tutele e polemiche

Roblox, salvare i minori dai predatori: il caso



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Roblox introduce la verifica dell’età tramite riconoscimento facciale dopo azioni giudiziarie negli USA. Tra grooming, responsabilità civile e GDPR, la piattaforma diventa un caso di studio su come conciliare crescita, socialità dei minori e loro sicurezza

Pubblicato il 28 nov 2025

Marco Martorana

avvocato, studio legale Martorana, Presidente Assodata, DPO Certificato UNI 11697:2017



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Roblox, la nota piattaforma gaming molto apprezzata da ragazzi e bambini, ha appena introdotto come misura di sicurezza la verifica dell’età mediante riconoscimento facciale. La novità arriva dopo una serie di contestazioni giudiziarie negli Stati Uniti e segna un cambio di passo importante per la tutela dei minori online, minacciati da predatori sessuali e altri fenomeni.

Tuttavia il quadro giuridico rimane complesso e profondamente in evoluzione.

Vediamo perché.

Roblox, quale tutela dei minori. Problemi e regole


La pressione istituzionale e giudiziaria che si è intensificata negli Stati Uniti, con diverse procure statali che accusano Roblox di non aver predisposto misure di sicurezza adeguate a proteggere i minori, ha modificato profondamente il contesto regolatorio e il comportamento della società.

Nel novembre 2025, l’azienda ha annunciato un nuovo pacchetto di misure di sicurezza incentrato su una forma innovativa – e dal punto di vista giuridico complessa – di verifica dell’età, basata sulla stima facciale o sulla presentazione di un documento d’identità. È un passaggio che rappresenta molto più di un semplice aggiornamento tecnico: è un segnale del fatto che le piattaforme, per continuare a operare, devono ripensare la propria infrastruttura in funzione della prevenzione, dell’accountability e della trasparenza.

Per anni, la società ha gestito un universo virtuale che non è semplicemente un gioco, ma una costellazione di mondi creati dagli utenti, aperti, dinamici e permeati da una socialità fluida. Questo modello ha favorito una crescita esponenziale, divenendo uno degli spazi preferiti da bambini e adolescenti a livello globale.

Tuttavia, la stessa architettura che consente libertà creativa e interazione sociale ha progressivamente esposto la piattaforma a rischi particolarmente delicati: contatti indesiderati tra minori e adulti, dinamiche di grooming, ambienti potenzialmente ambigui e una moderazione difficile da gestire su scala industriale.

Roblox: sicurezza dei minori e natura ibrida della piattaforma

Roblox come ambiente ad alta concentrazione di minori e doveri di protezione. Per comprendere la questione in profondità, è fondamentale analizzare la natura “ibrida” di Roblox. La piattaforma ospita giochi, mondi virtuali, chat pubbliche e private, meccaniche economiche interne e possibilità di creare contenuti che vengono fruiti da milioni di utenti ogni giorno. Non si tratta di un tradizionale videogioco chiuso e predefinito, ma di un ambiente che funziona come un ecosistema sociale aperto, dove l’esperienza dipende tanto dal design generale quanto dai comportamenti degli utenti.

La presenza massiccia di minori non rappresenta un dettaglio sociologico, bensì un elemento giuridicamente rilevante. Quando un servizio digitale è frequentato principalmente da bambini e adolescenti, il livello di cura richiesto alla piattaforma nella prevenzione dei rischi aumenta in proporzione. I minori sono, per definizione, utenti vulnerabili, non del tutto consapevoli delle dinamiche di manipolazione, più inclini alla fiducia e più esposti a forme di influenza impropria.

È quindi prevedibile, e in un certo senso inevitabile, che soggetti adulti con intenzioni malevole tentino di sfruttare un ambiente così popolato e così aperto. L’assenza, fino a poco tempo fa, di una modalità robusta di verifica dell’età ha facilitato situazioni in cui adulti non identificati potevano presentarsi come coetanei, instaurare relazioni e muoversi indisturbati tra mondi virtuali frequentati da bambini piccoli.

La prevedibilità del rischio, in diritto, è un concetto decisivo. Se un pericolo è noto, o ragionevolmente conoscibile, e la piattaforma non adotta misure adeguate a prevenirlo, si apre la strada alla responsabilità civile. In questo caso, la prevedibilità del rischio di contatti impropri tra adulti e minori era elevata: e questo è il motivo per cui molte azioni legali statunitensi si concentrano sulla presunta inerzia della società negli anni precedenti all’introduzione delle nuove misure.

Le cause legali negli Stati Uniti sulla sicurezza dei minori su Roblox

Negli Stati Uniti, più Stati hanno avviato procedure contro Roblox, accusando la società non solo di aver sottovalutato i rischi, ma di aver privilegiato la crescita commerciale rispetto alla sicurezza. In alcuni casi, le procure hanno affermato esplicitamente che la piattaforma sarebbe divenuta, nel tempo, un luogo dove i predatori potevano operare con un margine di manovra eccessivo. Sono accuse gravi, che non riguardano la responsabilità diretta per i reati – sempre imputabili agli autori materiali – ma la struttura stessa della piattaforma e la presunta insistenza di Roblox nel rifiutare strumenti che avrebbero potuto limitare il fenomeno.

Un passaggio particolarmente significativo è stato il rigetto, da parte di un tribunale californiano, della richiesta di Roblox di imporre l’arbitrato obbligatorio in una causa riguardante lo sfruttamento di un minore. Questa decisione ha di fatto consentito alla causa di proseguire in sede giudiziaria pubblica, aprendo la strada a un dibattito molto più ampio e visibile sulle responsabilità della piattaforma. Da quel momento, il contenzioso ha assunto un peso differente, in quanto la vicenda ha cessato di essere confinata a una procedura privata e si è trasformata in un’occasione per definire parametri più ampi relativi alla diligenza delle piattaforme che ospitano minori.

Il moltiplicarsi delle indagini e delle azioni giudiziarie ha sicuramente influito sulla scelta di Roblox di introdurre misure più incisive. Più che una coincidenza, si tratta di un fenomeno che il giurista riconosce bene: la regolazione di fatto nasce spesso da un intreccio fra pressioni giudiziarie, reputazionali e istituzionali.

Verifica dell’età in Roblox, riconoscimento facciale e nuove limitazioni alle interazioni

La misura più rilevante annunciata da Roblox è senza dubbio l’obbligo di verificare l’età per poter utilizzare la chat. La piattaforma consente due modalità: una stima automatizzata dell’età tramite analisi del volto, oppure la presentazione di un documento d’identità. È una svolta che introduce un elemento di identificazione che, fino a questo momento, mancava quasi del tutto.

Segmentazione per fasce d’età e connessioni fidate

Una volta verificata l’età, gli utenti vengono collocati in diverse fasce anagrafiche e possono interagire solo con coetanei o con persone appartenenti a gruppi adiacenti. In altre parole, un adulto non potrà più scrivere direttamente a un bambino, e un minore molto piccolo non potrà ricevere messaggi da sconosciuti di età superiore. Per i più giovani, la chat è disattivata per impostazione predefinita e può essere riattivata soltanto dai genitori. Per i rapporti familiari o amicali già consolidati è stata introdotta la nozione di “connessione fidata”, un meccanismo che consente di mantenere il contatto anche se le fasce di età non coincidono.

La nuova infrastruttura ha l’ambizione di spostare la logica della sicurezza verso un modello preventivo. In passato, la moderazione avveniva prevalentemente a valle: si interveniva sulle segnalazioni degli utenti o su contenuti già pubblicati. Con la segmentazione anagrafica, invece, la piattaforma impedisce a monte gran parte delle interazioni potenzialmente rischiose. È una scelta che modifica il modo stesso di concepire la sicurezza digitale, trasformandola da un meccanismo reattivo a uno strutturale.

I limiti delle nuove misure e le criticità che permangono

Nonostante l’indubbio avanzamento, il quadro non può dirsi completamente risolto. La verifica dell’età tramite stima facciale, pur efficace per chi intende utilizzare la chat, non elimina i rischi presenti all’interno dei mondi virtuali creati dagli utenti. Un adulto può interagire con un minore senza necessariamente utilizzare la chat testuale: può farlo attraverso il design di un gioco, lo scambio di oggetti, la creazione di spazi privati camuffati, l’invito a passare su app esterne o mediante comportamenti che sfuggono ai filtri automatici.

Moderazione, UGC e rischi residui

La moderazione costituisce un punto critico anche nelle piattaforme più attrezzate. Roblox ospita milioni di esperienze generate dagli utenti, ed è impossibile verificarle preventivamente in modo capillare. Il rischio di ambienti inappropriati, di giochi ambigui o di meccaniche che facilitino interazioni predatorie rimane un punto debole che richiede non solo tecnologia, ma investimenti costanti in figure umane, audit indipendenti e strumenti di segnalazione accessibili e trasparenti.

Biometria, privacy e quadro europeo

A ciò si aggiunge la questione della privacy, soprattutto per i residenti nell’Unione Europea. Il ricorso a tecnologie di analisi biometrica, anche se limitato alla stima dell’età e con cancellazione immediata dei dati grezzi, solleva interrogativi sulla proporzionalità, sulla minimizzazione dei dati e sulla necessità di eseguire valutazioni d’impatto sulla protezione dei dati. Il legislatore europeo è particolarmente attento a questi temi, e la conformità della misura al quadro normativo – in particolare al GDPR – dovrà essere dimostrata con trasparenza e documentazione.

Minori: privacy e responsabilità futura delle piattaforme

La vicenda Roblox solleva una domanda più ampia: fino a che punto una piattaforma con contenuti generati dagli utenti può essere chiamata a rispondere dei rischi che emergono dalle interazioni tra i suoi membri? La risposta giuridica non è semplice. Da un lato, il provider non può essere considerato responsabile per ogni illecito commesso da terzi; dall’altro, quando l’utenza è composta in gran parte da minori, il livello di diligenza richiesto aumenta notevolmente. La responsabilità può derivare non dal fatto illecito in sé, ma dalla mancanza di misure idonee a prevenirlo.

Le cause in corso negli Stati Uniti potrebbero definire un nuovo standard di diligenza, imponendo alle piattaforme obblighi più stringenti di identificazione, moderazione e prevenzione. È possibile che, alla luce di tali sviluppi, si affermi il principio secondo cui, in presenza di un rischio noto e reiterato, la piattaforma debba dimostrare non solo di aver predisposto strumenti di controllo, ma di averli applicati con efficacia verificabile.

In Europa, inoltre, si registra una crescente attenzione verso la sicurezza dei minori nei servizi digitali, anche grazie al Digital Services Act, che richiede audit, valutazione dei rischi, trasparenza e responsabilità sistemica. Roblox, come piattaforma globale, non può ignorare la dimensione multilivello di questi obblighi.

Le misure annunciate da Roblox rappresentano un passo avanti significativo nella tutela dei minori, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione dei contatti indesiderati tra adulti e bambini. L’introduzione della verifica dell’età tramite stima facciale, la segmentazione degli utenti e l’adozione di impostazioni predefinite più restrittive per i più piccoli indicano una nuova direzione, più rigorosa e consapevole.

Tuttavia, la complessità dell’ecosistema UGC impone una visione meno semplicistica. La sicurezza dei minori non può essere affidata interamente alla tecnologia, né può limitarsi a un’unica misura. Richiede un insieme armonico di strumenti: prevenzione architetturale, moderazione efficace, segnalazioni trasparenti, educazione delle famiglie, controlli esterni, audit indipendenti e un impegno costante nel tempo. Solo se questi elementi si intrecciano in modo coerente, la piattaforma può davvero promettere – e mantenere – uno spazio sicuro.

In ultima analisi, è probabile che siano proprio i tribunali, insieme alle autorità regolatorie, a definire il perimetro della responsabilità futura delle piattaforme digitali. Roblox, in questo senso, è un caso di studio, un banco di prova che rivela quanto sia sfidante conciliare creatività, socialità e protezione dei minori in un mondo digitale in continua espansione. La sensazione è che la traiettoria sia ormai tracciata: la sicurezza dei minori non può più essere un accessorio, ma il cardine stesso dell’architettura dei servizi digitali.

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