L’intelligenza artificiale sta cambiando il modo in cui viviamo l’auto e non è solo una questione di innovazione tecnologica: è una trasformazione profonda che tocca le modalità di guida, il comfort, la sicurezza e persino il rapporto emotivo del conducente con il veicolo. L’auto non è più solo un mezzo di trasporto, ma diventa un assistente, un compagno di viaggio, un ambiente connesso e intelligente che interagisce con noi.
Eppure, nonostante la crescente diffusione di sistemi intelligenti, molti italiani continuano a guardare all’AI con una certa diffidenza, spesso alimentata da una conoscenza superficiale o da timori provenienti dalla percezione di una tecnologia tanto complessa quanto multiforme. In questo contesto, le aziende del settore hanno l’opportunità di guidare il cambiamento, promuovendo cultura digitale, trasparenza e soluzioni accessibili per incrementarne fiducia e adozione.
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Il dato preoccupante: solo il 14% si fida dell’AI
Secondo una recente survey condotta da Autohero1, la fiducia degli italiani nelle funzioni di intelligenza artificiale applicate alle automobili risulta ancora piuttosto carente. Solo il 14% degli intervistati dichiara di fidarsi “molto” o “completamente” di queste tecnologie, mentre una fetta ben più ampia della popolazione manifesta un atteggiamento di scetticismo e prudenza. Le ragioni di questa diffidenza sono molteplici e toccano aspetti sia tecnici che emotivi.
In cima alle preoccupazioni si trovano possibili malfunzionamenti tecnici (indicati dal 65% degli intervistati), seguiti dalla paura di perdere il controllo del veicolo (48%) e dai timori legati alla sicurezza informatica, come il rischio di hacking (35%). Non mancano inoltre dubbi sulla tutela della privacy e sulla gestione dei dati personali, che preoccupano il 21% degli italiani, mentre il 31% teme che l’introduzione di queste tecnologie possa comportare un aumento dei costi.
Quanto gli italiani sono disposti a spendere per l’AI
Queste riserve si riflettono anche sul piano economico: meno di un italiano su cinque sarebbe disposto a pagare un sovrapprezzo per avere funzioni AI a bordo della propria auto. E tra coloro disposti a investire, la maggior parte (83%) non andrebbe comunque oltre i 1.000 euro.
È però interessante notare come i giovani mostrino una maggiore apertura verso l’innovazione: una percentuale più alta di under 35 si dichiara infatti pronta a investire in tecnologie avanzate, anche oltre i 1.000 € (22% contro il 13% di over 35). Un segnale prevedibile di un cambiamento generazionale che si sta concretizzando, Basti considerare che le generazioni più giovani sono cresciute a stretto contatto con le nuove tecnologie, maturando naturalmente una maggiore familiarità e fiducia nell’innovazione.
Il gap di conoscenza: l’AI è già nelle nostre auto
Uno dei fattori che contribuisce alla diffidenza degli italiani nei confronti dell’intelligenza artificiale applicata all’automotive è la scarsa conoscenza del tema. Secondo la nostra survey, solo il 10% degli intervistati dichiara di conoscere bene il binomio AI e auto, il 29% afferma di averne una certa familiarità, mentre una quota ancora significativa (43%) dichiara di averne solo sentito parlare o di non averne alcuna conoscenza in merito (17%).
A conferma di questo gap informativo, solo il 21% degli italiani ritiene che la propria auto sia dotata di funzioni basate sull’intelligenza artificiale. Un dato sorprendente, se si considera che molte delle tecnologie oggi considerate comuni – come il cruise control adattivo, la frenata automatica d’emergenza, il parcheggio assistito o il rilevamento della sonnolenza – si basano proprio su sistemi AI e sono già ampiamente diffuse sul mercato.
Gli assistenti vocali dominano l’immaginario collettivo
Questo risultato è probabilmente anche frutto della crescente popolarità delle chat basate su intelligenza artificiale generativa, che hanno contribuito a spostare l’immaginario collettivo verso un tipo di AI più “conversazionale”. Non stupisce, quindi, che quasi 6 italiani su 10, chiamati a indicare quali sistemi presenti in auto si basino su questa tecnologia, pensino subito agli assistenti vocali.
L’AI al servizio della sicurezza stradale e dei bambini
Per gli addetti ai lavori, l’intelligenza artificiale rappresenta una leva strategica per migliorare la sicurezza in auto. Per fare un esempio, grazie alla capacità di analizzare dati provenienti da crash test e simulazioni, è possibile prevedere con precisione l’impatto di diversi tipi di incidenti, supportando i progettisti nel rafforzamento delle aree critiche del veicolo e nell’integrazione di sistemi di assistenza avanzati.
Nonostante le reticenze descritte, alcuni di questi benefici in termini di sicurezza sembrano essere percepiti anche dai consumatori: il 27% degli italiani si aspetta che l’intelligenza artificiale possa contribuire a rendere l’auto più sicura nei prossimi 5-10 anni, con vantaggi come l’introduzione della guida autonoma (16%) e la riduzione degli incidenti (8%).
Ci sono però anche altre applicazioni interessanti sempre in questa direzione, anche se meno conosciute. Sistemi intelligenti di rilevamento della corretta installazione del seggiolino, così come notifiche automatiche in caso di anomalie, sono esempi concreti di come la tecnologia possa supportare la sicurezza dei più piccoli, anche considerato che circa il 20% dei genitori ammette di aver rinunciato almeno una volta all’installazione del seggiolino per fretta o scomodità2. Anche in questo contesto, quindi, l’AI può giocare un ruolo cruciale, andando a facilitare l’attuazione di quello che dovrebbe già essere un obbligo di legge, disciplinato dall’articolo 172 del Codice della Strada.
Educazione digitale e trasparenza: la sfida del settore
La strada verso una piena integrazione dell’AI in auto passa attraverso l’educazione digitale e la costruzione di una cultura della sicurezza a 360°. L’intelligenza artificiale può diventare un alleato prezioso, ma è necessario superare le barriere culturali e generazionali che ne ostacolano l’adozione. In questo contesto, le aziende del settore automotive possono agire su più fronti per promuovere consapevolezza, fiducia e accessibilità.
In primo luogo, è fondamentale investire in educazione e trasparenza, comunicando in modo chiaro e accessibile come funzionano le tecnologie AI e quali benefici concreti apportano alla sicurezza e al comfort. In secondo luogo, è necessario sviluppare soluzioni user-friendly, che semplifichino l’interazione tra conducente e sistemi intelligenti, riducendo la percezione di complessità. Infine, l’industria può adoperarsi per certificare l’affidabilità delle funzioni AI, contribuendo a costruire fiducia nel consumatore e una conseguente maggiore propensione all’utilizzo.













