algoritmo e potere

TikTok nelle mani di Trump: chi controlla l’informazione ora



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L’accordo che ha trasferito TikTok a un gruppo di investitori statunitensi segna un cambio di rotta per il controllo dell’algoritmo. La piattaforma diventa sempre più strategica nel panorama politico e mediatico

Pubblicato il 1 ott 2025

Antonino Mallamaci

avvocato, Co.re.com. Calabria



tiktok

“Questo accordo garantisce che l’entità americana e gli investitori americani avranno effettivamente il controllo dell’algoritmo. Non vogliamo che questo venga utilizzato come strumento di propaganda da nessun governo straniero”. Così si è espresso J. D. Vance, Vicepresidente degli Stati Uniti, dopo la firma del presidente Trump, seguita a cinque proroghe e lunghe trattative, in calce all’ordine esecutivo che trasferisce la proprietà delle attività statunitensi di TikTok dalla cinese ByteDance a un gruppo di investitori americani, tra cui il cofondatore di Oracle Larry Ellison.

Suo figlio David, attraverso la Paramount Skydance Corporation, è proprietario della CBS, che ha recentemente sospeso, per poi riabilitare, il Late Show quasi certamente per le critiche del suo conduttore a Trump.

Il valore economico e le implicazioni della cessione

TikTok è stata valutata 14 miliardi di dollari, mentre ByteDance era a 330 ad agosto. L’intesa ha comportato il rinvio al 20 gennaio dell’applicazione della legge, varata sotto l’amministrazione Biden, che prevedeva la vendita obbligata delle attività statunitensi di TikTok pena il bando dell’app.

Così Trump e la sua amministrazione, sul piano politico, si tengono stretti i 170 milioni di utenti americani della piattaforma, esplicitamente considerata decisiva per il consenso elettorale di The Donald.

La gestione dei dati tra Stati Uniti e Cina

Per quanto riguarda i dati, non è chiaro se ByteDance rimarrà in qualche modo responsabile della loro gestione. Con l’implementazione del cosiddetto Progetto Texas, è stato separato l’accesso agli stessi dei dipendenti statunitensi e cinesi. Ma una piattaforma globale come TikTok richiede inevitabilmente che diversi dipartimenti e sedi geografiche accedano ai dati l’uno dall’altro, rendendo improbabile una separazione netta. Altro discorso vale per il controllo dei contenuti che gli utenti americani visualizzeranno.

Vance ha chiarito che nessun paese straniero lo potrà esercitare e che le modifiche all’algoritmo di raccomandazione saranno in mani americane, cioè in quelle degli amici suoi e di Trump.

Il potere dell’algoritmo ForYou e le ambizioni di Trump

TikTok è stato uno dei primi social network in cui l’algoritmo (ForYou) dei contenuti determina in modo schiacciante l’esperienza di un utente, a differenza di altre piattaforme che danno priorità alle connessioni personali e agli interessi che essi stessi dichiarano. Ciò significa che gli utenti hanno meno controllo su ciò che vedono sulla loro pagina. Trump è stato più esplicito, come sempre: “Se potessi, renderei l’algoritmo al 100% correlato a MAGA (Make America Great Again)”. Poi ha aggiunto: “Ma purtroppo non funzionerà in questo modo. Tutti saranno trattati equamente”. C’è da credergli?

Le preoccupazioni sul controllo dei contenuti

I fatti dimostrano che il tycoon si sta facendo pochissimi scrupoli nell’usare il suo potere in maniera spregiudicata, anche quando si tratta di persegui(ta)re i suoi avversari. O, meglio, i suoi nemici. E infatti le preoccupazioni, tra chi si oppone alla deriva autocratica negli USA, sono tante anche in questo campo. Quel che è certo è che l’algoritmo ForYou, unanimemente indicato dagli esperti come il più efficace nel tenere gli utenti incollati agli schermi, sarà nelle mani di Oracle e del suo proprietario sodale di Trump, con ByteDance che dovrebbe essere tagliata fuori.

Ma anche la valutazione della nuova società a 14 miliardi di dollari, quando pochi mesi fa Bloomberg la stimava a 30 – 40, potrebbe significare che il vero affare stia proprio nel controllo dell’algoritmo e quindi dei contenuti propinati agli utilizzatori.

I numeri che spiegano l’importanza di TikTok

L’importanza di TikTok può essere facilmente desunta da alcuni dati. Oltre 116 milioni di americani usano TikTok ogni mese, soprattutto giovani tra i 18 e i 25 anni. Questi ultimi, a giugno hanno scrollato o pubblicato video su TikTok per un’ora al giorno. Gli adolescenti adorano letteralmente l’app nativa cinese: il tempo trascorso su Instagram e YouTube messi insieme è inferiore rispetto a quello passato su TikTok, tanto che Trump ha esaltato il suo ruolo negli ottimi risultati da lui ottenuti tra i giovani alle elezioni del 2024.

La redditività e la concorrenza nel mercato social

La popolarità del social è redditizia per i ricavi americani soprattutto da pubblicità e e-commerce stimati in circa 20 miliardi quest’anno. Sia pure con la mannaia della legge voluta da Joe Biden, è stata una delle app più scaricate in America anche nel 2025.

Qualche timore (per TikTok, non certo per i suoi imberbi estimatori) deriva dalle campagne per un utilizzo meno massiccio degli smartphone da parte dei giovanissimi, ma anche dalla corsa emulativa di YouTube e Instagram nel campo dei video brevi. Sui contenuti visualizzati l’analisi è più complicata, considerata la reticenza di tutti i social media al riguardo.

Ma a maggio scorso il ricercatore Benjamin Steel e i suoi coautori hanno condiviso con The Economist un campione di post pubblicati in un giorno casuale, esattamente il 10 aprile 2024. I risultati hanno confermato, a quella data, la reputazione dell’app per frivolezza ed estetica.

Il rischio della perdita dei dati nell’algoritmo

TikTok assegna etichette di categoria ai video. Dopo aver rimosso i video senza etichette (circa il 30% del campione), il 23% era correlato a intrattenimento e cultura pop; il 13% a bellezza e moda; il 42% a “scatti casuali”. Come si vede, non esiste un’etichetta per politica o argomenti simili. Quel che è certo, come abbiamo già scritto, è che gli utenti vedono i contenuti determinati dall’algoritmo di raccomandazione. Questo potrebbe essere il motivo principale dell’interesse di Trump.

Esiste tuttavia la possibilità che i dati non vengano ereditati dalla nuova società, cosicché l’algoritmo dovrà ripartire e re – imparare. Ciò potrebbe comportare disaffezione tra gli utenti, e il supposto disegno di Trump sarebbe, anche se in parte, vanificato.

TikTok diventa fonte di notizie per gli americani

Sui contenuti, e sull’utilizzo che gli utenti fanno di TikTok, vi è tuttavia da registrare un cambiamento rispetto al quadro tracciato in precedenza.

Secondo un’analisi del Pew Research Center pubblicata di recente, un americano su cinque afferma di informarsi regolarmente su TikTok, con un netto aumento rispetto al 3% del 2020. “In questo arco di tempo, nessuna piattaforma di social media da noi studiata ha registrato una crescita più rapida nel consumo di notizie”, hanno osservato i ricercatori del Pew. I risultati del Pew Research Center sono importanti per i media e i giornalisti indipendenti che puntano sui video verticali.

La crescente diffusione di TikTok come fonte di notizie non si limita ai giovani. Anche gli anziani si rivolgono a TikTok con maggiore frequenza. Secondo il sondaggio di Pew, il 43% degli adulti sotto i 30 anni ha dichiarato di ricevere regolarmente notizie su TikTok, in aumento rispetto al 9% di cinque anni fa, mentre un quarto degli adulti tra i 30 e i 49 anni riceve regolarmente notizie, rispetto a solo il 2% nel 2020.

TikTok come strumento di controllo dell’informazione

Concentrandosi solo sugli utenti adulti di TikTok, i ricercatori hanno scoperto che una percentuale maggiore di utenti della piattaforma si rivolge regolarmente alla piattaforma per le notizie. TikTok è ora alla pari con diversi altri social media, tra cui X (ex Twitter), Facebook e Truth, la piattaforma di Trump), nella quota di utenti adulti che si informano regolarmente. Questa analisi si basa su un sondaggio condotto su 5.153 adulti statunitensi tra il 18 e il 24 agosto 2025. Tali novità su cosa gli aficionados di TikTok vanno a cercare sulla piattaforma, e che quindi il micidiale “ForYou” propone loro incessantemente, rendono la sua “americanizzazione” molto più confacente al progetto del capo MAGA. Il controllo dell’informazione nel suo complesso, da parte del Governo degli Stati Uniti, si potrebbe arricchire con un nuovo tassello di primaria importanza.

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