Il dilemma

Le aziende e i nuovi social: una strategia per vincere le sfide della “swipe era”



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L’era dei social media sta cambiando sotto l’influenza dell’intelligenza artificiale, portando a un consumo rapido e personalizzato di contenuti. Le aziende devono adattarsi a questa “swipe era”, bilanciando tra innovazione e tradizione, esplorando nuove nicchie e sfruttando l’IA per migliorare l’interazione con i consumatori

Pubblicato il 23 lug 2024

Alessio Pecoraro

coordinatore PAsocial Emilia-Romagna, marketing & communication manager



Digital,Contents,Concept.,Social,Networking,Service.,Streaming,Video.,Nft.,Non-fungible

L’era dei social media come siamo stati abituati a conoscerla è giunta al termine? La tecnologia AI ha dato origine a una nuova era: l’era dello swipe, un periodo di trasformazione caratterizzato da un rapido consumo di contenuti ed esperienze utente altamente personalizzate. Collegare le persone, attraverso piattaforme social, come è stato fatto negli anni 10 del secolo nuovo, ha generato un dilemma non previsto: è possibile pensare a una rete sociale di oltre 150 individui?

Secondo l’antropologo britannico Robin Dunbar, ogni essere umano non può mantenere più di 150 amici, intesi come persone con le quali è in grado di mantenere relazioni stabili. Tale stima, nota come “numero di Dunbar”, rappresenta un limite naturale oltre il quale non possiamo connetterci in modo significativo. Tuttavia, possiamo esibirci. I social media, cresciuti esponenzialmente, sono diventati quindi piattaforme di “entertainment”: l’ultimo meme o video, gli sproloqui su qualsiasi argomento o la rete di rafforzamento delle varie teorie del complotto.

I grandi social network hanno reso prioritario il collegamento delle persone con i brand e/o gli inserzionisti rispetto al collegamento tra persone. Per il settimanale britannico di informazione politico-economica The Economist, tra i primi a suonare un campanello d’allarme, questo cambio di direzione ha decretato la fine dei social media. Tuttavia, Valentina Turrini, Research & Insight Analyst di We Are Social, afferma che abbiamo superato la soglia dei 5 miliardi di profili attivi sui social media, equivalenti a più del 62% della popolazione mondiale. Il totale globale è aumentato di 266 milioni nell’ultimo anno (2023), con una crescita annua del 5,6%.

Una nuova era per i social

Se è improbabile parlare di fine dei social media, si può tranquillamente parlare di una nuova era per i social. Questa nuova era è caratterizzata da tempi di attenzione più brevi, una preferenza per contenuti visivamente accattivanti e una crescente domanda di personalizzazione. In questo contesto, è fondamentale che le aziende e i loro brand adattino la propria strategia sui social media e ricorrano all’aiuto dell’intelligenza artificiale.

Dalla connessione personale alla connessione aziendale: i nuovi obiettivi dei social media

L’intelligenza artificiale ha avuto un profondo impatto sui social media, inaugurando la nuova era definita “swipe era”. L’alba di questa nuova era è segnata da cambiamenti significativi introdotti da algoritmi avanzati di intelligenza artificiale, in particolare su piattaforme come TikTok, che hanno rivoluzionato il modo in cui gli utenti interagiscono con i contenuti e il modo in cui aziende e i brand interagiscono con il loro pubblico.

La “swipe era” porta in primo piano la personalizzazione algoritmica, curando i contenuti in base all’analisi dell’apprendimento automatico delle preferenze degli utenti. Gli algoritmi dei social media comprendono non solo gli interessi degli utenti, ma possono anche prevedere cosa li interesserà in futuro, cambiando completamente il modo in cui le aziende e i loro brand si connettono e interagiscono con gli utenti.

I contenuti per questa nuova era dei social media sono progettati per catturare l’attenzione in pochi secondi, rendendoli adatti alla cultura digitale di oggi, frenetica e con uno scarso livello di attenzione. Così, l’intelligenza artificiale, come ha fatto in altri campi, è entrata con decisione anche nei team social media delle aziende e dei loro brand.

Le sfide per i brand nell’adattarsi ai rapidi cambiamenti dei social media

I marketer utilizzano l’intelligenza artificiale non solo per l’analisi dei dati e dei contenuti (l’IA è in grado di determinare quali parole chiave, immagini, hashtag e colori hanno un impatto maggiore sul pubblico in base ai risultati passati), ma anche per migliorare l’esperienza di navigazione e per trovare nuove idee di content strategy capaci di stimolare il coinvolgimento.

Grazie all’IA, inoltre, è possibile automatizzare la gestione dei social network e delle community, migliorare il rendimento delle campagne pubblicitarie sulle piattaforme social, monitorare i concorrenti e analizzare le loro strategie sui social media, la portata, i tassi di coinvolgimento, i tassi di conversione e il sentiment attorno a un brand. Spesso, la fase di creazione e gestione dei contenuti viene – a torto – ritenuta prioritaria, ma attenzione la brand reputation è un aspetto fondamentale, al netto dei bilanci il vero termometro sullo stato di salute aziendale.

Gli strumenti AI per una gestione efficace dei social

Con l’intelligenza artificiale strumenti come Mention permettono di monitorare le citazioni online di un brand, scansionando media, blog, social network e siti web. Ciò consente una risposta rapida ai feedback dei clienti e una gestione efficiente delle crisi, contribuendo a creare un’immagine positiva dell’azienda e dei suoi brand.

Lately invece è in grado di automatizzare il processo di creazione dei post, analizzare i contenuti precedenti e generare suggerimenti che hanno maggiori probabilità di coinvolgere il pubblico. Anche Hootsuite, attivo nella gestione dei social media, integra l’IA per l’automazione delle attività sui canali social e la gestione dei flussi di lavoro, rimanendo uno degli strumenti più completi per i social media manager delle aziende e dei loro brand.

Secondo la ricerca Social Trends 2024, realizzata da Hootsuite, per il 61% dei partecipanti l’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale è finalizzato a ridurre il carico di lavoro. Per il prossimo anno, si prevede un ricorso all’IA senza precedenti per la revisione di testi, la creazione di immagini e l’assistenza ai clienti.

Grazie all’intelligenza artificiale, i marketer possono sfruttare una nuova formula per il successo nell’ecosistema social: contenuti generati dagli utenti (UGC) + qualità dei contenuti + intelligenza artificiale. Questa combinazione vincente sta diventando essenziale per le aziende e i loro brand che puntano a rimanere all’avanguardia. Sempre più aziende e brand stanno aumentando l’autenticità pubblicando contenuti video più grezzi, “dietro le quinte” e creando contenuti riconoscibili provenienti direttamente dai clienti, realizzati o “montati” tramite strumenti di intelligenza artificiale.

La saturazione dei social attuali e la ricerca di nuove nicchie

Insomma, se “Le piattaforme come le conoscevamo sono finite”, come ha detto Zizi Papacharissi, professoressa di comunicazione presso l’Università dell’Illinois-Chicago, l’intelligenza artificiale – per ora – non sta modificando nella sostanza gli equilibri dell’ecosistema social media che, come detto, punta sempre di più a connettere aziende e brand a persone piuttosto che le persone tra di loro.

Con la saturazione delle tradizionali piattaforme di social media, però, aumenterà la necessità di alternative più piccole e innovative e il marketing, soprattutto quello strategico, deve provare a tracciare e battere nuove rotte. Ethan Zuckerman, professore di politiche pubbliche all’Università del Massachusetts Amherst, ha spiegato che affinché i social network online funzionino bene come spazi di conversazione devono essere piccoli e orientati a uno scopo o legati a un interesse comune. Questa tendenza dei social media basata sugli interessi potrebbe allontanare una quantità significativa di pubblicità dai principali siti di social media.

Il social dilemma che divide i marketer

Così le aziende e i loro brand si trovano davanti a un dilemma, un “social dilemma” potremmo dire, che divide anche i marketer. Devono scegliere tra la strada, sicuramente più complessa, della media company, diventando editori, sfruttare le potenzialità dell’intelligenza artificiale per migliorare e rendere più efficace la propria presenza sui social media “tradizionali”, sperimentare nuove piattaforme, come il social iperlocale The Next Door o Butterflies, il social network che unisce umani e intelligenze artificiali per fare due esempi, o spostare il flusso comunicativo nelle cosiddette nicchie.

Come spiegato da Taylor Lorenz sul Washington Post, anche la viralità è sempre più di nicchia poiché Internet si è separato in comunità disparate. Un contenuto può diventare virale in regioni specifiche o solo all’interno di una determinata comunità demografica o basata sugli interessi.

Infatti, la viralità sui social media è cambiata in maniera significativa negli ultimi dieci anni. Internet si è spaccato in innumerevoli algoritmi, piattaforme e comunità di nicchia. Il volume di contenuti sfornati ogni giorno è salito alle stelle, tanto da generare un overload comunicativo e – fattore importante per ogni ufficio marketing e comunicazione – il ciclo di vita di ogni media si è accorciato.

L’importanza della personalizzazione dei contenuti attraverso l’IA

Le aziende devono investire in strumenti di intelligenza artificiale che non solo migliorino l’efficienza operativa ma anche personalizzino i contenuti, rendendoli più rilevanti e coinvolgenti per ogni singolo utente. L’IA offre infatti un’enorme potenzialità nell’analisi dei dati e nella creazione di contenuti, permettendo una comprensione approfondita delle preferenze e dei comportamenti dei consumatori.

Il dilemma dei social media: scegliere tra ecosistema esistente e nuove direzioni

Tuttavia, le aziende si trovano di fronte a un dilemma significativo: continuare a investire nell’ecosistema social esistente, sfruttando l’IA per perfezionare le loro strategie, oppure esplorare nuove direzioni, trasformandosi gradualmente in media company. Un’altra opzione è quella di spostarsi verso nicchie specifiche, che, nell’era post-influencer mainstream, stanno assumendo un’importanza sempre più strategica. Queste nicchie offrono un terreno fertile per costruire comunità più ristrette e altamente coinvolte.

Questa sfida richiede investimenti in nuove competenze e tecnologie, ma offre anche l’opportunità di costruire un rapporto più solido e diretto con i propri clienti. Le aziende devono essere pronte a sperimentare con formati di contenuto innovativi e autentici, capaci di catturare l’attenzione in un panorama digitale frenetico e competitivo.

Il social dilemma moderno, quindi, si articola attorno alla scelta di dominare l’attuale ecosistema social con l’aiuto dell’IA, esplorare le nicchie emergenti o intraprendere la via della media company, anticipando un futuro potenzialmente “social free”. Ogni opzione presenta rischi e opportunità, e il percorso giusto dipenderà dalla capacità delle aziende di innovare, adattarsi e mantenere una visione a lungo termine. In un ambiente in costante evoluzione, la chiave del successo risiede nella capacità di bilanciare tra innovazione e tradizione, tra sperimentazione e stabilità, rimanendo sempre al passo con le esigenze mutevoli del mercato e dei consumatori.

Conclusioni

In conclusione, possiamo dire che le paure dell’Economist erano esagerate e l’attuale swipe era rappresenta un’opportunità per le aziende e i loro brand. Il successo in questo nuovo ecosistema però richiede una straordinaria capacità di adattamento ai rapidi cambiamenti tecnologici e culturali. L’intelligenza artificiale non ha ucciso i social media; al contrario, li ha trasformati da semplici reti di connessioni tra persone – come era Facebook al suo esordio – a complessi sistemi di interazione tra aziende, brand e consumatori. Da moderne agorà, i social media sono diventati vasti database di dati preziosi per i marketer.

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