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Smart city e coesione: l’Ue punta sul futuro urbano



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L’Unione Europea destina risorse ingenti allo sviluppo delle smart city, con attenzione alla digitalizzazione, ai servizi pubblici e alla sostenibilità. Il Friuli Venezia Giulia rappresenta un esempio italiano di applicazione concreta delle politiche unionali

Pubblicato il 17 set 2025

Gea Arcella

Notaio, Assessore al Comune Udine alla smart city ed innovazione digitale



fondo fesr

L’Unione Europea ha posto la digitalizzazione e lo sviluppo delle “smart city” al centro della sua agenda, riconoscendo il loro potenziale per la crescita economica, la coesione sociale e la sostenibilità ambientale dell’intera Unione. Le città, in quanto centri di innovazione e aggregazione, sono considerate attori chiave nella transizione verso un futuro più connesso e intelligente.

Fondi europei per la coesione e le iniziative Smart City

In generale la politica di coesione dell’Unione Europea rappresenta il principale strumento di investimento per ridurre le disparità economiche, sociali e territoriali tra le regioni. Per il periodo di programmazione 2021-2027, sono stati stanziati oltre 370 miliardi di euro per queste politiche, inclusi 47,5 miliardi dal fondo Next Generation EU, dei quali oltre 100 miliardi destinati alle città (di cui 24 miliardi gestiti direttamente dalle città).

Il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e il Fondo di Coesione (FC) sono i pilastri di questa strategia. Il FESR mira a rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale correggendo gli squilibri tra le regioni, consentendo investimenti in un’Europa più intelligente, più verde, più connessa e più sociale. Il FC, invece, supporta investimenti in 15 Stati membri (quelli con un reddito nazionale lordo pro capite inferiore al 90% della media UE) in settori come trasporti, ambiente, efficienza energetica ed energie rinnovabili, l’Italia non rientra nel novero di questi 15 paesi, pertanto può servirsi solo dei c.d. Fondi strutturali.

La politica di coesione 2021-2027 dell’Unione Europea

La politica di coesione 2021-2027 dell’Unione Europea si articola attorno a cinque Obiettivi Politici (PO) di cui diversi sono direttamente rilevanti per la digitalizzazione urbana, nello specifico il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e il Fondo di Coesione (FC) supportano investimenti in un’Europa più intelligente (PO1), più connessa (PO3) e più vicina ai cittadini (PO5), con almeno l’8% delle risorse FESR destinate allo sviluppo urbano .

A complemento di questa panoramica sulle risorse disponibili, il Programma Europa Digitale (DIGITAL) (oltre 8,1 miliardi di euro) finanzia tecnologie digitali avanzate – come il supercomputing, l’intelligenza artificiale, la cybersecurity, le competenze digitali avanzate e l’ampio utilizzo delle tecnologie digitali nell’economia e nella società – mentre l’Iniziativa Urbana Europea (EUI) (94 milioni di euro), specificamente rivolta alle amministrazioni comunali, promuove soluzioni innovative guidate dalle città.

L’attenzione e gli stanziamenti messi a disposizione per la digitalizzazione delle città nascono dalla consapevolezza di quanto i servizi pubblici digitali siano cruciali per ridurre gli oneri amministrativi, rendere le interazioni con le autorità pubbliche più veloci e aumentare la qualità dei servizi forniti. Accanto a linee di finanziamento brevemente riassunte, la Commissione Europea supporta questa trasformazione attraverso lo sviluppo di vari strumenti e servizi, utilizzabili liberamente dagli Stati membri, tra i quali:

EU Local Digital Twins Toolbox (una raccolta di strumenti riutilizzabili per creare digital twin locali basati sull’IA), l’Online Procurement Helpdesk for Cities (un servizio di supporto per promuovere la trasformazione digitale delle città), lo European Data Space for Smart and Sustainable Cities and Communities (un ambiente interoperabile e sicuro per la condivisione dei dati) e l’European Digital Infrastructure Consortium (EDIC) (uno strumento legale e politico per accelerare progetti IT multi-paese).

Piattaforme come Kohesio e la Cohesion Open Data Platform completano il quadro degli strumenti, garantendo trasparenza sui progetti finanziati e possibilità per i cittadini di verificarne lo stato di evoluzione e i loro risultati.

Infrastrutture e innovazione digitale in Friuli Venezia Giulia

La Regione Friuli Venezia Giulia ha dedicato un impegno significativo nella trasformazione digitale e nello sviluppo di iniziative smart city, allineandosi alle priorità dell’Unione Europea.

In questo ambito la “Strategia di Specializzazione Intelligente” del Friuli Venezia Giulia per il periodo 2021-2027, ora denominata S4 (Sustainable Smart Specialisation Strategy) è lo strumento principale per coordinare le politiche di ricerca e innovazione con quelle per la competitività e le competenze, integrandosi con l’Agenda Digitale Regionale .

L’impegno della Regione FVG si manifesta attraverso la promozione ed il co-finanziamento una serie di progetti specifici che spaziano dalle infrastrutture alla sanità, dalla pubblica amministrazione alla rigenerazione urbana e culturale.

Nel settore dello sviluppo di infrastrutture digitali, la regione è stata tra le prime in Italia a completare il Piano banda ultralarga per le aree bianche attraverso la sua Rete Pubblica Regionale (Rpr), con oltre 1600 chilometri di fibra ottica che connettono comuni, ospedali e scuole. Attualmente, la regione è impegnata nel completamento del Piano Italia a 1 Giga per portare la connettività nelle abitazioni non ancora coperte da reti adeguate.

Servizi pubblici digitali, sanità e rigenerazione urbana

La Regione FVG ha mostrato anche un forte impegno nella digitalizzazione della Pubblica Amministrazione (PA) e nel miglioramento dei servizi ai cittadini, avviando la dematerializzazione degli archivi cartacei regionali. La digitalizzazione è integrata anche nei progetti di rigenerazione urbana e valorizzazione culturale, come ad esempio a a Trieste, l’azienda di servizi pubblici locale AcegasApsAmga sta sviluppando un digital twin della rete elettrica cittadina: questo gemello digitale permetterà di comprendere il comportamento dinamico della rete in dettaglio, gestendo la microgenerazione e l’accumulo di batterie, prevedendo la domanda energetica e rilevando proattivamente possibili interruzioni. La Regione FVG ha anche sperimentato l’applicazione delle tecnologie digitali nel settore della sanità e dell’assistenza sociale, ad esempio nel progetto SmartCare, finanziato dall’UE, sviluppato in FVG (e in altre 8 regioni europee) con l’obiettivo di consentire agli anziani e alle persone con patologie croniche di vivere più a lungo in modo indipendente utilizzando le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione nel campo ad esempio della telemedicina.

Nonostante i risultati positivi la trasformazione digitale urbana in FVG e in Italia in generale affronta diverse sfide che necessitano di attenzione.

Un problema significativo è il divario di competenze digitali: in Italia, solo il 40% dei cittadini possiede reali competenze digitali e solo un terzo sa navigare in Internet. Questa carenza è identificata come uno dei principali ostacoli allo sviluppo del Paese.

Questo indica che, nonostante i progressi tecnologici, il principale ostacolo all’efficacia delle politiche urbane digitali non è necessariamente il finanziamento o la tecnologia, ma il capitale umano. Se i cittadini non possono utilizzare i servizi, o i comuni mancano di personale qualificato, i progetti non riusciranno a raggiungere il loro pieno potenziale.

Un’altra sfida è la frammentazione e la mancanza di coordinamento delle iniziative. Sebbene esistano molteplici iniziative dell’UE, il rischio maggiore è che rimangano “scollegate tra loro e quindi poco efficaci”. La Corte dei Conti europea ha evidenziato questa problematica. Questa mancanza di coordinamento può ostacolare la scalabilità e la replicabilità delle soluzioni di successo.

La resistenza alla interoperabilità e condivisione dei dati è un’ulteriore barriera, spesso sperimentata sia nell’utilizzo degli applicativi in uso alle Pubbliche amministrazioni sia nei confronti dei cittadini, sotto quest’ultimo punto di vista le preoccupazioni relative alla fiducia e alla privacy possono ostacolare l’adozione di soluzioni basate sui dati.

Capitale umano e governance come sfide decisive

Infine, l’esperienza del progetto SmartCare ha mostrato che, sebbene abbia migliorato l’efficienza sanitaria, ha avuto “scarso effetto sulla qualità della vita”. Questo suggerisce che le soluzioni tecnologiche da sole non riescono affrontare tutti gli aspetti del benessere umano il quale richiede interventi sociali e incentrati sulla persona più ampi, al di là delle soluzioni puramente digitali.

Nonostante i progressi tecnologici del FVG, le sfide più evidenti ruotano attorno al capitale umano e alla governance. L’efficacia delle politiche urbane digitali non dipende solo dall’implementazione tecnologica o dai finanziamenti, ma si basa su fattori umani – coinvolgimento dei cittadini, alfabetizzazione digitale, fiducia e amministrazione pubblica qualificata – , senza affrontare queste sfide, anche i progetti ben finanziati e tecnologicamente avanzati rischiano di non raggiungere il loro pieno impatto sociale, mentre l’obiettivo restano i cittadini ed il loro benessere collettivo.

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