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Infrastrutture digitali e dati IoT: la nuova spina dorsale delle città



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La gestione massiva dei dati IoT rappresenta uno degli elementi chiave per la realizzazione di una smart community realmente efficace e resiliente. Le piattaforme moderne devono affrontare sfide legate alla varietà dei sensori, alla qualità della trasmissione e alla valorizzazione del dato

Pubblicato il 8 ago 2025

Nicola Ruggiero

Focus Group srl



IoT per la gestione degli eventi urbani Gestione dei dati IoT

Nell’ambito della gestione di una vera smart community ci si concentra sugli use-case specifici e sull’integrazione degli stessi, sulla qualità e quantità di sensoristica distribuita e sulla possibilità di espandere queste soluzioni quasi senza continuità.

La gestione dei dati nelle smart community

Con il proliferare delle tecnologie di connessione wireless narrowband e a bassa potenza, sempre più si necessita di piattaforme che, nativamente, permettano la gestione del dato semplicemente da fonti diverse e trasportati in qualche modo fino alla stessa applicazione finale.

In tempi recenti, con le prime applicazioni di smart metering, sono nate le prime piattaforme SAC – sistema di acquisizione centralizzato – il cui scopo era collezionare i dati provenienti da contatori tutti uguali attraverso una rete radio proprietaria.

Dimenticandosi per un attimo della complessità di attivare e gestire una rete radio proprietaria, il vero compito della piattaforma di gestione era raccogliere i dati e metterli a disposizione del sistema gestionale per l’analisi successiva, in un rapporto univoco sensore-dato-soluzione applicativa finale.

Dalle prime reti a 868 MHz dedicate, si è poi passati alla rete LORAWAN (anch’essa dedicata) per arrivare oggi alle reti 4G/5G, Nb-IoT e per finire con l’evoluzione del WM-Bus nelle più comuni versioni Trash-by e Walk-by.

L’altra complicazione è sulla serie infinita di device e sensori che si possono collegare alla piattaforma di gestione, non solo per quantità, ma soprattutto per tipologia di misura o di dato raccolto, protocollo e necessità di gestione. Raccogliere la misura dei consumi idrici giornalieri da uno smart meter è diverso dal raccogliere ogni ora i dati sull’inquinamento e/o sulla temperatura.

Utilizzare il dato per una rappresentazione e una analisi quali-quantitativa di una grandezza (ad esempio la temperatura) per decidere le politiche di gestione del lavoro all’aperto nelle ore centrali della giornata in piena estate è ben diverso dall’usare la lettura del meter per calcolare i consumi ed emettere fattura.

Nel primo caso, avendo più sensori distribuiti in una zona, laddove una lettura venisse persa o un sensore non funzionasse, piuttosto che un dato arrivi corrotto, tutto sommato si riuscirebbe ancora a ricostruire la situazione su una area specifica (una città, un quartiere) e il suo trend nel tempo mentre la decisione sui provvedimenti da adottare spetterebbe a persone che utilizzano i dati a supporto di una scelta consapevole, informata e oggettiva, ma non assolutamente dettata in automatico dal dato in se. Ci sarebbero considerazioni sociali, si valuterebbero le previsioni nei giorni a seguire, si penserebbero a misure alternative, etc.

Nel secondo caso abbiamo una relazione univoca lettura del meter-fattura, non vi è decisione umana nel mezzo, e non vi è possibilità (almeno in prima battuta) di mediare con altri meter di altre utenze. Nel primo caso la piattaforma deve avere dei requisiti tali da assicurare un trend o un dato mediato, nel secondo caso semplicemente non può sbagliare un colpo perché si trasforma da strumento per la raccolta dei dati a strumento per la validazione fiscale dei dati e fattura per l’utente.

Piattaforme SAC e infrastrutture digitali per dati IoT

Una piattaforma SAC moderna, o meglio una piattaforma dedicata alla gestione massiva dei dati IoT, costituisce la spina dorsale delle infrastrutture digitali di una smart community.

Questi sistemi evoluti sono progettati per raccogliere, organizzare, elaborare e valorizzare enormi quantità di dati generati da una vasta rete di sensori e dispositivi, spesso distribuiti in modo capillare sul territorio urbano ed extraurbano.

Le complessità delle piattaforme SAC

Le complessità da affrontare sono quindi notevoli, vediamole in maniera semplificata partendo dagli end devices e attraversando i vari layer architetturali, di rete e di applicativi per finire ai vari sistemi di Input/Ouput.

Gli end devices come fonti primarie del dato

In ambito smart communities i più comuni sono smart meter, sensori di grandezze fisiche come portate, temperature, inquinamento fino a misuratori multiparametrici per il monitoraggio ambientale o di affollamenti, etc etc. L’importante è che i dati in uscita da ogni device siano strutturati.

Infrastrutture di trasporto e protocolli di rete

Trattandosi di sensoristica distribuita sul territorio, i sistemi di trasmissione e trasporto del dato per elezione sono quelli wireless con l’utilizzo di reti pubbliche e fisse, soprattutto Nb-IoT e LoraWan ma anche 4G, Sigfox ed altre soluzioni legacy, oltre che soluzioni in mobilità WM-BUS trash-by e walk-by che non possiamo definire connessioni fisse. Il compito di questo layer è raccogliere il dato dagli end devices e presentarlo nella maniera giusta al layer successivo.

Il core network e il ruolo dell’IoT engine

L’IoT Core Network è il primo engine fondamentale del sistema perché gestisce i pacchetti dati e li instrada correttamente legandoli anche ad applicazioni tipiche del layer di trasporto. Ad esempio, nel caso di trash-by o walk-by deve anche occuparsi di gestire l’attivazione del collegamento radio all’occorrenza, gestire e tradurre il payload in funzione dell’end-device e supportare questi ultimi con applicazioni tipo tool cartografici e fotografici che, nel caso di utilizzo di rete pubblica Nb-Iot, ad esempio, non sono necessari. In sostanza questo layer si assicura di mettere a disposizione dei device l’ambiente giusto per raccogliere e passare il dato al livello successivo, in maniera seamless per i livelli successivi. È un livello core con le sue declinazioni hardware e software e più prossimo ai devices.

Il network server come strato di provisioning

Il livello Network Server invece si occupa di attività di provisioning della rete, dei device e di monitoraggio del funzionamento degli stessi, soprattutto quando si utilizzano reti pubbliche per la trasmissione dei dati.

Applicazioni e gestione dei dati strutturati

Che i dati arrivino da un Network Server o da un sistema di acquisizione in mobilità, essi vengono consegnati al Livello Applicativo che, tra i principali compiti, ha quelli di storage dei dati e decriptazione del payload, traduzione payload, interfaccia di consultazione dei dati e fornire strumenti di analisi dei dati, gestione della connettività sulla rete, sincronizzazione dati con il CRM ed esportazione a quest’ultimo o alle applicazioni di gestione dedicate alla specifica tipologia di device. Se l’IoT Core è il layer di riferimento per il livello “fisico” di raccolta del dato, l’Application Layer è il riferimento logico per il “dato”.

Quando l’Application Layer ha ottenuto la piena padronanza del dato, ne ha assicurato la consistenza, l’integrità e la validità, utilizzando il gestore di I/O lo passa quindi all’applicazione specifica che può essere il sistema di fatturazione (applicazioni contabili e fiscali), piuttosto che sistemi Scada o di Telecontrollo (applicazioni di processo), o una piattaforma di monitoraggio ambientale (sistema DSS) oppure qualsiasi altra applicazione pertinente.

Scalabilità e interoperabilità delle piattaforme IoT

Caratteristiche come la scalabilità, ma più recentemente algoritmi di analisi e machine learning, stanno trasformando questi sistemi da gestori di dati grezzi a sistemi di analisi predittiva per la gestione della community proprio per la capacità di unire tecnologie cloud-native con interoperabilità, sicurezza e privacy in un unico ambiente.

E da questo unico ambiente si possono alimentare, o scambiare dati con, altre piattaforme per la gestione massiva dei dati IoT, affinché si costruiscano smart communities che integrano processi diversi, e che sfruttino end devices installati per applicazioni specifiche, come coadiuvanti in applicazioni apparentemente lontane tra loro. In questo senso sono dei veri e propri enabler di scenari tutti da percorrere.

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