Le app di navigazione gratuite hanno trasformato radicalmente l’esperienza di orientamento, sia in auto che a piedi. Non si tratta più solo di raggiungere una destinazione, ma anche di scegliere lo strumento più adatto a seconda delle esigenze di privacy, prestazioni e legalità.
Indice degli argomenti
Evoluzione della navigazione GPS dagli apparecchi dedicati alle app Android
Nel primo decennio del secolo, un navigatore satellitare da auto era un costosissimo dispositivo dedicato, ingombrante, spesso dotato di un’interfaccia non ottimale e che costringeva il proprietario a costosi aggiornamenti manuali.
L’arrivo delle prime soluzioni di navigazione su smartphone ha determinato un cambiamento del paradigma, con forti ricadute sul mercato dei produttori di dispositivi di navigazione, e così la navigazione è diventata una funzionalità quotidiana, il cui utilizzo travalica quello del conducente di veicoli, ma riguarda anche il pedone che si avventura per percorsi poco conosciuti: la ricerca istantanea di punti di interesse ha ormai concesso agli utilizzatori del navigatore un vantaggio tangibile in termini di adattamento e capacità di movimento.
Inoltre, mentre le app basate sulla community introducevano la ludicizzazione della guida, con una ricompensa per ogni segnalazione sul traffico e sulle situazioni di pericolo, i servizi di car-sharing e delivery iniziavano il loro incredibile sviluppo proprio grazie a quella che ormai potremmo chiamare “l’onnipresente infrastruttura di geolocalizzazione basata sull’utente”.
Navigazione e tecnologie emergenti: tra hype e trasformazione reale
E se è pur vero che alcune tendenze futuristiche alimentate dal peloso entusiasmo degli startuppari in continua ricerca di “investitori visionari”, come l’integrazione con la realtà aumentata, la visione computerizzata e la guida autonoma, non hanno avuto ancora grande successo, è chiaro che la realtà è definitivamente cambiata.
Oggi a farla da padrone sui telefoni Android è quello che comunemente chiamiamo “Google Maps”, ma il cui nome completo è “Google Maps Navigation“, il sistema che Google ha potuto sviluppare potendo contare sul più capillare sistema di mappatura terrestre sia dall’alto sia, grazie al progetto Street View, al piano stradale. Eppure esistono alternative che possono essere proficuamente utilizzate e alcune di queste presentano anche interessanti ricadute per la privacy degli utenti e per la filosofia d’uso che ne è alla base.
Come hardware e connessione influenzano la navigazione
I navigatori GPS dedicati erano e sono ancora progettati con una maggiore attenzione alla robustezza e durabilità. Sono costruiti per resistere a urti, acqua, temperature estreme e i loro schermi, generalmente più piccoli, offrono maggiore protezione in caso di cadute. Il punto qualificante tuttavia è costituito dalla migliore qualità dei sensori (accelerometri, bussole, barometri, etc) e dell’antenna GPS: i dispositivi dedicati dispongono di antenne più grandi o esterne e acquisiscono i satelliti meglio e più velocemente quando si guida tra boschi, viali alberati, valli o palazzi e alcuni supportano più costellazioni satellitari.
Raramente i telefoni possono vantare componentistica di questo tipo, ma è ovviamente evidente la differenza abissale di esperienza d’uso tra un telefono di alta fascia e uno scricchiolante giocattolino di fascia bassa. Allo stesso modo la velocità del telefono impatterà sull’utilizzo di sistemi come Android Auto o come i comandi vocali.
Infine, dal momento che la maggior parte delle navigazioni avviene con mappe on-line, la qualità della connessione sarà fondamentale: un telefono predisposto per la navigazione a velocità elevate (integrato con un buon fornitore di telefonia e un adeguato contratto telefonito) renderà la navigazione più reattiva e meno stressante.
Codice della strada e uso lecito del navigatore
Con la riforma entrata in vigore il 14 dicembre 2024 (legge n. 177/2024), il Codice della Strada ha inasprito le norme sull’uso di smartphone e dispositivi analoghi durante la guida. Le disposizioni principali si trovano nell’art. 173, che distingue il divieto e le sanzioni.
L’art. 173, infatti, fa divieto “Al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici, smartphone, computer portatili, notebook, tablet e dispositivi analoghi che comportino anche solo temporaneamente l’allontanamento delle mani dal volante ovvero di usare cuffie sonore.”
In pratica, nel Nuovo Codice della Strada, il comma 2 dell’art. 173 stabilisce il perimetro giuridico del “divieto di cellulare in mano” alla guida.
Per consultare le mappe e seguire le indicazioni del navigatore satellitare lo smartphone deve quindi essere agganciato su un supporto da cruscotto, ma non è consentito né digitare indirizzi, né cambiare impostazioni o consultare altre app: il tocco del display può quindi essere solo occasionale, estemporaneo come quello che (in linea teorica) può operare un ricalcolo del percorso o l’attivazione di comandi vocali; tutto ciò deve avvenire nei limiti della ragionevolezza che vieta l’allontanamento delle mani dalla guida, ma che consente comunque di usarle per intervenire sui comandi accessori dell’auto non legati alla guida (aria condizionata, radio, etc); purtroppo in Italia la discrezionalità degli agenti addetti al rispetto del codice della strada e l’arbitrarietà dei giudizi emessi dai giudici che dovessero occuparsi degli eventuali ricorsi ricordano gli scenari delineati dalla fantascienza distopica; tuttavia, siccome la discrezionalità degli agenti è inversamente proporzionale alla loro presenza sulle strade, siamo certi che la maggior parte degli automobilisti italiani non perderà il sonno a causa dell’attuale rischio normativo.
A scanso di equivoci, ricordiamo anche che la Corte di Cassazione ha precisato che la multa per utilizzo del cellulare alla guida viene comminata anche se l’automobilista utilizza lo smartphone mentre il semaforo semaforo è rosso o mentre è imbottigliato nel traffico, quindi l’impostazione del dispositivo e le modiche alle indicazioni di percorso possono essere effettuate solo quando il veicolo è accostato!
Per quanto riguarda l’ascolto delle indicazioni di guida, la scelta consigliabile è quella di utilizzare il vivavoce dell’auto, dal momento che la legge è ambigua sull’utilizzo di dispositivi auricolari. Probabilmente per noi sudditi, l’unico modo di capire se si possono utilizzare le cuffiette o l’auricolare (fermo restando che il conducente deve sempre garantirsi un’adeguata capacità uditiva ad entrambe le orecchie) è probabilmente quello di farci sanzionare, ricorrere e, via via, giungere pazientemente a quella definitiva conoscenza che solo una sentenza della Corte di Cassazione potrebbe misericordiosamente elargirci.
Ffunzionalità e punti di forza di Google Maps
Iniziamo la nostra rassegna dall’app principe dei navigatori, Google Maps Navigation, che ricordiamo essere preinstallata di default su ogni telefono Android e che già solo per questo è una delle applicazioni più usate al mondo; l’app è effettivamente utilizzata dal 70% degli utenti smartphone degli USA, battendo Apple Maps (25%) e superando anche Waze (27%) nella ricerca di itinerari e segnalazioni di autovelox.
L’app consente la navigazione passo-passo con avvisi di corsia, indicazioni vocali e visuali su dove svoltare e quale corsia utilizzare, traffico in tempo reale e percorsi alternativi, con il ricalcolo automatico del percorso in caso di congestioni, incidenti o lavori in corso. Il navigatore di Google consente anche di segnalare incidenti e ostacoli e l’integrazione con Google Assistant, Android Auto e CarPlay è supportata al meglio ed è sufficiente dire “OK Google, portami a…” o usare l’app integrata in auto per avviare il percorso senza distrazioni.
Previo download dei dati di un’area geografica è possibile consultare le mappe offline per consultare mappe e itinerari anche in assenza di rete dati.
Se escludiamo l’ovvia compatibilità con tutto quello che gira su un dispositivo Android, i due valori aggiunti più importanti di Maps Navigation sono l’accuratezza delle mappe e l’ergonomia.
Waze: navigazione sociale e contributo della community
Waze, è un’app sviluppata in Israele da Waze Mobile, una società tecnologica acquistata nel 2013 da Google ma fondata da tre veterani della celebre “unità 8200”, specializzata in operazioni clandestine, raccolta di segnali di intelligence, decrittazione di codici, controspionaggio, guerra informatica, intelligence militare e sorveglianza. L’app, che ha superato i 500 milioni di installazioni, posizionandosi tra i navigatori più scaricati per Android, e rendendo così possibile il concetto di “crowdsourcing” nella navigazione su cui si basa questa app e che Waze ha di fatto introdotto sul mercato: gli utenti possono segnalare una incidenti stradali, ostacoli, posti di blocco, rallentamenti, etc e questi dati vengono elaborati da Waze per aiutare tutti gli utenti connessi, avvisandoli delle condizioni del traffico o reindirizzandoli su strade alternative; la copertura di una community sterminata rende estremamente accurate le analisi del traffico, ma naturalmente presenta importanti ricadute sulla privacy degli utenti.
Waze è sicuramente un’app eccezionale che ha cambiato le abitudini dei naviganti, ma il vero miracolo di Waze è che è riuscita a sopravvivere all’acquisizione del 2013 da parte di Google senza essere stata incorporata in GMaps o, come succede spesso ai “doppioni” acquisiti, senza venire dismessa: infatti, benché la dirigenza originaria di Waze sia stata un po’ ridimensionata e benché GMaps abbia via via integrato molte delle funzionalità che rendevano Waze un progetto unico, la maggior parte degli utenti originari continuano a utilizzarla con soddisfazione.
Uno dei motivi è la facilità con cui è possibile individuare e segnalare le pattuglie di polizia, una circostanza che ha portato ad alcune critiche da parte della polizia ma che ha anche contribuito a rafforzare la reputazione di Waze presso la propria comunità! L’interfaccia essenziale non mostra tutti i dettagli presenti su Google Maps, ma solo le informazioni essenziali alla guida; Waze inoltre permette di trovare i prezzi più economici del carburante nei distributori delle vicinanze e consente addirittura di inviare messaggi ad altri utenti della community nelle vicinanze (ma non sempre si ricevono risposte in tempi ragionevoli).
Waze contempla quasi tutte le funzionalità di GMaps, ma l’unica vera mancanza risiede nel fatto che non supporta il download di mappe per uso offline, richiedendo sempre una connessione dati attiva.
Here WeGo: privacy e mappe offline
Here WeGo è un software di mappatura web e navigazione satellitare originariamente rilasciato da Nokia come Nokia Maps nel 2007 per Symbian e Windows Mobile e oggi gestito da Here Technologies, venduta da Nokia ad Audi, BMW e Mercedes-Benz.
Si tratta di un’eccellente alternativa ai servizi Google per avere a portata di mano un navigatore completo, costruito anche sul motore OpenStreetMap (un database di mappe aperto e gratuito, aggiornato e gestito da una comunità di volontari tramite collaborazione aperta) e studiato per chi viaggia senza rinunciare alla privacy e al risparmio dati. Può funzionare anche offline, con le mappe dei paesi che possono essere scaricate nella memoria interna dei dispositivi, ma l’utilizzo online è necessario per i dati sul traffico in tempo reale e per ulteriori informazioni sui luoghi.
Anche se l’ergonomia non è all’altezza di GMaps, la reattività è buona e la mappatura è completa e accurata; la caratteristica più importante di Here è però legata al fatto che il sistema è stato sviluppato per limitare il tracciamento degli utenti (ma può condividere con terzi i dati degli utenti) e non presenta annunci pubblicitari, perché il sistema è finanziato da partner, donatori e acquirenti dei servizi a valore aggiunto, come mappe a elevata frequenza di aggiornamento o alcuni specifici dati “premium” sul traffico.
Magic Earth: navigazione privata e funzioni avanzate
Magic Earth, che da qualche settimana non è più tecnicamente un’app gratuita, ma è acquistabile a 0,99 euro l’anno, è un’applicazione proprietaria basata sulle mappe di OpenStreetMap.
Con la sua forte attenzione alla privacy, la qualità delle mappe OpenStreetMap e le funzioni avanzate offerte senza costi, Magic Earth si conferma un’ottima alternativa per chi cerca un navigatore su Android affidabile e senza tracciamenti.
Le funzionalità sono di ottimo livello e prevedono mappe offline basate su OpenStreetMap, con visualizzazioni 2D, 3D e satellitari, navigazione passo-passo con guida vocale e avvisi di corsia, traffico in tempo reale con rilievi basati sulla community, percorsi alternativi automatici e segnalazione di incidenti, cantieri e autovelox. L’app dispone del supporto per Android Auto e Apple CarPlay, con interfaccia ottimizzata per app car-friendly, funzionalità AI Dashcam con avvisi di collisione e registrazione del viaggio e un’interessante integrazione con Wikipedia per approfondimenti su punti di interesse, senza la necessità di creare profili utente.
Come detto, l’app viene distribuita a un prezzo simbolico, ma anche se l’azienda che sviluppa l’app ha promesso di risolvere il problema, al momento si trova nella scomoda situazione di conciliare la scelta di salvaguardare la privacy degli utenti con l’implicazione di richiedere agli utenti l’autenticazione per il pagamento sul PlayStore.
Navigatori open source e protezione dei dati
Oltre alle app che abbiamo visto finora, dobbiamo riservare uno spazio a tre app molto importanti per il significato che hanno nella comunità del software libero e per la stessa comunità di OpenStreetMap.
Queste app hanno in comune il fatto di essere distribuite come software libero, la possibilità di navigare offline e la tutela dei dati personali degli utenti.
OsmAnd: il navigatore offline open source per Android
OsmAnd si basa anch’esso sui dati di OpenStreetMap e offre una vasta gamma di funzionalità, molte delle quali disponibili offline, come la navigazione turn-by-turn con guida vocale opzionale e avvisi di svolta, mappe vettoriali scaricabili per uso offline, con ricerca di indirizzi, POI e coordinate senza connessione, supporto a curve di livello e ombreggiatura del terreno e plugin aggiuntivi per Wikipedia, Wikivoyage, meteo e integrazione con sensori esterni (ANT+, Bluetooth).
Organic Maps: un progetto open source indipendente guidato dalla comunità per un’esperienza offline velocissima
Organic Maps è un’app free software nata dalla collaborazione di sviluppatori indipendenti, e pensata per offrire servizi di navigazione GPS a escursionisti, automobilisti e ciclisti. Utilizza i dati di OpenStreetMap per fornire mappe globali fruibili completamente offline, garantendo la tutela della privacy grazie all’assenza di tracciamento, raccolta dati o pubblicità. Le sue funzionalità sono progettate per funzionare anche senza accesso alla rete, rendendola perfetta per esplorazioni in aree remote o con connessione limitata, e si distingue per il forte orientamento comunitario nel suo sviluppo.
CoMaps: un fork di Organic Maps per consentire una navigazione privata e offline
Nel 2025 Organic Maps è stata sottoposta a un fork di parte della sua comunità, a causa di preoccupazioni relative alla governance del progetto, alla trasparenza e al profitto per gli azionisti a scapito della comunità stessa. Da questo fork nasce CoMaps.
Come per Organic Maps, anche in CoMaps non abbiamo nessun tracking, nessuna pubblicità, privacy al 100%, ma in più, il finanziamento è del tutto trasparente e basato sulle donazioni.
Un editor OpenStreetMap semplificato consente di aggiornare o aggiungere punti di interesse direttamente dall’app, anche offline.
Sicurezza, attenzione e consapevolezza nella navigazione via smartphone
Un’app di navigazione è un completamento della nostra esperienza di guida. In base al nostro utilizzo possiamo trovare l’app più complementare alla nostra guida; quella che ci mostra la finestra di navigazione che ci sembra più chiara; quella consente con più facilità e in meno tempo di attivare le funzionalità che usiamo di più; quella che risponde alle nostre esigenze ergonomiche e funzionali, ma anche a quelle etiche e legate alla migliore gestione dei dati personali, per non parlare di come si adattano alle caratteristiche dello smartphone che utilizziamo per la navigazione.
Gli smartphone infatti sono ormai parte integrante della nostra vita quotidiana e hanno profondamente modificato il nostro modo di relazionarci con il mondo. Tra le molte funzioni offerte, l’uso come strumento di navigazione satellitare in automobile è diventato abituale, reso semplice dalla presenza di app sempre più intuitive. Ma nonostante questa apparente praticità sono riscontrabili anche criticità rilevanti: problemi tecnici, limiti prestazionali, rischi legati alla sicurezza stradale e possibili conseguenze legali: è importante promuovere quindi un utilizzo più responsabile e sicuro degli smartphone come navigatori.
La precisione e l’affidabilità degli smartphone possono essere compromesse più facilmente rispetto a quella dei navigatori dedicati per la loro dipendenza dalla ricezione dei dati di localizzazione. Le impostazioni del dispositivo giocano infatti un ruolo fondamentale: il risparmio energetico, se attivato, può limitare drasticamente la funzionalità del GPS, ed è quindi importante assicurarsi che i servizi di localizzazione siano abilitati e configurati per l’“Alta precisione” o per l’utilizzo di “GPS, Wi-Fi e reti mobili”. Problemi di malfunzionamento hardware o software possono inoltre influire sulla ricezione del segnale. Infine l’uso continuo del segnale GPS e soprattutto lo schermo sempre acceso sono fattori che comportano un alto e rapido consumo della batteria dello smartphone.
Anche se ormai il consumo di dati non è più un problema economico, dobbiamo comunque fare attenzione a quando siamo in roaming, magari in corrispondenza di aree di confine: converrà scaricare sempre preventivamente le mappe delle aree che si intende percorrere all’estero o in luoghi privi di copertura adeguata.
Ma soprattutto l’uso dello smartphone alla guida è ormai una delle principali cause di distrazione e quindi di incidente stradale: anche se lo riservassimo solo per la navigazione, uno smartphone è sempr uno smartphone e ci espone a tutte le sollecitazioni che provoca questo tipo di dispositivi (notifiche, chiamate, alert, etc).
La distrazione infatti, oltre a essere dovuta alla visione dello schermo del telefono per leggere le indicazioni o controllare la mappa, si manifesta quando il conducente toglie momentaneamente le mani dal volante e interagisce fisicamente con il dispositivo per digitare indirizzi, scorrere la mappa o cambiare impostazioni; ma la vera distrazione è dovuta al fatto che il conducente non si concentra mentalmente sulla guida, anche se le mani sono sul volante e gli occhi sulla strada. Questo può accadere pensando all’itinerario, ai messaggi ricevuti o ai tentativi di anticipare le istruzioni del navigatore.
Ricordiamoci sempre che guidare senza guardare la strada compromette la nostra capacità di mantenere la traiettoria anche su un percorso perfettamente rettilineo perché il nostro cervello ha bisogno di un costante feedback visivo per correggere la direzione. L’uso del cellulare aumenta sempre il rischio di incidente per i conducenti perché la guida è un atto visivo continuativo e perdere anche solo 1 secondo di attenzione a 40 km/h significa percorrere più di 11 metri “al buio”.










