Dopo OpenAI, ora, anche Google Bard consente all’editore-gestore di una pagina web di sottrarre i “propri” contenuti alle reti usate per la pesca a strascico a scopo di addestramento algoritmico e lo consente in maniera autonoma rispetto ai servizi di indicizzazione.
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Scorza: “AI addestrate coi dati personali, ecco le responsabilità dei gestori dei siti”
Sottrarre i dati personali contenuti nelle proprie pagine web alle reti da pesca dei signori degli algoritmi è una facoltà o un vero e proprio obbligo giuridico? La questione non è secondaria, attenendo all’impatto dell’intelligenza artificiale sulla nostra società e sulle regole della protezione dei dati personali
Autorità Garante Privacy

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