L’arrivo degli AI Agents ha rivoluzionato il mercato digitale e il modo in cui i consumatori si rapportano alla ricerca online[1], sostituendo sempre più spesso i motori di ricerca tradizionali con conversazioni basate su LLM. Ma Google non è rimasto a guardare.
Dopo il lancio negli Stati Uniti, oggi AI Mode approda anche in Italia, portando la ricerca conversazionale nel nostro Paese e promettendo di cambiare ancora una volta le regole del gioco.
Per tutti, compresi brand e retailer, per il loro marketing digitale.
La nuova modalità di ricerca introduce query da due a tre volte più complesse rispetto al passato, trasformando non solo il modo in cui gli utenti cercano informazioni sul web, ma influenzando l’intera customer journey. Un cambiamento che apre nuove opportunità per i brand capaci di adattare le proprie strategie all’era della ricerca intelligente.
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Ai mode anche in Italia, è tutto un nuovo marketing: evoluzione delle tipologie di query di ricerca
Google ha ufficialmente lanciato AI Mode in Italia l’8 ottobre 2025, estendendo così la propria esperienza di ricerca basata sull’intelligenza artificiale a 36 nuove lingue e quasi 50 paesi[2], inclusa l’Italia. Questa innovativa modalità di ricerca rappresenta la risposta di Google alla crescente domanda di interazioni più naturali, profonde e conversazionali, grazie all’integrazione dei modelli avanzati Gemini.
A differenza della tradizionale ricerca basata su parole chiave, AI Mode permette agli utenti di porre domande articolate e complesse direttamente nella barra di ricerca, ottenendo risposte complete, sintetiche e strutturate. Il sistema sfrutta una tecnica definita “query fan-out”, che frammenta la domanda iniziale in molte sotto-query parallele, esplorando vari aspetti del tema e raccogliendo informazioni da diverse fonti contemporaneamente.
Questa modalità innovativa consente di fornire risposte più approfondite e precise, superando il semplice elenco di link per offrire una vera e propria sintesi, arricchita da link utili per approfondimenti. Gli utenti possono così ottenere in un’unica risposta panoramiche complete, confronto di dati, itinerari o tabelle comparative, risparmiando tempo e aumentando l’efficacia della ricerca.
AI Mode è inoltre multimodale[3]: supporta input testuali, vocali e visivi, permettendo di interagire con il motore di ricerca anche via comando vocale o caricando immagini direttamente nella barra di ricerca. Questa innovazione porta la ricerca online verso un’esperienza più intuitiva, simile a una conversazione con un assistente intelligente,[4] pensata per rispondere a domande sempre più articolate e personalizzate.
Marketing cambiato dall’AI, la trasformazione del customer journey per AI Mode: dall’intento alla conversione
L’introduzione di AI Mode sta rivoluzionando il tradizionale customer journey, introducendo un nuovo modello di ricerca più naturale e conversazionale che avvicina l’esperienza digitale al modo in cui le persone naturalmente pensano e comunicano. Il nuovo percorso del consumatore non segue più la logica lineare della ricerca tradizionale, ma si sviluppa attraverso conversazioni prolungate con l’intelligenza artificiale che guidano l’utente dalla scoperta iniziale fino alla decisione d’acquisto.
La ricerca conversazionale permette agli utenti di articolare bisogni complessi in una singola query, eliminando la necessità di ricerche multiple e separate. Ad esempio, invece di cercare separatamente “migliori caffettiere”, “prezzi caffettiere”, “recensioni caffettiere”, l’utente può ora chiedere: “Quali sono le migliori caffettiere sotto i 200 euro con ottime recensioni e facili da pulire?”. Questa evoluzione comporta una riduzione significativa dei punti di contatto nel funnel di conversione, concentrando il processo decisionale in momenti più rapidi e semplificando il percorso di scelta.
L’integrazione della modalità multimodale amplifica ulteriormente questa trasformazione. Gli utenti possono ora utilizzare voce, immagini e testo in modo combinato, creando un’esperienza di ricerca più ricca e intuitiva. Per i retailer, questo significa opportunità inedite per mostrare la qualità visiva dei propri prodotti attraverso visual search e per fornire assistenza conversazionale che rifletta il tone of voice del brand.
Strategie di ottimizzazione per la visibilità su AI Mode
L’ottimizzazione per AI Mode richiede un cambio di metodo rispetto alla SEO tradizionale, non basta più essere nei primi risultati, bisogna diventare fonti che l’intelligenza artificiale cita, sintetizza e porta direttamente all’utente. Questo nuovo approccio viene chiamato Generative Engine Optimization (GEO) e si fonda sulla capacità di essere selezionati dalle AI come riferimento autorevole nelle risposte generate.[5]
Un concetto centrale è quello di “AI citability”, ovvero la propensione dei contenuti e dei brand a essere “citati” dalle AI nelle risposte conversazionali. Un contenuto citabile è strutturato in modo chiaro, contiene dati verificabili, segue una logica coerente, adotta termini precisi e risponde in modo esaustivo a domande tematiche. Quanto più un brand riesce a produrre contenuti che rispondono a questi criteri, tanto più frequentemente sarà selezionato dalle AI per apparire tra le fonti suggerite all’utente.
Oggi misurare la visibilità di un brand su AI Mode non si limita più a guardare semplicemente la posizione nei risultati di ricerca, come avviene con la SEO tradizionale. La nuova sfida consiste nel capire quante volte e con quale autorevolezza un marchio viene citato nelle risposte generate dall’intelligenza artificiale, che sintetizza informazioni da molte fonti per rispondere alle domande degli utenti.
Sul mercato esistono diverse soluzioni tecnologiche come GLIMPSE, PromptMonitor, SeoZoom e Semrush che aiutano le aziende a monitorare queste citazioni sulle principali piattaforme AI e a valutare come, quando e quanto spesso il loro brand viene menzionato nel contesto delle ricerche intelligenti.
Questi strumenti forniscono dashboard e report dettagliati, capaci di distinguere tra citazioni dirette (quando il brand è nominato esplicitamente) e citazioni indirette (quando prodotti o contenuti sono associati al brand senza menzione chiara). È importante però sottolineare che, al momento, nessuno dispone di dati totalmente certi e completi, la misurazione della visibilità AI si basa ancora su stime, simulazioni e test condotti con set limitati di prompt e scenari specifici. Questi dati vanno quindi interpretati come indicazioni orientative, utili per accompagnare le decisioni strategiche, ma lontani da una misurazione definitiva.
In sintesi, costruire una vera brand authority per l’era dell’intelligenza artificiale significa lavorare sulla reputazione digitale (E-E-A-T: esperienza, competenza, autorevolezza, affidabilità), presidiare in modo coerente topic e keyword rilevanti, e diventare “entità digitali”[6] immediatamente riconoscibili da algoritmi sempre più semantici e conversazionali.
Il ruolo critico dell’expertise settoriale
Per i brand italiani, l’expertise settoriale rappresenta un vantaggio competitivo unico nell’ecosistema AI. L’intelligenza artificiale tende a privilegiare fonti che dimostrano competenza specialistica e conoscenza approfondita del proprio dominio. I brand italiani possono sfruttare la propria storia e il know-how tradizionale per posizionarsi come autorità indiscusse nei rispettivi settori.
La creazione di contenuti che dimostrano expertise richiede un bilanciamento tra approfondimento tecnico e accessibilità comunicativa. I brand devono sviluppare content hub che coprono tutti gli aspetti della propria competenza, dalla storia aziendale alle innovazioni tecniche, dai processi produttivi alle applicazioni pratiche dei prodotti.
L’integrazione di testimonianze di esperti, certificazioni di qualità e riconoscimenti del settore rafforza l’autorevolezza percepita dall’AI. Per il Made in Italy, questo significa valorizzare denominazioni di origine, certificazioni artigianali, premi internazionali e partnership con istituzioni culturali.
Se da un lato abbiamo un opportunità incredibile, dall’altro vengono richieste competenze specifiche che tengano conto delle peculiarità culturali e linguistiche.[7] La capacità di ottimizzare contenuti per la ricerca vocale in italiano diventa cruciale, considerando le sfumature dialettali e le espressioni regionali che caratterizzano il panorama linguistico nazionale.
Sfide e raccomandazioni strategiche
La transizione verso l’ecosistema AI Mode presenta sfide tecniche e strategiche che i brand italiani devono affrontare con approccio metodico. La principale difficoltà risiede nel bilanciare l’innovazione tecnologica con la preservazione dell’identità e dei valori tradizionali che caratterizzano il proprio marchio.[8]
La qualità dei dati diventa un fattore critico di successo. A differenza della SEO tradizionale, dove errori o imprecisioni potevano essere corretti nel tempo, l’AI amplifica e diffonde le informazioni errate, rendendo fondamentale la precisione e l’accuratezza di ogni contenuto pubblicato.
La sfida principale consiste nel mantenere l’autenticità e la connessione emotiva con i consumatori in un contesto sempre più mediato dall’intelligenza artificiale. L’AI non deve sostituire il valore umano e artigianale che caratterizza l’eccellenza italiana, ma amplificare la portata e l’accessibilità.
La costruzione di narrative digitali autentiche richiede un approccio storytelling che sappia integrare tradizione e innovazione. I brand devono puntare su contenuti che raccontino non solo cosa producono, ma come lo producono, perché lo producono e quale valore culturale rappresentano per il territorio italiano.
L’implementazione graduale delle tecnologie AI permette di testare e perfezionare le strategie senza compromettere l’identità del brand. È quindi consigliabile iniziare con progetti pilota su segmenti specifici, monitorando l’impatto sulla percezione del brand e sulla soddisfazione dei clienti.
AI mode: verso una nuova era del marketing digitale
L’arrivo di Google AI Mode in Italia segna l’inizio di un nuovo capitolo nel marketing digitale, dove la capacità di interagire efficacemente con l’intelligenza artificiale diventa un vantaggio competitivo fondamentale. I brand e i retailer italiani che sapranno adattare con rapidità e consapevolezza le proprie strategie alle logiche conversazionali e multimodali della ricerca AI, si posizioneranno come protagonisti del panorama digitale futuro.
Il Made in Italy racchiude caratteristiche distintive e uniche: una straordinaria ricchezza culturale, un expertise artigianale consolidato e una tradizione innovativa; tutti asset strategici che l’intelligenza artificiale ha il potenziale di amplificare e diffondere su scala globale, permettendo di estendere il valore del brand a nuovi mercati e consumatori.
In questa nuova era, il successo non dipenderà dalla capacità di sostituire il fattore umano con la tecnologia, bensì dall’abilità di creare sinergie efficaci tra intelligenza artificiale e competenze distintive. Le aziende vincenti saranno quelle in grado di mantenere autentica la propria identità, usando l’AI come strumento per amplificare il valore, non per sostituire l’expertise umana che, ancora oggi, resta insostituibile.
L’investimento in formazione continua, innovazione tecnologica e nella produzione di contenuti di alta qualità rappresenta oggi la condizione imprescindibile per cogliere le opportunità di questa trasformazione che sta ridisegnando le regole del marketing digitale in Italia e nel mondo.
Note
[1] AI Personal Shopper: https://www.agendadigitale.eu/mercati-digitali/ecommerce/lai-come-personal-shopper-addio-ricerche-benvenute-conversazioni/
[2] AI Mode arriva in Italia: https://blog.google/intl/it-it/ai-mode-arriva-anche-in-italia/
[3] AI Mode Google Italia: https://tg24.sky.it/tecnologia/2025/10/08/ai-mode-google-italia
[4] AI Mode arriava in Italia: https://www.geopop.it/ai-mode-arriva-in-italia-come-funziona-la-ricerca-google-integrata-con-lintelligenza-artificiale/
[5] La nuova era della ricerca web: https://www.avantgrade.com/seo/google-ai-mode-in-italia-la-nuova-era-della-ricerca-web
[6] EEAT e ranking Google https://www.roberto-serra.com/eeat-ranking-google/
[7] Google AI Mode https://www.gianlucademarchi.com/google-ai-mode
[8] Google porta in Italia l’AI Mode, si “parla” col motore ricerca:
https://tg24.sky.it/tecnologia/2025/10/08/ai-mode-google-italia












