L’introduzione di AI Mode all’interno di Google Search – il motore di ricerca normale – rappresenta una delle rivoluzioni più significative nella storia del motore di ricerca.
Presentata inizialmente al Google I/O 2023 (la conferenza sviluppatori) e potenziata nel 2024 con l’integrazione dei modelli Gemini, questa funzionalità è il risultato dell’evoluzione della Search Generative Experience e della sua fusione con l’infrastruttura tradizionale di Google Search. Il rilascio globale è previsto entro la fine del 2025.
Nel Google I/O 2025 di questa settimana, l’azienda ha introdotto ulteriori sviluppi.
Indice degli argomenti
L’evoluzione delle risposte AI su Google Search
Si compie così un percorso che ha ricadute importanti sul modo in cui cerchiamo sul web.
L’AI Mode rappresenta l’ultimo passaggio di un’evoluzione pluriennale che ha progressivamente trasformato Google Search da semplice motore di indicizzazione a sistema avanzato di risposta.
Possiamo vedere tre fasi.
- Dagli snippet in evidenza ai pannelli informativi del Knowledge Graph, passando per gli aggiornamenti di BERT e MUM, Google ha gradualmente integrato intelligenza semantica nei propri risultati.
- AI Overviews, introdotta nel 2024, è oggi una delle funzionalità più diffuse, accessibile in oltre 200 paesi e 40 lingue (in Italia da marzo). Mostra direttamente nella parte superiore della pagina dei risultati un riassunto generato automaticamente su specifici argomenti. Negli Stati Uniti verrà potenziata con l’integrazione del modello Gemini 2.5.
- L’AI Mode è oggi l’apice di questa evoluzione, grazie all’utilizzo di modelli generativi multimodali capaci di elaborare risposte articolate, personalizzate e visualmente arricchite.

Tre punti chiave di AI mode
- Rispetto ai risultati tradizionali — basati su una classifica di link ordinati per rilevanza — le risposte AI sono costruite su una logica sintetica e discorsiva. Non si limitano a fornire documenti pertinenti, ma offrono una narrazione coerente e focalizzata, che anticipa le intenzioni dell’utente, chiarisce i concetti ambigui e propone percorsi esplorativi. Il risultato non è solo una risposta, ma un contesto informativo dinamico.
- Rispetto a un Perplexity, la particolarità della modalità AI Google è che questa tecnologia mette insieme i dati provenienti dal vasto impero di servizi Internet di Google per fornire una risposta a una domanda. Quando si digita una domanda, la risposta può attingere dati dalle ricerche effettuate su Google.com, dalle informazioni sulla posizione fornite da Google Maps e dai dati di Google relativi agli acquisti di prodotti di consumo.
- Inoltre, l’output AI non è statico: evolve nel tempo grazie ai feedback degli utenti, all’aggiornamento dei modelli e all’interazione con altre fonti Google (come Discover, News, Maps, Gmail, ecc.). In questo senso, le risposte non sono più elementi terminali della ricerca, ma nodi intelligenti di una rete informativa adattiva e sempre più orientata alla conversazione.
- Un’altra svolta importante è la stratificazione delle risposte: AI Mode è in grado di combinare livello base e approfondimento, risposte rapide e analisi dettagliate, adattandosi al profilo dell’utente e al tono della richiesta. Questo approccio a più livelli migliora l’esperienza informativa sia per ricerche rapide che per esigenze complesse o professionali.
In sintesi, le risposte AI in Google Search non rappresentano solo un miglioramento funzionale, ma una cambiamento di paradigma epistemologico: dalla raccolta all’assistenza, dall’indicizzazione alla comprensione.
Le novità AI presentate al Google I/O 2025
Durante il Google I/O 2025 sono state presentate numerose innovazioni per Google Search basate sull’intelligenza artificiale.
AI Mode ora è attivato a tutti gli utenti Usa (e non solo a chi si iscrive a Google Labs), mossa che prima o poi farà probabilmente anche a noi.
Tra le funzionalità sperimentali annunciate figurano:
- Deep Search, che consente ricerche più approfondite e articolate;
- Nuove esperienze di shopping, con confronti intelligenti tra prodotti;
- L’esperimento Try On, che permette agli utenti di caricare una propria immagine per visualizzare virtualmente i vestiti.
Ulteriori novità riguardano la ricerca visiva in tempo reale grazie a Search Live, funzione basata su Project Astra, e l’arrivo di Project Mariner, un assistente AI in grado di svolgere azioni operative per conto dell’utente, come prenotare ristoranti o confrontare biglietti per eventi.
Queste tecnologie, ancora in fase di progressiva distribuzione, costituiscono l’architettura portante della nuova generazione di Google Search, fondata su capacità multimodali, contestuali e basate su agenti intelligenti.
Guida all’AI Mode: introduzione e funzionalità principali
Una nuova esperienza di ricerca
Tradizionalmente, Google Search restituisce un elenco di link pertinenti a una query. Con AI Mode, questo paradigma viene superato: al posto di una lista di URL, l’utente riceve risposte strutturate, riassunti argomentati e suggerimenti dinamici. Tutto questo è possibile grazie alla capacità dei modelli LLM (Large Language Model) di interpretare il linguaggio naturale, analizzare grandi volumi di contenuti e sintetizzare informazioni affidabili.
AI Mode non sostituisce del tutto i link, ma li integra nel contesto delle risposte, permettendo agli utenti di ottenere sia la sintesi, sia l’accesso diretto alle fonti originali. Questa doppia dimensione migliora l’efficienza informativa e apre la strada a un’interazione più naturale con il motore di ricerca.
L’importanza del contesto
Uno dei punti di forza dell’AI Mode è la capacità contestuale: il sistema è in grado di mantenere la coerenza delle risposte durante una sessione di ricerca, riconoscendo follow-up e riformulazioni. Questo rende possibile una conversazione continua con l’utente, simile a quella che si potrebbe avere con un esperto umano.
Le funzionalità principali di AI Mode
AI Mode è una modalità interattiva all’interno di Google Search che consente agli utenti di ricevere risposte generate in linguaggio naturale da un’intelligenza artificiale anziché consultare la classica lista di risultati web. Questa innovativa esperienza è parte della cosiddetta Search Generative Experience (SGE), introdotta da Google per rivoluzionare il paradigma della ricerca. Attualmente disponibile per un pubblico selezionato negli Stati Uniti attraverso Search Labs o tramite l’abbonamento Google One AI Premium, è destinata a un’espansione globale entro la fine del 2025, compatibilmente con le normative sulla privacy come il GDPR.
Le funzionalità più importanti includono:
- Risposte generative con fonti verificate: AI Mode utilizza avanzati modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) per sintetizzare risposte complete e coerenti, basandosi su più fonti autorevoli. A differenza dei tradizionali “snippet”, ogni passaggio testuale può includere riferimenti ipertestuali cliccabili, che rimandano a fonti verificabili, rafforzando la trasparenza e la tracciabilità dell’informazione. (Fonti: Google Search Central, TechCrunch, The Verge)
- Conversazione dinamica e contestuale: L’utente non è più costretto a formulare nuovamente l’intera domanda. AI Mode conserva la memoria della sessione e permette di costruire una conversazione iterativa, in cui si possono fare domande successive, chiedere chiarimenti o approfondire argomenti senza perdere il contesto precedente. Questo migliora l’engagement e la comprensione, offrendo un’interazione più naturale e utile. (Fonti: Google Blog, Wired)
- Approccio fan-out e decomposizione semantica: Una singola domanda complessa viene suddivisa automaticamente in più sottocomponenti semantiche. Ogni parte della domanda è gestita individualmente, per poi integrare le risposte in una sintesi globale. Questo metodo permette di affrontare ricerche articolate in modo modulare e preciso, e migliora sensibilmente la qualità delle informazioni offerte rispetto a una risposta unica e monolitica.
- Supporto multimodale avanzato: Grazie all’integrazione con strumenti come Google Lens e Project Astra, AI Mode è in grado di elaborare non solo input testuali ma anche immagini, comandi vocali, screenshot e, nel prossimo futuro, anche video e interazioni in realtà aumentata. L’obiettivo è fornire risposte pertinenti anche quando l’input è visivo o audio, rendendo la ricerca accessibile a un numero più ampio di utenti e contesti d’uso.
- Personalizzazione avanzata e contestualizzazione: Se l’utente lo consente esplicitamente, l’intelligenza artificiale può accedere a dati personali presenti nelle app Google (come Gmail, Calendar, Drive) per risposte su misura. Per esempio, può ricordare prenotazioni imminenti, eventi rilevanti o documenti correlati. Questo livello di integrazione offre vantaggi evidenti in termini di utilità e risparmio di tempo, ma richiede una gestione consapevole dei consensi.
Le Innovazioni di Gemini 2.0 nell’AI Mode
La potenza di AI Mode deriva da una nuova generazione di modelli linguistici sviluppati da Google DeepMind, chiamata Gemini. Questi modelli rappresentano il culmine della ricerca nell’ambito dell’IA generativa e multimodale, incorporando competenze trasversali tra linguaggio, codice, immagini e dati strutturati.
- Gemini 2.0 Pro è stato il primo modello impiegato nella Search Generative Experience. Addestrato su una vasta gamma di testi, dati scientifici, codice informatico e risorse visive, è capace di generare risposte contestualizzate, pertinenti e grammaticalmente corrette, con capacità di ragionamento logico e inferenziale.
- Gemini 2.5 Pro, versione più avanzata, è in grado di gestire fino a 1 milione di token di contesto, un numero impensabile fino a poco tempo fa, che permette di mantenere coerenza anche in interazioni molto estese o con documentazione lunga e articolata. Questo lo rende adatto non solo alla ricerca web ma anche alla scrittura tecnica, al supporto legale, alla generazione di codice e all’analisi documentale complessa.
- Gemini Nano, versione lightweight ottimizzata per dispositivi mobili Android, consente l’elaborazione locale (on-device) di risposte rapide e semplici, senza necessità di connessione continua a server esterni. Questo migliora privacy, velocità e sostenibilità energetica.
- Gemini Ultra (attualmente in fase di sviluppo) sarà il modello più potente della gamma, rivolto ad applicazioni aziendali complesse, con capacità di integrazione full-stack su Google Cloud, Workspace e strumenti enterprise. Offrirà intelligenza artificiale conversazionale scalabile, pensata per operazioni critiche in ambiti come medicina, finanza, sicurezza e industria.
Tutti i modelli Gemini sono ottimizzati per funzionare su TPU (Tensor Processing Unit) di quinta generazione, ovvero chip progettati internamente da Google per massimizzare le prestazioni nell’addestramento e nell’inferenza di reti neurali di grandi dimensioni, garantendo scalabilità ed efficienza energetica.
Come AI Mode cambia l’esperienza di ricerca su Google
Con l’introduzione dell’AI Mode, Google sta ridefinendo in modo sostanziale il concetto stesso di ricerca sul web. L’approccio classico, basato su parole chiave e liste di link da scorrere, lascia il posto a un’esperienza conversazionale e guidata, in cui l’utente interagisce con un sistema intelligente capace di comprendere il contesto, sintetizzare informazioni complesse e guidare l’esplorazione dei contenuti in modo dinamico e iterativo.
L’effetto più evidente è la trasformazione della query da input statico e isolato a parte di un dialogo continuo e contestuale, dove ogni nuova domanda tiene conto di quanto già detto e delle preferenze implicite dell’utente. Questo consente di:
- Evitare ripetizioni e riformulazioni manuali;
- Ottenere chiarimenti o specificazioni senza ricominciare da capo;
- Approfondire i contenuti man mano che emergono nuove esigenze informative;
- Costruire un percorso di apprendimento progressivo e personalizzato;
- Ridurre il carico cognitivo associato alla selezione manuale delle fonti.
Il cambiamento coinvolge anche il ruolo degli utenti: da semplici “naviganti” alla ricerca di link, diventano interlocutori attivi in un processo di costruzione della conoscenza mediato dall’IA. Il motore di ricerca non è più uno strumento passivo, ma si comporta come un assistente cognitivo, in grado di proporre contenuti, anticipare bisogni e facilitare la comprensione.
Inoltre, la struttura delle risposte è profondamente diversa. Laddove prima si otteneva una lista eterogenea di risultati, oggi AI Mode restituisce:
- Riassunti sintetici con informazioni validate e coerenti;
- Elenchi puntati e tabelle comparative per confronti immediati;
- Suggerimenti contestuali per approfondimenti successivi o domande correlate;
- Collegamenti diretti a fonti citate, con indicazione della data e della rilevanza;
- In alcuni casi, componenti visuali o grafici semplificati.
Questa riorganizzazione delle informazioni migliora significativamente la leggibilità, la comprensibilità e la qualità percepita dell’esperienza, rendendo il motore di ricerca più vicino a una piattaforma educativa o consulenziale piuttosto che a un semplice strumento di indicizzazione.
Come utilizzare AI Mode per domande complesse
Uno dei principali vantaggi dell’AI Mode è la capacità di affrontare domande articolate e ad alto contenuto semantico, che richiedono analisi e sintesi più sofisticate rispetto a una ricerca tradizionale. Ecco alcuni esempi emblematici:
- “Quali sono le principali differenze tra pompe di calore aria-acqua e geotermiche, considerando efficienza energetica, costi di installazione e impatto ambientale a lungo termine?”
- “Progetta un itinerario culturale di 5 giorni in Giappone che includa templi storici, musei d’arte, eventi locali e ristoranti tradizionali con recensioni elevate.”
- “Spiegami in modo semplice ma dettagliato il funzionamento del meccanismo di consenso di Ethereum 2.0, includendo differenze rispetto al proof-of-work.”
AI Mode è in grado di comprendere queste richieste, suddividerle in sottoparti, analizzarle, e fornire una risposta esaustiva con riferimenti bibliografici, fonti aggiornate e suggerimenti per ulteriori letture.
Strategie pratiche per sfruttare al meglio AI Mode
- Essere specifici e contestualizzati: domande vaghe producono risposte generiche. Fornire contesto, obiettivi e vincoli migliora la precisione della risposta.
- Meglio: “Consigliami una lavastoviglie silenziosa, classe A+++, per una famiglia di 5 persone con uso quotidiano.”
- Peggio: “Quale lavastoviglie comprare?”
- Usare follow-up intelligenti: prosegui la conversazione con richieste coerenti con la risposta precedente. L’IA mantiene lo storico del dialogo e ne fa uso attivo.
- Es. “Mostrami solo quelle sotto i 700 euro che siano compatibili con cucine IKEA.”
- Controllare le fonti e citazioni: clicca sulle citazioni fornite per accedere alle fonti originali. L’output dell’IA è una sintesi ragionata, ma le fonti primarie sono fondamentali per validare le informazioni e verificarne la data di pubblicazione.
- Sfruttare la multimodalità e il contesto visivo: se disponibile, invia immagini, screenshot o chiedi spiegazioni su grafici, diagrammi e testi tecnici. AI Mode è compatibile con Google Lens e si prepara a supportare input video e AR tramite Project Astra.
- Personalizzazione consapevole e protezione dei dati: abilita l’accesso a Gmail, Calendar, Docs e altre app solo se strettamente necessario. Controlla le autorizzazioni attraverso il pannello “Gestione dati” del tuo account Google e valuta l’impatto sui tuoi dati personali. Ricorda che l’esperienza migliora con la personalizzazione, ma è importante mantenere il controllo.
- Sperimentare con diverse formulazioni: se una risposta non ti soddisfa, prova a riformulare la domanda usando sinonimi, esempi o vincoli alternativi. L’IA apprende anche dallo stile della tua richiesta.
- Integrare l’output con la ricerca classica: per argomenti controversi o molto specialistici, considera l’AI Mode come punto di partenza e usa i link forniti per una ricerca più approfondita.
AI Mode è una delle innovazioni più potenti introdotte nel mondo della ricerca web. Utilizzarlo consapevolmente significa trasformare il modo in cui accediamo, elaboriamo e comprendiamo l’informazione digitale.
Integrazione tra AI Mode e Google Knowledge Graph
Uno degli elementi distintivi dell’AI Mode è l’integrazione avanzata con il Google Knowledge Graph, una delle tecnologie più sofisticate mai sviluppate da Google per strutturare la conoscenza. Il Knowledge Graph, lanciato nel 2012, è una base di dati semantica che contiene miliardi di entità – come persone, luoghi, organizzazioni, eventi, concetti astratti – e le relazioni che intercorrono tra di esse.
Con AI Mode, questa struttura è sfruttata per:
- Verificare i fatti generati dai modelli linguistici, confrontandoli con entità certificate e relazioni note;
- Migliorare la coerenza logica delle risposte, assicurando che i contenuti siano compatibili con la base di conoscenza di Google;
- Arricchire semanticamente le risposte, includendo pannelli informativi, definizioni e mappe relazionali;
- Filtrare contenuti ambigui o errati, grazie a una logica di validazione incrociata tra LLM e Knowledge Graph.
Per esempio, una domanda come “Chi ha vinto il Premio Nobel per la Pace nel 2006?” non viene solo elaborata linguisticamente: l’IA consulta direttamente il Knowledge Graph per verificare la correttezza della risposta (Muhammad Yunus) e se pertinente, fornisce anche contesto storico, foto, citazioni e collegamenti ad altri premi Nobel dello stesso anno.
Grazie a questa sinergia tra IA generativa e base di conoscenza strutturata, le risposte sono più affidabili, contestualizzate e, soprattutto, fondate su dati certificati. Questo approccio è particolarmente importante in ambiti sensibili come salute, economia, educazione e scienza, dove la qualità dell’informazione è cruciale.
Come partecipare all’esperimento AI Mode nei Labs di Google
Attualmente, AI Mode è in fase di test in anteprima attraverso il programma Search Labs, lanciato da Google per consentire agli utenti più curiosi e innovativi di provare in anticipo le nuove funzionalità sperimentali. Esistono due modalità principali per accedere ad AI Mode:
1. Accesso tramite Search Labs (gratuito)
- Disponibile negli Stati Uniti (account Google impostato in lingua inglese e con localizzazione compatibile);
- Accessibile da Chrome (desktop) o dall’app Google su Android e iOS;
- Richiede l’attivazione della voce “Search Generative Experience” nelle impostazioni Labs;
- Non garantisce l’accesso continuo: l’attivazione può essere ciclica o limitata per ragioni di test A/B.
2. Accesso tramite Google One AI Premium (a pagamento)
- Richiede un abbonamento mensile a Google One (piano AI Premium);
- Include accesso prioritario a Gemini Advanced e alle funzionalità più evolute di AI Mode;
- Consente integrazione estesa con Workspace: Docs, Gmail, Calendar, Drive;
- Offre capacità superiori di generazione testo, codice e assistenza automatica personalizzata.
Questi canali permettono a Google di raccogliere feedback qualitativi e quantitativi, utili per migliorare i modelli, correggere errori, identificare bias e ottimizzare l’interfaccia utente prima del rilascio globale previsto per la fine del 2025. L’accesso europeo, in particolare, è subordinato al superamento delle valutazioni di conformità al Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).
Opportunità e sfide dell’AI Mode per gli utenti
L’introduzione di AI Mode segna una svolta epocale nell’esperienza di ricerca, ma non è priva di sfide. Le potenzialità offerte sono molteplici, ma devono essere bilanciate con una consapevolezza critica dei rischi e delle implicazioni. Di seguito vengono analizzati i principali punti di forza e le debolezze attuali, sulla base di test pubblici, documentazione ufficiale e primi report da parte degli utenti.
Vantaggi principali
- Efficienza informativa: AI Mode permette di risparmiare tempo, offrendo in pochi secondi sintesi accurate di contenuti che normalmente richiederebbero decine di minuti di lettura e confronto tra fonti.
- Miglioramento dell’accessibilità: utenti con minori competenze digitali o problemi di lettura trovano più semplice accedere a informazioni complesse, grazie alla chiarezza e alla struttura delle risposte.
- Personalizzazione avanzata: le risposte possono tener conto di contesto, interessi e dati personali (se autorizzati), migliorando la pertinenza delle informazioni offerte.
- Conversazione naturale: l’esperienza si avvicina al dialogo con un esperto umano, rendendo la ricerca meno meccanica e più coinvolgente.
- Approfondimento guidato: suggerimenti dinamici aiutano a esplorare nuovi aspetti dell’argomento in modo coerente e progressivo.
Criticità e limiti
- Affidabilità delle risposte: nonostante l’integrazione con fonti validate e Knowledge Graph, possono verificarsi errori (le cosiddette “allucinazioni”) soprattutto in ambiti specialistici o in mancanza di fonti aggiornate.
- Opacità algoritmica: è difficile per l’utente comprendere il processo decisionale che ha portato alla generazione di una certa risposta, e perché siano state scelte alcune fonti e non altre.
- Rischio di disintermediazione: editori, blogger e creatori di contenuti temono un calo di traffico ai loro siti, dato che gli utenti tendono a fermarsi alla risposta generata dall’IA, senza cliccare sui link.
- Bias e imparzialità: come tutti i LLM, anche quelli di Google possono riflettere pregiudizi presenti nei dati di addestramento, con effetti potenzialmente discriminatori o polarizzanti.
- Questioni di privacy: l’integrazione con dati personali pone sfide significative in termini di protezione delle informazioni, specialmente in contesti regolati come l’Europa.
Feedback degli utenti sull’AI Mode: cosa aspettarsi
I primi riscontri degli utenti che hanno avuto accesso ad AI Mode tramite Search Labs o Google One AI Premium sono generalmente positivi, ma emergono anche aree di miglioramento. Ecco una sintesi basata su fonti come TechCrunch, Wired, Reddit e feedback raccolti da Google stessa.
Aspetti apprezzati
- Velocità e precisione nei risultati: le risposte sono ritenute accurate e ben strutturate nella maggior parte dei casi, soprattutto per domande generali o istruttive.
- Facilità d’uso: l’interfaccia è intuitiva e il passaggio dalla modalità tradizionale a quella AI è fluido.
- Esperienza conversazionale: gli utenti apprezzano la possibilità di continuare la ricerca attraverso follow-up senza dover ripetere il contesto.
Critiche e suggerimenti
- Risposte troppo sintetiche: in alcuni casi, soprattutto su temi tecnici, l’utente percepisce una mancanza di profondità.
- Occasionale imprecisione: talvolta l’IA include dati non aggiornati o interpreta erroneamente alcune domande.
- Mancanza di opzioni per controllare il livello di dettaglio: alcuni utenti vorrebbero poter scegliere tra risposte brevi, intermedie o approfondite.
- Preferenze personali trascurate: nonostante la personalizzazione, a volte le risposte risultano troppo generiche rispetto al profilo dell’utente.
AI Mode cambia tutto. E ora?
AI Mode ha il potenziale per diventare un punto di riferimento nella ricerca digitale. Rappresenta un’evoluzione naturale per l’interfaccia uomo-macchina, fondata su modelli linguistici sempre più potenti e capaci di interagire in modo contestuale e mirato. Tuttavia, l’utilizzo responsabile, la trasparenza dei modelli e il rispetto per l’ecosistema informativo aperto saranno fattori determinanti per il suo successo.
Il rilascio globale previsto entro la fine del 2025 richiederà un attento bilanciamento tra innovazione tecnologica, garanzie etiche e sostenibilità economica per tutti gli attori coinvolti.
Sitografia
https://blog.google/products/search/google-search-ai-mode-update
https://blog.google/products/gemini/gemini-app-updates-io-2025
https://blog.google/products/search/ai-mode-updates-may-2025
https://www.theverge.com/google-io/670439/google-ai-mode-search-io-2025
https://www.semafor.com/article/05/21/2025/google-amps-up-ai-deployment-in-search