studio da 3.000 euro a giovani donne iscritte al primo anno di laurea magistrale in ambiti scientifici e tecnologici, abbinate a un percorso di mentoring con ricercatrici e professioniste.

Articolo realizzato in partnership con Enel

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