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Euro digitale: sovranità europea o controllo di massa?



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L’euro digitale promette praticità e pagamenti istantanei, ma apre interrogativi politici e di privacy. Al centro, la gestione dei dati e il rischio che una moneta “intelligente” diventi uno strumento di sorveglianza di massa

Pubblicato il 6 nov 2025

Walter Vannini

Data Protection Officer autore del podcast DataKnightmare – L'algoritmico è politico (https://www.spreaker.com/show/dataknightmare)



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Lo so, ci sarebbero tante uscite da commentare in quel circo di folli che è la cosiddetta intelligenza artificiale, ma ogni tanto occorre anche tirare il fiato, non fosse altro perché a immergermi nel microcosmo intellettuale di Altman e soci mi viene la claustrofobia.

Quindi oggi, appunto, sparigliamo e parliamo di euro digitale per cercare di capirci qualcosa. Il che significa che ignoreremo praticamente ogni dettaglio tecnico e cercheremo di attenerci a cose che hanno importanza per noi che l’euro digitale dovremmo usarlo.

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Ci dicono che l’euro digitale è importante perché essendo digitale potrà consentire pagamenti istantanei e gratuiti, in tutta l’Unione, anche fra singoli individui, e sarà molto più pratico dei contanti.

La moneta è già digitale da cinquant’anni

Partiamo dai fondamentali. Prima cosa: la moneta è già digitale, da cinquant’anni.

“Il ciberspazio è quel posto in cui si trovano tutti i vostri soldi, a parte il contante che avete in tasca” era una frase di John Perry Barlow che citavo spesso a fine anni ’90. Una volta mi invitarono a parlare di digitale a una piccola conferenza in ambito bancario e mi presi la soddisfazione di dirglielo. Non mi hanno più chiamato.

Questo per dire che il danaro è già digitale da quel dì, e precisamente dal 1971, quando Nixon fece crollare il sistema della parità aurea e della convertibilità della valuta in oro. Da quel momento, le banche centrali possono creare moneta dal nulla, semplicemente mandandola in stampa. Ovviamente, occorrono delle cautele, perché se un Paese normale stampa troppa moneta, quella perde di valore, quindi non è una cosa che si fa a cuor leggero. Tranne gli Stati Uniti, che stampano a destra e a manca perché tanto il dollaro è sempre il dollaro. Fin che dura.

Tutto questo per dire che già oggi, l’economia sta nei fogli elettronici, non nei caveau.

I pagamenti istantanei esistono già dal 2017

Seconda cosa, l’ambíto pagamento istantaneo. Che pure quello c’è già, dal 2017. Si chiama SEPA Instant Credit Transfer e da Ottobre 2025 per direttiva europea lo offrono tutte le banche. Non è operativo in tutto il mondo, ma in tutta l’Unione più una quindicina di altri Paesi sì. E quando ci parlano di pagamenti elettronici, ricordiamoci che SEPA, il sistema di pagamenti elettronici in euro, esiste dal 2008.

Dice, ma allora perché fino all’altro ieri la mia banca mi faceva aspettare anche tre giorni per un bonifico, per non parlare delle commissioni?

Per vari motivi, primo fra tutti: perché poteva. L’Europa potrà anche avere una moneta unica, ma se poi facciamo un sistema bancario unificato e le banche si fanno davvero concorrenza dove andiamo a finire signora mia, che fine fanno le nostre prerogative nazionali.

E occhio, non sto parlando solo delle banche italiane. Quando si tratta di difendere i campioni nazionali, francesi e tedeschi non sono meno provinciali di noi, anzi.

Quindi per almeno quindici anni l’Europa ha continuato a fare finta che i pagamenti elettronici fossero una cosa futuribile. Intanto era arrivata Internet, e tutto quello che c’era per il commercio elettronico erano le carte di credito e PayPal.

Poi sono arrivate le app di pagamento sul telefonino, che introducevano anche la possibilità di pagamenti fra una persona e un’altra, e adesso improvvisamente l’Europa si sveglia e vuole la propria moneta digitale.

Il controllo americano sui pagamenti elettronici

Ma come abbiamo visto, tutto quello che la moneta digitale dovrebbe portare esiste già.

Evidentemente non ci stanno raccontando la storia tutta intera.

Cominciamo col dire una cosa: il settore dei pagamenti elettronici è saldamente in mano americana. E questo oggi è un problema. Perché?

Perché la Corte Penale Internazionale dell’Aja, ha emesso un mandato di cattura per genocidio contro Netanyahu , Trump si è risentito e Microsoft ha chiuso gli account prima del presidente, e poi di tutto il personale della Corte.

Se qualcuno crede che passato Trump le cose improvvisamente torneranno normali, ho da offrirgli una fontana storica in Roma centro, a un prezzo che è un affare.

Sentite cosa dice Fabio Panetta, Governatore della Banca d’Italia:

Due terzi dei pagamenti digitali nell’area dell’euro sono intermediati da società non europee, sia per i pagamenti digitali nei punti vendita che per quelli online. Il motivo è che le banche europee non hanno ancora trovato un accordo sulle modalità di fornitura dei propri servizi all’intera area dell’euro”.

Tradotto: la banche europee sono state troppo impegnate a portare ciascuna l’acqua al proprio mulino nazionale per trovare una soluzione europea. E il risultato e che due terzi dei pagamenti digitali li coprono VISA e MasterCard.

Il vero problema: chi controlla i dati

Sempre Panetta:

“Una volta realizzata l’infrastruttura dell’euro digitale, [le banche] potranno […] competere a livello europeo, generando così ulteriori affari e ricavi, con molte implicazioni in termini di sovranità per l’area dell’euro e di controllo delle informazioni che viaggiano con i pagamenti”.

Aha! Tomo tomo cacchio cacchio, ecco che Panetta ci dice per ultima la cosa più importante: il problema è chi controlla le informazioni che viaggiano con i pagamenti.

Tradotto, chi paga cosa, quando, e a chi. E questi sono dati che oggi noi lasciamo tranquillamente in mano agli americani perché loro sono così attenti con i dati personali. Con dati di questo genere, e in questa quantità, si profilano non solo gli individui, ma una intera economia. Non sono dati da lasciare in mano a un concorrente nemmeno quando è un gentiluomo, figuriamoci un tardoadolescente incazzoso come Trump.

Il rischio sorveglianza di massa

Quindi OK l’infrastruttura con cui tutti gli attori possano offrire un servizio omogeneo in tutta Europa, ma con le informazioni che viaggiano con i pagamenti, esattamente, cosa vogliamo farci? Una moneta digitale, emessa dalla Banca Centrale Europea, a regime, sostituirebbe ogni altra forma di pagamento digitale. E raccoglierebbe una radiografia completa e dettagliatissima di ogni scambio, in ogni giorno, in ogni Paese dell’Unione.

Siamo d’accordo che queste informazioni non vadano lasciate in mano agli americani. Ma l’occasione fa l’uomo ladro. Una mole di dati così ricca, e così granulare, rappresenterebbe una tentazione irresistibile non solo per ogni hacker, ma per ogni forma di potere, legale e non legale. E questo è rischioso.

Il vero problema dell’euro digitale non è un problema tecnico, è un problema politico: la moneta digitale, senza salvaguardie di un rigore che non abbiamo ancora mai visto, è il perfetto strumento di sorveglianza di massa.

Tracciabilità totale della vita quotidiana

Se davvero vogliamo una moneta europea digitale che serva non solo gli cambi commerciali fra aziende, ma che copra anche le spese del singolo cittadino, allora le salvaguardie per i diritti devono essere ancora più che ferree, devono essere incontrovertibili.

A oggi, mi sembra che la legge richieda che tutti i pagamenti oltre i 1000€ siano tracciabili. E l’antiriciclaggio, e le mafie, capisco. A me fa ridere che se prendo un materasso e un tavolo all’ikea non posso pagare in contanti, quando le mafie spostano contanti a TIR alla volta, ma diciamo che va bene.

Ma una moneta digitale non parla solo nei miei raid sul design scandinavo. Una moneta digitale annota quanti caffè prendo al bar, a che ora, in che bar, in quali ristoranti mangio, e quanto spesso. Una moneta digitale annota qualsiasi entrate e uscita io abbia, non importa quanto piccola. (E prima che qualcuno se ne esca con “ma allora bitcoin!”, le cosiddette criptovalute, fra le tante promesse che non mantengono, non sono anonime.)

Democrazia a rischio senza protezione dei dati

Io credo che nessuna forma di governo possa disporre di un simile potere di controllo senza venirne completamente corrotta. Almeno una parte del tracollo statunitense, secondo me, è imputabile all’orgia di dati raccolta senza alcun controllo o limite su chiunque, dovunque, comunque, a partire dal 2001, e al delirio di onnipotenza che ha generato nelle classi dominanti.

Ora, siccome preferirei continuare a vivere in un Paese democratico, il problema della protezione dei dati e delle libertà personali è per me il problema che l’euro digitale deve risolvere.

La necessità dell’anonimato

C’è poco da girare in tondo: il contante è anonimo, qualsiasi altra forma di pagamento è tracciabile, richiamabile, analizzabile, e perfino programmabile. Se vogliamo che l’euro digitale sia un passo avanti rispetto a dare tutti i nostri dati economici agli americani, dobbiamo esigere due cose: uno, che sia agnostico rispetto alle spese, e due, che abbia una caratteristica del contante che gli manca, l’anonimato.

Ora, uno strumento di pagamento digitale può essere tante cose, ma anonimo mai. Siamo nel campo dell’impossibilità. Però forse è possibile sopperire, con la politica, alle mancanze della tecnologia. Possiamo imporre per legge che il pagamento di somme inferiori a una certa soglia, non appena validato, non raccolga né conservi informazioni sul pagatore? Possiamo farlo in modo che sia sicuro e verificabile da terze parti?

Se è possibile, allora abbiamo davvero trovato un’alternativa sia ai contanti che alle ingerenze americane. Se invece non è possibile, a inserire non saranno più gli americani, ma gli stati europei, e a un livello di dettaglio molto maggiore. Dalla padella nella brace.

Moneta programmabile: libertà in pericolo

Non è tutto. Perché una moneta digitale può anche essere programmabile. Ricordate gli smart contract di cui si parlava qualche tempo fa? Abbiamo visto che sono un disastro in mano a dei ragazzotti che un contratto non lo hanno mai visto. Ma la possibilità tecnica resta.

Il che significa che, una moneta digitale può essere programmata per scadere a una certa data. O per non consentire certi tipi di transazioni. Questo è oltremodo pericoloso. Immaginate se il governo potesse mettere bocca in come spendete i vostri soldi non solo controllando come li spendete, ma anche decidendo quando potete spenderli.

Immaginate che il vostro portafoglio digitale non vi permetta di comprare un gelato, o una bistecca, perché la vostra dieta non è ben bilanciata. Immaginate che non vi permetta di acquistare il biglietto di uno spettacolo, o un libro, perché il governo lo considera osceno. Immaginate che i vostri soldi per il prossimo mese valgano la metà perché ieri avete partecipato a una manifestazione.

Niente di tutto questo è possibile con i contanti. Ma è fattibile con una moneta digitale programmabile. Quindi va bene la concorrenza, va bene la sovranità, ma parliamo di qualcosa di ancora più cruciale: la libertà. Le tecnologie digitali sono intrinsecamente tecnologie del controllo. Sta solo a noi fare in modo che questo controllo si fermi di fronte ai nostri diritti e libertà fondamentali.

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