Come ogni fine anno, insieme ad AICA ed Anitec-Assinform abbiamo presentato la nuova edizione dell’Osservatorio delle Competenze Digitali, che ci restituisce uno sguardo nitido su come sta cambiando il mondo del lavoro nel digitale in Italia: quali competenze emergono, quali restano indietro e come si trasforma il mercato del lavoro.
È un tema che ho sempre sentito particolarmente vicino, perché rappresenta in modo chiaro il “fattore umano” del nostro settore; e quest’anno lo è ancora di più, perché si inserisce pienamente nelle priorità indicate da Assintel nella sua Agenda Digitale, il documento programmatico che traccia la visione per il futuro del digitale in Italia. In gioco non c’è solo il business delle imprese, ma anche il disegno di un futuro soddisfacente per le nuove generazioni.
Le competenze digitali sono il vero motore della trasformazione che stiamo vivendo, ma in Italia c’è un gap persistente, che si traduce in una mancanza di lavoratori skillati e in una penalizzazione in modo particolare per le micro, piccole e medie imprese. Vediamo come.
Indice degli argomenti
Competenze digitali e mercato del lavoro ICT: i dati dell’Osservatorio
I numeri del problema. I dati parlano chiaro. La domanda di competenze ICT in Italia è molto elevata ma l’offerta fatica a reggere: a fronte di circa 136.000 annunci pubblicati su LinkedIn in un anno, solo 73.000 nuovi professionisti entrano nel mercato, con un rapporto di quasi un nuovo professionista ogni due annunci pubblicati. Questa dinamica consolida il ritardo del Paese rispetto all’Europa: per portare la quota di occupati ICT italiana alla media europea servirebbero immediatamente 236.000 professionisti tech in più.
La domanda di profili ICT rimane trasversale a tutti i settori e ha mutato forma. Tra gennaio 2024 e settembre 2025 sono stati pubblicati oltre 222.000 annunci per professioni ICT su LinkedIn.
Tra i ruoli più richiesti rimangono le figure di sviluppo: sono circa 14.000 gli annunci per Sviluppatore Software nel periodo considerato, a cui seguono posizioni come IT Project Manager e Software Engineer (entrambe intorno ai 9.000 annunci). Cresce con forza la richiesta di competenze connesse all’adozione dell’intelligenza artificiale generativa: la skill Prompt Engineering è tra quelle con la crescita più rapida (+112% nel periodo considerato). Parallelamente aumenta la domanda di professionisti della sicurezza informatica: gli annunci per Cybersecurity Engineer registrano un incremento del 70%.
Il ritardo dell’Italia e il gap di competenze digitali
Accanto alla domanda di competenze di frontiera permane un grave deficit nelle competenze di base: il monitoraggio AICA su un campione ampio evidenzia che solo il 30% degli intervistati raggiunge livelli sufficienti nelle competenze informatiche di base e appena il 17% nell’uso della suite Office. Questo conferma come le competenze digitali fondamentali non siano ancora patrimonio diffuso nel Paese.
L’offerta formativa è aumentata, ma non abbastanza. I corsi di laurea orientati all’ICT sono passati da 670 nell’a.a. 2015/16 a 850 nell’a.a. 2024/25; tuttavia la crescita dell’offerta resta lenta rispetto alla domanda. Il contributo degli atenei è significativo: i poli come Milano e Torino inseriscono ogni anno oltre 5.000 nuovi professionisti nel mercato, mentre gli atenei telematici oggi rappresentano il 9% dei laureati ICT del Paese.
Scuola, orientamento e riforma del sistema educativo
La carenza di competenze nasce fin dalla scuola. È necessaria una riforma che introduca il digitale come competenza strutturale sin dalla primaria e che mostri pragmaticamente ai giovani studenti le sue reali applicazioni nei vari settori produttivi. Se non guidiamo ragazze e ragazzi verso le professioni digitali fin dai primi anni scolastici, i corsi potranno anche aumentare ma le risorse umane continueranno a mancare.
Occorre superare stereotipi culturali e di genere che limitano l’ingresso femminile nelle discipline STEM; oggi le laureate nei corsi ICT sono il 23%, quota stabile ma ancora insufficiente. Come proponiamo nel programma di Agenda Digitale 2025, c’è anche bisogno di una rete nazionale di Life Design Center STEM, capace di orientare studenti e lavoratori lungo tutto il percorso formativo e professionale.
Accanto alle scuole vanno inoltre rafforzati alternanza, summer camp e sportelli territoriali per le competenze digitali, insieme a comitati permanenti scuole–imprese e a un Osservatorio Permanente sulla Formazione Digitale che guidi politiche e interventi nazionali.
Gli ITS Academy tra crescita e limiti strutturali
Accanto all’offerta universitaria, negli ultimi anni si è ampliata con forza anche quella degli ITS Academy. Nel 2023, secondo i dati INDIRE più recenti, i percorsi dedicati alle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione sono aumentati del 40%, fino a rendere l’area ICT la seconda più rappresentata dopo “Nuove Tecnologie per il Made in Italy”. Una crescita che si riflette anche nella domanda: le richieste di iscrizione sono salite del 58% in un solo anno, mentre le iscrizioni effettive hanno segnato un +37%.
Resta tuttavia evidente un limite: il numero dei diplomati ITS rimane ancora contenuto e, di conseguenza, il contributo di questi percorsi alla domanda di competenze delle imprese continua a essere quantitativamente ridotto rispetto alla vastità del fabbisogno.
Proposte dell’Osservatorio per rafforzare le competenze digitali in Italia
Come Assintel, AICA e Anitec-Assinform proponiamo un piano d’azione operativo su più fronti per colmare il divario e sostenere la trasformazione digitale del Paese.
Rafforzare il sistema formativo per la transizione digitale
Rafforzare il sistema formativo per la transizione digitale. Ampliare e rinnovare l’offerta universitaria e degli ITS in ambito ICT, promuovendo la co-progettazione con le imprese e l’internazionalizzazione dei percorsi. Definire standard condivisi per le competenze digitali, valorizzare le certificazioni informatiche e istituire un Osservatorio Permanente sulla Formazione Digitale per monitorare qualità e indirizzi formativi.
Accesso equo e inclusivo alle competenze
Promuovere un accesso equo e inclusivo alle competenze digitali. Introdurre il digitale come competenza di base sin dalla scuola primaria, potenziando infrastrutture e laboratori per garantire pari accesso alla formazione. Promuovere iniziative di orientamento per superare gli stereotipi di genere e ampliare la partecipazione alle carriere tecnologiche, assicurando al contempo trasparenza nelle offerte di lavoro legate all’Intelligenza Artificiale.
Un ecosistema integrato tra formazione, ricerca e imprese
Creare un ecosistema integrato tra formazione, ricerca e imprese. Rafforzare la collaborazione tra scuole, università e aziende attraverso comitati permanenti e percorsi co-progettati. Sostenere partenariati accademia–industria e progetti di ricerca congiunti in ambito ICT, promuovendo metodologie formative basate su contesti reali di impresa e la creazione di una rete nazionale di Life Design Center per l’orientamento e la riqualificazione digitale.
Valorizzare e riqualificare la forza lavoro digitale
Valorizzare e riqualificare la forza lavoro digitale. Destinare risorse dedicate alla formazione continua e all’aggiornamento delle competenze digitali in tutti i settori, favorendo agevolazioni e strumenti di sostegno per le imprese. Promuovere corsi brevi e modulari in collaborazione con università e centri di formazione e introdurre un dizionario nazionale delle competenze ICT per orientare politiche e percorsi professionali.
Il futuro digitale dell’Italia passa dalla capacità di formare, attrarre e valorizzare il capitale umano. Le PMI sono il cuore del nostro sistema produttivo: non possiamo permettere che rimangano indietro. Serve una strategia coerente, coordinata e soprattutto immediatamente operativa per colmare il gap e trasformare la domanda di competenze in opportunità di crescita stabile.











