L’evoluzione del settore spaziale, spesso definito, forse non del tutto propriamente, New Space economy, può essere compresa solo se inserita nella complessa dinamica di interazione e dipendenza pubblico-privato.
Tradizionalmente, infatti, gli attori pubblici hanno mantenuto un dominio pressoché esclusivo sulle attività di ricerca, studio, ed esplorazione spaziale: i grandi progetti che hanno condotto a lanci, missioni e alla celeberrima conquista del nostro Satellite sono stati guidati da Agenzie Spaziali Nazionali (NASA, ESA, Roscosmos) e finanziati con copiosi fondi pubblici sui quali la richiesta di rendicontazione e controllo non era storicamente la massima priorità.
Negli ultimi venti anni, però, si sta assistendo a una profonda trasformazione: sembra per certi versi paradossale, ma il pubblico si trova a dipendere dal privato, più efficiente da un punto di vista economico, per accedere allo spazio, puntare sulla miniaturizzazione, realizzare sistemi di propulsione, controllare i costi in un mondo che non può più disporre di risorse illimitate e necessita di introdurre un controllo sistematico dei costi e dei rischi.
Volendo citare alcuni esempi, la capacità innovativa e di abbattimento dei costi di aziende come Blue Origin, SpaceX, Planet Labs aprono la strada a nuovi modelli di collaborazione un tempo lontanissimi dall’operatività del settore.
Indice degli argomenti
La collaborazione tra pubblico e privato: modelli possibili
Le modalità in cui la collaborazione tra soggetti pubblici e privati può prendere forma sono diverse, e si estendono da accordi deputati alla realizzazione e la gestione di infrastrutture di enormi dimensioni e ingentissimi investimenti, al supporto di aziende in fase iniziale (Start-Up) che necessitano di fondi per cominciare la produzione.
Tra le forme di cooperazione possiamo citare:
- Public-Private Partnerships (PPP), ossia contratti a lungo termine strutturati per realizzare e gestire infrastrutture, appunto;
- vi sono anche appalti e concessioni, ed un esempio può essere NASA che acquista servizi da SpaceX per la costruzione di razzi;
- come citato, acceleratori o fondi pubblici (ad esempio, ESA Business Incubation Centres) possono supportare lo sviluppo di giovani start-up.
Chiaramente si crea una sorta di dipendenza Pubblico-Privato, che può avvalersi di una più rapida innovazione, sostenuta dalla cultura del rischio che caratterizza il privato così come della sua maggiore flessibilità; non solo, perché si assiste anche a una maggiore accessibilità alle attività della Space Economy grazie alla realizzazione di mezzi spaziali riutilizzabili e di satelliti di dimensioni e costi decisamente più contenuti.
Inoltre, non si può tacere l’avvio di un processo di democratizzazione dello spazio, cui possono trovare finalmente accesso operativo anche PMI, università e centri di ricerca, che danno luogo a reti organizzate di distretti dove avvengono creazione e condivisione di valore, (è il caso, in particolare, dell’ Italia).
Ampliamo, per maggiore chiarezza, il novero dei benefici che la Dipendenza Pubblico-Privato può generare.
I benefici della dipendenza pubblico-privato
In linea generale, si può affermare che uno dei principali vantaggi generati dall’affermarsi di un modello pubblico-privato sia l’avvio deciso di un processo di trasformazione che sta rendendo meno elitario, più dinamico e, non ultimo, più sostenibile l’intero settore spaziale.
Come detto, ciò si riflette in un elevato tasso di innovazione che spinge verso tecnologie di frontiera, quali le costellazioni di satelliti, spesso maneggevoli, riutilizzabili e di dimensioni contenute e introduce un elemento salutare ma in passato del tutto assente nell’ambito Space: la concorrenza.
Essa costituisce un forte stimolo alla ricerca di soluzioni più performanti, più rapide ed adatte a rispondere a bisogni mutevoli, espressi da una clientela ampia e diversificata.
I costi per il settore pubblico si riducono, non solo per l’efficienza introdotta dalla mentalità dei privati, ma anche perché molti servizi (es. lancio, telecomunicazioni, osservazione della Terra) vengono acquistati “on demand”.
Di grande rilievo un effetto che si potrebbe definire “moltiplicatore sull’economia”, dato che gli investimenti pubblici iniziali in R&D creano sensibili ricadute nel privato, che si estrinsecano in forma di posti di lavoro, brevetti, filiere.
Da non sottovalutare l’effetto di creazione e stimolo allo sviluppo di un indotto di natura high-tech che si estende a settori come l’elettronica, l’intelligenza artificiale e l’aeronautica. La comparsa di attività private efficienti e dotate di disponibilità economiche consente una traslazione dei rischi, poiché anche fasi incerte e costose di investimento possono essere loro affidate, con il risultato di distribuire su più soggetti eventuali perdite e rendere più resiliente il sistema.
In alcuni casi, le aziende private possono stringere o favorire la realizzazione più rapida di accordi transnazionali poiché vincolate da burocrazia e diplomazia meno rigide rispetto agli enti pubblici; ciò favorisce aspetti di cooperazione internazionale e la nascita di reti globali di innovazione e servizi.
Ai benefici elencati si contrappongono anche alcuni rischi non trascurabili che è necessario citare per presentare un quadro più completo di un’interazione pubblico-privato che presenta anche alcuni caratteri di una vera e propria dipendenza.
I rischi della dipendenza pubblico-privato
Contraltare dei vantaggi appena citati sono alcuni elementi il cui presidio si rivela estremamente importante, soprattutto in tempi di crisi geopolitiche dotate di forte potere di contagio quali quelle che si sono imposte in tempi recenti.
In particolare, sempre restando in tema di scenari economici complessi, la dipendenza pubblico-privato in campo spaziale espone a rischi di sovranità strategica, in cui alcuni Paesi potrebbero non avere accesso indipendente allo Spazio; inoltre, lo sviluppo di big-tech nel settore spazio espone al pericolo di asimmetrie informative in cui i giganti “giocano la parte del leone” e impongono condizioni non favorevoli per tutti.
Ancora, emerge la strategicità di alcuni servizi, che si ritrovano esposti al rischio di impresa e potrebbero subire pericolose interruzioni in caso di bancarotta delle società erogatrici (è stato il caso di OneWeb, azienda in corsa verso l’internet spaziale, che nel 2020 ha ammainato bandiera e ha presentato istanza di fallimento ai sensi del Chapter 11 a causa, principalmente, per quanto non unicamente, delle difficoltà finanziarie).
Per quanto OneWeb riuscì infine a risollevarsi grazie all’intervento di nuovi finanziatori che divennero nuovi acquirenti, il caso dimostrò uno dei principali rischi della dipendenza pubblico-privato in un settore chiave a livello geopolitico quale l’ambito spaziale.
Le riflessioni condotte evidenziano la presenza di importanti sfide future che impongono la ricerca di soluzioni ad ampio spettro. Senza pretesa di esaustività, emerge la necessità di definire compiutamente il ruolo del pubblico, dovendosi definire se esso sia da intendersi quale “cliente” dei beni e servizi prodotti oppure quale “coordinatore strategico”.
La regolamentazione necessita la definizione compiuta di un delicato equilibrio tra sicurezza nazionale, irrinunciabile per ogni Paese, e sviluppo compiuto di un libero mercato.
Obiettivi complessi ma fondamentali, realizzabili tenendo conto anche delle specificità dei territori a livello di configurazione industriale e produttiva.
Sfide di sostenibilità si aggiungono agli elementi citati, poiché la gestione del traffico spaziale e del numero costantemente crescente di detriti che popolano lo spazio è, certamente, un fattore che sta guadagnando attenzione sempre maggiore da parte di tutti gli attori coinvolti.
Si sottolinea, per completezza, che le iniziative sulla regolamentazione dello spazio hanno subito una significativa accelerazione, da un lato con l’entrata in vigore in Italia della Legge 13 giugno 2025, n. 89 “Disposizioni in materia di economia dello spazio” e dall’altra con la pubblicazione, in pari data, della proposta di un’EU Space Act da parte della Commissione europea. Evidenti risposte ad una necessità di gestione strutturata di un comparto di attività il cui rilievo è di primissimo piano.
Si può concludere con un’osservazione di sintesi a proposito della dipendenza pubblico-privato: la dipendenza pubblico-privato nella space economy è oggi una necessità strutturale, ma deve essere governata attentamente per garantire interessi strategici, sicurezza e sostenibilità a lungo termine.












