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Rifiuto di interoperabilità come abuso: la Corte Ue sul caso Enel X vs Android Auto



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La sentenza della Corte di Giustizia UE sul caso Android Auto stabilisce nuovi parametri per l’antitrust digitale, imponendo obblighi di interoperabilità alle piattaforme dominanti anche quando non indispensabili ma vantaggiose per consumatori e concorrenti

Pubblicato il 3 apr 2025

Valeria Falce

Jean Monnet Professor of EU Innovation Policy; Professor in Digital Transformation and AI Policy; Ordinario di diritto dell’economia nell’Università Europea di Roma e Direttore ICPC – Innovation, Regulation and Competition Policy Centre

Nicola M. F. Faraone

ICPC-Innovation, Regulation and Competition Policy Centre, Università Europea di Roma



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La Corte di Giustizia, lo scorso 25 febbraio 2025, si è pronunciata sul caso C‑233/23 (Android Auto), offrendo al dibattito degli addetti ai lavori un principio di diritto (apparentemente) aderente all’acquis communautaire: il rifiuto di un’impresa in posizione dominante di garantire l’interoperabilità della sua piattaforma con un’applicazione di un’altra impresa può essere abusivo (e costituire, appunto, un sfruttamento illegittimo di quella posizione dominante).

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