Il cloud storage permette alle aziende di beneficiare di flessibilità e scalabilità, con alte tutele per i propri dati: tuttavia, in fase di sottoscrizione del contratto per questo servizio, è importante non perdere di vista le spese, adottando una corretta strategia di cloud cost management.
Infatti, con l’aumento dell’adozione dei servizi cloud, la gestione dei costi si rivela cruciale per ottenere il massimo ritorno sugli investimenti tecnologici. Senza una strategia chiara, le organizzazioni rischiano di incorrere in spese impreviste che possono rapidamente far passare in secondo piano i benefici economici derivanti dall’uso del cloud. Ecco i consigli per gestire al meglio la situazione.
Cloud cost management, a quali voci di spesa fare attenzione
I contratti di cloud storage possono includere costi che, a prima vista, possono non essere notati. Questo perché ricadono in clausole e dettagli che talvolta non sono immediatamente evidenti all’utente. Ad esempio, i costi di trasferimento dei dati, sia in entrata che in uscita, possono aumentare rapidamente se non monitorati con la giusta attenzione. Inoltre, le tariffe per l’utilizzo delle risorse possono variare in base al tipo di storage utilizzato e non tutte le opzioni potrebbero essere chiaramente definite nel contratto iniziale. Anche i costi per funzionalità aggiuntive, come il backup automatico, la sicurezza avanzata o il supporto tecnico, possono essere presentati come opzioni separate che aumentano il costo complessivo. Infine, le politiche di scalabilità possono comportare costi aggiuntivi, poiché potrebbero prevedere tariffe più alte per l’aumento delle risorse oltre una certa soglia. Questi elementi, se non ben compresi, possono portare a spese impreviste e bollette più elevate del previsto. Bisogna quindi fare attenzione ad alcuni elementi, tra cui:
- tariffe di archiviazione: è importante comprendere le tariffe per gigabyte e se ci sono differenze di costo tra diversi tipi di storage;
- costi di trasferimento dati: verificare i costi per il trasferimento di dati dentro e fuori dal cloud, poiché possono incidere significativamente sulle bollette;
- politiche di scalabilità: bisogna assicurarsi che il contratto preveda opzioni di scalabilità che consentano di aumentare o diminuire le risorse in base alle necessità senza costi eccessivi;
- contratti a lungo termine: valutare se ci sono sconti per impegni a lungo termine e se sono flessibili rispetto ai cambiamenti delle esigenze aziendali;
- sicurezza e conformità: considerare i costi associati a funzionalità di sicurezza avanzate e requisiti di conformità specifici del settore;
- supporto tecnico: verificare i costi e il livello di supporto tecnico incluso nel contratto, poiché un supporto di alto livello può essere costoso ma necessario;
- opzioni di backup e ripristino: esaminare le opzioni e i costi per il backup e il ripristino dei dati per garantire la continuità operativa.
Chiaramente è molto importante fare domande al provider in fase di sottoscrizione del contratto per il servizio di cloud storage, per dipanare ogni possibile dubbio. Per esempio, è utile domandare quali sono le tariffe base per l’archiviazione e se esistono differenze di prezzo tra diversi tipi di storage. È importante chiarire anche i costi di trasferimento dei dati e farsi spiegare come questi possono influire sul costo totale. Chiedere sempre informazioni sulle politiche di scalabilità e se ci sono costi aggiuntivi per incrementi oltre un dato tetto, così come è importante chiedere se ci sono clausole nel contratto che potrebbero portare a tariffe più elevate in determinate circostanze, come l’utilizzo eccedente o la necessità di risorse aggiuntive in modo imprevisto.
Cloud cost management, i consigli
In ogni caso, adottare una corretta strategia di cloud cost management permette di avere sempre sotto controllo la situazione relativa alle spese. Il cloud cost management, infatti, è il processo di monitoraggio, analisi e ottimizzazione dei costi associati all’utilizzo dei servizi cloud. Questo processo aiuta le imprese a utilizzare le risorse cloud in modo efficiente, garantendo che il budget venga rispettato e che non ci siano spese superflue. Passaggi fondamentali per un efficiente processo di cloud cost management sono:
- monitoraggio continuo: utile dunque implementare strumenti di monitoraggio per tenere traccia delle spese in tempo reale e ottenere visibilità sui costi;
- data analysis: utilizzare l’analisi dei dati per identificare modelli di spesa, aree di spreco e opportunità di ottimizzazione;
- utilizzo di soglie di budget e avvisi: impostare budget per diversi progetti o dipartimenti e configurare avvisi per notificare quando ci si avvicina ai limiti di spesa;
- ottimizzazione delle risorse: ridimensionare le risorse per adattarle alle esigenze effettive e spegnere quelle non utilizzate per evitare costi inutili;
- formazione del personale: non bisogna trascurare la pratica di educare il personale ai principi del cloud cost management per garantire che tutti comprendano l’importanza della gestione dei costi;
- contratti e sconti: negoziare contratti e sfruttare sconti o tariffe riservate per impegni a lungo termine, quando appropriato;
- governance e policy: stabilire policy aziendali chiare per l’utilizzo del cloud che includano linee guida per l’approvvigionamento delle risorse e la gestione dei costi;
- automazione: automatizzare i processi di gestione delle risorse e dei costi per migliorare l’efficienza e ridurre l’errore umano.
Tutti questi passaggi, integrati in un processo di cloud cost management digital by design, permettono di gestire in maniera efficiente le spese relative al cloud storage, evitando sperpero di risorse.
L’esempio: cloud cost management con Cubbit
Un esempio sul mercato di soluzione per evitare costi occulti è quella di Cubbit, “che offre al momento un servizio di cloud object storage con un tariffario molto semplice, cioè zero costi di uscita, cancellazione e replica dei dati – spiega Stefano Baldi, VP R&D in Cubbit –. Non esistono classi di affidabilità predefinite: il cliente sceglie quanta ridondanza impiegare per valori di affidabilità, durabilità e performance in linea con le sue necessità. Non ci sono altri costi aggiuntivi né per ingress né per egress. Sarà sufficiente quindi allocare sufficiente budget e, non appena il sistema lo riporterà o manderà uno specifico alert, tenersi pronti a scalare. Inoltre, via via che ci si impegna su soglie di utilizzo sempre maggiori il costo per terabyte al mese diminuisce”.
In questo moto è possibile “ottimizzare l’utilizzo di risorse, adattando il loro utilizzo alle reali necessità dell’utenza sia in termini di spazio (storage), sia di troughput (processore), sia di banda (rete). Ogni specifica caratteristica del servizio può essere regolata in modo fine ed accurato da una semplice interfaccia di configurazione, così da adattarsi ai vari casi d’suo evitando sprechi e inefficienze”, aggiunge Baldi.
Il servizio di cloud object storage di Cubbit può coprire esigenze molto differenti tra loro, “per esempio un archivio dati con capacità enormi per il backup o un data lake per l’addestramento di soluzioni di intelligenza artificiale, o ancora un sistema basso costo e bassa resilienza per dati di transito o con caratteristiche di immutabilità per archiviazioni in ambito legale – sottolinea Baldi -. È possibile anche gestire in contemporanea più sistemi diversi, con un’unica infrastruttura”. Grande attenzione è riservata alla personalizzazione, per cui ogni servizio è realizzato a misura delle necessità.
Contributo editoriale sviluppato in collaborazione con Cubbit