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PA e intelligenza artificiale: l’Italia accelera su efficienza e cooperazione europea



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L’uso dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione segna una svolta nella gestione dei dati pubblici, migliorando efficienza, interoperabilità e qualità dei servizi attraverso nuove norme e infrastrutture digitali condivise

Pubblicato il 9 ott 2025



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La digitalizzazione della macchina pubblica italiana sta attraversando una fase di trasformazione profonda, in cui la normativa sull’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione si intreccia con obiettivi di efficienza, trasparenza e cooperazione europea. Nel suo intervento al convegno Ital_IA: tra dati pubblici e algoritmi, il Viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo ha delineato le direttrici di un percorso che lega innovazione normativa, infrastrutture digitali e integrazione dei dati tra amministrazioni nazionali ed europee.

L’intelligenza artificiale come leva dell’efficienza pubblica

La riforma in atto poggia su un quadro legislativo preciso. Con la Legge n. 132 del 23 settembre 2025, che entrerà in vigore il 10 ottobre 2025, l’Italia introduce una disciplina organica per l’uso dell’intelligenza artificiale nella gestione amministrativa, in attuazione del AI Act europeo del 2024. Secondo quanto ricordato da Leo, l’articolo 14 di questa legge «centra l’attenzione su tre aspetti: incrementare l’efficienza delle amministrazioni, ridurre i tempi di definizione dei procedimenti e aumentare la qualità e la quantità dei servizi offerti ai cittadini».

Il principio cardine della nuova normativa è quello della prevalenza dell’uomo sulla macchina. L’intelligenza artificiale viene concepita come strumento di supporto e non di sostituzione dell’azione umana, ponendo le basi per una pubblica amministrazione che utilizza algoritmi e analisi predittive per orientare le proprie decisioni, senza rinunciare al controllo umano. «L’intelligenza artificiale sarà a supporto dell’attività, che sarà sempre affidata alle persone», ha sottolineato Leo, evidenziando una visione equilibrata dell’innovazione tecnologica all’interno dello Stato.

Questa impostazione normativa riflette un’esigenza di efficienza intelligente, capace di superare la logica dei controlli casuali e a tappeto, orientando le verifiche e i procedimenti amministrativi attraverso sistemi predittivi basati su grandi quantità di dati. La tecnologia, dunque, non sostituisce la competenza, ma la potenzia, permettendo alle strutture pubbliche di allocare meglio le risorse e di agire in modo più mirato.

Dal dato al servizio: la piattaforma “once” e la gestione intelligente delle informazioni

Un altro pilastro del rinnovamento digitale è la realizzazione della piattaforma digitale nazionale “once”, un’infrastruttura che concretizza un principio semplice ma rivoluzionario: il cittadino fornisce un’informazione una sola volta. Una volta immagazzinato, il dato potrà essere condiviso tra le diverse amministrazioni senza ulteriori richieste o duplicazioni. Come ha ricordato Leo, l’obiettivo è «che il dato, se viene una volta immagazzinato da una banca dati, non dovrà poi formare oggetto di ulteriori richieste da parte delle diverse amministrazioni».

Questo modello di interoperabilità tra banche dati pubbliche rappresenta un passo avanti cruciale verso una pubblica amministrazione integrata e predittiva, in grado di sfruttare l’intelligenza artificiale per offrire servizi più veloci, personalizzati e coerenti con le esigenze dei cittadini. Il lavoro congiunto tra Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), Sogei e altre strutture del Ministero dell’Economia punta proprio a rendere operativa questa infrastruttura, fondata sull’utilizzo sicuro e coordinato dei dati pubblici.

PNRR e innovazione: l’investimento strutturale sulla digitalizzazione

La trasformazione digitale della pubblica amministrazione si inserisce all’interno di un quadro di investimento strutturale sostenuto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Leo ha ricordato che la Missione 1 del PNRR prevede uno stanziamento di 40 miliardi di euro, destinati a interventi su digitalizzazione, innovazione e sicurezza dei dati. Si tratta di risorse che mirano non solo all’ammodernamento tecnologico, ma anche al rafforzamento della capacità amministrativa dello Stato, favorendo la riduzione dei tempi burocratici e la trasparenza dei processi.

In questo quadro, l’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione si configura come una leva per la compliance automatizzata e la prevenzione intelligente dell’evasione fiscale, ambiti in cui la disponibilità di grandi moli di dati e l’uso di algoritmi di analisi predittiva consentono di intervenire in modo mirato, prevenendo gli errori e riducendo i margini di inefficienza. Il fisco digitale, dunque, diventa parte integrante del processo di modernizzazione dello Stato, non solo come strumento di controllo ma come infrastruttura al servizio della semplificazione.

Verso una dogana europea digitale: nuovi assetti e governance dei dati

Un altro elemento centrale del discorso del Viceministro riguarda l’evoluzione della governance doganale europea. Il Codice Doganale Unitario, introdotto nel 2016, sarà oggetto di una revisione profonda per migliorare il coordinamento tra le autorità nazionali. Dopo le osservazioni della Corte dei Conti Europea nel 2021, la Commissione ha affidato a un gruppo di dodici esperti il compito di elaborare proposte per il potenziamento dell’analisi dei rischi e dei controlli doganali.

Da queste proposte è nata l’idea di una nuova Autorità Doganale Europea, che avrà il compito di coordinare le diverse autorità nazionali, e del Centro Doganale Digitale dell’Unione Europea, un data hub destinato a raccogliere e integrare informazioni provenienti da tutti gli Stati membri. «Avremo un’autorità doganale comunitaria che coordinerà le diverse autorità nazionali, e un data hub fondamentale per acquisire tutti i dati e le informazioni», ha spiegato Leo.

Questo nuovo modello di cooperazione sovranazionale si fonda sull’idea di un’infrastruttura dati condivisa, in grado di migliorare la capacità di analisi dei flussi commerciali, contrastare le frodi e rendere più fluida la cooperazione tra amministrazioni. L’intelligenza artificiale, in questo contesto, fungerà da motore di analisi e correlazione, permettendo controlli più precisi e meno invasivi per gli operatori economici.

Sinergia tra amministrazioni e tecnologia: la via italiana alla modernizzazione

Secondo Leo, il percorso di innovazione avviato in Italia dimostra come la digitalizzazione non sia più un obiettivo di lungo periodo, ma una condizione strutturale per l’efficienza amministrativa. Le sinergie tra ADM, Sogei, Agenzia delle Entrate e MEF delineano un ecosistema pubblico fondato sulla collaborazione e sull’uso coordinato dei dati. L’adozione dell’intelligenza artificiale consente di sviluppare strumenti per la prevenzione del rischio fiscale, la semplificazione delle procedure e la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico.

L’impegno, ha sottolineato Leo, è quello di rendere l’amministrazione italiana «fra le avanguardie rispetto agli altri contesti europei», grazie al contributo delle strutture tecniche e operative che stanno traducendo la strategia digitale in applicazioni concrete.

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