Negli ultimi anni il rischio cyber è diventato una delle principali minacce per le imprese europee. Non si tratta più soltanto di un tema strettamente tecnico o informatico, oltre che economico: un attacco oggi può interrompere la produzione, bloccare servizi essenziali e compromettere la sopravvivenza e la reputazione stessa di un’azienda.
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Il cyber risk come minaccia sistemica per le imprese europee
Secondo l’analisi di Howden, broker assicurativo globale, dal 2020 al 2025 in Italia, Francia, Germania e Spagna le imprese hanno subito perdite per 307 miliardi di euro. Due terzi di questi costi – circa 204 miliardi – avrebbero però potuto essere evitati con misure di sicurezza di base e con una copertura assicurativa adeguata.
Questo dato evidenzia come il rischio informatico resti sistemico e spesso sottovalutato, e sottolinea il ruolo dell’assicurazione come strumento concreto per mitigare il rischio cyber e ridurne l’impatto economico.
Ransomware in crescita ma riscatti in calo grazie a controlli migliori
Negli ultimi anni, la frequenza e la gravità degli attacchi hanno registrato un notevole incremento, ma la capacità di risposta delle imprese è diventata più efficace. Gli attacchi ransomware, ovvero quelli progettati per bloccare l’accesso ai dati o ai sistemi di utenti e aziende, sono ad esempio in aumento, ma diminuisce il numero delle aziende costrette a pagare un riscatto per poter ripristinare l’acceso ai propri dati, in gran parte grazie a controlli del rischio più efficaci.
Questa inversione di tendenza suggerisce che molte aziende stanno maturando una nuova consapevolezza del rischio, investendo in strumenti assicurativi e processi più strutturati. Il percorso verso una protezione diffusa è comunque ancora lungo: oltre il 70% delle aziende europee non dispone di una polizza cyber, nonostante quasi una impresa su due (49%) abbia subito almeno un attacco negli ultimi cinque anni.
I vantaggi economici e operativi della copertura assicurativa cyber
Eppure le aziende assicurate si dimostrano molto più resilienti: la copertura assicurativa non si limita a trasferire il rischio, ma promuove comportamenti virtuosi e una gestione proattiva degli incidenti informatici. A ciò si aggiunge un ritorno economico tangibile: ad esempio, una società con un fatturato di 500 milioni di euro può risparmiare in media 16 milioni di euro in dieci anni, con un ROI del 19%. Il beneficio non deriva solo dai risarcimenti, ma dal miglioramento strutturale della gestione del rischio, con standard minimi di sicurezza, audit periodici e processi più solidi.
A questo si aggiunge il fatto che molte polizze includono servizi di risposta immediata – consulenza legale, forense, gestione della crisi – che solo il 20% delle imprese non assicurate possiede. Per le PMI, in particolare, la polizza rappresenta spesso il primo accesso a competenze specialistiche, decisive per ridurre i tempi di fermo e i costi complessivi di un attacco.
Mercato cyber insurance in fase di normalizzazione e prezzi in calo
L’analisi di Howden evidenzia inoltre che, in un ciclo di mercato in rallentamento, il comparto della cyber insurance sta entrando in una fase di normalizzazione: negli ultimi dodici mesi, le riduzioni dei tassi si sono accelerate e i prezzi globali sono ora inferiori del 22% rispetto al picco di metà 2022. Le condizioni attuali del mercato offrono quindi un’opportunità favorevole per nuovi acquirenti, soprattutto nei mercati internazionali, dove le tariffe sono scese del 12% dall’inizio del 2024, rispetto a una riduzione del 6% negli Stati Uniti.
Il protection gap europeo e le opportunità di crescita del mercato
Oggi la priorità è dunque ampliare la platea assicurata, in particolare tra le PMI. Solo una parte di imprese europee, tra il 22% (Italia) e il 29% (Francia, Germania, Spagna), dispone di una copertura cyber, rispetto al 39% del Regno Unito e oltre il 50% negli Stati Uniti. Colmare questo gap significherebbe non solo rafforzare la resilienza collettiva, ma anche generare 1,2 miliardi di euro di premi aggiuntivi all’anno.
Il potenziale di crescita è reale: il 31% delle aziende con un fatturato superiore a un milione di euro prevede di acquistare per la prima volta una polizza cyber entro i prossimi cinque anni. Si tratta di un segnale concreto di maturazione del mercato, che deve però essere accompagnato da maggiore informazione, accessibilità e chiarezza dell’offerta.
Resilienza integrata tra assicurazione, tecnologia e intelligenza artificiale
In un contesto di minacce informatiche sempre più sofisticate e mirate – anche a causa dell’evoluzione dell’intelligenza artificiale – la sola postura di sicurezza non è più sufficiente. È qui che il trasferimento del rischio al mercato assicurativo assume un ruolo chiave, perché consente alle imprese di garantire la continuità operativa anche in presenza di eventi complessi.
Il futuro della protezione cyber passa per un modello di resilienza integrata, dove assicurazione, tecnologia e governance aziendale lavorano insieme. Le polizze più avanzate si stanno evolvendo verso una logica “as-a-service”, che combina copertura economica, monitoraggio continuo e assistenza operativa.
L’intelligenza artificiale, d’altra parte, ha un doppio ruolo: da un lato potenzia la capacità di valutare i rischi in tempo reale, integrando i dati di sicurezza nei modelli di pricing; dall’altro, alimenta nuove forme di attacco come phishing automatizzato, deepfake e ransomware predittivi.
Per questo motivo, l’assicurazione si configura come una rete di stabilità economica, capace di assorbire gli shock e garantire continuità operativa anche in contesti di crisi digitale.
Strategie per ridurre il cyber risk del 66% in Europa
Una diffusione più ampia delle coperture assicurative, e delle misure di sicurezza di base, potrebbe ridurre i costi legati al cyber risk del 66%, con oltre 200 miliardi di euro di perdite evitate nei principali mercati europei. Per raggiungere questo traguardo, serve un approccio coordinato che unisca politiche pubbliche, mercato assicurativo e cultura d’impresa.
In primo luogo, l’assicurazione dovrebbe essere integrata nelle strategie pubbliche di cybersecurity, in linea con la direttiva NIS2 e il regolamento DORA, diventando parte dei piani di resilienza delle infrastrutture critiche e del sistema finanziario. È inoltre necessario rendere le polizze più accessibili e modulari, con soluzioni pensate per le PMI, che costituiscono l’ossatura dell’economia europea ma restano le più vulnerabili. Al tempo stesso, occorre promuovere una vera cultura del rischio, superando l’idea che l’assicurazione sia un costo accessorio e riconoscendone il valore strategico per garantire continuità e competitività aziendale.
In questa prospettiva, l’assicurazione può diventare una componente stabile della business continuity e della conformità normativa, rafforzando la fiducia e sostenendo la crescita nel mercato digitale.
Verso un ecosistema condiviso di resilienza e sicurezza digitale
Il “cyber protection gap“ non è un problema tecnico, ma una questione economica e sociale. Gli attacchi informatici erodono produttività, reputazione e fiducia, generando effetti sistemici sull’economia europea. Colmare questo divario significa costruire un ecosistema in cui imprese, assicuratori e istituzioni condividono informazioni, standard e strumenti per ridurre l’esposizione collettiva.
L’assicurazione può diventare il ponte tra tecnologia e stabilità economica, aiutando le aziende a gestire il rischio in modo sostenibile. La vera sfida dei prossimi anni sarà fare della cyber insurance un pilastro della sicurezza digitale europea, capace di garantire continuità, innovazione e fiducia. Solo così il rischio informatico potrà trasformarsi da minaccia a motore di resilienza e crescita.














