Esperto risponde

Lavoro autonomo e dipendente: ecco le differenze fiscali

Due modalità completamente differenti di lavoro, cui si aggiungono le collaborazioni: tutte le informazioni per valutare, dal punto di vista fiscale, le regole previste dalle leggi per ogni categoria

Pubblicato il 19 Gen 2021

Salvatore De Benedictis

dottore commercialista

lavoro agile

DOMANDA

Non mi sono mai approcciata prima alla partita IVA quindi non conosco la materia. Posso avere un vostro parere?

Barbara Toni

RISPOSTA

Il lavoro dipendente e il lavoro autonomo sono due modalità completamente differenti di svolgimento dell’attività lavorativa.

Il lavoro dipendente

Gli indici più utilizzati per la qualificazione del lavoro dipendente sono:

  • L’assoggettamento del lavoratore ai poteri direttivi, di controllo e disciplinare esercitati dal datore di lavoro;
  • l’inserimento del lavoratore nella organizzazione produttiva aziendale;
  • lo svolgimento della prestazione attraverso l’utilizzo di strumenti messi a disposizione del datore di lavoro;
  • il diritto del lavoratore ad essere retribuito periodicamente a prescindere dal risultato economico ottenuto dal datore di lavoro in forza della sua prestazione;
  • l’osservanza di un orario di lavoro  la necessità di concordare con il datore di lavoro i periodi per il godimento delle ferie.

Il lavoro autonomo

La caratteristica del lavoro autonomo si può ricavare come antitesi rispetto al lavoro dipendente e, più in generale, si incentra sul rispetto delle obbligazioni assunte contrattualmente nei tempi e modi ivi concordati, concordati, nell’ambito dei quali il lavoratore agisce con modalità, mezzi, organizzazione e rischio a suo esclusivo carico.

Detto questo (ovviamente per grandi linee), l’inquadramento come dipendente non pone a carico di quest’ultimo alcun adempimento  tributario e contributivo, che viene assunto normativamente dal datore di lavoro, mentre l’attività di lavoro autonomo comporta l’assoggettamento del lavoratore agli obblighi tributari e contributivi previsti in relazione all’attività svolta. L’apertura della partita IVA è uno di questi obblighi qualora l’attività sia svolta con caratteristiche di  abitualità, anche se in via non esclusiva.

La collaborazione coordinata e continuativa

Per completezza d’argomento aggiungo che esiste anche un’altra tipologia contrattuale di lavoro, la c.d. collaborazione coordinata e continuativa senza vincolo di subordinazione, definita spesso co.co.co. o lavoro parasubodinato. Essa rappresenta una forma che sta a metà strada tra il lavoro dipendente e quello autonomo, ed è caratterizzata dalla autonomia del lavoratore, dalla natura essenzialmente personale del lavoro, generalmente di contenuto artistico-professionale, dal coordinamento dell’attività col preponente. Ai fini previdenziali il rapporto è assimilato a quello di lavoro dipendente. Questa forma contrattuale, proprio per la sua caratteristica della mancanza di una precisa linea di demarcazione rispetto le prime due forme contrattuali sopra indicate, si presta ad abusi o equivoci interpretativi che potrebbero far riqualificare il rapporto verso il lavoro dipendente.

Ovviamente quelle sopra espresse sono considerazioni molto generiche e il caso specifico va affrontato con l’assistenza di un professionista che possa suggerirle il corretto inquadramento anche alla luce delle caratteristiche del rapporto che vorrebbe  instaurare. In ogni caso l’approccio corretto non è quello della “convenienza” ma quello della effettività.

Per porre domande a Salvatore De Benedictis sul tema “Fatturazione Elettronica e Conservazione Digitale” è possibile scrivere a: esperto@agendadigitale.eu

Potranno essere presi in esame solo i quesiti sottoscritti con cognome e nome

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