Si sta assistendo ad una vera e propria riscoperta del ruolo dell’hacker etico, che segna un ritorno al significato originario e positivo del termine. È sempre più evidente come aziende e istituzioni possano trarre vantaggio dalle competenze digitali di sviluppatori, ricercatori e dei c.d. hacker etici (anche «white hats»), valorizzandone il contributo nella prevenzione e gestione delle vulnerabilità informatiche. Tuttavia, in assenza di un quadro giuridico specifico, l’etichetta di “etico” rimane priva di un significato giuridico univoco, esponendo inevitabilmente al rischio di criminalizzazione anche di quegli hacker che operano animati da “buone intenzioni”. Ecco la situazione.
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Professione hacker etico: chi è, cosa fa e come diventarlo
L’hacker etico, uno specialista di sicurezza informatica capace di aiutare enti e imprese a scoprire le proprie vulnerabilità, deve ancora essere ben regolamentato dalla legge per avere le necessarie tutele
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