Il Decreto Omnibus rappresenta una svolta nella strategia italiana di contrasto ai flussi finanziari illeciti.
Approvato con il Decreto-Legge 95 del 30 giugno 2025, il provvedimento modifica in profondità il sistema di prevenzione e vigilanza, allineando l’ordinamento nazionale agli standard del GAFI e alle direttive europee.
L’intervento tocca aspetti cruciali: dal ruolo del Comitato di Sicurezza Finanziaria alla regolamentazione delle criptoattività, fino alla vigilanza sugli enti del Terzo Settore.
Il legislatore interviene in modo significativo sul quadro italiano dell’antiriciclaggio e contrasto al finanziamento del terrorismo, rafforzando l’allineamento con gli standard internazionali del GAFI e con le direttive operative del Comitato di Sicurezza Finanziaria (CSF).
Indice degli argomenti
Il quadro normativo modificato dal decreto
L’articolo 11 del decreto, dedicato alle “Misure urgenti in materia di antiriciclaggio”, segna un passo di rilievo nella modernizzazione del sistema, incidendo direttamente sui due pilastri normativi di riferimento:
- il D.Lgs. 109/2007, relativo al congelamento dei fondi e delle risorse economiche;
- il D.Lgs. 231/2007, che disciplina la prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo.
L’obiettivo del legislatore è duplice: da un lato recepire le nuove raccomandazioni internazionali, dall’altro rispondere alle sfide emergenti – dalle criptoattività alla cooperazione transfrontaliera, fino alla prevenzione della proliferazione di armi di distruzione di massa.
Il nuovo ruolo del Comitato di Sicurezza Finanziaria
Una delle novità più rilevanti riguarda il rafforzamento del ruolo del Comitato di Sicurezza Finanziaria (CSF), che diventa il “punto di contatto centrale” per le richieste di cooperazione internazionale relative a potenziali abusi degli enti del Terzo Settore (organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, fondazioni e cooperative sociali iscritte al RUNTS).
Il CSF viene inoltre incaricato di:
- promuovere attività di sensibilizzazione e formazione sui rischi di abuso a fini di finanziamento del terrorismo;
- diffondere buone pratiche in materia di tracciabilità e trasparenza gestionale;
- assicurare la tempestiva condivisione delle informazioni e l’attuazione delle misure di congelamento, in linea con le risoluzioni ONU.
Tali innovazioni si collocano nel solco dell’aggiornamento 2023 della Raccomandazione n. 8 del GAFI, che rafforza il principio di cooperazione internazionale e la necessità di un approccio proporzionato ma rigoroso nei confronti degli enti non profit.
L’ampliamento dell’ambito applicativo e la valutazione del rischio
Sul fronte del D.Lgs. 231/2007, il Decreto Omnibus introduce un ampliamento sostanziale dell’ambito applicativo: oltre al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo, viene ora incluso anche il finanziamento della proliferazione di armi di distruzione di massa, con una definizione giuridica espressamente coordinata con il D.Lgs. 109/2007.
Il CSF dovrà inoltre elaborare una valutazione triennale del rischio nazionale, condivisa con i soggetti obbligati e con gli organismi di autoregolamentazione. Tale analisi dovrà dedicare una sezione specifica al Terzo Settore, individuando vulnerabilità e misure di mitigazione adeguate.
Paesi ad alto rischio e adeguata verifica rafforzata
Viene anche aggiornata la definizione di “Paesi terzi ad alto rischio”, ora conforme al Regolamento UE 1624/2024, includendo non solo gli Stati con carenze strategiche ma anche quelli designati dalla Commissione europea o dal MEF.
Questo aggiornamento incide direttamente sulle procedure di adeguata verifica rafforzata da parte di operatori finanziari, professionisti e soggetti obbligati.
La regolamentazione delle criptoattività
Il Decreto Omnibus dedica una specifica attenzione alle criptoattività, prevedendo l’istituzione di un “punto di contatto centrale” per i fornitori di servizi di cripto-asset (VASP), in linea con il Regolamento UE 1113/2023 (MiCA).
L’obiettivo è rafforzare la cooperazione e la vigilanza transfrontaliera sulle operazioni in cripto-asset, migliorando il monitoraggio delle transazioni e la trasparenza dei flussi.
È inoltre stabilita una proroga dei termini di adeguamento autorizzativo per i VASP operanti in Italia: la nuova scadenza è fissata al 30 dicembre 2025 (in precedenza 30 giugno 2025).
Le criticità del nuovo impianto normativo
Pur rappresentando un passo avanti nel rafforzamento del sistema italiano, il Decreto Omnibus lascia emergere alcune criticità interpretative e operative.
In particolare:
- la mancata revisione complessiva del D.Lgs. 231/2007 rischia di generare disallineamenti sistematici e incertezze applicative;
- il provvedimento si inserisce in un contesto europeo in rapida evoluzione, con l’imminente attuazione del pacchetto AML dell’UE, che potrebbe rendere alcune misure nazionali transitorie o superate;
- l’efficacia del nuovo sistema di cooperazione internazionale dipenderà dalla capacità del CSF di gestire flussi informativi tempestivi e di qualità, evitando duplicazioni e frammentazioni operative.
Prospettive e necessità di coordinamento
Il Decreto Omnibus rappresenta un significativo passo avanti nella lotta al riciclaggio, ma evidenzia anche le sfide nel coordinamento tra normativa nazionale e le rapide evoluzioni europee e internazionali. Le nuove funzioni del CSF, l’attenzione al terzo settore e l’ampliamento dell’ambito al finanziamento della proliferazione di armi impongono una revisione approfondita dei presidi di controllo da parte di istituzioni, enti no profit e operatori finanziari.
Il legislatore italiano ha scelto di anticipare parzialmente l’adeguamento al nuovo quadro europeo, ma la vera sfida sarà garantire nel medio periodo coerenza, stabilità e chiarezza normativa.
Un approccio coordinato tra autorità, enti regolamentati e professionisti sarà la chiave per trasformare l’evoluzione normativa in un sistema realmente efficace di tutela della sicurezza finanziaria e reputazionale del Paese.










