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Perché il futuro green del mondo è nelle mani della Cina e che significa per tutti noi



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Il ritardo occidentale negli investimenti in tecnologie sostenibili e nello sviluppo delle infrastrutture per la transizione energetica, a partire dalle rinnovabili, sta permettendo di emergere a nuovi protagonisti come la Cina. Ecco perché si spalanca davanti a noi un mondo nuovo sotto il profilo energetico

Pubblicato il 19 nov 2025

Mario Dal Co

Economista e manager, già direttore dell’Agenzia per l’innovazione



vertice ue-Cina (1); Cop30: il ritardo occidentale nelle rinnovabili lascia campo libero alla Cina

Alla COP30 di Belém il confronto tra obiettivi climatici e realtà degli investimenti energetici è più evidente che mai. L’innalzamento dei mari e il rischio per città come Venezia mostrano i costi dell’inerzia, mentre nel campo delle energie rinnovabili, la Cina avanza con piani coordinati, smart grid e intelligenza artificiale, occupando lo spazio lasciato vuoto da Europa e Stati Uniti.

COP30 e la sfida climatica globale

La 30° riunione della Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico (UNFccc COP-30) a Belém in Brasile, alle porte dell’Amazzonia, è in corso, con obiettivi urgenti, ambiziosi e difficili da raggiungere.

Il più importante rimane quello di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi Celsius al di sopra della media del periodo preindustriale (1850-1900).

Vi sono molti altri obiettivi correlati a questo, che riguardano il finanziamento degli investimenti in energie rinnovabili, i piani dei singoli Paesi, le azioni per l’adattamento, soprattutto dei Paesi più esposti e meno ricchi [1].

Sono obiettivi collaterali molto importanti al fine di convincere gli Stati ad assumere gli impegni coerenti con l’obiettivo generale.

Tuttavia il ritardo europeo nelle rinnovabili lascia campo libero alla Cina.

L’inerzia del sistema ecologico globale

Negli ultimi 10 anni abbiamo assistito ad un aumento di quasi mezzo centimetro all’anno del livello degli oceani (4,7 mm). Se gli obiettivi di Parigi fossero raggiunti (ed oggi siamo su un sentiero che ci sta allontanando dal raggiungimento di quegli obiettivi) l’aumento minimo del livello degli oceani sarebbe, per la fine del secolo, di mezzo metro, mettendo in crisi la sopravvivenza di un miliardo di persone che abitano sulle coste [2].

Ma la stima più probabile dell’incremento del livello dei mari è di circa un
metro [3].

L’esempio di Venezia

Con l’inerzia del sistema ecologico globale, il riscaldamento già acquisito continuerà a produrre i suoi effetti anche se fossimo così bravi da bloccare le emissioni di gas serra, cosa di fatto impossibile.

Il sistema di difesa attuale di Venezia, il tanto contestato Mose che ha salvato la città e la salverà ancora per qualche decennio, a quel punto non sarà più in grado di funzionare. Se non si interviene prima, che vuol dire oggi, dati i tempi di realizzazione delle opere, la città sarà perduta [4].

L’innalzamento del livello dei mari

La tavola 1 propone l’agenda dei principali impatti che l’incremento di un metro del livello degli oceani avrà entro la fine del secolo.

Tavola 1. Principali impatti di un innalzamento del livello del mare di un metro

Inondazione permanenteZone costiere basse permanentemente sommerse
durante l’alta marea
Amplificazione dell’onda
di tempesta
I danni causati da uragani e tifoni si estendono ben oltre
l’entroterra
Erosione costieraSpiagge e terreni costieri rapidamente erosi. Intrusione
di acqua salata: falde acquifere di acqua dolce contaminate, terreni agricoli salinizzati
Perdita di zone umideGli ecosistemi costieri non riescono a migrare verso
l’entroterra con sufficiente rapidità
Inondazioni di mareaRegolari inondazioni “nelle giornate di sole” in molte
città costiere

La tavola 2 indica gli innalzamenti progressivi del livello del mare e gli interventi/effetti che ne derivano.

Il ritardo negli investimenti in tecnologie sostenibili e nello sviluppo delle infrastrutture necessarie alla produzione e distribuzione dell’energia, lascia il campo libero a nuovi protagonisti: la Cina.

Un mondo nuovo sotto il profilo energetico

Si apre davanti a noi un mondo nuovo sotto il profilo energetico. In questo mondo nuovo l’Europa, la cui denominazione di “vecchio continente” mai è stata più pregnante, si troverà a fianco gli Stati Uniti, potenza in declino politico e tecnologico e priva di una qualunque strategia energetica.
Nonostante le guerre, inclusa quella dei dazi, l’economia mondiale cresce ad un tasso sostenuto del 3,2%, con i Paesi avanzati (tra cui l’Italia) che rimangono ad una media dell’1,6% (l’Italia si ferma allo 0,5%) e quelli in via di sviluppo (tra cui la Cina) che crescono mediamente del 4,2% (ma la Cina del 4,8% e l’India del 6%).

In realtà non mancano le risorse per investire nelle energie rinnovabili, unica strada per uscire, insieme al nucleare, dalla trappola delle emissioni killer. E c’è chi ha capito che l’ambiente è una risorsa da proteggere, da sviluppare in senso economico, sociale, tecnologico.

Le aree più popolate della Cina sono esposte ad enormi impatti dovuti all’innalzamento del livello del mare e all’intensificarsi dei fenomeni meteorologici.
“La portata della rivoluzione delle energie rinnovabili in Cina è quasi troppo vasta per essere compresa dalla mente umana. Entro la fine dell’anno scorso, il Paese aveva installato 887 gigawatt di capacità di energia solare, quasi il doppio del totale combinato di Europa e America. I 22 milioni di tonnellate di acciaio utilizzati per costruire nuove turbine eoliche e pannelli solari nel 2024 sarebbero stati sufficienti a costruire un Golden Gate Bridge in ogni giorno lavorativo di ogni settimana di quell’anno.

La Cina ha generato 1.826 terawattora di elettricità eolica e solare nel 2024, cinque volte di più dell’energia contenuta in tutte le sue 600 armi nucleari” [5].

Lo scenario europeo

L’Europa, all’avanguardia nelle politiche di protezione dell’ambiente, ha introdotto innovazioni importanti come i diritti di emissione, ha stabilito un programma strategico di riduzione dei gas serra, ha cadenzato i tempi del passaggio all’elettrico in campo automobilistico.

Ma il successo politico dei sovranismi, la lentezza delle aziende automobilistiche, fiduciose oltre ogni ragionevolezza nell’accondiscendenza dei governi nazionali, ha ridotto il programma ambientale europeo a ben poca cosa.

La politica industriale, necessaria ad accrescere gli investimenti nelle rinnovabili e nella rete intelligente, manca di incisività e di coordinamento, sia per l’impossibilità di cooperare con gli Stati Uniti, sia per lo scarso coordinamento tra i paesi europei.

“Le reti di trasmissione dovranno raddoppiare nei prossimi sette anni, con l’incorporazione di 23 GW di capacità entro il 2025 e di altri 64 GW entro il 2030. Il rapporto sottolinea che fino a 310 TWh di generazione rinnovabile potrebbero essere interrotti a causa delle limitazioni nella rete entro il 2040” [6].

La corsa cinese nelle rinnovabili

Nel mondo nuovo delle energie rinnovabili occorre entrare con decisione e coerenza, coordinando gli incentivi con i prezzi relativi, in modo che le prospettive dell’investimento siano il meno aleatorie possibili.

Si tratta di ciò che ha fatto la Cina, con risultati che stanno producendo un’eccellenza tecnologica e una base industriale che è il riferimento non solo dell’economia cinese, ma di quella mondiale.
La lista delle città con migliore capacità di ricerca scientifica, aggiornata dalla rivista Nature, restituisce un quadro ormai dominato dalle città cinesi.

rinnovabili cina

Come si vede, le città cinesi sono in maggioranza (6 su 10). Non solo: esse hanno un numero di pubblicazioni scientifiche che è in crescita dal 2023 al 2024, mentre le città della scienza americane sono di meno (4 su 10) e sono tutte in fase di contrazione del numero di articoli scientifici [7].

Rinnovabili, smart grid, contatori intelligenti e le centrali elettriche virtuali

La Cina ha avviato un piano nel 2016 per sviluppare l’applicazione di internet
all’energia, per sviluppare una rete intelligente e interconnessa, in grado di distribuire l’energia nelle due direzioni, per fronteggiare una domanda che si vuole sempre più flessibile, al fine di poter utilizzare al meglio l’intrinseca instabilità della produzione da fonti rinnovabili su base territoriale, la sua volatilità [8].

Oggi, a distanza di quasi dieci anni dall’avvio del piano, il progetto cinese evolve verso l’integrazione dell’intelligenza artificiale con la rete elettrica.

L’AI è a disposizione dell’intera gamma delle fonti energetiche e delle tecnologie utilizzate, nella fase della generazione, nella fase della distribuzione e e dello stoccaggio, nella rete intelligente che funziona in regime bidirezionale [9].

L’obiettivo è dunque la creazione di una rete elettrica che abbia alle spalle una capacità di generazione distribuita, capace di sfruttare le caratteristiche localizzazioni delle diverse fonti, sappia integrarle per raggiungere un equilibrio tra domanda e offerta agendo sui diversi fattori che ne condizionano la relazione:

  • previsioni dei consumi e della produzione su base locale;
  • trasporto e stoccaggio delle eccedenze;
  • bidirezionalità della rete di distribuzione per ottimizzare i consumi a livello locale, riducendo le importazioni.

I virtual power plants cinesi

La più interessante novità del programma cinese di applicazione sistematica
dell’intelligenza artificiale al sistema elettrico, sono i virtual power plants [10]. Costituiti a livello locale, essi raggruppano in un hub di impianti di generazione e stoccaggio (batterie e bacini di pompaggio) finalizzato a far fronte alle domande di picco (soprattutto d’estate con i condizionatori), alle interruzioni, alle esigenze incomprimibili del cloud e dell’AI.

“Con l’arrivo del picco serale di carico elettrico, la centrale elettrica virtuale di Hefei, capoluogo della provincia orientale cinese di Anhui, ha inviato un’istruzione a 25 stazioni di ricarica delle batterie per veicoli elettrici. In appena un minuto, la rete ha ridotto il carico di 13.000 kilowatt, una quantità di elettricità in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di oltre 2.000 famiglie. La potenza media di 25 stazioni di sostituzione delle batterie viene ridotta dopo aver ricevuto l’istruzione. Di conseguenza, il tempo di ricarica di ciascuna batteria si estende di circa 5 minuti, il che non rappresenta un problema per i singoli automobilisti, secondo un membro dello staff di un’azienda automobilistica di Hefei” [11].

Punti di forza e di debolezza

Il progresso della Cina è sostenuto da un piano di investimenti straordinario che mette il Paese all’avanguardia dello sviluppo tecnologico in questo campo decisivo per la sostenibilità della crescita economica mondiale.

La situazione delle maggiori macroaree economiche del mondo può essere così schematizzata.
La Cina procede con un’ implementazione su larga scala, centralizzata, che introduce rapidi aggiornamenti della strumentazione e della rete. Rimane complessa l’integrazione nella rete delle energie rinnovabili geograficamente concentrate in specifiche aree geografiche, spesso assai lontane dalle aree urbane di maggiore domanda.

Il confronto con Usa e Ue

Negli Stati Uniti l’innovazione è legata ad un mercato flessibile, in cui proliferano microreti e aggregazioni, ma la frammentazione tra Stati ed utilities rallenta l’implementazione nazionale unificata [12].
L’Ue invece definisce con chiarezza la normativa per i consumatori e ha solide implementazioni a livello nazionale, ma l’integrazione del mercato transfrontaliero e le reti legacy necessitano di sostanziosi ammodernamenti, che sono stimati a 584 miliardi di investimenti tra il 2020 e il 2030 [13].
Nell’installazione degli smart meters, necessari per modulare la domanda con politiche di incentivo dei prezzi nelle ore meno richieste, e per poter prevedere le curve di domanda puntali, la Cina sta superando in modo clamoroso i competitor, come si vede nella figura 2.

rinnovabili cina

Anche gli investimenti nella rete vedono la primazia della Cina, come risulta dalla Figura 3.

Figura 3. Serie storica degli investimenti nella rete elettrica ( 2015-2026.

Finanza verde, Belt and Road e proiezione globale di Cina energie rinnovabili

La Cina ha saputo cogliere l’opportunità del rallentamento mondiale dovuto al Covid, per sviluppare ulteriormente la propria rete, mentre le altre aree del mondo rallentavano.

L’energia elettrica, che vediamo nelle nostre case distribuita da una rete nazionale, sembra un settore dell’economia chiuso nei confini di ciascun Paese. Invece è interconnesso a livello internazionale, sia nelle reti di trasmissione e distribuzione che nelle font (fossili, nucleari o rinnovabili).
L’interdipendenza tecnologica si è molto accresciuta con lo sviluppo dell’eolico e del solare.

La Cina l’ha capito: lo sviluppo del suo sistema elettrico è avvenuto guardando al resto del mondo. Prima per imparare ed imitare, poi, sulla base degli standard tecnologici di eccellenza ormai acquisiti, per sviluppare la propria offerta e proporla al mondo.
Gli Stati Uniti si sono ritirati dagli accordi di Parigi, a partire da gennaio 2026, ma ha già determinato un disimpegno di molte grandi aziende sugli obiettivi di contenimento delle emissioni ed ha già avuto un impatto sulla disponibilità dei fondi per l’aiuto ai paesi più poveri e più esposti all’aumento del livello dei mari e al deterioramento meteorologico.

Geopolitica del clima: perché Cina energie rinnovabili ridisegna i rapporti di forza

Il progetto Belt and Road Initiative (Bri), chiamato anche via della seta, sta prendendo quota in tutta l’Asia e in Africa sulla base di queste opportunità tecnologiche che la Cina può offrire e per effetto del programma di dazi aggressivo degli Usa.

La guerra dei dazi di Trump ha fatto cadere il commercio internazionale all’inizio, ma le aree colpite si sono rivolte alla Cina. Infatti i Paesi Asean, a settembre, hanno aumentato le importazioni dalla Cina del 15% su base annua, come i Paesi dell’America Latina. L’Africa ha registrato un aumento del 57%.

L’anno scorso gli investimenti in energia solare, eolica e da rifiuti sono saliti a 11,8 miliardi di dollari, con un aumento del 24%.
Secondo il Quotidiano del popolo, giornale del Partito comunista cinese, la “Belt and Road Initiative aiuterà a creare un uovo paradigma della governance globale”.
La guerra dei dazi e la timidezza dell’Europa lasciano dunque il campo totalmente aperto per la crescita economica e politica della Cina.

“In un mondo travagliato per effetto delle politiche di Trump, Xi trova ancora buone opportunità” [14].

Bibliografia

[1] United Nations. Climate Action, 1.5°C: what it means and why it matters.

[2] Tim Naish, Edward Hanna, Amy Lovecroft, Future Sea-level Rise Is Certain, but the Amount and Speed Are Uncertain, World Metereological Organization, 15 October 2025.

[3] Nanyang Technological University, Global sea level very likely to rise between 0.5 and 1.9 meters by 2100 under high-emissions scenario, January 27, 2025.
[4] Andrea Rinaldo, Considerations on Venice in an changing world, Lecture at Alma Dal Co School on Collective Behaviour, IVSLA, Venezia 3/ottobre 2025.
[5] The Economist, China’s clean-energy revolution will reshape markets and politics, Nov. 6, 2025.
[6] Raporto Draghi, Il futuro della competitività europea. Parte B. Energia.

[7] The leading cities in the world for high-quality research in 2024. Nature Index, 14 November, 2025.

[8] National Energy Administration, dichiarazioni di Xiao Liye, direttore dell’Istituto di Ingegneria Elettrica dell’Accademia Cinese delle Scienze in: ”Internet+” Smart Energy, Parte 6: è previsto uno sviluppo su larga scala delle energie rinnovabili, 5 aprile 2016 (traduzione ChatGPT).

[9] Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma e Amministrazione nazionale per l’energia, Pareri di attuazione della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma e dell’Amministrazione nazionale per l’energia sulla promozione dello sviluppo energetico di alta qualità con “Intelligenza
artificiale +” (Guonengfa Keji [2025] n. 73), 4 settembre 2025. (traduzione ChatGPT).

[10] Yujie Xue, China turns to ‘virtual power plants’ to stabilise electricity supply as heatwaves trigger demand spikes, undercut decarbonisation drive, South China Morning Post, Published: 9:00am, 16 Aug 2022.
[11] Xinghua, Smart energy powers China’s green development, September 7, 2023.

[12] Juliana Ennes, Microgrids spread across US as Big Tech, utilities shore up power supplies Reuters, Novembre 3, 2025. November 3, 2025
[13] European Commission, Smart grids and meters.

[14] The Economist, In a Trump-troubled world, Mr Xi sees opportunities still. Nov. 2nd 2025.

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