relazione intelligence 2025

Intelligence italiana, ecco le sfide 2025: terrorismo e AI



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La Relazione 2025 analizza l’instabilità internazionale causata dai conflitti in corso, le minacce jihadiste e le sfide globali. Un inserto speciale sull’IA evidenzia l’importanza dell’Intelligenza Artificiale per il comparto Intelligence e la sicurezza nazionale

Pubblicato il 7 mar 2025

Marco Santarelli

Chairman of the Research Committee IC2 Lab – Intelligence and Complexity Adjunct Professor Security by Design Expert in Network Analysis and Intelligence Chair Critical Infrastructures Conference



Cyber Resilience Act

La Relazione sulla politica dell’Informazione per la sicurezza relativa al 2024, presentata il 4 marzo scorso, analizza lo scenario internazionale e la crescente instabilità dovuta ai vari conflitti che si stanno combattendo su più fronti e le sfide globali nel fronteggiare le diverse zone di crisi.

Alla Relazione, per la prima volta, è allegato un inserto sull’Intelligenza Artificiale, che mostra, tra le altre cose, l’attenzione del comparto Intelligence sul tema.

Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza - anno 2024

Struttura e novità della relazione 2025

Come di consueto, il 4 marzo scorso la Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza 2025, con riferimento all’anno 2024, curata dal Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, è stata presentata dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, Alfredo Mantovano, a Palazzo Dante.

Come recita la Nota Introduttiva, la Relazione “evidenzia le principali direttrici di intervento lungo le quali, nel corso del 2024, gli Organismi Informativi hanno operato a tutela degli interessi nazionali, in aderenza ai principi costituzionali e agli obiettivi indicati dal Governo, e sotto il controllo del Parlamento” e “riflette la diversificata gamma di minacce alla sicurezza nazionale che sono state alla prioritaria attenzione dell’Intelligence”. Obiettivo della Relazione è “testimoniare l’impegno degli Organismi Informativi ad assolvere alla propria missione di tutela degli interessi nazionali, nell’esclusivo interesse della Nazione e delle sue istituzioni democratiche”.

Due sono le sezioni in cui si struttura la Relazione: la prima sull’instabilità crescente dello scenario internazionale, causata dai vari conflitti in corso, da quello russo-ucraino, a quello in Medio Oriente e alla minaccia jihadista, fino all’attenzione sempre più estesa anche a Balcani e Africa, alla minaccia ibrida alle democrazie liberali, alle tensioni Indo-Pacifiche e ai mercati globali delle materie prime; la seconda si concentra sulle sfide globali che derivano dal contesto internazionale, sull’analisi dei trend demografici e migratori, dell’innovazione tecnologica, del cambiamento climatico e degli squilibri socioeconomici.

Come di consueto, molteplici infografiche si alternano ai vari capitoli della Relazione per rendere più agevole la comprensione degli argomenti trattati. Tuttavia, rispetto agli anni passati, quest’anno la Relazione presenta alcune novità. Innanzitutto, subito dopo la Nota Introduttiva, include una dashboard infografica che seguirà ogni anno l’andamento delle sfide globali grazie all’aggiornamento di alcuni indicatori utili alla ricerca informativa e all’analisi strategica.

Altro elemento innovativo è rappresentato da un inserito, allegato alla Relazione, sull’Intelligenza Artificiale, strumento fondamentale per il comparto Intelligence nel contrasto alle minacce alla vita democratica e dalla grande capacità di trasformazione degli ambiti di applicazione, dal mondo del lavoro a quello militare. La scelta di creare un inserto sul tema evidenzia “l’attenzione alla corsa in atto a livello globale per la supremazia in tale campo, ma anche la consapevolezza delle possibilità che l’IA può offrire in termini di velocità e dettaglio all’attività di informazione per la sicurezza”.

La minaccia jihadista in Italia e nel mondo

La minaccia jihadista è uno dei temi affrontati nella Relazione, sia a livello nazionale che internazionale.

La propaganda jihadista mostra, infatti, interesse nel nostro Paese per la sua centralità nel mondo cristiano, l’impegno nella Coalizione Globale anti-DAESH e la presenza, sul territorio nazionale, di luoghi simbolo della cultura e della storia occidentale. La posizione filo-israeliana dell’Italia contribuisce ad inserirla nel mirino della minaccia jihadista e l’attentato avvenuto al Consolato statunitense di Firenze tra il 31 gennaio e il 1 febbraio 2024 viene menzionato nella Relazione per darne dimostrazione, insieme agli atti terroristici del 28 gennaio contro la Chiesa cattolica italiana di Santa Maria a Istanbul, rivendicati dall’articolazione turca di DAESH come risposta alla chiamata della sua leadership a colpire ebrei e cristiani ovunque nel mondo.

La minaccia jihadista sul fronte cibernetico

L’Intelligence ha lavorato sia sul fronte cibernetico, oramai fondamentale per il reclutamento di attori e l’incitamento ad atti violenti, sia su quello fisico, considerando il transito di cittadini centro-asiatici e nord-caucasici legati alle principali formazioni jihadiste, compreso l’ISKP. Le espulsioni di soggetti ritenuti potenzialmente pericolosi per la sicurezza nazionale nel 2024 sono state 82, anche grazie al contributo informativo dell’Intelligence.

La minaccia jihadista nel continente africano

La Relazione analizza anche la minaccia jihadista nel continente africano. A quanto pare, sono oltre dieci le organizzazioni di matrice jihadista affiliate ad Al Qaida o DAESH, che si sono radicate in Africa adattandosi ai contesti locali, in contrasto con i modelli di governance più di ispirazione occidentale o imponendosi come entità a supporto delle popolazioni locali trascurate dai loro governi, segno della crescita del fenomeno. Quindi, le chiavi di lettura imprescindibili, come riporta la Relazione, per comprendere le dinamiche dietro all’espansione del terrorismo in Africa, sono di nuovo la dimensione politica e quella sociale.

L’intelligenza artificiale nel contesto della sicurezza

L’Intelligenza Artificiale viene trattata in un inserto a parte, ma legato alla Relazione, a sottolineare la sua crucialità a livello mondiale oggi in tutti i campi, compreso, ovviamente, quello della sicurezza.

Partendo da alcuni numeri sull’Intelligenza Artificiale, con cui inizia l’inserto, come il tempo impiegato a raggiungere 100 milioni di utenti con i vari strumenti o lo stima del mercato mondiale dell’AI entro il 2027, si prosegue con alcune “Domande & Risposte” su cosa sia l’Intelligenza Artificiale o anche sul deepfake e il Machine Learning, per poi passare all’attenzione dedicata a questo campo da parte del G7 che si è riunito in Italia a giugno 2024. “Etica” e “inclusione” sono stati i due termini chiave legati all’AI in occasione dell’incontro tra Paesi, che hanno ribadito all’unisono la necessità, nello scenario internazionale attuale, di “riaffermare il rispetto dei valori democratici anche nella governance della rivoluzione costituita dall’IA, riproponendo l’identità condivisa dai Paesi del mondo libero, laddove nei sistemi autoritari anche l’IA viene utilizzata per comprimere le libertà individuali” e di “contribuire a colmare i divari tra le diverse aree del mondo, soprattutto in riferimento ai Paesi in via di sviluppo e alle economie emergenti, per i quali già sussiste un certo grado di “digital divide” cui si aggiunge il divario dovuto alla disponibilità dei sistemi IA”.

Emblematica la citazione dal film di Steven Spielberg del 2001 “A.I. Artificial Intelligence”, con cui si chiude l’inserto: “Era il tempo dello scioglimento delle calotte polari a causa dell’effetto serra, e gli oceani si erano alzati sino a inabissare molte città lungo le coste del mondo. Amsterdam, Venezia, New York, perdute per sempre. Milioni di persone furono sradicate dalle loro case. Il clima divenne caotico. Centinaia di milioni di persone morirono di fame nei Paesi più poveri… I robot, che non avevano mai fame e non consumavano risorse oltre a quelle necessarie alla loro fabbricazione, erano un anello essenziale nella struttura economica della società”

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