Per anni il gaming non è stato considerato come un canale pubblicitario efficace. Uno dei principali ostacoli nel bloccarne gli investimenti lato brand, è l’idea che la “persona” del gamer non sia rilevante. In realtà, c’è una piacevole sorpresa per gli inserzionisti: nel 2024, non esiste più la “persona” del gamer, almeno non nel modo in cui era stata tradizionalmente intesa.
opportunità strategiche
Perché il marketing deve superare lo stereotipo del gamer “smanettone”
Il gaming non è più un canale pubblicitario di nicchia, ma una piattaforma globale che abbraccia un’ampia demografia. Con la diffusione dei dispositivi mobili, chiunque può essere un gamer, offrendo agli inserzionisti un’opportunità scalabile e coinvolgente. I pregiudizi passati, insomma, sono superati
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