L’intelligenza artificiale sta rapidamente trasformando l’assistenza al paziente, emergendo non solo come strumento di supporto, ma come forza rivoluzionaria capace di ridisegnare l’intero percorso di cura e incidere positivamente sulla salute.
Le organizzazioni sanitarie stanno aumentando l’utilizzo dell’AI e iniziando ad allargarne gli ambiti di applicazione, ma resta una domanda cruciale. Occorre capire se lo stanno facendo in modo strategico e con una visione chiara.
L’AI aiuta nella diagnosi delle malattie, nella personalizzazione delle cure e ad alleggerire attività amministrative che richiedono tempo, come la stesura delle note cliniche.
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Il report di SOTI e l’adozione dell’AI in sanità
L’ultimo report di Soti sul settore sanitario evidenzia l’esistenza di barriere alla piena adozione dell’AI – come sistemi IT obsoleti, vulnerabilità legate alla sicurezza dei dati e il tempo eccessivo speso nella manutenzione e configurazione dei dispositivi mobili -, che le organizzazioni devono affrontare. Sfide operative ricorrenti che assorbono il tempo dei dipartimenti IT e riducono la capacità di concentrarsi sull’implementazione dell’AI e su una strategia di lungo periodo.
Senza un approccio strutturato, ostacoli di questo tipo rischiano di limitare il pieno potenziale dell’AI e rallentarne l’impatto positivo sul settore.
Soti ha intervistato 1.750 professionisti IT di aziende pubbliche e private del settore healthcare di 11 Paesi, tra cui l’Italia, sui nodi principali della digitalizzazione nel settore sanitario e sintetizzato i risultati all’interno del report “Sanità digitale: rischi calcolati e sfide nascoste”.
L’edizione di quest’anno del report annuale di Soti sulla sanità presenta almeno due importanti novità: anzitutto, per la prima volta, l’Italia è stata inclusa nel campione insieme alla Spagna, ampliando così la rappresentanza europea; in secondo luogo, è emersa una tendenza significativa e rivelatoria del cambiamento nelle priorità di budget in atto.
Crescita a doppia cifra
Solo nell’ultimo anno, infatti, abbiamo osservato come l’utilizzo dell’AI nel settore sanitario a livello globale sia cresciuto del 33%, passando dal 61% nel 2024 all’81% nel 2025. Guardando all’Italia, la percentuale è leggermente più bassa, ma resta comunque elevata, considerando che il 74% dei partecipanti all’indagine ha dichiarato di utilizzarla.
Il Paese più all’avanguardia e dove l’intelligenza artificiale è più diffusa risulta essere il Regno Unito, in cui si raggiunge addirittura il 94% (rispetto al 47% del 2024).
Date per assodate, quindi, le differenze di ciascun Paese, vi è senz’altro un generalizzato entusiasmo nei confronti dell’AI e del suo futuro sviluppo, con solo il 3% delle organizzazioni sanitarie a livello globale che, attualmente, non avrebbe piani per adottarla nei prossimi anni.
I diversi ambiti in cui l’AI sta crescendo in sanità
Dalla personalizzazione dei trattamenti medici all’analisi dei dati clinici, le applicazioni dell’Intelligenza Artificiale nell’assistenza sanitaria si stanno ampliando notevolmente.
Tuttavia, l’Italia ha ancora parecchia strada da fare, in questo senso, rispetto ad altri Paesi più virtuosi. Secondo il report di Soti, viene sempre più utilizzata per scopi amministrativi: considerando anche le organizzazioni che la utilizzano per l’aggiornamento delle cartelle cliniche, il 79% di esse a livello globale impiega l’AI per almeno una finalità amministrativa.
Questo graduale processo di automatizzazione della componente burocratica, sta liberando il personale sanitario dai compiti ripetitivi e ne sta alleggerendo il carico di lavoro complessivo, permettendogli di concentrarsi maggiormente sulla salute del paziente.
Il panorama italiano
In Italia, il dato è più basso, in quanto solo il 69% degli intervistati utilizza l’AI per aggiornare le cartelle cliniche o per altre attività amministrative.
Altri campi applicativi in grande sviluppo sono la personalizzazione dell’assistenza ai pazienti, adottata dal45% dei rispondenti a livello globale, e l’assistenza nella diagnosi di patologie, impiegata dal 40%.
Il Regno Unito è all’avanguardia, con oltre la metà degli intervistati che utilizzano l’AI: il 57% per l’assistenza personalizzata e 52% per la diagnosi di malattie. Anche in questo caso l’Italia si posiziona al di sotto della media globale, con valori che si attestano al 41% per la personalizzazione dell’assistenza ai pazienti e al 31% per l’assistenza nella diagnosi.
Gli ostacoli che minacciano il progresso dell’AI e le strategie per superarli in sanità
Gli ostacoli che minacciano il progresso dell’AI in sanità riguardano i
rischi per la sicurezza di dati e device, infrastrutture IT obsolete non integrate, mansioni IT secondarie che compromettono l’attuazione di una strategia,
Rischi per la sicurezza di dati e device
Tra le preoccupazioni sottolineate dai responsabili IT, in cima alla lista c’è la sicurezza dei dati e dei dispositivi utilizzati. Il 30% degli intervistati a livello globale – percentuale che scende al 23% in Italia – si è detto preoccupato per il problema della sicurezza dei dati, mentre relativamente alla sicurezza dei device è preoccupato il 13% del campione totale e di quello italiano.
A far paura sono soprattutto l’esposizione involontaria di dati sensibili in ambienti non autorizzati, le violazioni di sicurezza e gli attacchi ransomware/DDoS, capaci di paralizzare intere strutture.
Secondo il report di Soti, il 61% dei responsabili IT italiani (65% a livello globale) ha subìto una violazione o un attacco di questo tipo nell’ultimo anno; eppure, se da un lato tutte le organizzazioni hanno attuato almeno alcune misure di sicurezza per i dispositivi mobili, dall’altro, solo il 36% delle organizzazioni (in Italia il 33%) dispone di misure di sicurezza specifiche per l’intelligenza artificiale. Considerando il crescente utilizzo dell’AI nell’ultimo anno, ciò richiede investimenti considerevoli.
Per affrontare queste sfide, le organizzazioni dovrebbero puntare sulla costruzione di un ambiente IT sicuro e resiliente. Ciò significa implementare password complesse integrate con biometria, crittografia avanzata, antivirus aggiornati e l’autenticazione multi-fattore.
È altrettanto essenziale per ridurre i rischi e proteggere i dati sensibili in ambito sanitario mantenere software sempre aggiornati, prevedere la cancellazione da remoto dei dati in caso di furto, utilizzare VPN sicure e adottare backup in cloud.
Infrastrutture IT obsolete non integrate
Il potenziale dell’intelligenza artificiale può essere fortemente limitato in contesti caratterizzati da sistemi obsoleti o non integrati, come purtroppo avviene in molte realtà sanitarie: dal nostro report, infatti, emerge che il 99% di esse a livello globale, e 91% in Italia, continua ancora a fare affidamento su soluzioni datate.
Questi sistemi obsoleti possono ridurre l’efficienza e aumentare i rischi operativi, rendendo più complesso sfruttare appieno i benefici dell’AI in modo sicuro e diffuso, sia all’interno delle organizzazioni sia nei team sparsi.
Mansioni IT secondarie che compromettono l’attuazione di una strategia
Un’altra criticità per i responsabili IT riguarda l’eccessivo tempo impiegato per la gestione di problematiche minori, come la configurazione delle stampanti (15% a livello globale e 14% in Italia) o piccoli malfunzionamenti dei dispositivi (39% a livello globale e 29% in Italia). Queste problematiche sottraggono risorse da attività a maggiore valore aggiunto che potrebbero determinare miglioramenti significativi per le aziende.
Sebbene l’86% delle organizzazioni sanitarie italiane (90% a livello globale) utilizzi già soluzioni di Mobile Device Management (MDM) per procedure di sicurezza di base, come la prevenzione delle minacce, il rilevamento di accessi non autorizzati o la gestione delle policy, queste da sole non bastano più. Con l’aumento dei dispositivi in uso, infatti, si stanno moltiplicando anche le sfide legate alla loro sicurezza e gestione.
Un passo in questa direzione consiste nell’adottare soluzioni avanzate di Enterprise Mobility Management (EMM), capaci di offrire monitoraggio in tempo reale, assistenza da remoto, analisi predittive basate sui dati e protezione avanzata per ridurre i tempi di inattività e prevenire problemi sui dispositivi aziendali.
Oltre a garantire la gestione efficace ed efficiente di flotte di dispositivi sempre più numerose, le soluzioni di EMM permettono di ricevere regolarmente aggiornamenti di sicurezza, che riducono le vulnerabilità agli attacchi informatici.
Prospettive future
Solo affrontando con decisione gli ostacoli e adottando una strategia chiara per la gestione dei dispositivi sarà possibile sfruttare appieno il potenziale dell’Intelligenza Artificiale nel settore della sanità. Una scommessa che si traduce in migliori cure per i pazienti, strutture innovative e all’avanguardia e un sistema più sicuro, gestito e protetto.
Consentire che le sfide già presenti rimangano irrisolte, in un’epoca di avanzamento digitale così rapido, può non solo ridurre i benefici dell’AI ma anche aggravare le problematiche.












