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ChatControl: il suicidio della democrazia digitale in Europa



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Il nuovo testo su ChatControl approvato dal Consiglio UE trasforma la tutela dei minori in un lasciapassare alla sorveglianza privata delle piattaforme. Una scelta che aggira i controlli giudiziari e concede alle big tech accesso alle nostre conversazioni più sensibili

Pubblicato il 1 dic 2025

Walter Vannini

Data Protection Officer autore del podcast DataKnightmare – L'algoritmico è politico (https://www.spreaker.com/show/dataknightmare)



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Ci tocca parlare, ancora, di ChatControl.

Leggo che il Consiglio dell’Unione Europea, ossia la conferenza che rappresenta i governi dei 27 Stati dell’Unione Europea, ha approvato una nuova versione del regolamento che dovrebbe proteggere i minori online, quello che conosciamo come ChatControl.

Dice, ma qualche settimana fa la votazione al Parlamento Europeo era stata cancellata per evitare la trombatura.

ChatControl e la nuova versione del Consiglio Ue

Sì. Ma questa è una versione leggermente diversa da quella che stava per venire messa al voto al Parlamento Europeo.

La vecchia versione, portata avanti dal ministro danese della Giustizia Peter Hummelgaard, prescriveva l’obbligo per le piattaforme di monitorare tutte le chat alla ricerca di contenuti pedopornografici o comunque abusivi di minori.

Quella è stata la versione che, per evitare figuracce, non è nemmeno stata portata in Parlamento per il voto.

Questa approvata dai rappresentanti dei governi dei 27, invece, prescrive che il monitoraggio da parte delle piattaforme sia volontario.

Come le diverse versioni di ChatControl spostano il confine

Quindi la differenza è fra un obbligo di legge e una scelta volontaria. E casualmente quella scelta volontaria rende più redditizio il modello di business delle piattaforme, che vivono del traffico di dati personali.

Davvero, ce li vedo i CEO di Google, Meta e compagnia cantante a dover loro malgrado monitorare le nostre conversazioni, estraendone informazioni che poi rivenderanno al miglior offerente.

Ma lo fanno per proteggere i minori.

A me pare che il gioco sia questo: sfruttando il fatto che il potere legislativo nell’Unione è ripartito fra Commissione, Consiglio dell’Unione e Parlamento Europeo, si presenta in una di queste sedi una legge dove almeno un contenuto è fuori dalla grazia di Dio.

Il pubblico insorge, il Parlamento Europeo non trova una maggioranza, la proposta viene ritirata prima che il voto la bruci. Poi, in un’altra sede, si fa una proposta dove il contenuto osceno viene edulcorato, ma rimane nella sostanza identico, e c’è un altro contenuto osceno che rende il primo quasi accettabile al confronto.

Con un sufficiente numero di iterazioni, il Parlamento prima o poi si illude che, a forza di edulcorazioni, i problemi fondamentali siano stati superati, e approva. Ma i problemi fondamentali sono ancora tutti lì, sotto la glassa.

Il gioco delle versioni edulcorate di ChatControl

È quello che sta succedendo con ChatControl. La proposta di Hummelgaard obbligava le piattaforme a monitorare tutte le conversazioni. Il pubblico è giustamente insorto.

La nuova proposta prevede che le piattaforme possano scegliere di fare la stessa cosa, naturalmente presentando valutazioni di impatto dove si veda che hanno preso misure per garantire la nostra privacy.

A un legislatore distratto può sembrare un passo avanti, ma è a tutti gli effetti un passo indietro:

I poteri di sorveglianza affidati alle piattaforme

Si permette comunque a piattaforme che lucrano sul traffico di dati personali di acquisire anche dati fin qui tutelati dalla protezione costituzionale delle comunicazioni private.

  • si permette comunque a piattaforme che lucrano sul traffico di dati personali di acquisire anche dati fin qui tutelati dalla protezione costituzionale delle comunicazioni private;
  • si appaltano alle piattaforme poteri fin qui esclusivi dello Stato, come la sorveglianza;
  • e il tutto al di fuori di qualsiasi controllo giuridico, perché la Polizia deve avere un mandato per intercettarvi, ma Google no.

E come dicevamo prima anche questa versione contiene una proposta fuori dalla grazia di Dio.

Il divieto di chat e giochi online per i minori

In questo caso, direi che è la proibizione per i minori di 17 anni di usare chat e giochi che abbiano funzionalità di chat. Cioè esclusivamente tutti i giochi online.

Apparentemente non basta una Commissione Europea di cocorite a ripetere gli slogan delle piattaforme, ci si mettono anche gli esponenti dei governi.

L’onda autoritaria che arriva dagli Stati Uniti

Sarebbe bello scoprire che sono tutti al soldo di Big Tech. Certo, soltanto Google spende in lobbismo sei milioni di euro l’anno, e con quei soldi si compra molto. Ma in questo caso credo che la ragione sia un’altra, e viene da lontano.

Il primo effetto delle Torri Gemelle è stata una virata secca degli USA verso l’autoritarismo. Ventiquattro anni dopo, un Trump senza più freni sta mettendo gli ultimi ritocchi all’autocrazia a stelle e strisce. Nel frattempo, è svanita ogni pretesa di non essere uno Stato canaglia (non so come altro definire la flotta USA al largo del Venezuela e la chiusura dello spazio aereo venezuelano).

E ogni pretesa che i giganti del digitale statunitensi non siano l’estensione del potere politico è morta per sempre con la sospensione, su semplice richiesta verbale di Trump, degli account Microsoft 365 alla Corte di Giustizia Europea, rea di avere messo un mandato di cattura per genocidio sulla testa del genocida Netanyahu.

Sappiamo tutti che l’onda lunga di quello che avviene negli USA arriva poi anche da noi. In questo caso il fiorire di attitudini e movimenti reazionari, autoritari, antieuropei, invariabilmente con la benedizione di oltreoceano.

Tra GDPR, Digital Compact e ChatControl: la deriva europea

Il problema è che l’autoritarismo è contagioso. Quelli che dovrebbero essere i difensori delle nostre democrazie cercano di difendersi dai reazionari autoritari che mirano al potere aumentando il proprio, di potere.

Questo ci porta alla contraddizione di un’Europa che, da un lato, guida il mondo nella tutela delle libertà digitali con il GDPR e l’intero Digital Compact, e dall’altro cerca ripetutamente di passare una legge idiota e liberticida come la proposta di Regolamento contro l’abuso sessuale sui minori, nota al mondo come ChatControl.

Nessuno con un cervello può credere che la sorveglianza di massa faccia alcunché per proteggere i minori vittime di abusi. Ma quella sorveglianza illude la Commissione Europea e i governi nazionali di poter così contrastare l’ascesa degli autoritaristi.

Combattere l’autoritarismo adottandone i metodi è un’idea idiota, eppure Commissione e governi ne sono completamente succubi.

Si dice che il prezzo della libertà sia l’eterna vigilanza, ma vigilare non serve a niente, se poi non si reagisce quando si deve. E ormai è ora di reagire.

Abbiamo tutte le prove che servono per riconoscere che i vertici dei poteri in Europa sono ormai in preda a una deriva autoritaria, che sono disposti a seppellire diritti fondamentali come la segretezza delle comunicazioni in cambio dell’illusione del controllo.

L’illusione dell’individuo sovrano nel dibattito tech

In molti, specie nel settore tecnologico, si illudono che la soluzione a uno Stato autoritario sia un individuo sovrano. Non mi importa se il governo controlla WhatsApp, io ho le competenze per gestire il mio server peer to peer e parlare in segreto con questo o quel protocollo.

Questa è solo un’illusione, e nemmeno particolarmente brillante. Individuo sovrano (The Sovereign Individual) è un libro, scritto da un venture capitalist, James Dale Davidson, e da Lord William Rees-Mogg, dirigente della Private Bank of London, con prefazione di Peter Thiel.

Questo capolavoro della cultura antagonista non è altro che l’esposizione del detto thatcheriano “non esiste società, solo individui“. Ed è una versione che si vende bene, ma resta una patetica menzogna.

Nessuna quantità di know-how tecnologico o di iniziativa individuale mette al sicuro da una società autoritarista, così come gli acquisti individuali non comprano l’uscita da un sistema monopolista. Ma se sei ricco da fare schifo, ti fa molto comodo che i poveracci si illudano del contrario.

Fermare ChatControl passa dalla politica e dai cittadini

La risposta alla deriva autoritaria delle nostre istituzioni non è illudersi della propria autosufficienza, ma riconoscere che nessuno si salva da solo. Che quando votiamo dobbiamo mettere nelle istituzioni persone che riflettono i valori che vogliamo difendere.

E che fra un voto e l’altro non dobbiamo permettergli di dimenticarsi per quale motivo sono stati eletti.

Per ora, il Parlamento è ancora abbastanza contrario alle derive autoritariste che piacciono tanto alla Commissione e ai governi nazionali, almeno quando quelle derive impattano direttamente i cittadini europei.

Dobbiamo fare tutto quello che possiamo perché il Parlamento rigetti non solo la nuova proposta ChatControl, ma l’assurda menzogna che vuole legare la tutela dei minori alla sorveglianza di massa.

Alzate quei telefoni, scrivete quelle lettere, parlate a chiunque voglia ascoltare, e non permettete che l’Unione Europea segua gli USA in questo suicidio della democrazia.

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